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Autore: La Fleur    17/05/2010    2 recensioni
Piccolo missing moment della vita di Ally, quando ancora era Allysia! E della sua vita in seno alla Famiglia McNamara
Genere: Generale, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Serie dei Maghi di scozia, ovvero, Allysia e dintorni!'
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Il Riconoscimento

<< Buono, Famiglio! – mormorò Allysia corrugando le sottili sopracciglia scure – E’ una sciocchezza, forse sarà un po’ noioso per te, ma durerà pochissimo, vedrai! Ed io sarò sempre qui al tuo fianco. L’Agnitor dovrebbe essere un esperto, e ci metterà pochissimo a capire che sei un puro Japanese Bobtail. Purissimo!>> sottolineò, con la sua voce affilata, prendendo a carezzarlo con decisione, massaggiandogli i muscoli della schiena flessuosa bianca con macchie tartaruga.

Il suo gattino aveva già sette anni, un’età a dir poco scandalosa per il Riconoscimento di una nobile di alto rango come lei. Un Animale famiglio in genere era riconosciuto in tempi brevissimi, in modo da procedere il più velocemente possibile al suo addestramento e alla sua educazione. Non che Famiglio ne avesse bisogno: si era subito dimostrato molto sensibile alle variazioni di umore e allo stato di salute della piccola Allysia, fin da quand’era venuta al mondo, e la sua capacità di adeguarsi a tutto pur di stare con la bambina era nota a tutti, anche ad Allysia, che spesso ne era commossa fino alle lacrime.

Sua madre la guardava nascosta dietro lo stipite della porta, sorridendo mestamente: la sua era una bambina intelligentissima, bellissima, coraggiosissima. Sembrava che tutto in Allysia fosse portato all’eccesso, pregi e difetti, e la sua scura bambina poteva arrivare a una bontà celestiale e, quand’era arrabbiata, a picchi di cattiveria che avrebbero fatto tremare un Mago Oscuro. Ma se c’era una cosa che la rassicurava, era che Allysia non era mai crudele, o spietata senza motivo: il seme della giustizia che era radicato nella sua anima senza che nessuno ve lo avesse mai piantato cresceva rigoglioso, illuminando i grandi occhi verdi di mille riflessi.

Si fece avanti e sospirò, palesandosi alla bambina, che alzò gli occhi decisi su di lei.

<< Vi siete abbigliata con molta cura, oggi.>> osservò la donna, che si rivolgeva sempre alla figlia come a una persona adulta, anche se spesso avrebbe solo voluto coccolarla e tenerla stretta e fare tutte quelle cose che le mamme sono costrette a fare con i loro bambini di sette anni, e che lei avrebbe abbracciato con una gioia tale che tutte le nobili del casato avrebbero storto i loro brutti musi arcigni. Sospirò di nuovo, guardando il vestito nero che la bambina aveva addosso, pensando a quanto sarebbe stata meglio in rosa, verde, in toni chiari, pastello, adatti a una bambina. E invece no, Allysia si vestiva sempre di scuro, e con una cura quasi maniacale, imponendo alle Ninfali di cucire per lei stoffe prive di trine o merletti. La sua bambina ordinava abiti rigorosamente comodi ma dal taglio perfetto. Sapeva comportarsi in società meglio di alcune anziane dei Casati di Scozia, e senza dubbio meglio della sua stessa madre, che veniva da un mondo così allegro, libero e luccicante …

<< Volevo essere perfetta. Sapete, oggi viene l’Agnitor. Non voglio dare allo Zio nessuna ragione per criticarmi o contrastarmi in qualche modo.>>

Eleanor Dawnrose Grendhal di Lower dei Boschi non riuscì a trattenere un minuscolo ghigno, perfettamente d’accordo con la linea di pensiero della sua unica figlia: suo cognato cercava sempre di mettere i bastoni fra le ruote a quelle due streghe così somiglianti, tanto lontane dall’austerità della vita dei maghi nobili McNamara quanto lui lo era dal meraviglioso mondo dello spettacolo da cui Eleanor era stata costretta a ritirarsi, incinta del secondogenito della Casa. Che l’aveva sposata, rendendole il suo onore… Di cui Eleanor non si era affatto curata, leggendo negli occhi di quel giovane nobile che sapeva della sua magia e la guardava con gli occhi scuri ardenti di passione, amore e devozione. Sentimenti che s' irradiavano da lui sempre più forti, più densi, per lei e per la loro bambina, che adorava suo padre e riempiva le giornate di sua madre.

<< Avete fatto bene. – rispose con garbo, posandole una carezza sulla fronte bianca – Siete davvero molto bella, e anche il vostro Famiglio lo è. Sono sicura che il Riconoscimento avverrà senza problemi di sorta. Quando si è trattato della mia Mared, i pronostici erano davvero peggiori, eppure vedete come ci amiamo.>> Il gatto di razza Bombay spuntò sinuosamente da dietro la porta, e guardò Eleanor con i  magnifici occhi gialli. La donna si chinò a prenderlo in braccio e affondò il viso nel suo manto lucente.

Ally annuì con entusiasmo: Mared era una gatta veramente bellissima e dolce, e anche Famiglio giocava volentieri con lei. Aveva un gran bisogno d’affetto, un aspetto di sua madre che la rendeva molto protettiva nei suoi confronti, quasi fosse lei la genitrice di quella donna tanto sottile e tanto bionda di cui aveva ereditato il colore degli occhi.

<< Mared per essere perfetta avrebbe dovuto avere gli occhi color del bronzo, vero?>> chiese allungando una manina per sfiorare la coda della gatta, che si chinò a prendere qualche carezza anche da lei.

Eleanor annuì con un sorriso pieno d’affetto:<< Sì, la varietà con gli occhi gialli non è comunemente accettata, ma io la amo anche per questa sua diversità. Gli dei sanno bene quanto io differisca in tante piccole cose dalle Nobili di Alto Rango dei Casati di scozia. E’ adatta a me anche in questo, temo.>>

Si scambiarono un sorriso complice. Eleanor aveva aiutato la figlia a cercare tutte le notizie possibili sui Famigli, sui loro Riconoscimenti, sugli standard di razza. E la donna aveva avuto la conferma di ciò che pensava: che la piccola Allysia fosse una Strega Nobile purissima, ma che la sua cultura, il suo modo di pensare fossero totalmente diversi da quelli di Scozia. Un giorno sarebbe stata allontanata da quella terra che amava, e avrebbe sofferto molto, Eleanor l’aveva visto chiaramente grazie al suo potere… Sì, quel giorno lei avrebbe potuto finalmente abbracciare la sua bambina. Non aveva senso essere tristi. Il dolore, la distruzione erano parte integrante della vita. I McNamara avevano nel sangue quel senso di devastazione che rinnovava: era nel loro animale magico, ed era in lei che li aveva accettati come famiglia… per questo Mared era un gatto e non una volpe, l’animale dei Grendhal di Lower.

<< Va bene. – Allysia si tirò indietro e puntò gli occhi decisi in quelli spaiati di Famiglio - Saremo comunque sempre meglio del Cugino Ephram – gli disse con un sorrisetto di superiorità – che, sappi bene, è l’unico motivo per cui lo Zio ha tardato tanto a farti Riconoscere>>

<< Allysia! – la rimproverò sua madre – Non dite queste cattiverie.>>

<< Ma è vero!>> insistette la ragazzina, tornando ad accarezzare il suo gatto.

Eleanor sospirò:<< Sì, è vero. – confermò – Ma il giovane Ephram non le merita>> concluse raddolcita dal pensiero di quel bambino così serio e malinconico.

Allysia non sollevò lo sguardo dal suo gatto, ma si adombrò. A dodici anni, il Cugino Ephram non aveva ancora trovato il suo Animale Guida, fatto che il Padre gli rimproverava con una assoluta quanto irritante frequenza. Ephram sembrava troppo triste e noioso anche solo per pensare di frequentarlo, e lei era il più delle volte ben felice che suo Zio glielo tenesse lontano. Però quando lo Zio lo rimproverava per delle colpe non sue, quando gli dava compiti del tutto inadatti ad un bambino, ad Allysia dispiaceva per lui. Così a volte combinava qualche guaio che distraesse suo Zio, oppure andava a esercitarsi a cantare con sua Madre nel giardino proprio sotto la sua finestra, perché si sentisse meno solo. Sorrise appena: per lo più preferiva un altro metodo però, per scuoterlo. Peccato che non funzionasse.

Si riscosse nel sentire dei passi risuonare nel corridoio di pietra del castello, e anche sua madre tese lo sguardo.

<< Arriva.>> le bisbigliò.

Ally annuì, guardando sua madre negli occhi verde acceso che aveva ereditato, e che il suo potere aveva reso cangianti e più scuri, a seconda dell’umore. Quanto era luminosa, sua madre! Allysia sapeva quanto le costasse vestirsi di scuro. In questo erano diverse come in mille altre cose.

 

Tornò a guardare la porta. Non si era mai visto uno sguardo più deciso in una creatura tanto giovane. Ma Eleanor sapeva che nulla accadeva per caso, e si volse verso la porta, con ancora Mared tra le braccia.

<< E’ qui. -  mormorò una voce gelida – Venite, Agnitor. Ephram, fatti avanti.>>

<< Sì, padre >> rispose una voce educata ancora acerba.

Un ragazzino varcò la soglia della stanza. Occhi e capelli scuri, Ephram mosse qualche passo e si avvicinò alla sposa di suo Zio.

Eleanor  guardò con un misto di tenerezza e comprensione il giovane che sfuggiva il suo sguardo e che si scostò, lasciando entrare l’anziano Agnitor e suo padre.

Allysia fece un passo avanti, la testa alta e lo sguardo fiero. Aveva rivolto domande a tutti, consultato libri dalle parole difficili, sia Magici sia Normali. Aveva studiato il suo gatto in ogni aspetto. E ora otteneva ciò che le spettava, in barba a quello Zio prepotente e con gli occhi viola così scuri da sembrare blu, o color prugna. Suo Zio era uno specchio potente… e pesante, per quel che ne pensava Allysia. Mentre Ephram… sembrava così … triste. Come se usasse il suo Potere su se stesso, anziché sugli altri. La Confusione era un’Abilità complicata, e Allysia cercava sempre di provocarlo a usarla su di lei. Ma Ephram era troppo buono, troppo paziente. La piccola Allysia ci aveva fatto caso: quando si arrabbiava, era molto più probabile che uscisse dalla stanza contraendo i muscoli della nuca. Li aveva visti tendersi sotto le ampie vesti scure ogni volta che le voltava le spalle. Gli avrebbe fatto male, un giorno o l’altro, tutto quell’autocontrollo.

Si concentrò sulla condizione attuale.

<< Buongiorno, Zio. Buongiorno, Cugino Ephram. Buongiorno, Agnitor.>> mormorò compita, una pausa tra ogni saluto e l’appellativo, come il protocollo richiedeva.

L’Agnitor era di certo molto anziano e, Allysia ne era sicura, anche uno dei più autorevoli.

Solo il meglio per i McNamara, giusto?

Lo vide annuire e raggiungere con gli occhi vivaci il suo gatto. Era un vecchietto calvo e occhialuto, e si capiva che la sua Vocazione lo rendeva appagato e felice. Ad Allysia piacque istintivamente.

<< Qui - mormorò l’uomo – Qui da me, giovane Strega. Portatemi quel vostro Animale. >>

<< Subito, signore >> rispose la bambina di buon umore, e richiamò Famiglio con un cenno. Il gatto, vigile, scese dal divanetto e corse saltellando verso la sua Strega, balzandole in braccio con incredibile agilità. Una volta strusciatosi contro il mento della piccola Allysia, miagolò delicatamente.

<< Ottima voce. In definitiva, un Gatto. >> accertò l’uomo.

<< E’ l’Animale di Famiglia >> confermò suo Zio, tetro.

La bambina consegnò il gatto all’anziano Agnitor, ma lui non lo prese. Lo soppesò invece, lasciando che lei lo reggesse con le braccine tese.

<< Si direbbe un Mi–ke – osservò con voce soffocata. Appena lo toccò, Famiglio gli prese un dito tra le zampette e gli puntò in faccia gli occhi spaiati – Giovane curioso – continuò l’anziano. La bambina annuì – Ha orecchie grandi, distanziate e dritte, testa triangolare, con i lati smussati, curvi – gradualmente lo tastava con le mani pallide e delicate – Naso lungo, cuscinetti dei baffi evidenti – girò la testolina di profilo in un gesto affatto brusco – occhi grandi e ovali, obliqui, decisamente obliqui. Il corpo è snello – l’uomo sembrava del tutto assorto, come se non stesse parlando con loro, ma con se stesso. Allysia ne era affascinata . E l’Agnitor toccava il collo, scendendo lateralmente alle spalle, lungo il torace – ma muscoloso. Gambe lunghe, snelle e sottili – Famiglio aveva tirato su una zampetta -  Ma non così delicate. Molto bene. Arti posteriori… lunghi? Più lunghi di quelli anteriori. Coda breve, a pon pon. Mettetelo giù, bambina.>>

Allysia eseguì senza fiatare sotto lo sguardo malevolo di suo Zio. Famiglio cominciò a camminarle intorno.

<< Ecco, ecco – osservò l’uomo – ha la schiena parallela al suolo, tiene flesse le zampe posteriori, che sono più lunghe di quelle anteriori. In definitiva, credo che questo sia un puro Japanese Bobtail dal pelo corto, ed uno dei più rari, come dimostrato dai suoi grandi occhi. >>

Rivolgeva le sue spiegazioni a chiunque volesse starle a sentire. Allysia sorrideva compiaciuta e contenta.

<< E’ molto vivace, vero?>> mormorò in tono benevolo l’anziano Agnitor.

Allysia annuì, scoccando al gattino un’occhiata di pura devozione.

L’uomo annuì di rimando, ripetutamente. Chiese ad Allysia di riprendere in braccio Famiglio e osservò con interesse Allysia spalancare semplicemente le braccia e il gatto tornarvi come se non volesse far altro.

Allora pose le mani sulla fronte della bambina e sulla testa del Catalizzatore Magico. Allysia aveva letto anche di quella parte del Riconoscimento, meno approfondita perché più personale e alla discrezione dell’Agnitor. Misurava il legame tra la strega e la sua guida e Allysia inspirò profondamente e chiuse gli occhi.

<< Incantevole>> mormorò l’anziano dopo qualche minuto di approfondita riflessione da parte del mago, e paziente attesa di tutti gli altri.

<< Cosa?>> chiese con voce acida il Capofamiglia.

L’Agnitor ritrasse le mani e Allysia riaprì le iridi smeraldine su di lui.

<< La Strega e il Famiglio hanno stabilito un’intimità straordinaria. Lo stesso pensiero, la stessa devozione – acceso d’entusiasmo si rivolse direttamente alla bambina – Ditemi, piccola cara: vi parla? Sentite la sua voce tra i vostri pensieri?>>

<< Talvolta – Allysia gli rivolse un sorriso smagliante – Ha una voce molto delicata, e non la usa molto spesso. Ma ci esercitiamo. Sono certa che a breve potremo fare lunghi discorsi, lui ed io. >>

<< Oh, bene, bene. E che altro fate? >> chiese interessato il vecchio mago.

Allysia ci pensò su: << Per lo più giochiamo insieme. A Famiglio piacciono le mie illusioni e talvolta creo dei regali per lui. E corriamo nell’erba, ci arrampichiamo e cantiamo. Cantiamo tantissimo.>> sottolineò con un altro sorriso smagliante.

<< Vi prego di perdonare l’impudenza di mia nipote, Onorabile Agnitor…>>

Allysia volò con gli occhi verso suo zio, che teneva le labbra arricciate per lo sdegno, e si accigliò per un momento. Ma l’Agnitor si tirò in piedi e abbozzò una piccola risata:<< Tutt’altro, Capofamiglia McNamara. La bambina sta stabilendo col suo gatto un legame molto profondo che progredirà nel tempo. Hanno una relazione eccezionale e… Allysia, strega bambina, potrò assistere qualche volta ai vostri giochi? Sono molto curioso…>>

Allysia s’illuminò: mai ricevuta tanta approvazione da un adulto, per di più presentato da suo Zio!

<< Ma certo! – gridò quasi, poi spalancò i grandi occhi verdi – Se… se mio Zio acconsente, se il mio Signore è d’accordo, è ovvio…>>

Il Capofamiglia rimase in silenzio per qualche minuto. Poi, torvo, annuì.

Allysia stirò le labbra in un’espressione fiera e sorniona e annuì di rimando, mentre l’Agnitor si congedava e il Capofamiglia lo scortava fuori dalla stanza.

Presa dall’euforia, rivolse un grande sorriso prima a sua madre e poi a Ephram, che la guardava di sottecchi.

<< Cosa c’è, Cugino Ephram? – gli chiese diretta – Volete giocare anche voi con me e Famiglio?>>

Il ragazzino assunse un’espressione severa. << Non posso – rispose in tono distaccato – Devo studiare >>

Ma si vedeva che gli costava.

Allysia sapeva che i muscoli della sua nuca si stavano tendendo in quel modo bizzarro, ed ebbe per una volta compassione di lui.

Si avvicinò a sua madre e la cercò con gli occhi, poi si rivolse di nuovo al Cugino.

<< Vorrà dire che anticiperò i miei esercizi di canto, e giocherò dopo, quando potrete tenerci compagnia, Cugino Primogenito. D’accordo?>>

Ephram non se l’aspettava. Con espressione esterrefatta, annuì e uscì velocemente dalla stanza, voltando loro le spalle senza salutare.

<< E’ proprio un sempliciotto. >> commentò Allysia corrugando un sopracciglio, senza curarsi di abbassare la voce. Sua madre le posò una mano sulla testa e le accarezzò i lunghi capelli corvini.

<< Sono fiera di voi, piccola mia. Avete dimostrato gentilezza d’animo con questo invito e sono certa che il Primogenito sia corso a studiare per giocare quanto prima – si abbassò sulle ginocchia per guardare negli occhi la bambina – Ma non prendetevela se non vi verrà concesso. Lo Zio si arrabbierà e darà a tutti dell’altro lavoro.>>

<< Ma non è giusto!>> Allysia strinse di più a sé Famiglio, e anche lui protestò.

Gli occhi di Eleanor le davano ragione, ma dicevano anche che non avrebbe potuto ribellarsi.

<< Fate sentire a vostro Cugino che gli siete vicina >> le consigliò.

Allysia s’impensierì e poi annuì decisa.

<< Fate chiamare il maestro di musica, madre. Canteremo in giardino! Sotto la finestra del povero Cugino Ephram, così potrà sentirmi.>>

Si scambiarono un sorriso e Allysia si ritrovò a pensare che mai e poi mai avrebbe voluto essere una Capofamiglia, e mai avrebbe voluto un’altra madre al posto della sua: a differenza della Zia, Eleanor stava vicina il più possibile a lei e le dimostrava che l’amava.

<<  Molto bene – si congratulò sua madre, tornando in piedi. -  Molto bene>> mormorò di nuovo, mentre Allysia correva con Famiglio fuori dalla stanza.

Cara Allysia! Eleanor si chiese se avrebbe trovato persone che la comprendessero, un giorno. Gli occhi di Mared brillarono come illuminati dal sole, ed Eleanor vide chiaramente: un giorno tra questi anche suo Cugino Ephram l’avrebbe appoggiata e approvata. Un giorno molto difficile, e oscuro, ancora molto lontano. Insieme a molti altri.

Si rasserenò.

Un giorno la sua bambina sarebbe stata pienamente amata, proprio come meritava.

Ecco il primo a-side della Saga dei Maghi! (come ho appena deciso di chiamarla) Un piccolo missing moment molto importante nella vita di un Mago o di una Strega, ossia il Riconoscimento del Catalizzatore Magico. Per i McNamara solo il meglio, giusto? Proprio come pensa Allysia! Cosa pensate della Allysia bambina e dei suoi atteggiamenti da Strega adulta? Vi fa tenerezza o pensate che sia un piccolo mostro pieno di sè, come di tanto in tanto viene da credere a me? E che effetto vi fa questo Ephram dodicenne tanto serio e compassato? M'immagino questo bambino che volta le spalle alla sua cuginetta dispettosa per non litigare con lei e non usare il suo potere e mi fa una tenerezza infinita! Povero cucciolo! Invece, credo che si sia capito che ho letteralmente un' adorazione per Eleanor: ma non è magnifica?

Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto con ansia commenti di sorta! Fatemi questo piacere, anche voi che mi avete messo tra i preferiti e i seguiti, lasciatemi le vostre impressioni!

Un bacio,

La Fleur.

  
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