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Autore: Yumi_Slyfox483    14/05/2010    2 recensioni
Tom Kaulitz, il playboy dei Tokio Hotel che sogna solo avventure di una notte si troverà a dover affrontare una relazione stabile e duratura con una ragazza. Ce la farà a reggere il più a lungo possibile?
"Ok, Tom Kaulitz!!!" Bill si alzò dal divano e si mise di fronte a lui in tutta la sua altezza.
"Bill siediti.." esclamò il gemello ridendo.
"No, tu ora mi ascolti! Facciamo una scommessa! Scommetto tutto quello che vuoi che la prossima ragazza che ti porterai a letto, la suddetta Jennifer, non durerà neppure due giorni!"
Tom lo guardò negli occhi e si alzò dal divano mettendosi faccia a faccia con il suo gemello.
"Fai sul serio!" constatò guardandolo negli occhi "Ok, ci sto!" sentenziò infine [...]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Liebe Katrine xD'
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Capitolo 3

"Dov'è finito Tom?" Bill si guardò intorno incuriosito cercando tra le tante teste nel pub quella treccioluta del suo gemello, che poco prima si era allontanato con una ragazza dirigendosi verso il bancone, dove li aveva lasciati a parlare.
"Bill, pensiamo a Georg e Katrine..." lo strattonò Gustav riportandolo alla situazione a cui Bill cercava di scappare.
Georg e Katrine, seduti vicini, si ignoravano bevendo ognuno il proprio drink, mentre Gustav e Bill, imbarazzati, cercavano di allentare la tensione.
"Allora ragazzi?" cominciò Gustav "Non vi va di ballare?"
"Se mi fai ballare tu, volentieri!" rispose Katrine. Nella sua voce si poteva scorgere una venatura di rabbia repressa.
"Si può sapere che diavolo sei venuta a fare se non volevi venire?" sbottò Georg accanto a lei.
"Già, che stupida, vero?" Katrine bevve l'ultimo sorso di birra e fece per alzarsi arrabbiata.
"No, aspetta!" esclamò Gustav "Bill, aiutami!" il batterista si voltò verso l'amico in cerca di aiuto.
"Eh... lo sapete che Tom ha la ragazza?" sbottò il cantante improvvisamente. Il suo volto era quasi triste.
Katrine si mise a sedere un po' stupita, Georg lo guardò perplesso mentre Gustav si era pentito di aver chiesto aiuto al suo amico.
"Sì.." continuò Bill "si chiama Andrea.. Non l'ho incontrata, ma a quanto pare era qui e li ho visti che parlavano laggiù, ma ora li ho persi di vista." Bill indicò il bancone a qualche metro di distanza da loro e poi chinò il capo come se fosse in trans.
"Se a lui piace allora va bene, vero? Eppure non riesco ad essere felice per lui. Forse l'ho istigato troppo e il nostro patto lo ha spinto a fare una stupidaggine. Mi ha detto che si conoscono da due settimane e che stava provando a stare con lei sul serio questa volta. Magari lui non lo vuole davvero e lo fa solo per dimostrarmi che avevo torto."
"Bill... Non credo che..." cominciò Gustav cercando di frenare quella macchina che aveva cominciato a parlare senza sosta, ma tutto era vano. Bill non lo aveva ascoltato e aveva continuato il suo monologo.
"Non so cosa fare. Però credo che qualunque cosa stia succedendo tra loro se lui è felice lo sono anche io. Non voglio pensare negativo. Voglio credere che si sia innamorato e che voglia veramente avere un rapporto serio. Come voi, ragazzi. Vi ho sempre stimato per come siete uniti. Ho cercato un mucchio di volte di farglielo entrare in testa e ora che ce l'ho fatta non posso ripensarci. Certe volte, però, non ci si rende conto di quanto si ama qualcuno finché non rischi perderla.." Bill bevve un sorso di birra e si alzò allontanandosi dagli amici.
Gustav lo guardò andar via mentre la coppia, ancora seduta l'uno accanto all'altra, si ignorava sempre di meno guardandosi negli occhi.
"Cosa vuoi fare?" domandò il bassista verso la ragazza.
"Non lo so... ero arrabbiata perché mi hai ignorata. Ero nervosa, avevo solo bisogno di sfogarmi è per questo che me la sono presa, ma sono stata una stupida."
"Mi dispiace, tesoro. Ero nervoso anche io. Tutti gli impegni che ci tengono separati. Non riesco a dedicarti il tempo che vorrei. Bill ha ragione, non ti rendi conto di quanto tieni a qualcuno finché non rischi di perderla..." Georg chinò il capo afferrandole la mano, mentre Gustav decise di alzarsi e lasciare i due innamorati da soli. Inoltre doveva assolutamente trovare Bill o si sarebbe cacciato sicuramente in qualche guaio.
"Ma cosa dici, Georg? Tu non mi perderai. Anche se siamo lontani questo non significa che abbiamo dei problemi." la ragazza gli accarezzò i capelli perfettamente lisci, godendosi fino in fondo quel momento. Erano settimane che non aveva l'opportunità di farlo.
"Credo che ci siamo alterati per un non nulla.." commentò poi il bassista sorridendole.
"Lo credo anche io.." Katrine lo imitò mentre Georg le afferrò la mano baciandola dolcemente.
"Ti fa sentire meglio se ti dico che ti amo?"
Katrine diventò completamente rossa in volto. "Forse, non lo so..." commentò scherzosa.
"Allora che ne dici se usciamo da qui, facciamo una bella passeggiata e poi andiamo da te per..."
"... per parlare del nostro rapporto e recuperare il tempo perso?? E' una buona idea! andiamo!" la ragazza si sporse per lasciare un leggero bacio sulla bocca ancora spalancata del bassista che rimase attonito per qualche secondo della velocità con cui tutto si era risolto.
"Certo.." esclamò "Era proprio quello che intendevo..." pronunciò con una punta di sarcasmo che fortunatamente Katrine non aveva colto, troppo entusiasta com'era.
"Devo avvisare, Gustav, amore, aspettami qui..." proruppe poi il bassista. Si alzò dallo sgabello assieme a lei e le diede un bacio, prima di voltarsi e congedarsi per qualche istante.
"Ehi!" la ragazza lo bloccò prima che il bassista si fosse allontanato.
"Ti amo!"
Georg sorrise e si voltò. Era contento di aver chiarito tutto.

"Bill? Cosa fai qui da solo?" Gustav aveva raggiunto l'amico che stava seduto su un tavolino vicino all'uscita.
Sembrava triste e sul volto aveva un'espressione rassegnata.
"Ho cercato Tom, ma non l'ho trovato. Evidentemente è già andato a casa." anche la sua voce trasmetteva la stessa tristezza che dimostrava il suo volto.
Gustav sorrise e si sedette accanto a lui poggiandogli una mano sulla spalla. "Lo sai che Georg e Katrine hanno fatto pace?"
"Davvero?" Bill si voltò verso l'amico sorridendo.
"Grazie a quello che hai detto loro. Ora Georg è in debito con te. Ti conviene sfruttare l'occasione."
Il batterista era riuscito a strappare un sorriso all'amico, anche se questo subito dopo era tornato alla stessa espressione sconvolta di poco prima.
"Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Sono stato io a istigarlo, solo che... Gustav, sai dirmi perché mi sento così?" il cantante era quasi sull'orlo di scoppiare a piangere e il batterista sorrise abbracciandolo, mentre Bill si rifugiava tra le sue braccia.
"E' normale, Bill. La risposta è che gli vuoi tanto bene, ma tu per lui rimarrai sempre il suo gemello. Cambieranno molte cose, Bill, quello è vero, ma non cambierà l'affetto che vi unisce. Siete gemelli, no?"
"Ja.." rispose Bill dolcemente ogni volta felice di sentire l'armonioso suono di quella semplice parola. Si staccò dall'amico e gli diede un timido bacio sulla guancia "Grazie, Gustav, devo solo abituarmi all'idea. Come credi che sia questa ragazza?" domandò il cantante che aveva sorriso apparentemente contento. La tristezza di poco prima si era un po' attenuata.
"Sarà come lui!" scherzò Gustav ridendo, strappando una risata al suo amico.
"Ehi, Gustav!" d'improvviso il batterista si sentì chiamare alle sue spalle. Si voltò e trovò l'amico bassista con un sorriso a 32 denti stampato sul volto.
"Io e Katrine andiamo a casa sua. Non credo che torno stanotte, ci vediamo domani mattina a colazione, ok?" Georg sembrava contento e Gustav ne era veramente felice.
"Certo, Georg. Divertiti!" il batterista, che veniva quasi considerato il papà di casa, era quello che veniva informato per primo degli spostamenti dei ragazzi, o per lo meno aveva questo onore solo da Georg, poiché Tom faceva entrare ragazze in casa o non tornava la notte senza neppure avvisare il suo gemello. E il povero batterista si sorbiva tutte le mattine le interminabili lamentele di Bill.
"Ehi, amico, grazie!" commentò poi Georg poggiando una mano sulla spalla di Bill e stringendogliela.
"Non c'è di che.." rispose il cantante sorridendo.
"Sono in debito con te. E non prendertela a male per Tom. Vedrai che nonostante tutto avrà ancora tempo per te."
"Grazie, ragazzi!" pronunciò Bill dolcemente.
Georg e Gustav riuscivano sempre a intuire quello che affliggeva Bill. Forse era scontato che tra gemelli uno dei due si sentisse così, ma la verità era che nessuno, a parte Tom, lo conosceva così bene come Georg e Gustav.
Passava più tempo con loro che con la sua famiglia.
Il bassista si allontanò e Bill lo osservò, con lo sguardo, prendere Katrine per mano e uscire felici dal locale.
Aveva sempre desiderato avere una persona speciale come Georg, Katrine, ma con Tom al suo fianco l'attesa di trovare il vero amore era sempre meno triste.
Ora che anche lui gli avrebbe dedicato meno tempo era di nuovo solo.
Chinò il capo e vide che la sua mano era stretta a quella di Gustav. Non si era neppure accorto che il batterista l'aveva presa dolcemente.
Forse non era del tutto solo. Ma cosa sarebbe successo se anche Gustav avesse trovato la sua anima gemella?
Al diavolo! pensò il cantante stufo di quei pensieri Io non ho un'anima gemella, ma ho un fratello gemello e questo è ancora meglio!
Gustav gli sorrise e Bill lo imitò.
Non doveva soffrire la nuova relazione di Tom e doveva essere felice per lui, pensando di più al suo gemello che a sé stesso una volta tanto.
Aveva deciso.

Bill aprì la porta d'ingresso ed entrò esausto in casa. Togliendosi le scarpe, percorse con lo sguardo il corridoio alla sua destra che finiva con la stanza del fratello proprio di fronte a lui.
Gli sembrò il corridoio più lungo del mondo in quel momento di stanchezza fisica. Aveva anche bevuto troppo e dato che non reggeva l'alcol il suo corpo lo supplicava di correre in camera sua e abbandonarsi sul comodo letto.
Godeva già in quel momento della meravigliosa sensazione di riposo che avrebbe provato ogni singolo muscolo.
Ma doveva combattere e resistere per altri dieci minuti, doveva fare qualcosa di più importante in quel momento.
Percorse il corridoio assieme a Gustav, che si fermò a metà strada, augurandogli la buonanotte ed entrando in camera sua.
Bill arrivò fino in fondo al corridoio e bussò alla porta.
Non ci fu nessuna risposta per un po' di tempo e tutta la forza che Bill stava usando per restare fermo in quella posizione stava esaurendo.
Ma non cedette. Doveva parlare con Tom.
D'improvviso la porta si aprì.
Tom comparve sulla soglia mezzo nudo, con un lenzuolo che gli copriva la parte inferiore del corpo.
Bill lo squadrò dall'altro in basso, sbirciando oltre la porta che il chitarrista teneva per un quarto aperta.
Vide la figura addormentata di una ragazza e pensò che doveva essere lei.
In effetti l'ora era abbastanza tarda e non si sorprese che il chitarrista stesse già dormendo.
"Sapevo che eri tu..." sbottò Tom strofinandosi gli occhi mezzo assonnato. Si vedeva che era stato destato dal suo sonno pesante.
"Scusa se ti ho svegliato!" pronunciò Bill sottovoce non volendo svegliare la ragazza. "E' Jennifer?" domandò poi indicando un punto dietro di lui.
"E' Andrea, Bill!" rispose corrucciato Tom.
"Bè, la tua ragazza comunque no?"
Tom si ricordò dello stupido patto che aveva fatto con Andrea poco prima. Fingere di stare insieme per ingannare Bill.
Ma come poteva aver accettato?
"Ja!" rispose chinando il capo. Un semplice sì era suonato alquanto strano pronunciato da lui in quel momento.
"Resterà con noi domani e la potrò conoscere?" il cantante si disegnò un largo sorriso sulla bocca, come ansioso di conoscere il nuovo membro della famiglia.
"Certo, Bill! Domani a colazione! Ora, però, vai a dormire?" Tom lo guardò sconvolto e supplicante.
"Scusa, ti avrò anche disturbato, ma non c'è bisogno che mi cacci!" il cantante ebbe la forza di portarsi le mani ai fianchi, ma lo sforzo gli aveva fatto cedere le ginocchia e in neanche un secondo si era ritrovato tra le braccia del gemello.
"Non lo dicevo per me, ma per te, stupido! Puzzi di alcol e ne deduco che tu sia ubriaco e sei tornato tardi. Sai benissimo che cosa ti fa l'alcol, perché continui a non ascoltarmi?"
Il chitarrista mise un braccio del cantante intorno al suo collo e lo condusse nella camera accanto alla sua.
Gli sistemò il letto e lo mise tra le coperte spogliandolo dai vestiti e aiutandolo a mettere il pigiama.
Era da parecchio tempo che non entrava nella camera del suo gemello e si sorprese di come l'arredamento fosse cambiato.
Aveva taccato alla parete una serie infinita di poster di Billie Joe e dei Green Day insieme, ma Nena era quella che occupava più spazio.
Si voltò per ispezionare l'ultima parte della stanza e trovò sopra la scrivania i due orsacchiotti che i genitori avevano regalato loro in un giorno di Natale all'età di cinque anni.
La storia dell'orsacchiotto dal nastrino arancione era imbarazzante per Tom. Ancora aveva la cucitura che aveva fatto da bambino per il suo gemello, che gli aveva involontariamente staccato il braccino.
Guardò il fratello, assopito nel letto, e ripensò al Natale di quello scorso anno e sorrise.
Ormai il gemello si era addormentato senza neppure accorgersene.
"Doveva essere proprio stanco." pensò Tom andandosene.
Ma si bloccò a metà strada d'improvviso.
Bill aveva pronunciato alcune parole, ma Tom non ne aveva compreso il significato, quindi ritornò accanto al gemello e lo guardò, scrutandolo come se potesse leggergli nel pensiero.
"Non mi lasciare.." esclamò Bill, ma pronunciava solo una parola alla volta e in più, un momento prima, aveva pronunciato anche qualcos'altro.
Che diavolo sto facendo?
Tom si alzò rendendosi conto che era da stupidi ascoltare i deliri di un ragazzo ubriaco che dormiva.
Si diresse alla porta aprendola piano.
"Non mi lasciare mai, Tomi.."
Questa volta Tom aveva compreso esattamente le parole del gemello e si era girato, come se temesse che il fratello si fosse svegliato.
Ma, effettivamente, constatò che Bill aveva proprio parlato nel sonno.
Che cosa starà sognando? pensò Tom guardando per l'ultima volta gli orsetti sulla scrivania. Notò una foto che prima non aveva visto a causa del buio, che ritraeva due gemellini di appena sei anni durante il loro primo giorno di scuola, biondini, identici in tutto, anche nei vestiti, che si tenevano per mano, come per infondersi coraggio a vicenda.
Tom sorrise e guardò un'ultima volta il suo gemello dormire.
"Non ti lascerò mai, Bill..." pronunciò chiudendosi la porta alle spalle.

   
 
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