Rose, Rose, Rose
“hey, Rose” sussurrai a mia moglie. “Rose, amore lo
so che mi senti”, gli accarezzai dolcemente i capelli lasciandogli un bacio
sulla fronte. “Piccola, dai , devo andare a lavoro”, quando si impuntava era
difficile smuoverla, si era addormentata su di me e non accennava a muoversi.
“Rose” continuai la mia cantilena. “devo andare a
lavoro”, “Rose”, la sentii ridere . Presi a farle il solletico e finalmente
scese dal mio torace. “buongiorno!”, biascicò fintamente assonnata. “Buongiorno
amore” e le nostre labbra si unirono in un tenero bacio.
Mi alzai velocemente dal letto e andai verso il
bagno “fai colazione con me?” , mi chiese raggiungendomi “no Rose , farò tardi”, disse qualcosa a
denti stretti e usci dal bagno. Non sopportavo doverla trascurare o doverla
privare di quei pochi momenti che potevamo trascorrere insieme, ma il lavoro
chiamava e io dovevo correre.
Feci la doccia il più in fretta possibile e indossai
il completo che come sempre la mia Rose aveva scelto per me. Mi affacciai in
cucina e lei era lì con la tua tazza di latte e i biscotti al cioccolato che aveva preparato
il giorno prima, erano buonissimi, ne avevo assaggiato uno ieri sera , subito
dopo aver mangiato la cena che mi aveva lasciato sul tavolo, ero rientrato tardi
anche ieri.
Ne rubai uno dal suo piattino “Rose io vado”, non mi
rispose , anzi ignorandomi del tutto aumentò il volume della televisione. Mi
abbassai per darle un bacio sulla fronte
, la vidi chiudere gli occhi e sospirare. “ci vediamo questa sera” e
uscii di casa,quando faceva così sapevo perfettamente che era arrabbiata. Me lo
aveva ripetuto tante volte che non gli andava giù questa situazione. Mentre
attraversavo la strada per raggiungere la macchina vidi Rose che mi osservava
dalla finestra, i nostri occhi si incontrano per non so quanto tempo , poi
richiuse le tende e io andai in macchina.
-
È appena salito in macchina, il suo sguardo era
triste . mi metto sul divano e piango, non faccio altro da giorni, forse
settimane. Sono sola,lui ha il suo lavoro , non c’è mai a casa e quando c’è
finiamo per litigare. Domenica abbiamo litigato, sono stata dura, forse, ma non
ne potevo più di vederlo sulla scrivania a leggere documenti nel suo unico
giorno libero. Delle volte penso che non mi sopporti più, che non mi ami più e
allora va a lavoro, per non vedermi. Prendo il telefono e gli mando un sms
“Emmett,scusami per prima”, ho sempre paura di perderlo. Sempre. Delle volte
non riesco nemmeno a vederlo la mattina, rientra tardi e va via presto, sento
solo le sue labbra leggere sulla fronte e il vuoto , il vuoto accanto a me. Vorrei
averlo accanto per farlo partecipe delle mie cose, ma oltre ad un sms ogni
tanto non posso fare altro. Aro il suo capo non gli permette di ricevere
telefonate private e pensare che era partito facendo il finto amico con Emmett.
Non mi sono mai fidata , ha qualcosa di strano, non solo per come mi guarda,
non so. Ma se Emmett crede che sia un tipo apposto per me va bene. Emmett, come
vorrei averlo qui al posto di questo cuscino. La prima volta che l’avevo visto
era l’imbucato alla laurea di Jasper, appena i nostri sguardi si incrociarono,
fui immediatamente sua.
Butto un occhio sul telefono. Nessuno risposta.
Emmett. Torno ad affogare il dolore nel cuscino, mio unico conforto.
-
Le strade di New York erano sempre intasate dal
traffico e me lo dovevo subire tutto , infatti il mio ufficio era al centro
della città. Lavoravo presso uno studio di avvocati ed eravamo anche molto
conosciuti per la nostra determinazione nel vincere anche le cause più assurde.
Avevo cominciato solo da due anni a lavorare lì dentro ma ero già considerato
un avvocato su cui fare affidamento, già due anni. Esattamente un mese dopo
essermi sposato. Ricordo ancora che il capo, Aro, appena seppe del mio
matrimonio mi disse “caro Emmett, salutala adesso tua moglie perché non la
rivedrai mai più!”, mai parole furono più veritiere. L’avevo presa sul ridere, in fondo dal giorno
del matrimonio tra Edward e Jasper non sapevo chi aveva fatto più battute sul
mio matrimonio, pensavo che era l’ennesima stupida battuta, ma mi sbagliavo.
Era fottutamente vero. Da due anni a questa parte vedevo Rose la mattina e la
domenica , per il resto telefonate su telefonate. Il desiderio di avere dei
figli, di viaggiare, di comprare una villetta in campagna,risucchiati da questo
lavoro, spazzati via come foglie al vento.
Io e Rose sono 5 anni ormai che stiamo insieme,
ininterrottamente il nostro amore ci ha unito . ci siamo conosciuti
all’università dove Jasper suo fratello si stava laureando. Era bellissima, in
un tubino nero che evidenziava le sue curve e i capelli biondi lasciati lungo
liberi. Una dea. Non conoscevo Jasper ma mi intrufolai nell’aula dove stava
dibattendo la tua tesi , è bastato un attimo , uno sguardo e Rose è stata mia.
Parcheggiai fortunatamente davanti all’ufficio e
all’ingresso il buon vecchio Billy Black era pronto a salutarmi “buon giorno
signor Cullen” mi diede i principali quotidiani , “buon giorno Billy e buon
lavoro” , “anche a lei signore”. Gli avrò detto mille volte di chiamarmi semplicemente
Emmett ma non vuole sentire ragioni, anche davanti al fatto che presto saremo
parenti. La mia dolce nipote, Nessie, preso sposerà suo figlio Jacob. Edward
non è contento, sono troppo giovani ma in fondo sa che non conta l’età quando
ci si ama, lui e Bella si sono sposati ad appena 20 anni e erano molto più
scapestrati di Jacob e Nessie.
Poso la borsa sulla scrivania e accendo il pc. Non
avrei nessuna causa su cui lavorare ma Aro mi ha affidato un caso da
revisionare per un importante cliente, questo mi fa sospettare che anche questa
sera la mia dolce Rose sarà sola .
Mentre leggo per l’ennesima volta il contratto che
la cliente ha firmato erroneamente , bussano alla porta. “buongiorno Aro”, è
sempre vestito elegante e non sbaglia mai l’abbinamento , un 50enne bello e
fatto, come direbbe Alice.
“buongiorno Emmett caro”, si siede sulla poltrona
davanti alla scrivania e prende una penna per giocarci, “allora come andiamo?”,
“non andiamo . purtroppo le clausole sono molto evidenti, se la signora prima
di firmare il contratto , l’avrebbe fatto visionare da qualcuno dei nostri le
cose non sarebbero andate così e la signora, senza ombra di dubbio non
sarebbe stata derubata di 40.000 dollari” , scuote il capo e mi guarda con
rimprovero.
“no, caro Emmett non è certamente questo quello che
volevo sentire. Deve esserci una postilla che permetta alla donna di essere
risarcita”, presi il contratto e lo misi davanti ai suoi occhi. “è impossibile!”,
il mio tono era alterato ma non potevo fare altrimenti , doveva ascoltarmi. “no
Emmett, non sono chiaro. Deve esserci”.
Si era avvicinato pericolosamente a me con fare minaccioso, era la prima
volta che lo vedevo fare così, ma forse sapevo dove voleva arrivare, ma non
potevo rischiare senza ombra di dubbio , modificare “le prove”, ero un avvocato
non un criminale.
Ci sistemammo entrambi sulle poltrone , “domani sera
ci sarà una cena per i nostri clienti. Verrai’”, non era una domanda era un
affermazione. Verrai. Niente possibilità solo doveri. “si”, prima di alzarsi e
uscire disse “porta anche la tua bella mogliettina”. Appena chiuse la porta diedi un calcio assurdo
alla scrivania “dannazione!”.
Presi tra le mani a cartella del caso e ogni mio
dubbio fu immediatamente risolto. L’altro avvocato a cui era stato affidato il
caso era Mike Newton.
Mike era il più bravo e “anziano” avvocato dello
studio, mai una causa persa e tanto rispetto da parte del capo, Aro non poteva
permettere di perdere un eccellente avvocato, quindi ha pensato bene di
affidare il caso e farlo correggere a me , novellino e con "poca esperienza". Il
gioco che stava facendo Aro non mi piaceva per niente. Così incominciai a
cercare tra le varie scartoffie qualcosa che facesse tornare alla signora ,quell’enorme somma di
denaro .
Cominciavo ad avere una certa fame, così chiusi la
cartella , ormai senza speranze e, dannazione erano le dieci passate, non avevo
nemmeno avvertito Rose. Lo schermo del
telefono lampeggiava , avevo lasciato il silenzioso : 23 chiamate di Rose e 10
sms , sempre suoi. Rose.
“Emmett,scusami
per prima!”, “davvero Emmett, perdonami”, “Emmett, non mi rispondi?”,”dove
sei?sono ore che ti cerco”,”ti amo Emmett , ma odio il tuo lavoro”, “scusa non
dovevo dirlo,scusami”, “Emmett non torni?”, “mi manchi”, “ti ho perso?”,
“Emmett torna da me, per favore”
Mi precipitai in macchina e sullo sportello trovai
una busta che diceva : domani stai pure a
casa, devi “visionare” il caso. Mi raccomando Emmett, ne vale TUTTO.
Dannazione, che diavolo dovevo fare? Potevo davvero
rischiare tutto? Se qualcosa sarebbe andata male?
Misi in moto e mi fermai poco dopo in un fioraio,
chiuso. Quello dopo chiuso come quello dopo ancora. Proprio vicino a casa
trovai un supermarket ancora aperto e mi precipitai a trovare la prima cosa che
avrei trovato per farmi perdonare. Corro
verso le piante, sono dannatamente orribili.
Cerco tra lo schifo totale qualcosa che si avvicini
al brutto e vado alle casse. Pago in fretta e risalgo in macchina, accorgendomi
che sono undici. Rose. Rose. Rose.
Di corsa faccio tutte le scale e finalmente sono
davanti alla porta del appartamento. La
prima volta che ho varcato questa porta indossavo un vestito nero e mia moglie
un bellissimo vestito bianco. La prima volta che varcavo questa porta, ero
felice, ero sereno, ero Emmett.
Da quando non sono più io? Appoggio la fronte alla
porta silenziosamente. “rose, rose, rose” sussurro. Dall’appartamento proviene
solo un silenzio tombale.
Apro e in silenzio appoggio giacca, borsa e chiavi
sul divano. Raggiungo la camera
illuminata da una tenue luce e la vedo lì , sdraiata sul letto , ancora
vestita. Prendo quell’accenno di orchidea che ho comprato e l’appoggio accanto
a lei.
Non riesco a vederla in volto e sto morendo nel
placare la mia voglia di lei. Lentamente con la mano, percorro i suoi piedi ,
così piccoli e delicati, per poi raggiungere le sue gambe lisce e sode fasciate
da fuseaux . Salgo fino a raggiungere le spalle e il collo, dove incontro i
capelli , con la mano li sistemo di lato e mi avvicino.
Il suo profumo mi riempie , le do un bacio , un
altro ancora e un altro , la venero con i miei baci e le carezze, fino a quando
non la sento mugugnare . Lentamente si
gira verso di me e quello che vedo mi lascia senza parole .
Occhi rossi e gonfi dalle lacrime, martoriati dai
fazzoletti.
...Rose.
Mi abbraccia senza pensarci un attimo. “sei
tornato”, la stringo forte a me. “pensavo che non saresti più tornato, pensavo
…” ha ripreso a piangere “ io pensavo … Emmett … che non tornavi più”.
La scosto da me e lei è sorpresa dal mio gesto. “ma
come puoi pensare una cosa del genere? Io tornerò sempre da te, anche quando
non mi vorrai più, quando mi odierai per come mi comporto, tornerò sempre.
Perché ti amo”. Con forza la riporto tra le miei braccia non sopporto vederla
triste, non sopporto vederla piangere per delle paure che ho scatenato io con
il mio comportamento da idiota.
La stringo forte a me e la porto a sdraiarsi sopra
di me, come le piace sempre fare. “ti amo Rose”, il mio sguardo cade su quella
squallida orchidea tra le nostre gambe completamente appassita.
Come avrei potuto farmi perdonare con quella cosa?
Come?
Rose prende a baciarmi il collo, cosa che adoro e
dopo poco i nostri corpi sono legati dall’amore.
***
Rose ha preso bene la notizia che oggi staremo a
casa tutti e due, pensavo fosse uno scherzo ma appena l’ho invitata a fare la
doccia con me ha capito che facevo sul serio. Questa sera ci sarà la cena e ho
deciso cosa fare. La mia Rose mi ha consigliato meglio di quanto potesse fare
chiunque altro .
***
All’ingresso del ristorante tutti gli occhi sono
puntati su di noi. Mia moglie è fantastica in un vestito rosso che le accarezza
delicatamente le curve e i tacchi che la slanciano la rendono perfetta,
magnifica. Abbiamo passato il pomeriggio a coccolarci, certo non ho recuperato
molto ma avrò molto tempo a disposizione.
Aro ci viene incontro e non manca di squadrare Rose
che stringo per i fianchi verso di me.
“buona sera” saluta la mia Rose e non manco di
salutare anche io “buona sera Aro”. “buona sera, Emmett” con un finto bacia
mano saluta Rose . “hai risolto con quelle cose?” ,mi chiede guardandomi negli
occhi, “certo”.
Ero un ottimo attore.
Seduti al tavolo , Aro non perdeva occasione per
fare battutine a Rose o toccarla, cosa che odiavo profondamente. I miei
colleghi stavano salendo a turno su un piccolo palco per fare il solito
discorso per abbindolare anche i clienti.
“Emmett tocca a te” disse Aro alzandosi “ci penso io
a Rosalie” e si mise seduto al mio posto. Oltre al lavoro voleva portarmi via
anche Rose?.
Salì sul palco e il sorriso di mia moglie mi diede
ancora più coraggio.
“Buona sera a tutti. Sono Emmett Cullen e lavoro
presso la Volturi da due anni”, guardavo ogni cliente negli occhi “ siamo come
una grande famiglia, si una grande famiglia di imbroglioni!” nella sala tutti
rimasero zitti e Aro si alzò “ vedete, il mio capo oggi mi ha gentilmente
chiesto di modificare delle prove che accertavano la colpa di una nostra cliente e signori non
vi stupirà sapere che non è nemmeno la prima volta. Devo essere rientrato nelle
sue grazie per poter essere entrato nella sua schiera di avvocati lecca culo.
ops! passatemi il termine miei cari! Ma io non voglio essere cancellato dal
albo degli avvocati e andare in galera, voglio fare il mio lavoro onestamente e
non mi interessano i soldi”.
Aro in sala era completamente allibito e qualche cliente in sala , al quale aveva
parato il sedere si alzò indignato e abbandonò la cena. Dovevo finire il discorso “quindi miei cari
signori, lasciate stare quest’uomo se volete giustizia” , scesi dal palco e mi
avvicinai ad Aro “mi volevi portare via il lavoro e non ci sei riuscito .
neanche mia moglie ti porterai via!”.
Presi Rose
per mano e andammo a casa. Per la prima volta dopo tanto varcai quella porta
felice e sereno.
***
Due anni dopo.
“Emmett, dove hai messo il tigrotto di Sophie?”, mio
marito gioca con quel peluche molto di più della piccola. Esco nel cortile e
trovo Emmett con Sophie a giocare con le costruzioni.
“no Sophie, deve essere lunga la colonna!” ruba
tutti i pezzi alla figlia e comincia a costruire la torre sotto gli occhi
allucinati della figlia. “amore non sei nello studio?”, da circa un anno Emmett
ha uno studio privato qui nella nostra nuova casa. L’abbiamo presa apposta così
grande, così passerà molto più tempo con me
e soprattutto con la bambina. Lo
studio dove lavorava prima , non gli permetteva mai di vedermi e sono stata
davvero male, ricordo pomeriggi interi passati a piangere, da sola davanti alla
tv , pensando che lui non sarebbe più tornato. Quando Emmett mi aveva detto di
quello che faceva Aro , ero stata chiara, smascherarlo e licenziarsi. Le
conseguenze del suo discorso , fecero
chiudere la Volturi e Emmett poté prendere alcuni suoi vecchi clienti.
Sono contenta
di come siano andate le cose, avevo appena scoperto di essere incinta e non
sapevo proprio come fare se le cose sarebbero andate avanti in quel modo. Emmett ora, è più sereno è tornato il ragazzo
di cui mi sono innamorata.
“no amore , oggi non lavoro”. Emmett mi abbraccia da
dietro e mi stringe a se, spesso si è rimproverato di avermi trascurato troppo,
di non essersi preso cura di me. Ma adesso non me ne importa niente di quello
che è stato, lo amo e lo amerò sempre.
“sono felice Emmett” , “anche io Rose”.
(vestiti -> http://www.polyvore.com/cgi/set?id=18606821 )
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Salve gente!
che dire, grazie davvero a chi legge e a chi mi ha aggiunto tra i preferiti seguiti. come al solito trovate la prossima immagine qui : http://giadina90z.blogspot.com/ , spero che anche questa vi sia piaciuta!.
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recensioni :
@lovelygiuly : grazie per i commenti ;)
@piemme : ti ringrazio ancora una volta per i complimenti , mi fa piacere sapere che ti piace :)
@OnLu : noo , non volevo farti piangere! spero che questa ti sia piaciuta ;)