CIAO RAGAZZE!! lo so avete
aspettato a lungo questo capitolo quindi faccio solo una precisazione. Il luogo
descritto sarebbe Montepulciano (come conformazione del paese) ma Volterra vi
garantisco che è in piano...io dopo aver visitato Montepulciano mi immaginavo
una cosa ripidissima invece sono rimasta allibita. Neanche una salita!
bah...Cmq...eccovi il capitolo.
Bacioni
BELLA:
Mi giro infastidita da un raggio di sole.
«Uhm»
Apro gli occhi trovando gli occhi di Edward
sonnecchiante. «Uhm.» gli rispondo di rimando facendolo
sorridere.
«Non possiamo andare avanti così...ho bisogno
almeno di otto ore di sonno.»
«Bugiardo.»
replico immediatamente mettendomi su un fianco per vederlo
meglio.
«Ehy! Non sono un
bugiardo!»
Alzo un sopracciglio e spero che si ricordi tanto quante
cose ha "omesso" quando ci siamo conosciuti a Forks; infatti dopo pochi secondi
si rende conto della gaffe dandomi un pizzicotto per distrarmi.
Lo scanso ridendo.
«Peccato che sei così stanco...avevo in mente una cosuccia.» mormoro
strusciandomi su di lui languidamente accarezzandogli il
petto.
«Non è che sono così tanto stanco in realtà...»
sussurra nel mio orecchio scendendo giù fino ad afferrare i mie
glutei.
«Ah no?» gli bacio l'angolo delle labbra mentre
lui scostando una ciocca di capelli mi bacia appena dietro l'orecchio
sinistro.
«Mai stato meglio...»
Alice entra
dentro come un furia saltellando sul letto come una
bambina.
«Ma perchè non chiudo mai la porta!» si lamenta Eddy
coprendosi la faccia con le mani incredulo almeno quanto me. Indossa una vistosa
maglietta bianca con la faccia di una Barbie e sotto fa bella vista una scritta:
"Don't hate me because I'm beautiful", ovvero non odiarmi perchè sono
bellissima. Veramente adatta.
«Che cosa vuoi
folletto malefico?» urla Edward facendola cadere rovinosamente su di noi. Mossa
alquanto sbagliata visto che nella caduta mette le mani avanti uccidendomi
praticamente lo stomaco.
«Rose. Vuole assolutamente iniziare a fare
jogging per riprendere la sua forma fisica o potrebbe anche sclerare...» spiega
Alice rimettendosi in piedi per scendere dal letto.
«Nuooo
dai...rimani qui con me.» bisbiglia Edward attirandomi verso di
lui.
Gli sorrido, «Con tutti i manicaretti che mangio
qui avrò messo sicuramente su qualche chilo.»
«Direi due.»
conclude Alice squadrandomi.
«COOOOSA?» urlo
facendola cadere nuovamente sul letto.
Mi alzo
velocemente prendendo la prima tuta che trovo nell'armadio. «Ti sta prendendo in
giro Bella! Non è affatto vero!»
Mi siedo sul
letto solo il tempo necessario per infilarmi le scarpe da
ginnastica.
Edward sbuffando si risdraia sul
letto.
«Posso venire anche io?» chiede ma si capisce che
non ne ha la più che ben minima intenzione, sopratutto perchè non l'ho mai visto
fare sport da quando lo conosco.
«No, la famiglia
ti vuole parlare...»
Alice lo dice in un modo che non riesco a
comprendere a fondo, nonostante tutti i giorni passati sono riuscita ad imparare
veramente poco, avrei dovuto sforzarmi di più ma tutti loro sanno così bene
l'inglese che a volte mi dimentico persino che in realtà la loro lingua madre è
questa difficilissima lingua.
«Emmet è di la
che ci aspetta...Rosalie mi sembra che sia già pronta.» esulta Alice
avvicinandosi alla porta.
«Com'è che Emmet può venire con voi e io no? Ma
devo andare da solo?» chiede Ed che adesso inizia ad essere leggermente
agitato.
«Emmet ha voluto Lily quindi la deve portare
fuori a spasso e già che c'è viene con noi a fare jogging...poi mica può
lasciare da sola la sua Rose.» spiega Alice facendo roteare la bottiglia d'acqua
da una mano all'altra.
Tira le coperte fin sopra la testa mormorando
qualcosa che nessuna di noi riesce ad afferrare. Dando un'ultima occhiata al
letto dove si trova ancora Edward sotterrato esco dalla stanza seguendo Alice
per i corridoi finchè non arriviamo fuori in giardino dove trovo Rose con una
divisa di baseball con uno spesso piumino blu.
«Almeno i
paparazzi non potranno focalizzarsi sulla mia pancia.» mi spiega subito Rose
notando il mio sguardo perplesso.
«Suderai da matti!»
replico non immaginando come dev'esse correre con tutta quella roba addosso, non
ha neppure raccolto i capelli!
«E poi non hai preso tanto peso durante la gravidanza. Sei stata
eccessivamente maniacale! Quasi non si nota!» replica Alice trafficando con
l'ipod.
«E per questo verrai odiata da tutte le donne del
mondo...» aggiungo pensando ai probabili titoli sul giornale. Io non direi mai
che ha avuto un bambino solo due giorni fa.
La jeep nera si
affianca.
«Non c'è miglior posto che il centro di
Volterra...salite su salite.» ridacchia Alice sedendosi dietro, pochi secondi
dopo vediamo Emmett arrivare con Lily al seguito che si siede nel
bagagliaio.
Ci lasciano vicino ad un giardinetto sotto le
mura delle città dove iniziamo a fare un breve riscaldamento per prepararci al
peggio. Lily invece inizia ad andare ad annussare dappertutto e a giocare con
alcuni ragazzi che stanno passando in quel momento.
«Che giro
facciamo?» chiedo iniziando a tremare quando vedo la salita per arrivare solo
alla porta del paese.
«Tu segui me...» sghignazza Emmett mettendo Lily
al guinzaglio evitando così di fermarsi ogni due per tre preso dalla frenesia di
essere uscito da casa.
«Non fidarti. Va
velocissimo.»
Alice si mette l'i-pod nelle orecchie mentre io e
Rose decidiamo di rimanere da sole con i nostri pensieri, non riuscirei
assolutamente a parlare e a correre in salita.
Ma siamo
matti?
L'ultima corsa che ho fatto risale a più di sei
mesi fa insieme a Rose!
«Non ci provare nemmeno!»
Mi volto
verso Rose che sta indicando Emmet che si appresta a togliersi la cannottiera
bianca porgendola alla guardia che apre la macchina per metterla sul sedile
posteriore.
«Teso poi sudo e mi fa schifo fare il viaggio con quella
roba mezza bagnata.» replica immediatamente mettendosi una
cuffietta.
«Ma ti vedranno tutti!» si lamenta Rosalie che sembra quasi sull'orlo di
una crisi di pianto. Forse non le sono ancora passate le
crisi...
«Almeno vedranno che roba che ti porti a letto!»
sghignazza Emmett beccandosi una sberla sulla testa da sua sorella che l'ha
sentito nonostante le cuffie.
Mi preparo
psicologicamente alla faticaccia chiedendomi il motivo per cui non sono rimasta
a letto con Edward, quello sì che è un bel modo per far fuori le calorie...ma
questo è anche quello più veloce. Prendo un bel respiro profondo ed inizio a
seguire Rosalie e Alice che mi precedono. Emmet rimane al mio fianco per un pò
visto che Lily continua a volermi saltellare addosso ma presto anche lui aumenta
il passo e prende una via traversa andando ancora di più sul ripido. Io e Alice
siamo le uniche senza un berretto o una cuffia e per questo veniamo (è meglio
dire che viene) riconosciute più facilmente attirando alcuni
sguardi.
Il sole è già alto nel cielo tanto da
incominciare a farmi detestare il mio corpo che è così fiacco da non riuscire a
sostenere una corsa. So che non sono nel pieno della forma ma pensavo di essere
almeno in grado di partire dal fondo e arrivare in cima senza particolari
sforzi, siamo a metà strada e sono già con il fiatone, lingua di fuori a
penzoloni e un mezzo crampo che sta per sfogarsi sul mio polpaccio
sinistro.
Rimango indietro rispetto ad Alice e Rose di
almeno cinque metri. Non posso farci niente, questo è il massimo che posso
dare.
Guardandole fanno sembrare tutto così
facile.
Improvvisamente vengo accecata da un
flash...
paparazzo....
Non è solo la
corsa che fanno sembrare così facile. Dopo un paio di scatti mi lasciano perdere
per concentrarsi su loro due, sopratutto su Rose visto che ha appena avuto
Rob.
Posso veramente vivere con i
paparazzi?
Essere sempre sui giornali...criticata in ogni
singolo aspetto; sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista umano.
Ogni mia scelta verrà messa sotto la lente
d'ingrandimento.
Finalmente inizio a scorgere lo spiazzo/ piazza
che da termine alla mia corsa. In mezzo c'è una bellissima fontana su cui mi
vado a sedere per riprendere fiato.
«Sto. Morendo.»
dico con fatica mentre Rose continua a correre sul posto e Alice beve dalla sua
bottiglietta.
«Dimmi che non c'è un'altra salita o svengo sul
posto.»
Non so se sono i miei occhioni da cucciola o se è
la pura e semplice verità comunque sta di fatto che mi dicono che non ne
esistono più. Siamo arrivate in cima.
Poco dopo
scorgiamo anche Emmett con Lily che è abbastanza sulle sue e diciamo
aggressiva con i paparazzi, non mi sorprenderei se l'avessero addestrata
a riconoscerli anche se è un pensiero un pò bizzarro ma ho capito che i Cullen
possono fare di tutto.
«E adesso che ci siamo ritrovati possiamo
scendere...» propone Alice.
Alla sola idea di
rimettermi in piedi e di correre mi viene male, «Non
potremmo...ehm...camminare?»
Scoppiano tutti e
tre a ridere. «Se ci riesci!»
Emmett mi rimette
in piedi spronandomi per scendere insieme a loro. M'impongo di non correre ma di
camminare semplicemente ma purtroppo è quasi più faticoso che correre così sotto
lo sguardo attento di Emm inizio a correre raggiungendo Alice e
Rose.
«È il modo più semplice per scendere senza
fatica...»
Effettivamente è meno faticoso ma vista la
pendenza la corsa è molto veloce ed imbranata come sono io ho rischiato almeno
cinque volte di inciampare nei miei stessi piedi.
«Ho bisogno di bere...sto morendo.»
mormoro.
«La mia l'ho
bevuta tutta. Aspetta qui c'è un bar...ti do i
soldi.»
Alice mi allunga
un paio di monete e con un ultimo sprint entro nel bar come una
saetta.
«Una bottiglietta
d'acqua.» dico cercando di avere un italiano
convincente.
Mentre la donna
mi serve osservo le monete nella mia mano. «Non ci posso credere...» mormoro
rigirandole tra le mie mani.
«Ma sono valide?» chiedo più a me stessa che alla
barista che mi guarda come se fossi un'interdetta. Per fortuna è una delle poche
persone che non legge giornali scandalistici sennò saprebbe chi
sono.
Su un lato della moneta
fa bella vista di sè il volto di Edward.
È tutto così assurdo.
Tornando a casa non posso fare a meno di sentirmi
come un'estranea in questo posto, un ospite...qualcuno da accompagnare alla
porta il più presto possibile.
Non parlo di
loro...loro sono carini ma...hanno le loro abitudini, il loro vero essere si
esprime qui in Italia ma il mio?
E poi Charlie...è
vero che ho fatto finta che le sue parole non mi toccassero così nel profondo
come invece hanno fatto ma fino adesso non avevo abbastanza tempo per
riflettere.
«Che hai?» mi chiede Alice notando la mia
espressione.
«Niente.» mi affretto a dire ma capisco dalla sua
espressione che non mi crede.
Appena arriviamo
a palazzo mi affretto a scendere per raggiungere velocemente Edward, so che
appena lo vedrò tutti i miei dubbi, le mie debolezze si
dissiperanno.
Lo cerco in camera ma non lo trovo così inizio a
girovagare finchè non lo vedo uscire da una stanza con una divisa militare blu
con vari gradi sul petto e le spalle. I capelli ben pettinati e sul volto
nemmeno un filo di barba...quasi non lo riconosco.
Mi accoglie con
il suo solito sorriso sghembo che mi fa ancora adesso tremare le gambe e nei
suoi occhi vedo tutta la felicità di vedermi.
«Edward...devo tornare a
casa...»
Ed ecco che il sorriso
che tanto amo sparisce in un
secondo.