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Autore: CherryBomb_    15/05/2010    4 recensioni
[Il ritratto di Dorian Gray] E se Dorian non avesse pugnalato il quadro uccidendosi e fosse vissuto fino ai giorni nostri??? Cosa sarebbe successo se sotto un falso nome si fosse trasferito in una città italiana, incontrando Chiara e volendo fare solo sesso con lei?? E se lei avesse cominciato ad indagare??? Cosa sarebbe successo??
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Me lo prometti?
Enrico POV
 
-Io so chi sei. – mi disse guardandomi negli occhi.
-Tu cosa?- gli chiesi con un filo di voce.
-So chi sei. Cosa pensi che non lo avrei mai scoperto? Pensi che sia davvero così stupida?
-Non l’ho mai pensato, ma…….come hai fatto?
-Quindi lo ammetti?
-Cosa?
-Che sei Dorian Gray.
Mi pietrificai. L’aveva capito davvero. Sapeva chi ero, non era solo un modo per spaventarmi o rifiutare il mio amore. Lo sapeva davvero.
-Come….come hai fatto? Cioè……non puoi……
Non riuscivo più a parlare, ero stato scoperto, dopo 100 anni, ero stato scoperto da una ragazzina di 19 anni che amavo.
-L’ho scoperto per caso.
-Ecco, perché stavi leggendo Dorian Gray ieri.
La mia supposizione era stata giusta, allora. Quando la avevo vista in biblioteca, leggere Dorian Gray, ero sbiancato, avevo paura di essere stato scoperto, ma poi riflettendoci non poteva essere possibile. Non c’erano indizi da nessuna parte, non c’erano nomi, non c’erano oggetti. Ok, si. Gli assomigliavo molto, ma quante persone si assomigliano? E da qui ad arrivare a dire che ero Dorian Gray ce n’era di strada ancora da fare.
-Si, proprio per quello.
-Non ti spaventa?
-Cosa?
-Il fatto che io abbia 100.
-Non mi interessa.
Ero felice che non le interessasse, ma non mi sembrava molto felice.
-Senti, so che può essere difficile da digerire come cosa, ma noi due….
-Fermo. Fermo un attimo. Tu pensi che io e te potremmo iniziare una storia? Mi spieghi come posso fidarmi di te? Come posso cominciare una relazione con te, quando ti conosco come le mie tasche? Quando so che sei esattamente la persona meno adatta nel costruire una relazione, tu che vuoi provare ogni sensazione e cosa nuova, come posso io pensare che tu voglia davvero una storia seria? Che tu non farai tutto quello che hai sempre fatto? Ti ricordo che il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
-Te lo sto dicendo che voglio una storia seria. Ti sto dicendo che sono innamorato di te, ti sto dicendo che con te è stata la prima volta che ho fatto l’amore quello vero. La prima volta in 100 anni te ne rendi conto?
-Ti vorrei ricordare di Sybil Vane, quella povera attrice di uno squallido teatro di cui eri innamorato e di cui te ne sei disinnamorato in poco tempo.
-Me la ricordo, ma se ti ricordi anche bene, io ero innamorato dei personaggi che interpretava, non di lei, tu non sei nessun personaggio, tu sei solo te stessa e io amo tutto di te. Non so cos’altro fare per fartelo capire.
-Il fatto che mi spaventa davvero è che tu possa continuare a fare quello che hai sempre fatto: portarti a letto tutte, usarle e usare soprattutto me. Ci sono rimasta male quando non mi hai più cagato, ma quando ho capito chi eri, ho capito anche tutti i tuoi atteggiamenti.
-Mi prendi per scemo se ti dico che andavo con le altre per reprimere questo sentimento? Non mi era mai capitato e soprattutto non sapevo le conseguenze a questo sentimento. Che conseguenze avrebbe avuto sul….
-Quadro.- Annuii. Sapeva praticamente tutto di te.
Bussarono alla porta. Era sua madre.
-Ragazzi, posso portarvi qualcosa da mangiare o da bere?
-No, grazie mamma.- rispose lei con la sua bellissima voce melodiosa.
La trovavo perfetta, anche se sapevo che non lo era. Adoravo tutto di lei: gli occhi cerulei anche se lei li definiva azzurri, i capelli ricci che le scendevano lungo le spalle, le labbra sensuali allo sfinire quando era seria e da mordere quando rideva. Aveva una risata che avrei riconosciuto in mezzo a mille altre, era la sua, dolce, genuina, pura, sentita. Lei rideva sempre in modo spontaneo, rideva quando lo sentiva davvero e la sua risata era piena, felice. Mi mancava era da prima che facessimo l’amore che non la sentivo ridere.
Sapevo quanto ci era rimasta male, quanto avesse sofferto per il mio comportamento, l’avevo visto sul quadro il giorno prima.
Sapevo che quello che facevo aveva conseguenze sulle altre persone, ma non me n’era mai importato niente, pensavo sempre e solo a me stesso. Fino a quel giorno in cui l’ho incontrata. Da quando l’ho incontrata tutto è cambiato, quando ho visto quello che avevo combinato, mi sono sentito un peso nello stomaco, mi sentivo male. L’avevo fatta soffrire e per la prima volta mi pentivo di quello che avevo fatto. Vedendola lì davanti a me, seria che mi guardava con odio e, soprattutto, con diffidenza, mi stavo ancora di più pentendo di quello che avevo fatto.
La guardai in silenzio. I suoi occhi azzurri erano piantati nei miei dello stesso colore. Vedere quei mari che mi guardavano come se avessero voluto uccidermi, mi faceva stare male, lo stomaco mi faceva male e soprattutto non riuscivo a sostenere il suo sguardo.
Abbassai gli occhi e mi presi a guardare le scarpe.
Cosa mi stava succedendo? Era questo che faceva l’amore?
A quanto pareva sì.
-Posso chiederti una cosa?- mi chiese con la voce bassa e roca.
-Tutto quello che vuoi.- avrei davvero risposto a qualsiasi sua domanda, avrei fatto qualsiasi cosa pur di passare del tempo con lei ed avere la possibilità di dimostrarle che la amavo davvero.
-Mi……f-faresti…vedere il quadro?- la sua voce sembrava più un sussurro, io a quella richiesta mi irrigidì. Non avevo mai fatto vedere a nessuno quel quadro, anzi, sì. A Basil. Il pittore che aveva dipinto il quadro che mi aveva stravolto la vita per sempre, non che fosse colpa sua, non lo era affatto, ma quel quadro mi aveva fatto capire che io con gli anni sarei invecchiato. Però Basil lo avevo anche ucciso, solo perché aveva giudicato il quadro. Non potevo permettere che io la uccidessi. Se le avessi fatto vedere il quadro, lei mi avrebbe giudicato.
-No-non so se….- dissi titubante.
-Pensi che ti possa giudicare? Per le scelte che hai fatto? Per le cose che hai fatto? Ricordati che io il quadro l’ho visto con i miei occhi, con la mia mente, con la mia immaginazione. So cosa hai fatto e immagino che negli anni, che nel libro non vengono raccontati, tu abbia fatto tante altre cose, ma cosa potrà mai essere? Non sarà così spaventoso. – il suo tono non era più serio, si era rilassato, parlava in modo più dolce, forse per rassicurarmi.
-Tu non sai in che condizioni è quel quadro. Ho paura che ti spaventi, che tu ti allontani ancora di più e non voglio che accada.
Si avvicinò lentamente verso di me.
-Ti giuro che non mi allontanerò. Resterò con te.
Mi persi nei suoi occhi. Non dubitavo delle sue parole. Dubitavo più che altro su quello che avrei fatto io quando lei lo avesse visto.
-Lo prometti?
-Lo prometto. – mi alzai dal letto e la abbracciai. Mi sentivo tanto un bambino che si faceva consolare dalla mamma. Era una sensazione che non avevo mai provato, ma che con lei mi sembrò di immaginare, di percepire.
Mi prese per mano e uscimmo dalla sua camera.
Sentire il suo corpo di nuovo a contatto con il mio, mi fece sentire appagato e in pace, senza quel peso sullo stomaco.
Finalmente avevo capito cosa voleva dire essere innamorati. Avevo dovuto aspettare 100 anni per capirlo e la cosa era veramente frustrante.
-Mamma, vado a casa di Enrico. Deve darmi un libro che mi serve per la scuola.- disse lei lasciando la mia mano, provocandomi una sensazione di vuoto.
-Ok, va bene. Tesoro, ci vediamo dopo. Ciao Enrico.
-Arrivederci Signora.
Uscimmo dal cancello.
Eravamo uno di fianco all’altro, le nostre mani erano a pochi centimetri di distanza, che a me sembravano metri.
Decisi di colmare questa piccola distanza.
Le presi la mano ed intrecciai le mie dita alle sue.
Lei si girò a guardarmi un po’ scombussolata da questo gesto, ma non si ritrasse.
In quel momento mi sentivo completo, assolutamente in pace con me stesso. Mi ero dimenticato di tutto quello che avevo fatto e, soprattutto, di quello che stavamo andando a fare a casa mia.
Passeggiammo in silenzio, fino a trovarci davanti al cancello di casa mia.
-Sai tutto di questa casa?- le chiesi, capendo solo in quel momento, che aveva davvero scoperto tutto, che non era stata una mia mancanza di riservatezza, il fatto che lei lo avesse scoperto.
-Si, tutto. È stato grazie a questa casa che ho scoperto molte cose.
Aprii il cancello ed entrammo.
-E quand’è che hai cominciato a sospettare di qualcosa?
Non mi rispose.
-Devi promettermi di non arrabbiarti.
E come avrei potuto arrabbiarmi con lei? Non ne avevo nemmeno la forza e non era nemmeno mia intenzione. Non le avrei mai fatto del male.
-Sai quel giorno che…..insomma…che noi…abbiamo…fatto l’amore insieme. Sai che ti è arrivata una lettera?
-Si, mi ricordo.
-L’ho letta.- disse d’un fiato
Rimasi in silenzio. Non ero arrabbiato, anzi, ero felice che lei avesse letto quella lettera, che lei si fosse insospettita e che abbia cominciato ad indagare. Se quella lettera non fosse esistita, io in questo momento sarei a scopare con qualche altra ragazza e non avrei ancora capito quanto Chiara sia importante per me.
-Si, lo so adesso sei….
-No. Non sono arrabbiato, anzi sono felice.
Lei mi guardò perplessa.
-Come mai?
-Perché se tu non avessi letto quella lettera, tu non ti saresti insospettita, non avresti cominciato ad indagare, non avresti conosciuto il mio segreto ed io non avrei capito di quanto fossi innamorato di te. Non lo avrei mai capito, perché sono sempre stato uno stupido che pensavo solo a se stesso, ai propri bisogni e ai propri interessi, invece con te è diverso. Per la prima volta ho cominciato a pensare ai sentimenti, ai bisogni e agli interessi di qualcun altro.  E per questo ti devo ringraziare.
La vidi arrossire. Adoravo la sua timidezza, adoravo il fatto che non si rendeva ancora conto di quanto mi facesse impazzire e di quanto avessi bisogno di lei. Ero sicuro che lei non se n’era resa ancora conto.
 
 
Ciao a tutte. Come state? Eccovi qua un nuovo capitolo. Qua i nostri protagonisti si chiariscono ed è adesso che arriverà il bello, o il brutto dipende da che punto di vista lo si vede. XD
Ringrazio le persone che leggono, che hanno aggiunto la storia alle seguite e alle preferite. Davvero molte grazie.
Rispondo alla recensione:
clakki94: Ahahahah sono convintissima che trovino la laurea nei fustini del dasch. ahahaha. pensa che la mia profe di storia dell'arte ci mette due mesi a correggere le verifiche. o.O Cioè, dico, ma quanto  vuoi mettere? Bah.
Si, mi sono davvero tagliata con le forbici arrotondate, ma in quel momento mi hanno distratto XD Spero che la motosega non la tirerai mai più fuori. =) Sono davvero felice che l'ultima frase ti è piaciuta. =) Neanche io mi fiderei di uno che mi pndere per il sedere e poi dice di amarmi, ma si sa noi donne siamo sceme alcune volte. -.- Spero davvero di non liberarmi di te =) Tieni d'occhio il mio profilo, mi piacerebbe davvero risentirti in qualche altra storia. Io sono di brescia, cioè di un paesino nella provincia di Brescia, tu? Come ti chiami? Che te ne pare di questo capitolo? Fammi sapere mi raccomando. Un bacione ^^
Vi lascio ad un piccolo spoiler:

-Lo sai, non so che conseguenza avrà questo mio sentimento su di lui.- disse indicando il quadro con la testa. – non so se migliorerà, non so se rimarrà perennemente uguale. Non lo so.
-Be, è ovvio che non puoi saperlo, non ti è mai successo.
-Sei sicura di volerlo vedere?
-Devi esserne convinto tu.
Mi sorrise come rendendosi conto che avessi ragione.
Abbassò il telo e  finalmente lo vidi.

Mi dispiace deludervi, ma nel prossimo capitolo non si vedrà ancora il quadro, ma in quello dopo sì.=)
La fine della storia si sta avvicinando sempre più =( che tristezza.
Il prossimo capitolo sar corto e di passaggio, non molto interessante diciamo, anche see uscirà un nuovo lato di Dorian. =)
Al prossimo capitolo ragazze ^^
   
 
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