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Autore: Martyx1988    17/05/2010    3 recensioni
La giovane Hanon è tormentata da un ricordo della sua infanzia da ormai molte notti: un bambino con la schiena squarciata, ricoperto di sangue, la guarda con occhi imploranti. Anche Murtagh rivede nei sogni lo stesso episodio, solo dal punto di vista del bambino insanguinato riverso a terra. Il destino li farà incontrare più volte e li metterà di fronte ad un segreto che Selena aveva meticolosamente tenuto nascosto a entrambi...
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Twins

CAPITOLO 20

Allora, tutto chiaro?
Sì, sì! È la sesta volta che me lo chiedi! sbottò Hanon, cercando di mettere in quel pensiero tutta la sua irritazione.
Guarda che lo faccio per te, io non ne ricavo niente da questo stupido combattimento. Mi sarei rifiutato, se avessi potuto.
Lo so, Murtagh, ma così fai agitare anche me sospirò Non vedo l’ora che sia finita…
Hanon si alzò dal suo giaciglio di paglia e andò a sbirciare oltre la tenta che divideva la sua stanza dal resto degli alloggi. C’era un viavai continuo, più frenetico di quello che aveva visto nella mensa dell’esercito.
Gli invitati al banchetto erano arrivati da un pezzo, mandando in subbuglio l’intero palazzo e soprattutto lei. Non le parve più una buona idea aver accettato di partecipare allo scontro, checché ne dicesse Sem. Alla fine dei conti era tutta colpa sua! L’unica speranza che aveva era Murtagh. Era incredibile come la sua presenza, anche non fisica, riuscisse a calmarle l’animo. Sin dalla prima volta in cui l’aveva visto l’aveva sentito vicino, quasi fosse una parte di sé che mancava. Inoltre aveva sempre il consiglio giusto da darle e c’era sempre stato quando aveva avuto bisogno.
Sperò con tutto il cuore che il suo piano funzionasse.
Qualcuno entrò dalla porta principale, accompagnato da un ritmico clangore metallico: un soldato.
"Sto cercando una ragazza di nome Hanon" disse alla prima serva che gli capitò sotto tiro.
"Sono qui" rispose lei senza indugi, uscendo da dietro la tenda.
Il soldato le porse un fagotto con poca grazia "Dovrai indossarlo durante il combattimento, fatti trovare davanti alla sala del trono appena sei pronta"
Hanon annuì e si dileguò velocemente nella sua stanza, per sfuggire agli sguardi curiosi degli altri servi e a quello apprensivo di Olga.
Quando le aveva detto il motivo per cui non avrebbe potuto dare una mano in cucina durante il banchetto, la donna era sbiancata e le aveva chiesto il motivo di quella proposta. Hanon le aveva allora raccontato cosa era successo alla mensa dell’esercito. Olga si era portata le mani al volto sconvolta quando le aveva parlato di Murtagh e aveva iniziato a chiederle quanto sapesse di lui. Ovviamente le aveva fatto credere che quella fosse stata la prima volta che l’aveva visto dall'incidente nel recinto di Shruikan, ma ciò non l’aveva tranquillizzata più di tanto.
Nel fagotto che le era stato consegnato trovò un paio di brache in pelle e un corpetto striminzito che le lasciava scoperte tutte le braccia. Li indossò riluttante insieme ai suoi soliti stivali, quindi legò i capelli in una lunga treccia dimodochè non le dessero fastidio durante il combattimento. Si diede poi un’occhiata allo specchio sporco della stanza.
Sembro una sgualdrina pensò disgustata, rimpiangendo i suoi abiti da serva.
Non è il tuo maggior problema, al momento, direi le rispose Murtagh sempre più teso.
Tu sei pronto?
Quasi.
Allora ci vediamo davanti all’entrata della sala.
Si allontanò dallo specchio cercando di dimenticare l’immagine che esso aveva riflesso e uscì rapida dalle stanze della servitù senza lasciare agli altri servi il tempo di notarla.
Trovò un paggio ad attenderla nel corridoio. Ad un suo cenno si incamminarono verso la sala, in lontananza le voci concitate dei commensali le fecero intuire che i festeggiamenti stavano andando alla grande. Mancava solo la ciliegina sulla torta. Cercò di distrarsi ripassando mentalmente i passaggi del prestabilito e di rallentare i battiti frenetici del suo cuore adattandoli al ritmo che il combattimento avrebbe avuto.
L’immensa porta della sala del trono comparve troppo presto e la sua agitazione aumentò. Il paggio la lasciò e ripercorse il corridoio a ritroso, seguito con lo sguardo dalla ragazza. Immediatamente le sembrò che i muri si stessero stringendo su di lei e che il soffitto stesse diventando immensamente più alto. Il respiro le si fece affannoso e fu colta da un improvviso istinto di fuga. Non appena mosse il primo passo, però, incrociò lo sguardo altrettanto teso di Murtagh e finalmente tornò la pace.
L’abbigliamento del Cavaliere non differiva molto dal suo, ma la casacca che portava sul petto lo copriva totalmente ed era sormontata da un giustacuore in cuoio.
Andrà tutto bene le disse nella mente accompagnando il pensiero con un cenno del capo. Hanon rispose allo stesso modo.
Le porte della sala si socchiusero per lasciar uscire un soldato con in mano un grosso contenitore in legno. Dietro di lui comparve Sem, nervoso forse più degli altri due ragazzi. Si scambiò un cenno d’assenso con Murtagh, quindi lasciò indugiare lo sguardo preoccupato su Hanon. Questa, però, lo distolse quasi subito, impassibile.
Sem prese allora un profondo respiro e iniziò a parlare.
"Lo scontro avrà inizio a breve. Avrete a disposizione due armi a testa, da usare come meglio ritenete"
Il soldato aprì il contenitore mostrandone il contenuto: due spade e due pugnali di semplice fattura.
"Andrete avanti finché uno dei due non risulterà vincitore o fino a quando il re stesso non darà l’ordine di terminare. Buona fortuna"
Hanon e Murtagh si avvicinarono al soldato per prendere ognuno un pugnale e una spada.
Useremo solo la spada, rinfodera il pugnale appena dopo l’inchino le disse Murtagh. Hanon assentì.
I battenti vennero quindi aperti del tutto per permettere loro di entrare dietro il principe. Vennero subito investiti dal chiasso che albergava nella sala, ma che si affievolì a poco a poco insieme al loro avanzare, finché non rimase che qualche bisbiglio. Gli occhi del re si piantarono avidi su Hanon, ma quelli azzurri di lei non cedettero il passo se non durante l’inchino.
"Mio signore, i guerrieri sono pronti" annunciò Sem con voce tremante.
Galbatorix fece un ampio gesto con la mano e il principe e il soldato si dileguarono dietro le tavolate per lasciar spazio allo scontro.
Murtagh e Hanon rinfoderarono i pugnali e si misero in guardia l’uno davanti all’altro.
"Si dia inizio alla battaglia!" annunciò pomposo il re.
Ora! ordinò Murtagh, quindi si lanciò contro Hanon.
Riuscirono subito a dare al combattimento il ritmo giusto, Hanon dimostrò una destrezza che nessuno avrebbe immaginato, di molto superiore a quella che aveva visto il giorno prima. Aveva la battaglia nel sangue, era agile e veloce come un gatto e rispondeva prontamente ai suoi colpi e alle sue indicazioni. In breve la paura dei due ragazzi lasciò spazio all’adrenalina e al divertimento, si estraniarono dal resto del mondo, dimentichi del banchetto e degli occhi del re sempre più luminosi e bramosi. Hanon sentì crescere in lei una gioia mai provata, era elettrizzata e smaniosa di continuare a combattere. Si sorprese della scontentezza che provò quando il combattimento volse al termine.
Come deciso, erano in parità, ciascuno con la lama vicina al collo dell’avversario. Murtagh le sorrideva soddisfatto e piacevolmente sorpreso. Hanon ricambiò con un sorriso che sapeva di sfida. Intorno a loro si alzò un boato di applausi e urla di gradimento, alcune poco fini nei confronti di Hanon, ma un gesto del re zittì tutti quanti.
"Non mi accontento di un pareggio. Proseguite" ordinò gelido.
Il cuore di Murtagh mancò un battito, ma il Cavaliere cercò di dissimulare l’orrore che stava provando. Hanon invece non aveva cambiato di un pelo la sua espressione. Abbassarono meccanicamente le armi e si rimisero in guardia.
Cerca di starmi dietro provò a dirle Murtagh, ma andò a sbattere contro un’imponente barriera.
Si accorse appena in tempo dell’attacco repentino di Hanon e lo parò con non poca difficoltà. Oltre le lame scorse nel fondo delle pupille della ragazza una luce strana.
Hanon! la chiamò ancora, in balia dei suoi attacchi, ma scontrò ancora il muro.
Maledicendola, iniziò a contrattaccare e a farla retrocedere, ma ben presto si ritrovarono nuovamente in perfetto equilibrio, con la sola differenza che Murtagh ora stava combattendo al massimo delle sue possibilità…e Galbatorix lo sapeva.
Hanon non dava cenni di volersi arrendere e decise di usare anche la seconda arma a sua disposizione. Si dimostrò ancora più abile col pugnale che con la spada e costrinse Murtagh ad usarlo a sua volta. Il ritmo aumentò, nessuno dei due dava segni di cedimento. Il finale arrivò all’improvviso, inaspettato. Murtagh evitò un tondo col pugnale di Hanon e tentò un affondo. La ragazza però riuscì a pararlo e, con una rapida rotazione del polso, disarmò l’avversario andando poi a puntargli la lama alla gola.
Un silenzio tombale calò sulla sala e tutti gli sguardi si concentrarono su Hanon, quello di Murtagh più intensamente degli altri. Lentamente Hanon riprese coscienza di ciò che era appena successo e la maschera di sfida lasciò il posto ad un’espressione seriamente preoccupata. Abbatté la barriera mentale appena sentì Murtagh sfiorarla col pensiero.
Che cosa hai fatto, Hanon?

Saaaalve lettori e lettrici pazienti!
Lo so, sono in ritardo mostruoso, vogliate perdonarmi ed essere clementi...
Un capitolo decisamente più movimentato del precedente, spero vi piaccia (vi consiglio di leggerlo con sotto il brano musicale Requiem for a dream, almeno, questo è quello che ho fatto io)
Ringrazio Thyarah e sara96_98 per i loro fedeli commenti e ribadisco che questa storia non resterà incompiuta, promesso :) grazie anche a chi ha messo la storia tra i preferiti, chi la segue e chi la legge solamente.
A presto!
   
 
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