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Autore: Betty    14/11/2003    2 recensioni
Benji e Sharon sono entrambi belli e ricchi ma quando capiscono che vogliono stare insieme non sarà per soldi ma solo per amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5

CAPITOLO 5

Sharon osservava la madre piangere senza ritegno nella sala d'aspetto del pronto soccorso, le sue sorelle anche loro con le lacrime agli occhi cercavano di consolarla.

"Perché non ci dicono niente?" chiese Alex.

"Non vedi che il pronto soccorso è pieno. Se papà era grave l'avevano già visitato e prestato le prime cure." Rispose Sharon.

"Ma non sanno chi è tuo padre? Insomma è un conte, è un Newell!" disse sua madre.

"Mamma qui dentro non conta chi sei, il più grave ha la precedenza."

"Sharon, non capisco perché mi tratti male. Tuo padre potrebbe essere morto!" e scoppiò ancora in lacrime.

Non capiscono che sono preoccupata anch'io! Ma non è il caso di fare queste scene. Pensava Sharon.

Benji che era rimasto da parte fino a quel momento le si avvicinò.

"Lo so che sei preoccupata anche tu."

"Sembra che solo tu lo capisca." Rispose Sharon con un sospiro.

Sharon si girò ancora verso la madre che non smetteva di piangere, le si avvicinò e si inginocchio davanti a lei.

"Mamma, ti prego non piangere. Pensi che a papà faccia piacere vederti così. Adesso vado in accettazione e chiedo se ci sono notizie." La madre annuì mentre soffiava poco elegantemente il naso.

"Sono sicura che non è niente di grave, papà è un orso, niente può abbatterlo."

Margaret sorrise alla figlia maggiore, mentre si asciugava le ultime lacrime; Sharon le sorrise di rimando e andò a cercare qualcuno che le dicesse quali erano le condizioni del padre.

Benji l'aveva seguita con lo sguardo ma non osava muoversi da dove era seduto.

"Sig. Price vorrei ringraziarla per aver accompagnato mia figlia. Sembra che non tenga alla sua famiglia ma non è così."

"Non si preoccupi sig.ra Newell l'ho fatto con piacere." Benji si sentì in imbarazzo sotto lo sguardo indagatore della donna, sembrava che gli chiedesse cosa avesse fatto con sua figlia.

La donna invece non chiese come mai Benji si trovasse a casa di Sharon, ormai la sua bambina era cresciuta doveva lasciarla libera. E poi quell'uomo le piaceva, adesso però doveva pensare al marito.

"Scusi sono Sharon Newell, mio padre è stato portato qui circa un'ora fa e non abbiamo ancora saputo niente."

"Adesso vedo dov'è il medico." Disse l'infermiera. In quel momento arrivò un uomo sulla trentina, alto biondo e con gli occhi verdi, insomma un gran bell'uomo.

"Joan, mi chiameresti i parenti del sig. Newell?"

"Sono la figlia" rispose prontamente Sharon "come sta mio padre?"

"Bene, ha fatto solo una gran bella congestione. Da quello che mi ha detto si è fatto una bella abbuffata."

"Sempre il solito!" esclamò Sharon "Lo dovete ricoverare?"

"Io la manderei a casa. Però deve seguire una dieta più equilibrata e fare un po’ di sport. Suo padre fa una vita un po’ troppo sedentaria."

"La ringrazio. Adesso però devo convincerlo a fare il bravo."

"Si è preso un gran bello spavento, penso che se ci sarà qualcuno a seguirlo, riuscirà anche a perdere un po’ di chili. Tra poco lo dimettiamo."

"La ringrazio dottore" disse Sharon dandogli la mano.

Quando la ragazza tornò dalla madre vide che si era definitivamente calmata.

"Ho parlato con un medico. Papà ha fatto solo un'indigestione, tra poco lo dimettono; però mi ha detto che deve fare una dieta equilibrata e un po’ di sport. Ma ne parliamo con più calma domani."

"Va bene, ma arriva subito?" chiese Margaret.

"Il tempo di sbrigare le pratiche della dimissione."

Dopo pochi minuti un'infermiera accompagnò George Newell dai suoi parenti.

"Come ti senti?" chiese Margaret abbracciandolo.

"Bene. Potrei camminare anche con le mie gambe" rispose l'uomo sorridendo.

"Sig. Newell è la prassi la devo accompagnare fino all'uscita con la sedia a rotelle." Disse l'infermiera.

"Adesso andiamo a casa. Liz vai a prendere la macchina." Disse Sharon.

"Sharon vieni anche tu a casa con noi?" chiese George.

"Sì vengo anch'io."

Benji vide Sharon che si dirigeva verso di lui, mentre la sua famiglia andava verso l'uscita.

"Ho promesso a mio padre che andrò con lui a casa."

"Allora io prendo un taxi e chiederò alloggio ai miei per questa notte, anche perché i miei bagagli sono sulla loro macchina."

"Ti accompagno?"

"No, vai dai tuoi. Ci sentiamo domani?" chiese Benji.

"Ma non devi partire?"

"Sì però prima vengo a salutarti."

"Passa da casa mia, domani è sabato e non vado in ufficio."

Benji le sollevò il viso e la baciò.

"Ti chiamo domani." Disse Benji.

"Aspetta che ti do il numero del mio cellulare." Disse Sharon prendendo carta e penna e scrivendo velocemente.

"Ecco. È meglio se vado."

"Ok." Rispose Benji poi la guardò mentre correva verso l'uscita.

Domani parte. Va in Giappone. Potrei raggiungerlo, che idea stupida, ho l'azienda da portare avanti. Ma vorrei stare con lui. I pensieri di Sharon ruotavano intorno a Benji, fortunatamente c'era poco traffico e in breve tempo arrivò alla casa dei genitori.

"Dov'è papà?" chiese a Liz poco dopo essere entrata nell'ampio salotto.

"E' in camera, la mamma lo ha accompagnato."

"Vado a salutarlo" salì le scale lentamente, era stanca la giornata era stata piena di emozioni. Si avvicinò alla porta socchiusa della camera dei genitori, stava per bussare quando sentì la voce della madre.

"George, ho avuto così paura."

"Margaret, adesso sto bene. Non piangere, lo sai che mi fa male vederti in lacrime!"

Sharon sbirciò dalla fessura rimasta aperta e vide il padre seduto sul letto che abbracciava la moglie con tenerezza.

"Ho pensato che non ti avrei più avuto vicino. Come avrei fatto senza di te?"

"Ma non è successo sono qui e sto bene. Adesso andiamo a dormire sono stanco."

Sharon scostò lo sguardo dalla scena e tornò in corridoio, non aveva mai visto i suoi genitori sotto quell'aspetto. Si amano, non lo lasciano trasparire in pubblico ma si amano veramente.

Sorrise felice e tornò in salotto dalle sorelle, si sedette sulla morbida poltrona davanti al camino acceso.

"Allora?" chiese Liz.

"Cosa?" rispose Sharon.

"Come mai a casa tua c'era Benji Price?" chiese Alex curiosa quanto la sua gemella.

"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere!" disse Sharon arrossendo.

"E' arrossita! Abbiamo fatto centro. Dicci cosa c'è tra te e Price?" Liz si stava facendo sempre più insistente.

"Ma fatevi gli affari vostri" rispose Sharon ridendo.

"Dai non puoi nasconderci certe cose. Non ti chiediamo di entrare nei particolari!" Alex la guardò con i suoi occhioni da cerbiatta.

"E' va bene. Tra noi c'è stato qualcosa, ma non è niente di serio."

"Quando vi rivedrete?"

"Sai Alex mi piacerebbe dire domani e dopodomani e via dicendo, ma lui parte per il Giappone"

"E in ogni caso vive ad Amburgo." Aggiunse Liz che sapeva in che squadra giocava.

"Esatto quindi questo complica un po’ le cose." Disse Sharon sospirando. Alex le se avvicinò e la abbracciò. "Non ti preoccupare sorellona. Sono sicura che andrà tutto bene, era da tanto che non vedevamo il tuo sguardo sognante."

"Sarete anche delle pesti ma quando volete sapete davvero essere adorabili!" le parole di Sharon fecero sorridere le due gemelle.

Il silenzio calò nella stanza interrotto solo dallo scoppiettio del fuoco, sarebbe bello se riuscissimo a lavorare tutte e tre insieme pensò Sharon.

"Alex la sai la novità?" chiese la ragazza.

"Che novità?"

"Liz ha accettato di lavorare con me."

"Ah!" fu l'unico commento di Alex ma Sharon notò la delusione sul suo volto.

"Naturalmente anche tu sei ben accetta. Dopotutto è la Newell Corporation tutte e tre abbiamo il diritto e dovere di contribuire alla sua gestione." Aggiunse Sharon.

"Davvero vorresti che venga anch'io? Ma non capisco niente di contabilità o cose del genere." Disse Alex.

"Potresti sempre prenderti cura dei rapporti con i clienti e fornitori. In altre parole organizzare il soggiorno dei nostri clienti e i viaggi all'estero e non dei nostri collaboratori."

"Liz ha ragione di solito seguo tutto io ma non ci riesco più e Liz non ha la pazienza per seguire i capricci dei clienti, tu invece hai la classe e le conoscenze adatte per migliorare questo aspetto. Ricordati che facciamo anche beneficenza ed è meglio che qualcuno della famiglia segua l'iter che fanno i nostri soldi."

"Siete sicure che riuscirò a fare tutto e bene?" chiese Alex incerta.

"Sei perfetta per questo incarico e poi se avrai bisogno di aiuto ci siamo noi." Disse Sharon sorridendo.

"Non sapete quanto mi fate felice. Spero solo di non deludervi."

"Alex, non lo farai; come dice papà, i Newell non deludono mai!" disse Sharon sicura.

 

 

 

 

  
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