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Autore: Amathea    16/05/2010    4 recensioni
Disperazione di due madri (Walburga prima, Druella poi) all'abbandono della famiglia da parte dei figli.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sfogo di madre verso una figlia depravata





Amathea


Grazie per le recensioni, le ho apprezzate particolarmente! Grazie di cuore!

DRAMMI DI MADRI

Sfogo di madre verso una figlia depravata


"Non capisco, sembrava felice.” proferì Druella con la voce rotta “Non un lamento, non una parola, non un gesto che ci abbia insospettito, vero? Non mi rendo conto come una cosa del genere possa essere accaduta nella nostra casa: abbiamo privilegi che qualunque mago assennato desidererebbe, allora perché questo?” esclamò disorientata, alzò lo sguardo per poter incontrare quello della figlia “Tu e Bellatrix non farete così, vero? Voi sapete dare un giusto peso alle virtù delle quali siamo portatori esclusivi, appannaggio delle nostre nobili stirpi.” concluse Druella in modo struggente.
"Certo mamma,” le rispose dolcemente Narcissa con un sorriso luminoso “non succederà di sicuro. Sappiamo bene cosa dobbiamo a motivo del nostro lignaggio e ciò che per questo ci è dovuto: la cosa ci onora.” affermò “Ma, ti prego, non fare così, non disperarti, dài mamma... pensa appunto a me e a Bella. Mi fa troppo male vederti in questo stato, non sembri più tu.” fece Narcissa protendendosi verso la madre, che aveva rivolto il viso sullo schienale del divano per nasconderne l'aspetto imbruttito e le lacrime che le inumidivano gli occhi.
Druella prima di ribattere tirò su col naso “S-sei tanto cara, Cissy” disse con sforzo “Io non mi spiego cosa sia successo nel suo animo... eppure mi pareva a suo agio, non mi so dare un senso. Qui in famiglia c'è tutto l'amore che conviene, che necessità c'è di cercarne altrove? Perché non ce ne ha parlato? L'avremmo fatta ragionare, riflettere, è ancora troppo giovane per poter capire certe cose: di sicuro non sarebbe finita in pasto ai leoni. No, non c'è ragione alcuna, non c'è scusante che regga per quello che ha fatto. E' una cosa talmente illogica, talmente tanto lontana da noi: ma che può offrire ad una degna strega del nostro rango un... un lurido abominio di tal specie? In virtù di che ha agito? Ora non ha più nulla, tutto è la propria casata, viviamo per essa e in ciò ci riconosciamo. E la nostra stirpe è illustrissima: io stessa mi rispecchio e vedo il fine della mia esistenza nella casata, e soprattutto in voi, Narcissa e Bellatrix, degne continuatrici e perpetuatrici del nostro sangue puro. Quindi non scorgo un senso, la benché pallida ragione. Non so. E' come se mi trovassi di fronte a un nulla.” finì Druella.

"E' solo biasimare madre,” le disse Narcissa divenendo più severa in volto, per cercare di rincuorarla le diede anche delle lievi pacche sulle spalle “è una povera illusa, mi spiace solo che abbia rovinato l'armonia familiare.” concluse con rammarico.
"Hai proprio ragione tesoro mio. Che disonore per la nostra specie, che vergogna! Che orrore! Che infamia per la casata! E che schifo immaginare che una mia figlia, la nostra carne e il nostro sangue possa essere anche solo sfiorata da uno sporco Mezzosangue, mi disgusta! Mi ripudia!” eruppe Druella, e mentre proferiva queste parole chiuse gli occhi e arricciò il naso per cercare di scacciarne anche solo il pensiero “Ma come ha fatto, come ha permesso che la sviassero? La mia bambina, la mia streghetta...” continuò scoppiando in pianto “Io non avrei mai creduto di crescere una serpe in seno! Ma lo so io con cosa l'hanno traviata... che orrore per la stirpe! Con la lussuria! So bene come ci si sente da giovani, quando le carni ti bruciano dal desiderio, la mente ti si annebbia: non c'avrà visto più, ecco perché buttarsi fra le braccia di quel pezzente! E quello sporco Mezzosangue mi ha corrotto la figlia, l'ha ubriacata con le delizie della sensualità, ne ha approfittato! Certo, una strega meglio di lei non c'era! Così quella sciocca si è lasciata guidare dai piaceri dell'età, ma non poteva scegliersi un Purosangue? Non ne ha che l'imbarazzo della scelta, e uno meglio dell'altro! Ah ma è stato quel lurido verme a portarla sulla strada della perdizione, ad invasarla di voluttà, le ha corrotto la giovinezza, a mia figlia! Che disgusto! Poteva consumare i suoi vizi, ma almeno con un Purosangue! Perché? Perché c'è toccata a noi una vergogna del genere?” si chiese Dreulla, alzò gli occhi al cielo e allargò le braccia, il fazzoletto sventolante “Ma io dov'ero? Una madre che si rispetti non capisce quando le strappano con violenza la sua creatura dal grembo? Come ho fatto a non accorgermi della strada malsana imboccata dalla figlia?” si rivolse a Narcissa con gli occhi stralunati “E tu non ti sei accorta di nulla? Nemmeno per un attimo t'è insorto il dubbio?” domandò Druella con tono lacrimevole.
La ragazza scosse il capo “No, mamma, il suo comportamento non mi ha dato da pensare... sembrava più preoccupata ma lo attribuivo a cause scolastiche.” disse Narcissa, aggrottò le sopracciglia “Si era fatta un po' più riservata... adesso che ci penso qualche strampalato discorso le era uscito di bocca ma non mi aveva dato adito a preoccupazioni. Un po' taciturna lo era, stranamente silenziosa rispetto al solito, ma non era davvero una cosa che mi dava dispiacere: credevo fosse maturata. Non sono mai girate nemmeno voci strane sul suo conto a scuola; devo riconoscerle il merito di aver agito con astuzia, ha simulato molto bene. Ci ha proprio ingannato come si deve.” concluse Narcissa con un velo di freddezza nella voce.

"Vedi Cissy, vedi perché non mi dava da che preoccuparmi: comportamento degno della migliore Serpeverde. Non discostava per nulla da noi: davvero non riesco a crederci, mi sembra di vederla ancora volteggiare qua per casa, con quelle sue assurde acconciature! Invece è una traditrice, un'empia traditrice del suo stesso sangue.” disse amaramente Druella, nell'espressione del volto le si leggeva una profonda delusione “E pensare che era così mansueta, fin docile, seguiva con scrupolosità i consigli miei e di vostro padre: come si conviene ad una buona Purosangue. Obbediva, era coscienziosa, sembrava possedere una mente vivace: apprendeva in fretta tutto quello che le insegnavamo; i valori dei legami di sangue, il rispetto, l'onore, la fraternità, le arti magiche oscure. Non so darmi pace: perché pugnalarci in pieno petto, perché rivoltarsi contro la famiglia che ti ama, a cui appartieni, di cui nei sei un pezzo che si incastona così armoniosamente nel mosaico del nostro splendido casato? Perché buttare alle ortiche i legami di sangue, lacci indissolubili e sacri? Perché questo? Perché farci così del male? Non l'avremmo mica data in pasto all'orca, se è quello che temeva. Da dove scaturisce tutta questa crudeltà verso la propria stirpe, che è come nuocere a se stessi? Ed ora che ragione darà alla propria vita?”
"Non c'è ragione,” le rispose pacatamente Narcissa “hai detto bene, è stata troppo docile, si è lasciata trascinare da cattive compagnie che probabilmente frequentava clandestinamente.”
"Sì, quant'è vero!” concordò Druella, sospirò e riprese a parlare “Si starà consumando nei più folli vizi, che perversa, senza onore! Dov'è andata la dignità che si unisce al nome che portiamo? Sopita! Messa a tacere da quei pezzenti! E' stata rozzamente manovrata da quelle menti odiose e ignobili, non è possibile che quella fosse la sua volontà: che esseri crudeli... le hanno insegnato ad ignorare quello che è e che rappresenta per divenire una poco di buono, un qualcosa di monco, e le hanno rifilato un lungo stuolo di pseudo-virtù in cui c'avrà creduto; che stolta! Chissà con che perfida gioia l'avranno accolta, quegli sporchi mezzobabbani. E con quanta precisione diabolica congetturare tutto: arrivare fino al matrimonio! No, ma che dico, quella è un'unione illegittima, colpevole, si è ridotta al ruolo di infima concubina, quella scapestrata. La famiglia non ha neanche dato il consenso! Quella non è una vita! Che si aspetta? Che crede di diventare? Un niente! E' nulla, ora! Come fa ad essere caduta così in basso, ad essere scivolata al fondo della società quando per diritto di nascita ne era alle vette, con noi avrebbe potuto vedere il mondo dall'alto. Invece s'è ridotta all'essere la vergogna della nostra casata. Mi riempie il cuore di sdegno. Possibile che mia figlia abbia potuto agire così? Quella figlia? Quale figlia? Non credo sia più mia figlia, no, non lo è più: noi maghi purosangue abbiamo la libertà che accompagna la nostra condizione e non possiamo ammettere di ridurci a fantocci giostrati spietatamente da filobabbani che non sanno nulla! Che illusa, lasciare la luce abbagliante della verità per chiudersi in un lugubre mondo fittizio e vuoto. E per cosa poi, per essere dimenticata, per vivere nell'ombra, nessuno si vanterà d'averla avuta come antenata, come è d'uso in famiglie degne di rispetto e ricoperte di gloria. Sarà ignorata con la stessa spietatezza con la quale se n'è andata: ecco cos'ha ricavato, di venire cancellata dalla sua casata.” disse Druella.
"Ben detto madre,” commentò la voce di Bellatrix. Druella e Narcissa alzarono gli occhi per incontrarne la figura: era appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate sotto il seno, nessuna delle due si era accorta della sua presenza, a meno che non fosse appena arrivata. “dovresti smetterla di sprecare così tanto fiato per lei: non lo merita e quello che ha fatto non è esprimibile a parole. E' stata sciocca, ma vedi: è stata.” disse Bellatrix estraendo la bacchetta “La cosa ricorda un tempo lontano, comunque passato. E ora non è più. Sono stanca di sentirne parlare e per te, mamma, è peggio richiamarne alla mente il ricordo: ne rinforzi la sofferenza, come si fa così a rimarginare una piaga?” chiese Bellatrix, puntò la bacchetta contro l'arazzo dell'albero genealogico e ne bruciò il nome della sorella mezzana “Vedi, in un attimo è sparita. Non dolertene oltre, altrettanto velocemente dovrebbe esaurirsi il tuo dolore.”






Amathea


N.d.A.: Scrivere queste due storie è stato decisamente difficile perché i motivi di Druella e Walburga sono a grandi linee gli stessi, condividendo i valori dei Purosangue. Arduo il compito di riuscire a fare diversi i discorsi, finivano coll'essere uno la fotocopia dell'altro, ma proprio in questo stava la bellezza. Spero di essere riuscita a dare ad ognuno una sfumatura diversa... per esempio ho cercato di variare il vocabolario delle due – ma il progetto è solo parzialmente riuscito. Purtroppo mi sembra di aver dipinto Druella un po' troppo debole, cosa che non volevo, non era quella l'intenzione poichè me la immagino un tipo duro e severo (a un certo punto il personaggio m'è scappato di mano, lo ammetto, e ho cercato di rimediare come meglio potevo - tenendo conto che la fuga di Andromeda capitasse come un fulmine a ciel sereno, quindi dovrebbe essere molto più scossa di Walburga). La domanda-chiave per la vicenda di Druella è stata: che argomento si può usare per andare contro Andromeda (che ha dalla sua niente meno che l'amore)? La lussuria è l'unico che ho trovato dato che non me la sono mai figurata come una ribelle.


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