Mail
Ovvero:
Dove l’hacker della scuola ha una trovata geniale e non viene nemmeno
ringraziato
Sulla schermata
iniziò a lampeggiare la scritta in un appariscente e ben visibile arancio fluorescente
contemporaneamente in circa 1000 computer.
Facendo
mentalmente un paio di calcoli la cifra era su per giù quella. Nel Liceo
Scientifico Andrea Vesalio della provincia di Frosinone c’erano precisamente 10
sezioni, dalla A fino alla lettera L, dal primo al quinto anno le quali erano
pressappoco tutte composte da un minimo di 16 ad un massimo di 29 ragazzi e
ragazze dai 13, contando anche coloro che erano andati un anno prima a scuola e
che, lui personalmente, riteneva poveri figli bistrattati con un infanzia
bruciata colpevoli solamente di avere dei genitori probabilmente esauriti, ai
21-22 anni, contando anche la categoria dei ripetenti.
Sospirò
soddisfatto e si stiracchiò per un attimo come se sulle sue spalle di
diciassettenne ci fosse tutto l’universo. Era appena riuscito nell’operazione
per la quale tutto il Vesalio gli sarebbe stato grato fino alla fine dei tempi.
Ok, forse non lo avrebbero osannato nel cortile nella scuola, ma avrebbero di
certo canonizzato il suo alter-ego cibernetico ovvero PFHack.
Aveva creato un
sito nascosto per gli studenti che entrando con gli account dei professori non
era visibile, ma che ogni singolo alunno della scuola poteva vedere ed
utilizzare come forum, blog o quant’altro. Vi si poteva sparlare dei professori
con un’ apposita sezione “Sfoga la tua rabbia”, sparare cavolate nel punto
informazione “Cazzate varie” oppure perfino conoscersi nella “Chat”. L’intero
pacchetto sotto gli occhi degli stessi insegnanti che lo avevano creato: era
perfetto. Vide il cellulare sul punto di cadere tremare ripetutamente sulla
mensola di ciliegio dell’ IKEA. Lo prese e lesse il nome: Giovanni.
_ Ehi Johnny!
Come va?_ esordì tranquillo scarabocchiando sul suo block notes.
_ Come va, dici?
E’ successo il fatto più sensazionale della scuola e tu mi chiedi come va?_ lo
apostrofò quello convinto. Pensa te se doveva lavorare per il bene dell’umanità
presente e futura e non veniva neanche ringraziato. Dove andremo a finire,
borbottò sconsolato.
_ Che cosa ci
sarà mai di tanto importante da distogliermi dalla visione del programma
animato più educativo e maturo sulla faccia della Terra ovvero “I Simpson”?_
fece disinteressato alzando gli occhi al cielo. Certo, era combattuto fra
scegliere “I Simpson”, “I Griffin” o “Spongebob”, da precisare che era un ragazzo molto maturo
per la sua età, ma al momento la sua unica preoccupazione era il suo migliore
amico J. Spense la piccola TV che lampeggiava mostrando l’eterno bambino Bart
Simpson che roteava sul suo skate verde dopo aver scritto una fila
interminabile di frasi uguali sulla lavagna.
_ Vai sulla tua
posta, pezzo di cretino. Sicuramente ce ne sarà una anche per te_ lo rimproverò
con sufficienza il suo interlocutore leggermente spazientito dato che l’altro
non gli prestava attenzione.
Certo che c’è,
rifletté ridendo fra sé, l’ho mandata io!
_ L’idea del
sito?_ chiese facendo finta di nulla mentre creava una pista per penne da corsa
attraverso un quaderno ad anelli, una gomma ed una squadra. Ah, niente di
meglio che un po’ di sano svago quotidiano, il dolce far niente, che sua madre
soleva chiamare “fare il fannullone a tempo pieno”
_E’ geniale,
vero? Quel PFHack entra di diritto nel mio santuario
delle divinità insieme a Chuck Norris e … me stesso_ parlò la voce eccitata all’altro capo del
telefono.
Lusingato,
Pierfrancesco era quasi sul punto di rivelare tutto al suo migliore amico
nonché compagno di banco, ma all’ultimo si fermò. Non era affatto il caso di
coinvolgerlo nel caso qualcuno con la bocca troppo larga scoprisse chi aveva
dato vita al sito e rivelasse ogni cosa alla preside Nealli.
Se però gli fosse servito un aiuto era certo che avrebbe potuto contare su di
lui e, soprattutto, che non sarebbe stato troppo incazzato anche se non gli
aveva spifferato che era lui l’autore.
_ Diventi ogni
giorno che passa più modesto, eh Johnny?_
_ Puoi dirlo
forte Piero!_
Lui si passò una
mano fra i capelli neri accorgendosi solo in quel momento di quanta stanchezza
gli avesse procurato quel lavoro di cui andava tanto fiero. Salutò Giovanni con
uno sbadiglio e pochi secondi dopo crollò sulla scrivania con solo la felpa a
fargli da cuscino e con l’insistente bisogno di qualcuno che lo aiutasse a
sviluppare la sua geniale idea.
_ No che non ti
aiuto, cugino!_ il “No” categorico era l’unica cosa che non si sarebbe mai
aspettato, ma con la sua dialettica e un po’ di retorica sapeva che non ci
avrebbe impiegato molto a far capitolare Alice.
_ Ti prego, te
l’ho mai detto che sei la mia cugina preferita?_ Le lusinghe funzionano sempre
con le ragazze.
_ Sai, sono
l’unica! _ ribatté lei inviperita facendogli ricordare solo al momento di
quanto sembrasse poco valida la sua argomentazione, anche se sarebbe stato
meglio usare la parola inesistente.
_ Che c’entra?
Anche se ce ne fossero state altre tu saresti sempre rimasta la più
intelligente, sveglia, attiva e anche … e anche … adesso non mi viene in mente
niente, ma sono certo che tu abbia anche altre qualità _
_ Dolce,
simpatica, carina … _
_ Ecco adesso
non esageriamo _ scosse una mano per l’aria quasi volesse scacciare un
moscerino, riflettendo sul fatto che un ragazzo di enorme intelletto e
personalità quale era lui non avrebbe mai dovuto mettersi a pregare qualcuno
perché lo aiutasse: le persone avrebbero dovuto strisciare ai suoi piedi per
essere prese in considerazione.
_ Che cosa
vorresti dire con ciò brutto chitarrista sviolinatore da quattro soldi? _
_ Che mi serve
il tuo aiuto per un fattaccio non tanto illegale, ma neanche tanto giusto. Ci
stai?_ ecco, sicuramente di questo passo la sua cuginetta sarebbe capitolata:
spionaggio, illegalità, azioni criminali ed un pizzico di pettegolezzo serviva
a renderle la vita più vivace e lui glielo stava servendo su un piatto
d’argento. Infatti …
_ Me lo chiedi?
Se c’è qualcosa che mi riesce bene è questo! Che posso fare?_ C.V.D ovvero Come Volevasi Dimostrare. Conosceva troppo
bene Alice, stava diventando alquanto prevedibile.
_ Recluta
qualcuno_ asserì quindi disinvolto.
_ Non lo puoi
fare tu? Ci sono moltissimi dei tuoi amici che ti darebbero volentieri una
mano_ diciamo che il reclutamento non era proprio quello che si sarebbe
aspettata. E poi reclutamento per cosa? Piero non gliela raccontava giusta. Era
necessario indagare sulla faccenda. Mosse i capelli biondo scuro ravvivandoseli
con aria annoiata. O le si diceva tutto o lei non aveva a che fare con nulla:
questo era il patto.
_ Non voglio
loro. A questo progetto devono partecipare al massimo quattro persone compresi
te e me, poi gli altri apporteranno il loro contributo come più gli aggrada. E’
il sito alternativo, cara mia _ proferì criptico.
_ Solo quattro?
Spero che tu stia scherzando, Piero. E’ un lavoro enorme e sai che cosa non fa
la sottoscritta? Indovina … inizia con “L” e finisce con “avorare”_ Alice era
sempre la solita sfaticata: pigra al massimo, se la sua migliore amica non
l’avesse convinta a praticare uno sport avrebbe passato la maggior parte del
suo tempo libero ad allenarsi in vista di un prossimo campionato mondiale del
telecomando, proclamando all’universo di come lei vivesse a basso consumo
energetico tanto che la fatica che le costava alzarsi la rendeva sempre più
deperita.
_ Dai, ti sto
proponendo un’opportunità per sfuggire alla tua noia. Prima di tutto avrai la
cura di minimo due rubriche_ convincerla con le responsabilità forse non era la
tattica giusta.
_ Doppio lavoro_
sbuffò di rimando.
_ Rubrica di
problemi d’amore e rubrica di stile e non dirmi che tutto ciò non è invitante_
Pierfrancesco Contini conosceva bene i suoi “polli” e per una romantica
sognatrice come sua cugina nulla era toccasana migliore che consigliare gli
altri.
_ E di che cosa
dovrei parlare?_ evidentemente aveva accettato.
_ Chessò, inventa … Per esempio argomenti del tipo “le donne
hanno il cosiddetto momento "a-ha!": quello in cui capiscono che
semplicemente tutto il resto conta meno” e banalità del genere. Rendi però
tutto ciò appetibile ed accessibile, ma soprattutto fai da PR: pubblicizza il
sito mostrandolo come una fonte di consigli che non riguardino e non si
avvicinino neanche lontanamente ai soliti giornaletti di Gossip e che possa
migliorare concretamente le situazioni sentimentali degli afflitti e delle
afflitte _ espose la sua teoria candidamente osservando la sua pazza parente
guardare un punto indistinto nel cielo per svariati minuti, ipotizzando i pro
ed i contro per poter rivolgere tutto a suo vantaggio.
La mente
macchinatrice di Alice Crenzi faceva molto spesso paura
a suo amico hacker. Era leggenda ormai nella sua classe che se si guardasse
attentamente il suo viso si sarebbero potute scorgere le rotelline scattare
sotto le sue tempie. Non era un genio a scuola, ma se si impegnava giusto un
po’ il suo lato cattivo surclassava la parte da angioletto e ad allora era
meglio mettersi al riparo.
_ Ci sto _
affermo dopo un po’ di tempo (tanto che il moro aveva creduto fosse caduta in
trance o avesse avvistato un UFO e si era messo a fissare anche lui le nuvole
in attesa di un segnale alieno) _ Fammi fare una telefonata. Una sola. Poi
possiamo iniziare …_
Quello annuì di
rimando. Supponeva che la biondina tutto pepe che aveva di fronte avrebbe
chiamato la sua migliore amica e così fu. Decisamente prevedibile. _ Anya?_ la
sentì infatti pronunciare _ Abbiamo un problema _. Gesticolava concitatamente e
la sua voce era decisamente sorpresa molto probabilmente perché aveva ricevuto
risposta. Anya Ferranti aveva un rapporto abbastanza “complicato” con le
tecnologie: il suo cellulare era stato ritrovato al comando di polizia una
ventina di volte perché smarrito e era caduto da altezze assurde molte volte di
più senza mai rompersi (nonostante fosse dell’era paleolitica) eppure se si
trattava di computer poteva rivelarsi un’ acerrima nemica per un tipo
competitivo come Piero.
Chiuse la
comunicazione, scoppiò a ridere e domandò al cugino _ Cominciamo?_
_ A fare cosa?_
_ Quello che
facciamo tutte le sere: tentare di conquistare il mondo!_
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Angolo di Trap (L’ Inutile
Autrice)
Ehi gente di EFP! Benvenuti
nelle MdA … Perché questo nome? (Guarda che non te
l’hanno chiesto!) Taci Neurone! Si chiama così perché … Beh, lo scoprirete più
avanti (Ma scusa adesso non rispondi? Che autrice Cretina!) Mi scuso con la mia
adorabile beta Ly Ay
(L’unica alla quale lascia leggere i suoi obbrobri) per non avergli fatto
leggere il capitolo per intero in anteprima e vi prego di correre a leggere la
sua “I don’t dance” (Lei si che
ha talento soprattutto per le storie comiche) Spero solo che questo capitolo
(Se mai qualcuno ci arriverà fino alla fine del capitolo) vi sia piaciuto e che
lasciate qualche recensioncina ina
ina (Che più piccola non sia può!) sempre se qualcuno
leggerà il capitolo (Se non si fosse capito questa autrice qui ha una stima
molto bassa : diciamo che è sottoterra … )!