Anime & Manga > D.Gray Man
Ricorda la storia  |      
Autore: Mistral    14/05/2010    3 recensioni
Poi, prima che tu possa solamente provare a dire una parola - una sola che sia anche soltanto men che patetica - lui alza lo sguardo oltre la tua figura, trapassandoti quasi con quelle suoi iridi chiare e dure come diamanti, l’attenzione ora fissa su un punto alle tue spalle. Ti volti lentamente, sorprendendoti di vedere il nonno fermo sulla soglia, negli occhi un’espressione grave come la ricordi solo nove anni fa, quando tutto quanto ebbe inizio.
[…]
È giusto che finisca così, è giusto che voi tutti siate uccisi dal mostro che voi stessi avete creato: perché Dio stabilì che la colpa dei padri ricada sui figli, fino alla terza e alla quarta generazione.
In die iræ miserere me, Domine, miserere me…

[Studio su Bak Chan e sul suo rapporto con Kanda e il suo passato][SPOILER per le Night 186-194]
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi risulta estremamente difficil

Mi risulta estremamente difficile scrivere un’introduzione a questa fanfic, anche perché si è praticamente scritta da sola, partendo da un impulso momentaneo che mi è balenato in testa rileggendo i capitoli dal 186 in avanti.

Ricordo che, fin dalla prima volta che la vidi, avevo notato l’espressione colpevole di Bak mentre parla con Kanda quando lo spadaccino si reca alla Sede Asia e da lì in poi, specie dopo che si è scoperto il ruolo della famiglia di Bak nella “nascita” di Kanda, ho cominciato a chiedermi come si sentisse il supervisore nei confronti dell’esorcista. E questo è quel che ne è uscito.

Devo dire che sono estremamente soddisfatta di quel che ho scritto (cosa per me assai rara), spero piaccia anche a voi.

 

La fic è spoiler sulle Night dalla 186 alla 194 compresa. Tutte le battute sono mie traduzioni delle scan inglesi.

 

Le citazioni in latino sono tratte dal Dies Iræ, una sequenza liturgica composta in epoca medievale e ispirata ad un passo del Libro di Sofonia (So 1, 14-18) e dal Libera Me, testo aggiuntivo al corpus della Messa da Requiem.

 


 

 

Dies Iræ

 

 

Dies iræ dies illa,

dies tribulationis et angustiæ,

dies calamitatis et miseriæ,

dies tenebrarum et caliginis,

dies nebulæ et turbinis,

dies tubæ et clangoris super civitates munitas. 1

 

“Lo sapevo… ti abbiamo ferito, non è vero?”

“Eh?”

“No, no è naturale… mi dispiace così tanto, Kanda!”

“Aspetta, aspetta…”

“Non abbiamo mantenuto la nostra promessa. Colpiscimi! Non ho scuse: colpiscimi e basta, Kanda! Con tutta la tua…”

“Non sono ferito!” 2

 

Ti ha colpito sul serio. E decisamente non ha lesinato sulla forza.

Senti la mascella spostarsi dolorosamente dalla sua sede e finisci lungo disteso per terra, mentre avverti il sapore del sangue che cola dal labbro spaccato. Lotti per controllare la voglia di urlare dal dolore e le lacrime che lasceresti volentieri scendere a fiumi (ti ha fatto veramente un male boia, però te lo meriti), cercando di rimetterti quantomeno seduto e di recuperare un minimo di dignità, ma la sua voce, fredda e incolore come al solito, cattura tutta la tua attenzione.

 

“Non farti strane idee. Non devi scusarti di niente: io me ne frego di quel che succede all’Ordine.” 3

 

Già, lui se ne frega… come faccia proprio non lo sai, visto che tu, pur non avendo preso parte direttamente agli esperimenti di nove anni fa, non riesci a non sentirti in colpa per quello che ha fatto la tua famiglia.

 

“Tu puoi anche pensarla così… ma non è quello che noi… pensiamo di te…” 4

 

Lo sussurri piano, senza alzare gli occhi su di lui. Tuttavia non ti serve vederlo in faccia per intuire che l’espressione infuriata e infastidita di prima (Kanda ha sempre odiato il fatto che la gente credesse di capire come si sentiva - forse perché, quando ne aveva bisogno, nessuno si è mai preoccupato di provarci davvero a farlo), quell’espressione si è trasformata ora in una più indefinibile, sospesa tra la sua consueta freddezza, una sorta di incredulità e un vago interesse.

 

“È stata la mia famiglia a crearti nove anni fa, seguendo il progetto che la Centrale ci obbligò a portare avanti…” 5

 

Non sai bene perché tu gli stia dicendo queste cose proprio adesso - visto e considerato che probabilmente lui sa già tutto e, anche se così non fosse, dubiti che gli interessi ascoltare ora la tua inutile confessione: in fondo non gli servirebbe a nulla, la sua «vita» non cambierebbe di certo.

In realtà quella confessione serve soprattutto a te, che dopo quasi un decennio ancora non sei riuscito a venire a patti con quello che consideri l’abominio perpetrato dalla tua famiglia. E parlare proprio con l’unica vittima sopravvissuta di quel progetto folle, addossarti tutte le colpe e il sicuro biasimo che esse comportano, farti carico - in quanto Supervisore della Sede Asia - degli errori commessi dai tuoi, ti sembra il solo modo per tamponare almeno un poco la ferita profonda che è stata sicuramente inferta all’animo del giovane che ti sta di fronte - nonché quella che lacera il tuo cuore.

 

“Affascinati dall’idea di un gruppo di Secondi Esorcisti, furono i membri del mio clan - i Chan, e quelli del clan di Renée - gli Epstein, a commettere quell’errore madornale…” 6

 

Lui rimane zitto, ma in fondo nemmeno ti aspettavi che ti dicesse qualcosa (tranne forse ricoprirti di meritati insulti). Stai per continuare a parlare, a dire qualsiasi cosa per riempire il silenzio, quando noti l’espressione dolente che si è disegnata sul viso di Kanda: non l’hai mai visto così e questo ti lascia insieme stupito e addolorato. Sta senza dubbio ripensando al suo passato, ma ciò che in questo momento si sta riflettendo dietro i suoi occhi di ghiaccio liquido va di sicuro al di là della tua peggiore immaginazione.

Vorresti dirgli qualcosa, qualsiasi cosa, nell’illusione disperata che possa servire ad alleviare almeno un po’ il dolore che (ne sei certo) in questo momento sta rivivendo più forte che mai - e tutto per colpa tua e della promessa che non sei stato in grado di mantenere.

Apri la bocca, ma dalle labbra secche non ti esce alcun suono: le parole sembrano fuggire dalla mente e quelle poche che ci sono le metti in fuga tu stesso, avvampando interiormente di vergogna per quanto risultano patetiche anche solo pensandole.

 

Lui rimane immobile, ma in fondo nemmeno ti aspettavi che facesse qualcosa (i gesti eclatanti non sono mai stati da lui, a parte il pugno meritatissimo che ti ha tirato prima). Vorresti provare almeno a tirarti in piedi, giusto per sentirti un po’ meno un verme, ma la sua sola presenza ti tiene scompostamente schiacciato sul pavimento - quello stesso pavimento da cui lui non ha ancora staccato lo sguardo, pur sicuramente senza averlo visto nemmeno per un istante.

E allora abbassi gli occhi anche tu, vergognandoti come un ladro perché, pur essendo più vecchio di lui e in un certo senso corresponsabile (eri anche tu nel dipartimento scientifico nove anni fa, no?) di quel che gli è accaduto, non riesci a trovare neanche una mezza parola di conforto né tantomeno a formulare un mea culpa degno di questo nome - non che a lui interessino l’una o l’altra cosa…

 

Rimanete entrambi come sospesi in quel silenzio immobile, tu a cercare inutilmente gli occhi tristi e basiti di Wong (almeno quel vecchio saprà cosa fare, dannazione!) e lui a inseguire i suoi fantasmi, sepolti nella nebbia dei suoi ricordi malamente soppressi e confusi tra quei fiori di loto che, nonostante tutto, probabilmente continua a vedere ovunque (una delle poche cose che sai di lui è che da piccolo vedeva fiori di loto e aveva sprazzi di ricordi che non avrebbe dovuto avere - era quella la ragione per cui avrebbero voluto ibernarlo, perché era un esperimento fallito).

Wong però non sa cosa dire né cosa fare, si limita a scuotere la testa sconfitto; smarrito torni ad osservare Kanda, mentre cerchi faticosamente di rimetterti in piedi, e ti fa male vedere la piega dolorosa delle sue labbra irrigidirsi nuovamente in una linea sottile e i suoi lineamenti congelarsi nella solita maschera inespressiva.

Poi, prima che tu possa solamente provare a dire una parola - una sola che sia anche soltanto men che patetica - lui alza lo sguardo oltre la tua figura, trapassandoti quasi con quelle suoi iridi chiare e dure come diamanti, l’attenzione ora fissa su un punto alle tue spalle. Ti volti lentamente, sorprendendoti di vedere il nonno fermo sulla soglia, negli occhi un’espressione grave come la ricordi solo nove anni fa, quando tutto quanto ebbe inizio.

Nessuno dei due parla, ma in un attimo sono entrambi scomparsi lungo il corridoio, lasciando te e Four a condividere con un’occhiata l’inizio di un’attesa indefinita e carica di pesante consapevolezza: hanno ricominciato.

 

Cum quidquid latet apparebit,

nil inultum remanebit.

Quid sum miser tunc dicturus?

Quem patronum rogaturus?

Ingemisco, tamquam reus,

culpa rubet vultus meus. 7

 

Hanno ricominciato, ma stavolta l’orrore si è spinto forse persin più in là, perché sono entrati in scena nuovi attori che il regista di quel terribile copione (che sia Leverrier o qualcuno sopra di lui) non aveva scritturato.

E questi nuovi attori sono ben poco propensi ad essere relegati al ruolo di comparse o a fare la fine di tutti i cattivi, che alla conclusione della storia vengono sempre sconfitti. Questi nuovi attori vogliono essere loro i protagonisti, facendo di voi le vittime da sacrificare all’altare della loro versione di un irrinunciabile happy ending - perché vinti e vincitori sono tutti uguali, lo sai benissimo: ciò che li distingue è la prospettiva da cui li si giudica.

 

E la prospettiva da cui adesso il Conte, tramite quel Noah dai misteriosi poteri, vi sta obbligando a guardare lo spettacolo che ha fatto suo - minacciando di farlo diventare un macabro one-man-show - quella prospettiva non ti piace per niente.

Tu, il nonno, Renée, Peck, quel borioso di Leverrier… siete tutti lì, crocifissi alla parete, impossibilitati a muovervi benché non abbiate alcun chiodo piantato nei palmi a bloccarvi con le braccia distese. Siete tutti lì, impotenti, l’elite dell’Ordine e i suoi migliori cervelli, alla completa mercé del vostro peggior nemico e della sua famiglia.

E, ad aggravare le cose, non siete soli.

La rabbia per essere stati catturati si mescola alla paura per la situazione estremamente pericolosa in cui siete costretti, ma hai capito benissimo che non è questo a preoccupare di più il nonno accanto a te.  

 

Da quando quel tizio dall’aria strafottente e con uno strano occhio proprio in mezzo alla fronte, è comparso davanti a voi, non riesci a staccare lo sguardo dal corpo inerme che ha portato con sé, gettandolo malamente a terra assieme ad una spada - la sua spada, Mugen.

Sì, perché il nemico a quanto pare è riuscito ad avere la meglio sull’unico esorcista che è stato in grado, da solo, di uccidere un Noah: Kanda giace prono, immobile, i capelli sciolti sparsi sul pavimento lucido, gli occhi vitrei spalancati e il volto insanguinato.

Già così la vostra posizione sarebbe drammatica, ma quel che è peggio è che lui non è il solo Second lì presente… te ne rendi conto soltanto dopo un attimo, tuttavia ti basta un’occhiata per capire che anche il nonno sta pensando la stessa cosa - ecco la ragione dell’angoscia che hai letto sul suo viso dacché Kanda è stato portato lì: ora c’è solo un vetro e un sonno forse non così profondo da essere irreversibile a dividere ancora ciò che la follia separò nove anni fa. E il nemico ne è perfettamente consapevole.

 

“Ci hai azzeccato, vecchietto: «amore» e «tragedia»…” 8

 

Amore e tragedia.

All’epoca tu fosti tenuto all’oscuro di tutto il progetto di creazione dei Secondi Esorcisti (forse i tuoi genitori ti consideravano troppo giovane e ingenuo, o forse lo fecero per proteggerti dall’orrore), ma dopo la strage che decimò la sezione scientifica, il nonno - uno dei pochi scampati - si trovò costretto a dirti la verità.

Fu in quella circostanza che giurasti che avresti fatto qualsiasi cosa perché un abominio simile non si ripetesse mai più e fu in quella circostanza che venisti a conoscenza della storia di Alma Karma e Yu Kanda, del legame che li univa e che fu la causa di tutto.

Amore e tragedia.

Alma e Yu si amavano di quell’amore fraterno, profondo e spontaneo, che unisce due creature che si incontrano fin dall’inizio della loro vita - e poco importa che loro non fossero realmente all’inizio della loro vita, ma stessero rinascendo artificialmente una seconda volta, solo per poter di nuovo morire per l’Ordine.

Come spesso accade, però, i sentimenti più forti sono anche i più fragili, i più belli da vivere ma nello stesso tempo capaci, nel loro rovescio, di devastare la mente e condurre alla follia. E forse dei ragazzini come loro, nati vecchi nell’anima - costretti ad affrontare la morte prima ancora di venire (tornare) al mondo e destinati ad ignorare per sempre la verità sulle proprie origini - forse dei ragazzini come loro non erano pronti a sperimentare sentimenti simili.

Fu per questo che, davanti all’imprevisto, alla separazione, alla prospettiva della perdita, Alma crollò.

Alma crollò e il suo immenso amore si tramutò in rabbia e per la sua rabbia si scatenò una tragedia.

Nessuno capì, nessuno nemmeno si preoccupò di capire. Fu un errore drammatico, per il quale 46 persone pagarono con la vita e un bambino fu costretto ad uccidere suo fratello. Un errore che adesso il nemico vuole sfruttare per assestarvi un colpo probabilmente decisivo.

 

“Voi signori dovreste saperlo molto bene. Il ficcanasare dove non si dovrebbe e ciò che ne viene fuori sono le cose che l’Ordine Oscuro maggiormente detesta… verrete distrutti dal mostro che voi stessi avete creato.” 9

 

Ascolti come allucinato le parole beffarde del Noah e rimani muto, non solo perché un qualche incantesimo ti impedisce di parlare, ma anche perché in fondo nemmeno sapresti come ribattere: ha ragione, e non c’è nulla che tu possa dire a discolpa tua o dei tuoi compagni.

Mentre Renée e Leverrier, presuntuosi e stupidi, tentano invano di liberarsi, ribellandosi al controllo mentale esercitato su tutti voi dal nemico e lasciando trasparire sul viso la loro rabbia, tutto ciò che a te riesce di fare è osservare il viso pallido e inespressivo di Kanda, il cui riflesso nel vetro sul quale è disteso finisce, per macabra coincidenza (o forse no?), per sovrapporsi al viso, parimenti pallido e inespressivo, di Alma che giace incosciente là sotto.

 

Vieni strappato al flusso sconclusionato dei tuoi pensieri dalla voce canzonante del Noah che pare, con le sue affermazioni, replicare ad un’obiezione che nessuno gli ha posto - poteva essere qualcosa di saccente, del tipo che Alma è in coma profondo e irreversibile da nove anni (lo sai bene, perché c’eri quando fu sedato e bloccato dai Crow con la magia), quindi è impossibile che si risvegli… un’obiezione da Leverrier, insomma, l’uomo più arrogante che conosci.

E infatti noti con sorpresa che è proprio a lui che l’altro si rivolge, sul volto un’espressione annoiata, come di chi constata un’ovvietà fastidiosa e tuttavia imprescindibile - che quel tizio sappia leggere nella mente? (È una possibilità inquietante, ma spiegherebbe molte cose…)

 

“…oh, giusto: Alma è sigillato. E lo è al punto tale che nemmeno il mio occhio demoniaco può raggiungerlo. Ma… di lui che mi dite?” 10

 

Non ti è molto difficile capire chi è il «lui» cui il Noah si sta riferendo: con orrore, guardi Kanda sollevare la guancia dal vetro gelido e poi muoversi lentamente fino a portarsi carponi, i capelli che gli ricadono dalle spalle, tanto lunghi da continuare a sfiorare il pavimento. Nonostante quella cortina scura, riesci comunque a vedere il suo volto, su cui la rinnovata coscienza disegna ora un’espressione dolorosamente incredula. Ed è solo adesso che noti gli occhi spalancati cerchiati di rosso, quasi avessero pianto lacrime di sangue - un brivido rabbioso ti corre giù per la schiena: cosa gli ha fatto quel maledetto per ridurlo così?!

 

Istintivamente ti sporgi in avanti, quasi volessi avvicinarti il più possibile a lui; ma non è solo lo scontrarti con l’inutilità dei tuoi sforzi a bloccarti, né l’improvvisa folle esuberanza del Conte del Millennio, che proclama a gran voce l’inizio della «giornata del convincimento di Alma Karma-chan».

Quel che veramente ti paralizza è piuttosto una constatazione che il tuo stesso inconscio ti sbatte in faccia: con che diritto vorresti aiutare Kanda? Dopo tutto ciò che la tua famiglia l’ha costretto a subire, davvero ritieni di poterti permettere di offrirgli il tuo inutile aiuto?

Alzi lo sguardo su di lui che si è infine rialzato completamente, e resta però ancora immobile con la testa china e gli occhi incatenati a quelli spenti di Alma. Ti sforzi di immaginare cosa mai starà pensando in questo momento - anche se in fondo speri che non stia pensando assolutamente a nulla: sarebbe quasi meglio se si stesse muovendo soltanto per effetto del potere di uno dei Noah, piuttosto che saperlo solo ad affrontare quell’incubo sbucato fuori all’improvviso dal suo passato.

 

D’un tratto, però, lo scenario cambia: dal gate dell’Arca nera che si apre di fronte a te, esce l’ultima persona che ti saresti mai aspettato di veder comparire.

Ora che c’è lui, Kanda non è più solo… e forse anche per voi c’è una minima speranza in più.

 

“Ridammi indietro i miei compagni!” 11

 

Allen irrompe deciso sulla scena, la spada in pugno come se fosse stato nel bel mezzo di un combattimento con Tyki Mikk, arrivato assieme a lui tramite il gate.

La solita grinta del giovane albino si spegne però in uno stupore carico di dubbi mentre, in piedi sulla schiena del Conte come su un podio, ricevuto un inatteso benvenuto dal Noah del Piacere, inizia a guardarsi attorno, cercando di razionalizzare la situazione assurda in cui si è venuto a trovare.

Le sue domande incerte rimangono a galleggiare tra il silenzio divertito dei Noah, quello chiaramente furioso e parzialmente sorpreso di Leverrier e i piagnistei inconcludenti di un paio di scienziati della Sede Centrale. Dal canto tuo, ti senti sempre più nervoso, consumato dentro più dalla paura e dal rimorso per Kanda (che ancora rimane in piedi immobile - cielo, se almeno Walker potesse fare qualcosa per scuoterlo da quel torpore!) che dai timori per la tua stessa incolumità (hai messo in conto da sempre che avresti potuto morire sul campo).

Quando infine Allen fa scivolare lo sguardo sulla schiena del compagno, i suoi occhi d’argento si spalancano stupiti, riempiendosi poi di un sentimento indefinibile, in bilico tra lo sconcerto e forse un po’ di preoccupazione (perché certo anche lui si è reso conto che qualcosa non va).

 

“Kanda? Perché…? Non dovresti essere a protezione del campo giordano?”

“Quel campo è già stato annientato.” 12

 

La replica sorniona del terzo Noah presente, accomodato mollemente su una bara come se fosse un divano di velluto, lascia sia voi che Allen con un buco allo stomaco e la terribile consapevolezza di essere davvero sull’orlo del baratro.

Assisti impotente (ma tutto sommato nemmeno troppo terrorizzato - e ti senti assurdo per questa tua reazione) alla dichiarazione di borioso sadismo di quell’uomo che minaccia di uccidervi tutti nella maniera più dolorosa e perversa possibile, e rimani poi incredulo vedendo Walker ribattere a tono senza minimamente scomporsi: quanto è cambiato dai giorni, non così lontani, in cui Four lo portò moribondo alla Sede Asia!

 

Subito dopo non hai nemmeno il tempo di stupirti o di avere paura vedendo il Conte che, in un guizzo di inaspettata rapidità, serra la mano al collo di Allen, schiantandolo di forza a terra e chiamandolo Quattordicesimo.

Ancor più sconvolgente, tuttavia, è per te e per tutti assistere alla metamorfosi dell’albino e all’emergere del Noah dentro di lui, che per un attimo prende il controllo del corpo del suo ospite, deformandone l’espressione dolce ma decisa in un ghigno dalle fattezze diaboliche.

 

“Volevo dirti che sono tornato…”

“…Quattordicesimo…”

“Sapevo che saresti venuto per me, fratello. Questa volta ti ucciderò. Ti ucciderò e diventerò il nuovo Conte del Millennio!”

“…è dunque questo il tuo desiderio, Quattordicesimo?” 13

 

Il dialogo tra i due Noah è uno spettacolo terrificante quanto imprevisto (per voi come per i nemici), ma soprattutto a te lacera il cuore ciò che accade un attimo dopo: alla domanda del Conte - puro fiele disciolto nel miele appiccicoso della voce - «Walker» lancia un urlo straziante, mentre il ragazzo si contorce e sputa sangue e il suo corpo sembra disintegrarsi.

La tensione angosciosa e spasmodica che sta montando si infrange all’improvviso quando Allen riprende pieno possesso di sé e si ribella alla ragnatela in cui il destino l’ha suo malgrado invischiato, riuscendo a fuggire… almeno per ora (e il pensiero suona assurdo a te per primo, ma non puoi fare a meno di constatare come la situazione dell’albino sia tragicamente e dannatamente affine a quella di Kanda…)

 

“Stammi a sentire, Conte. E anche tu, Quattordicesimo… io sono Allen, un esorcista! E preferisco morire prima di diventare qualunque altra cosa! Quindi piantatela di scaricare le vostre beghe familiari sulle altre persone! È una seccatura!” 14

 

Non lo trovassi tremendamente fuori luogo, ti lasceresti andare ad un sorriso davanti a quella dichiarazione.

E no, non è un pensiero poi così assurdo ritenere che Walker e Kanda si somiglino: hanno la stessa disperata voglia di vivere, di lottare contro tutto e contro tutti, superando tragedie che avrebbero devastato chiunque - a maggior ragione perché ne sono stati entrambi colpiti quando erano ancora bambini.

È per questo che, in fondo, non ti stupisci così tanto quando noti con la coda dell’occhio Kanda che sembra aver finalmente ripreso conoscenza e, approfittando dell’attenzione di tutti puntata su Allen, si prepara a sferrare un attacco diretto contro il Conte.

Viene (purtroppo prevedibilmente) respinto, ma non per questo desiste e ti trovi ad ammirare sia la sua tenacia nel riprovarci sia la rapida reazione di Walker che mette temporaneamente fuori gioco un altro dei Noah; quindi i due si ritirano assieme - quasi stessero seguendo uno schema di battaglia pianificato nei dettagli e non piuttosto improvvisando un’azione di sabotaggio, come degli incursori in schiacciante inferiorità infiltrati in pieno territorio nemico.

 

E davvero non riesci a capire come possano, in una situazione tanto compromessa, trovare il tempo e la voglia di lanciarsi in uno dei loro soliti battibecchi, o preoccuparsi di una cosa futile come un nastro per capelli. Ma forse questo è solo il loro modo di darsi il bentornato, di dirsi che, nonostante tutto, non è cambiato nulla. O forse all’uno basta la presenza dell’altro per essere tranquillo, per avere la certezza che andrà tutto bene e anche alla fine torneranno entrambi a casa (o forse vorresti che fosse così, per quanto tu sappia bene che si tratta solo un volo pindarico della tua mente sfinita - un modo come un altro, anche un po’ più vigliacco di altri, per lenire il tuo senso di colpa convincendoti che ora Kanda ha accanto qualcuno con cui potrà trovare un po’ di meritata serenità).

D’improvviso però, un fragore spezza il filo dei tuoi pensieri mentre le tubazioni del pavimento sembrano animarsi ed esplodere verso l’alto, salendo a coprirti la visuale.

 

“Ch-che diavolo succede?! È sbucato un condotto d’acqua?!” 15

 

Oro supplex et acclinis,

cor contritum quasi cinis:

Lacrimosa dies illa,

qua resurget ex favilla

judicandus homo reus:

huic ergo parce, Deus 16

 

Quando quei serpenti di metallo si fermano, sbarri gli occhi vedendo come è cambiato lo scenario di fronte a voi: ora Alma non è più innocuamente disteso sotto i vostri piedi, ma i Noah l’hanno issato come un trofeo - un crocefisso vivente su un altare di lamiere, davanti al quale il Conte e i suoi seguaci intendono celebrare la loro liturgia di morte.

Osservi per qualche istante prima quel corpo immobile e poi, di sottecchi, il nonno a fianco a te. Dall’espressione grave del suo viso è chiaro che tutti i suoi pensieri sono rivolti a quel bambino che ha visto nascere e ha creduto di aver visto morire - ma probabilmente nel suo cuore la tenerezza straziata del genitore che ha perso la propria creatura è travolta dall’orrore incredulo di fronte a ciò che è stato fatto ad Alma proprio da coloro che invece avrebbero dovuto allevarlo e proteggerlo, dai suoi stessi compagni e superiori.

 

Prendi un impercettibile sospiro, cercando di farti forza per non lasciarti sopraffare dai sentimenti che ti si agitano dentro. Bloccato come sei, l’unico modo per distrarre la mente è concentrarla su qualcosa d’altro - anche se lì attorno non è che ci siano molte cose che possano ispirarti pensieri più lievi.

Allunghi lo sguardo oltre i tubi contorti che svettano verso il soffitto altissimo e intravvedi più in là Kanda e poi Allen che porta sulle spalle il Third ferito, per salvare il quale si è gettato nell’Arca all’inseguimento di Tyki Mikk.

Ed è proprio la voce dell’inglese (che ignora spudoratamente i discorsi assurdi che gli stanno rivolgendo il Conte e gli altri Noah - ha davvero trovato dentro di sé una forza incredibile), con la sua domanda così semplice, a catturare la tua attenzione.

 

“Chi è quello…?”

“È l’utero originario di noi Terzi Esorcisti: Alma Karma. È un essere umano che è stato usato come cavia per creare un apostolo artificiale - esattamente come Yu Kanda.” 17

 

La risposta del Third, spezzata dalla fatica e dalla sofferenza, risuona tuttavia chiarissima; e non ti serve essere lì accanto ad Allen per leggere la sorpresa nei suoi occhi (anche se la tua curiosità vorrebbe essere nella sua testa per capire davvero l’effetto di una scoperta del genere). Tuttavia, sia tu che lui sapete benissimo che non è il momento di mettersi a riflettere su queste cose, per quanto importanti.

Sposti l’attenzione su Kanda, non riuscendo minimamente ad immaginare quale potrebbe essere la sua reazione, e alla vista di Alma e alla rivelazione (forse inopportuna, per quanto inevitabile) del Third - la solita maschera impenetrabile che indossa, tra l’altro, non ti aiuta neanche un po’.

Stai per cominciare a sentirti quasi sollevato nella considerazione che Kanda non sembra aver subìto contraccolpi da quanto successo (e ti rendi perfettamente conto - e in un angolo del cuore te ne vergogni - di quanto questo tuo sollievo sia impregnato di egoismo), quando le sue parole, piatte e incolori, si abbattono come un macigno su tutti voi.

 

“Chi cavolo è quello?” 18

 

Per qualche secondo sull’intera sala cade un silenzio assoluto, denso e appiccicoso, che sembra fermare il tempo. Quasi non ti accorgi che è il Conte del Millennio il primo a riprendersi, domandando spiegazioni a Kanda, il quale non fa altro che porre di nuovo annoiato la stessa domanda (non gli è mai piaciuto doversi ripetere). L’intera faccenda è talmente surreale da farti dimenticare per un attimo la situazione in cui siete costretti e ti lasci andare ad una smorfia incredula.

 

“N-Non ditemi che Kanda non riconosce Alma solo perché adesso ha un aspetto completamente diverso…?”

“Non è questo. È impossibile che quel ragazzo non riconosca Alma.” 19

 

La risposta del nonno, carica com’è di preoccupata serietà, ti riporta immediatamente coi piedi per terra - non è affatto il momento del sarcasmo. E quella luce omicida che sta cominciando ad accendersi negli occhi di Kanda man mano che quella strana bambola (che prima quasi non avevi notato) continua a parlare, quella luce e quello sguardo non promettono niente di buono.

 

“Ma cosa dici~…! È Alma! Il fallimento contro cui combattesti nove anni fa…”

“Lui morì.”

“Invece è sopravvissuto. Benché fosse più morto che vivo, l’Ordine lo nascose.”

“Vuoi che ti distrugga?” 20

 

Ora sì che hai veramente paura: e non del Conte, o dei Noah, o degli Akuma che vi circondano in forze. Non te ne importa niente di niente di tutto questo. Ciò che ti terrorizza al massimo grado è semplicemente Kanda e quella furia cieca, a stento trattenuta, con cui sta stringendo sempre più forte la faccia di pezza della bambola, canzonante pur nel suo immobile sorriso di filo e stoffa.  

Anche gli altri, bloccati come te alla parete, tacciono, ascoltando terrorizzati e increduli quello scambio di battute, senza osare proferir parola.

Noti con vaga consolazione il rossore sul viso accigliato di Renée - se non altro, messa di fronte alla verità, ha la decenza di arrossire per la vergogna di quanto commesso (o almeno speri che sia per questo e non solo per essere stata colta sul fatto). Comunque le parole del pupazzo sono un’accusa pesantissima, molto più di qualsiasi prova scritta o tangibile, proprio perché vengono da un nemico, un qualcuno che in teoria non avrebbe dovuto saperne nulla di tutta quella faccenda. E se persino la famiglia Noah era a conoscenza della storia di Alma, vuol dire che la notizia è trapelata molto più in là di quel che le alte sfere volevano… e chissà che questo non consenta finalmente di dire a tutti tutta la verità.

Torni a prestare orecchio al racconto cantilenante della bambola che con le sue parole cerca chiaramente di instillare in Kanda ancora più odio di quanto sicuramente lui già ne prova (il suo sguardo ora fa veramente paura, sembra un buco nero pronto ad inghiottire qualunque cosa).

 

“…cosa c’è che non va? Non sei felice di rivedere Alma?” 21

 

Il rumore della testa della bambola che va in pezzi nella stretta spasmodica del ragazzo - minimo sfogo alla collera che gli sta montando dentro - fa sussultare tutti e nello stesso tempo vi congela nelle vostre posizioni, impossibilitandovi a reagire per fermare in qualche modo quella spirale perversa in cui (ormai è lampante) i Noah stanno cercando di imprigionare Kanda, probabilmente con l’intento di portarlo al limite, così che la sua furia si sfoghi in follia distruttiva.

Quella prospettiva è per te forse la più terribile: non solo e non tanto perché sai benissimo che in quel caso nessuno di voi avrebbe scampo, ma soprattutto perché ti strazia il cuore l’idea che Kanda, con il suo immenso dolore e il senso di colpa di cui esso si è nutrito, venga biecamente usato dal nemico a questo scopo.

Quando però il pupazzo decapitato continua noncurante a parlare, hai la conferma che in realtà il piano dei Noah è ben più crudele.

 

“Forse… la donna che ti indusse a colpire Alma ha qualcosa a che fare con questo?” 22

 

A quelle parole, dallo sguardo di Kanda scompare per un attimo ogni traccia d’ira; spalanca gli occhi in un’espressione vuota, completamente allibita, e in quel breve istante hai la quasi certezza che, se solo lo sfiorassi, lo vedresti cadere a pezzi come la corolla rinsecchita di un fiore.

Non hai idea di chi sia la donna cui allude la bambola (come fa poi a sapere con così spietata precisione dove colpire per fare più male?), ma di certo quella misteriosa figura deve avere per Kanda un’importanza infinita.

In uno scatto talmente rapido che nemmeno sei stato in grado di vedere, lo spadaccino ha impugnato la spada per conficcarla nella pancia di stoffa del pupazzo; il colpo però non riesce ad andare a segno, perché Allen è intervenuto a bloccare la lama con la mano sinistra.

La voce agitata e percettibilmente scossa (dev’essere dura anche per lui, venire a scoprire così all’improvviso tutta questa storia), l’inglese tuttavia si sforza di non perdere la calma e di far ragionare il compagno. Viene però interrotto dalle parole della bambola - la cui testa è nel frattempo tornata inspiegabilmente intera.

 

“Bene, se non riesci a credere che si tratta proprio di Alma… lasciamo che sia Alma stesso a provartelo~!” 23

 

Nemmeno il tempo di replicare o di capire cosa sta succedendo che - prima ancora che il pupazzo abbia finito di parlare - il Noah con tre occhi, il quale fino a quel momento si era tenuto un po’ in disparte, allunga il braccio, sul volto un sorriso cattivo.

Uno strano simbolo, la cui forma ricorda proprio quella del suo occhio demoniaco, si disegna sul pavimento ai piedi di Kanda e Allen e compare sulla fronte di entrambi.

Il Third, forse comprendendo la scena, urla qualcosa all’indirizzo di Allen e urla anche il nonno, chiamando il nome di Kanda.

Ma i due esorcisti ormai non possono più sentire: la loro immobilità e gli occhi vuoti con cui guardano fisso a terra testimoniano come siano ridotti a poco più che fantocci. Ormai la loro coscienza non è più con voi e, dovunque il potere di quel Noah l’abbia trasportata, tu speri ardentemente che possa tornare indietro.

Il Third strepita all’indirizzo del nemico, il quale non fa altro che rispondergli con fare annoiato, per poi rivolgersi ad Alma. Quello strano essere con tre occhi e un turbante in testa parla al ragazzo in coma quasi che questi potesse sentirlo e la sua voce, rivolta a lui, suona perfin dolce e gentile (o almeno, la definiresti così se non si stesse parlando di un Noah).

 

“Nove anni fa… voi due eravate gli unici esorcisti presenti, vero Alma Karma? Nella mente di Yu Kanda ci sono i ricordi del passato che avete condiviso. Farò in modo che tu recuperi quelle memorie che hai perso…”

“T-ti prego, fermati! Lascia stare Alma! Ti prego… non Alma…!” 24

 

La supplica disperata del nonno coglie di sorpresa anche te: lui è sempre stato un uomo fiero e orgoglioso, non ti saresti mai aspettato di vederlo supplicare qualcuno, tantomeno un nemico.

E poi la paura che gli leggi negli occhi e l’urgenza che traspare dal suo atteggiamento, ti inquietano non poco: è davvero tanto terribile ciò che potrebbe accadere se Alma Karma si risvegliasse? Certo, sai che quel bambino (anche se bambino non lo è più - benché abbia dormito per tutto questo tempo il suo corpo ha continuato a crescere, è un adulto ormai) è dotato di una potenza spaventosa - soprattutto se, una volta risvegliato, non sarà in grado di controllare le sue emozioni e si farà nuovamente prendere dalla follia - e ti rendi conto che, se ciò dovesse accadere, probabilmente non ci sarebbe nessuno in grado di fermarlo (a meno che Walker e Kanda non riprendano conoscenza)… ma hai la sensazione che il nonno non stia pensando a questo, non solo almeno. Allora cos’è che lo preoccupa così tanto?

Lanci un’occhiata di sottecchi al Noah, che per un istante è rimasto immobile a fissarvi con un sorriso sardonico sulle labbra. Per uno stupidissimo attimo vuoi dar credito all’utopica speranza che voglia darvi ascolto e si fermi, ma immediatamente lui distrugge ogni tua illusione.

 

“Non fare l’idiota, vecchio: noi siamo Noah, te lo sei dimenticato? Non abbiamo nessuna pietà per quelli come voi.” 25

 

Nessuna pietà… stai quasi per metterti a ridere: quel tizio col turbante crede davvero che la sua famiglia sia così speciale solo perché non hanno pietà per i nemici? Conosci gente che non ha pietà neanche per gli amici e addirittura neppure per quelli del proprio stesso sangue, gente che per giunta si proclama portatrice della volontà di Dio nel mondo.

Lanci un’occhiata sbieca a Leverrier, immobile e impassibile al tuo fianco: quel bastardo se ne frega a tal punto degli esorcisti che rischiano la vita per il bene di tutti, da non fingere nemmeno rammarico o preoccupazione per quanto sta accendendo a Kanda e Walker - e ad Alma, perché, l’hai notato solo in un secondo momento, anche sulla sua fronte è comparso il simbolo demoniaco del Noah. 

Disgustato dal suo atteggiamento, decidi di disinteressarti di lui, preferendo concentrarti sui due ragazzi prigionieri del nemico.

Non sai dove sia stata trascinata la loro coscienza, ma di sicuro ciò che appare agli occhi della loro mente dev’essere qualcosa di terribile: sebbene i loro corpi continuino a rimanere inerti e i loro sguardi restino vitrei, dai loro volti in qualche modo traspaiono dei frammenti di emozione, capaci di svelarti almeno in parte il dolore, la sofferenza e lo sgomento che stanno provando.

 

Se l’intento dei Noah è sfruttare i ricordi di Kanda per toccare la coscienza sopita di Alma, molto probabilmente quel tizio li ha trasportati tutti in quei ricordi - compreso Allen. E non puoi non provare una fitta di compassione proprio per lui, forzatamente messo di fronte, senza alcun preavviso, ad una vicenda terrificante, resa ancora peggiore dalla consapevolezza che la catena di orrore è stata iniziata e perpetrata, al di fuori di ogni freno morale, da componenti dell’Ordine e ai danni di un compagno - tra l’altro anche uno di quelli cui probabilmente Walker tiene di più. Non riesci davvero ad immaginare quale potrebbe essere la reazione di una persona sensibile e altruista come il giovane albino davanti a quella verità, sai solo che ora hai una responsabilità anche di fronte a lui: non potrai esimerti dal rivelargli ogni cosa quando un domani ti chiederà le meritate spiegazioni (perché vuoi essere convinto che per voi ci sarà un domani, anche se ora tutto appare perduto), né potrai biasimarlo se ti riterrà responsabile di quanto successo.

Quanto a Kanda, la lievissima smorfia di dolore che, pur nell’incoscienza, gli increspa le labbra è sufficiente a darti anche solo l’idea di quanto grande debba essere in questo momento la sua sofferenza.

 

Dies irae, dies illa

solvet saeclum in favilla,

teste David cum Sybilla!

Quantus tremor est futurus,

quando judex est venturus,

cuncta stricte discussurus. 26

 

I minuti scivolano via nell’immobilità più assoluta, ma intuisci vagamente (e solo per ragionamento) che la lentezza con cui essi paiono rincorrersi è di certo ingannevole: il tempo è troppo altero e sprezzante per tener conto dei vostri sentimenti nel suo procedere.

Ai tuoi occhi, la scena che sei costretto ad osservare appare sempre uguale a se stessa - nemmeno gli sguardi dei nemici, che continuano a spaziare tra il divertito, l’interessato e l’annoiato, e i loro sorrisetti beffardi sembrano cambiare - tuttavia sei certo che per Kanda e Allen non è affatto così.

Ed è proprio l’inglese che all’improvviso esplode in un’esclamazione rabbiosa, che solo dopo qualche istante intendi indirizzata all’altro esorcista.

 

“Dov’è finito quel tuo solito caratteraccio?! Dove diavolo è?!” 27

 

Quello scatto d’ira, così subitaneo e violento da cogliere di sorpresa perfino i Noah, intuisci che debba avere basi solide: che sia l’apice della reazione a quanto Walker sta vedendo sotto l’effetto dell’illusione? Nulla conferma né smentisce la tua ipotesi, ma ciò sta accadendo davanti a te prescinde da qualsiasi tipo di ragionamento.

La furia di Allen monta roboante come una valanga, spezzando le invisibili catene che il potere psichico del Noah aveva imposto su di lui e quasi non riesci a credere ai tuoi occhi quando lo vedi sferrare un pugno in pieno viso a Kanda, utilizzando per giunta la mano sinistra.

Il Noah fa un volo all’indietro, come se fosse stato lui stesso il bersaglio del colpo, e si copre il viso con le mani, urlando di dolore, mentre il suo simbolo maledetto si sbriciola sulla fronte degli esorcisti.

Pur nella confusione sollevata dal Noah e da Kanda che finiscono schiantati a terra, riesci a notare la strana bambola, che prima si divertiva a provocare lo spadaccino, gattonare via alla chetichella, allontanandosi da Walker - ma senza rinunciare a lanciargli una frecciatina.

 

“Colpire qualcuno in pieno volto e per giunta con l’Innocence… questa è una cosa piuttosto crudele, Allen…”

“Questo è semplicemente il modo con cui sono sempre andate le cose tra me e lui.” 28

 

Più della frase del pupazzo (e non puoi fare a meno di notare come tratti l’inglese con familiarità, perfino con… amicizia?), a sorprenderti è la risposta di Allen: per nulla piccata, né offesa da quella che, in fin dei conti, è l’insinuazione di un nemico che pone il suo atteggiamento sul proprio stesso spietato piano. Piuttosto, la replica dell’inglese è quella che si potrebbe rivolgere ad un compagno che avanzi dubbi veniali su un’azione di poco conto.

 

Tuttavia un attimo dopo non hai già più modo di concentrarti su piccolezze del genere (ma saranno poi tali?), perché la situazione precipita. I tubi del pavimento di cui poco fa i Noah si sono serviti per innalzare Alma si animano di nuovo e, spinti da chissà quale forza, vi imprigionano tutti, come spire di una pianta carnivora, iniziando a stringervi quasi volessero stritolarvi.

Allen riesce inizialmente a schivarli ma poi, preoccupato per la vostra incolumità, si distrae e finisce per essere colpito, cadendo a terra. I tentacoli metallici, però, si fermano prima di imprigionarlo, come paralizzati dal rombo feroce che rimbalza sulle pareti ampie della sala, accompagnando la comparsa di una testa mostruosa che punta con violenza verso l’alto, salendo dietro le spalle di Alma, ora raggomitolato in posizione fetale.

La luce potente che si irradia dal corpo deturpato del Second ti impedisce di vedere chiaramente, quindi non hai nemmeno modo di accertarti, nella devastazione causata dall’energia che si sprigiona da Alma stesso, dove siano finiti Kanda o gli altri Noah presenti.

Ti accorgi che Allen non sta capendo assolutamente nulla di quanto accade davanti ai suoi occhi - e ne ha tutte le ragioni, visto il procedere forsennato degli eventi - quindi cerchi di spiegargli per quanto possibile la richiesta disperata del Third di distruggere l’utero.

 

“Alma si sta svegliando e il suo odio viene trasformato dall’energia della Dark Matter nel suo corpo…!”

“…e quindi?!” 29

 

Com’era prevedibile, l’inglese non riesce a cogliere il nesso tra le due cose: non è uno scienziato e, pur avendo assistito alla nascita di un akuma (e, unico al mondo, essere rimasto vivo per raccontarlo), non si rende conto di quanto sta avvenendo.

È un terrorizzato Johnny, accanto a te, che sintetizza in una sola semplice frase ciò che tu non sei riuscito a dire apertamente (non perché tu non abbia doti di sintesi, ma forse solo per la paura vigliacca di dire le cose come stanno - sono dieci anni che ti nascondi dietro al non detto… non è ora di smettere?

 

“Questo non va affatto bene, Allen! Continuando così Alma Karma diventerà un akuma!” 30

 

La luce chiarissima che vi circonda aumenta sempre più d’intensità, annegandovi in un mare bianco che inghiotte rapidamente l’espressione sgomenta di Allen e i visi e i contorni di ciò che ti circonda. Il fragore silenzioso che avvolge l’aria poi, preannuncio di un’esplosione devastante, ti priva anche dell’udito, mentre già le percezioni del tuo intero corpo erano state annullate dalla stretta micidiale dei tentacoli di metallo.

Ridotto a poco più che pensieri spezzati e confusi, tutto ciò che ti resta sono i ricordi che affiorano disarticolati e incoerenti dalla tua mente asfittica, schegge di luce in un buio sempre più nero, in stridente contrasto con il bagliore accecante che vi attornia.

Miserere nostri, Domine, miserere nostri…

Parole, frammenti di preghiere, brandelli di un’infanzia in cui Dio aveva un posto, prima che la scienza lo bandisse dalla tua vita…

Kanda, i cui ricordi, come i fiori di loto, sono stati fatti a pezzi e sprofondati nel fango, esiliati dalla sua mente, condannandolo a vivere rimpiangendoli per sempre…

È giusto che finisca così, è giusto che voi tutti siate uccisi dal mostro che voi stessi avete creato: perché Dio stabilì che la colpa dei padri ricada sui figli, fino alla terza e alla quarta generazione.

In die iræ miserere me, Domine, miserere me… 31

E, prima che il boato immane cancelli ogni cosa, le ultime parole che senti sono quelle del Conte e suonano come un’equa e inevitabile sentenza di morte.

 

“Uccidili ©32

 

In die illa tremenda,

quando cœli movendi sunt et terra,

tremens factus sum ego et timeo,

dum discussio venerit atque ventura ira.

Dies iræ dies illa, calamitatis et miseriæ,

dies magna et amara valde. 33

 


 

1.       Giorno d'ira quel giorno,

giorno di angoscia e di afflizione,

giorno di rovina e di sterminio,

giorno di tenebre e di caligine,

giorno di nubi e di oscurità,

giorno di squilli di tromba e d'allarme sulle fortezze.

2.       Cap. 186, pag. 08

3.       Cap. 186, pag. 09

4.       Cap. 186, pag. 09

5.       Cap. 186, pag. 09

6.       Cap. 186, pag. 10

7.       Quando ogni cosa nascosta sarà svelata,

niente rimarrà invendicato.

In quel momento che potrò dire io, misero?

Chi chiamerò a difendermi?

Comincio a gemere come un colpevole,

per la colpa è rosso il mio volto.

8.       Cap. 188, pag. 29

9.       Cap. 188, pag. 29-30

10.   Cap. 188, pag. 31

11.   Cap. 188, pag. 36

12.   Cap. 189, pag. 08

13.   Cap. 189, pag. 13-15

14.   Cap. 189, pag. 18

15.   Cap. 189, pag. 22

16.   Prego supplice e in ginocchio,

il cuore contrito, come ridotto in cenere.

Quel giorno sarà un giorno di lacrime,

in cui il peccatore risorgerà dalla cenere

per essere giudicato:

ma tu perdonalo, o Dio.

17.   Cap. 189, pag. 24

18.   Cap. 189, pag. 25

19.   Cap. 189, pag. 26

20.   Cap. 189. pag. 26-28

21.   Cap. 189, pag. 28

22.   Cap. 189, pag. 29

23.   Cap. 189, pag. 30-31

24.   Cap. 190, pag. 05

25.   Cap. 190, pag. 05

26.   Giorno d’ira quel giorno

che ridurrà il mondo in cenere,

come preannunciato da Davide e dalla Sibilla.

Quanto terrore si scatenerà

quando verrà il giudice

a giudicare severamente ogni cosa

27.   Cap. 194, pag. 06-07

28.   Cap. 194, pag. 09

29.   Cap. 194, pag. 14

30.   Cap. 194, pag. 14

31.   Nel giorno dell’ira abbi pietà di me, Signore, abbi pietà di me

32.   Cap. 194, pag. 16

33.   In quel giorno tremendo,

quando la terra e il cielo si muoveranno,

starò tremante pieno di timore,

pensando al giudizio che verrà.

Quel giorno è un giorno di ira, di calamità e miseria,

un giorno molto triste.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: Mistral