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Autore: Elosaliceverso    18/05/2010    5 recensioni
Il dolore dei bambini nati senza padre è come una lunga spina spuntata piantata da qualche parte appena sopra lo stomaco, un dolore ottuso, svuotato, che certe giornate non si avverte nemmeno; ma poi ci sono momenti in cui la ferita si gonfia, pulsa, si stringe attorno alla spina e lo stomaco duole, fa male il cuore.
Ad Hanako quel dolore è un dolore familiare, perché lei non ha ricordo alcuno dell'odore di suo padre, della sua voce, non ha ricordi di giorni passati sulle spalle di qualcun altro. Suo padre era uno sconosciuto per la sua stessa figlia, sua madre non ha avuto il tempo, l'interesse, di tenerla tra le braccia. Hanako vorrebbe che per Shisui quei ricordi ci fossero: vorrebbe dare Itachi a Shisui, ma Itachi non c'è, Itachi è andato dove lei e il bambino non possono raggiungerlo, dall'altra parte del vento.
[...]
Una raccolta di storie sull'infanzia (e forse anche altro) di Itachi, Shisui e Sasuke. Frammenti di giornata e di dettagli di tre vite spezzate raccolte in un caleidoscopio senza pretese di completezza, verità o perfezione. Collegato a Il Giardino dei Mandorli e Cronache dalle Terre di Suna - Tagliavento.
Elos&Salice
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Shisui Uchiha
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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[Itachi , Hanayuki, Sasuke, Shisui]




Shisui e Itachi – 6 e 4 anni

- Stai fermo Shisui! - La voce di Mikoto trilla argentina nella grande casa degli Uchiha.
- Zia Mikoto, fa presto, voglio vedere vedere quanto sono cresciuto! - Shisui si agita e saltella sui talloni finché Mikoto non gli mette una mano sulla spalla, dolcemente ma con fermezza, e con l'altra traccia veloce un segno all'altezza del ciuffo ribelle del bambino.
- Ecco fatto! - Sospira. Dietro sua madre, Itachi guarda la scena con il suo faccino serio: questo almeno finché Shisui non lo afferra per una mano, mettendolo accanto allo stipite.
- Zia! Misura anche Itachi! -
La donna sorride e, siccome Itachi non dice nulla e si limita a scoccare un'occhiataccia al cugino, misura anche lui.
- Ecco qua. Sei più basso di Shisui alla tua età, Itachi, ma non preoccuparti, ognuno hai i suoi tempi e i suoi modi per crescere. -
Shisui ghigna e molla una gomitata al cuginetto, che risponde con un pugno e il volto imbronciato. E' solo un istante, ma in quel momento il volto di Itachi è vivace e mobile, pieno di vita. Solo per Shisui. Dopo un attimo torna ad essere un adulto in miniatura, che ignora con distacco le provocazioni del cugino.
Mikoto finge di non vedere, e disegna una donnola accanto all'ultimo segno tracciato; poi si rialza, lisciandosi i vestiti.
- E se invece di litigare facessimo merenda? - Domanda con finta noncuranza. La piccola zuffa cessa immediatamente, e i sue bambini sorridono. Uno entusiasta, l'altro vagamente incerto.
- Sì! - Risponde urlando per entrambi Shisui, afferrando Itachi per un braccio e trascinandolo verso la cucina.
Mikoto sorride e li segue.


Hanayuki – 5 anni

- E qui che cosa c'è, zia Mikoto? - Domanda Hanayuki, saltellando per la casa sino a fermarsi davanti ad uno stipite di legno: dal metro e mezzo in giù è gremito di piccole righe orizzontali, spesso accompagnate da un'iniziale o un piccolo disegno.
Mikoto abbandona la veranda, lasciando la culla dove Sasuke dorme beato all'ombra del ciliegio. Quando raggiunge la porta si china a guardare i segni e sorride alla bambina.
- Sono segnate le altezze di Shisui e Itachi. Vedi questo? - E indica un trattino piuttosto basso. - E' Itachi a quattro anni, mentre questo è Shisui a cinque, a sei e qua... Sette e otto. - Hanayuki sgrana gli occhi e li fissa avidamente.
- Quali sono quelli di Itachi, zia Mikoto? -
- Quelli con la donnola disegnata. Gli altri sono di Shisui. -
- Misuri anche me? - Domanda, con gli occhi scuri sgranati, mentre già batte le mani e sorride. A Mikoto non resta che sospirare e sorridere.
- Va bene, mettiti qua... - Si inginocchia accanto alla bambina, che la fissa ansiosa, con sguardo serio.
- Quanto sono alta? - Domanda con un filo di voce.
Mikoto trattiene il sorriso e la fissa seriamente, aggrottando addirittura le sopracciglia. La bambina si agita un poco, sollevando le mani a tastarsi la testa, come se volesse controllare di esserci per davvero tutta, lì accanto alla porta. Dopo un istante, quando sembra che Hanayuki non ce la faccia quasi più dall'ansia, distende il volto in un sorriso e traccia una riga sul legno, per poi afferrarla per le spalle e farla voltare:
- Ecco qua! Sei alta come Itachi alla tua età, ma meno di Shisui a cinque anni! Credo che lui sarà il più alto di tutti. Quando smetterà di crescere, ecco. - Mikoto si rialza, ma Hanayuki resta a guardare la riga sottile appena tracciata sul legno morbido, che va a sovrapporsi a quella di Itachi. Sorride. Quello che la bambina vede non è una linea, ma un segnale che conduce a Itachi.
L'incanto dura il tempo di un secondo, perché Sasuke si sveglia, solo in veranda, e scoppia a piangere. Mikoto si affretta ad attraversare il corridoio e ad uscire fuori, lasciando cadere la penna.
Hanayuki la afferra, e velocemente scarabocchia un fiore accanto alla donnola. E' storto e irregolare, disegnato sul muro, ma i suoi petali sono a forma di cuore.


Sasuke – 4 anni

Piove fuori, e le nuvole grige si stringono come una cappa sul villaggio della foglia in un'atmosfera uggiosa. Sasuke rientra a casa e sospira. Scalcia via i sandali bagnati e saltella a piedi nudi verso la cucina, dove la luce gialla della lampada e la voce di Mikoto che canticchia sembrano una promessa di felicità. Lascia cadere la borsa accanto al tavolo e poi si lascia andare anche a lui, poco distante.
- Bentornato Sasuke! Ti sei allenato molto? - Gli domanda la madre, mentre con destrezza maneggia cinque o sei tra padelle, pentole e casseruole.
- Un po' – Fa spallucce. E' stanco morto, dopo aver lanciato kunai per tutto il giorno, ma piuttosto che piegare la schiena si puntella con i gomiti sul tavolo, cercando di tenersi dritto.
- Ancora un minuto e ti preparo la merenda, Sasuke. -
Ancora spallucce, troppo stanco per parlare, concentrato nello sforzo di tenersi sveglio. Dopo pochi istanti le campane a vento dell'ingresso suonano, con un tintinnio discreto. Itachi è rientrato a casa dalla missione e Sasuke si dimentica di essere stanco, affamato e bagnato, per corrergli incontro.
- Itachi! Itachi! - Vola verso la porta, mentre suo fratello si sta togliendo i sandali e il giubbotto da chunin zuppo. All'ultimo spicca un balzo, fiducioso che, anche se non lo sta guardando, Itachi lo afferrerà al volo. E così è. Un attimo nel vuoto e le braccia di suo fratello lo stringono, salde come quelle di un adulto.
- Sasuke! Non dovresti correre in questo modo, potresti farti male. - Lo rimbrotta, ma con il sorriso sulle labbra. E, tenendoselo sotto braccio come se fosse un pacchetto, se lo porta in cucina, da Mikoto. La donna sorride ad entrambi i suoi figli, mettendo loro davanti due tazze profumate di tè all'arancia e un piatto di biscotti. Mentre mangiano li osserva, sorridendo fino a che Itachi non posa lo sguardo sui pantaloni fradici di Sasuke.
- Vai a cambiarti Sasuke, o ti prenderai un malanno! -
Mikoto interviene ridendo:
- Sai Sasuke, bagnarsi i piedi fa crescere, e Itachi ha paura che un giorno sarai più alto di lui! -
Itachi non si scompone all'affermazione della madre, ma sbuffa. Sasuke sgrana gli occhi e tira la manica di suo fratello.
- E' vero Itachi? -
Il bambino più grande sorride, e gli scompiglia i capelli prima di alzarsi e andarsene con un biscotto tra i denti.
- No. - Dice soltanto, ma sorride ancora, mentre Mikoto ride davanti ai fornelli.
- Ha ragione Itachi, Sasuke. Si cresce solo mangiando i biscotti che fa la mamma! - Esclama, ma Sasuke è già in piedi, i pugni stretti e l'espressione entusiasta:
- Andiamo a misurarmi mamma! Scommetto che oggi sono cresciuto un sacco! -
- Sasuke, ti ho misurato l'altro ieri! Non puoi essere cresciuto così tanto! - Mikoto scuote il capo e torna in fretta ai fornelli, tra le pentole.
Sasuke si alza, zitto zitto e raggiunge la porta dove Mikoto li misura ogni mese. Solleva lo sguardo verso l'ultimo segno tracciato, così in alto che neppure sollevandosi in punta di piedi la sua testa raggiunge la riga più alta. Sasuke guarda Itachi, lassù sul muro; sa che farà qualsiasi cosa per raggiungerlo. E prima o poi ci riuscirà.


Itachi – 6 anni

Dopo il primo giorno d'Accademia Itachi non è stanco, ma un po' frastornato.
La grande casa degli Uchiha, pure con il piccolo Sasuke che piange tutta la notte e ciangotta allegro tutto il giorno, è molto più silenziosa dell'Accademia.
Quando rientra, però, è più silenziosa del solito: non c'è nessun gorgoglio, nessun sonaglio, né uno sbattere di pentole proveniente dalla cucina.
Tutti i sensi del bambino sono all'erta, pronti a cogliere il minimo rumore insolito. Si muove a piccoli passi, stringendo un kunai nella mano destra, quando all'improvviso da un angolo spunta una figura scura. Itachi sobbalza e fa un passo indietro, pronto a lanciare, per poi accorgersi che l'ombra comparsa nel vano della porta altri non è che Fugaku.
- Itachi! La mamma ha portato Sasuke dal dottore, e mi ha chiesto di aspettarti. - Fugaku tenta un sorriso. Non gli riesce molto bene, ma Itachi sa apprezzare lo sforzo e si ricompone, vagamente imbarazzato. - Non voleva che tornassi in una casa vuota. - Prosegue suo padre, probabilmente imbarazzato quando lui. Itachi annuisce serio, e fa per passare oltre, quando suo padre lo ferma:
- Aspetta. Mikoto... Voglio dire, la mamma mi ha anche chiesto di misurarti. Ha detto che te lo aveva promesso.-
Itachi si stringe nelle spalle. Nonostante sia solo un bambino, non è così infantile da pretendere tutte le attenzioni di Mikoto: sa che Sasuke è piccolo e ha la precedenza. Però Fugaku non demorde, e gli porge la mano, accennando di nuovo un sorriso: che stavolta però raggiunge anche gli occhi, anziché increspare solo le labbra. A Itachi viene spontaneo rispondere allo stesso modo.
- Facciamo questa cosa io e te e basta, va bene? - Propone quel grande uomo che è suo padre. Un ninja bravissimo, come Itachi sa, come gli hanno ripetuto mille volte in accademia, quel giorno.
Quel ninja grandissimo però è suo padre, che ora lo guarda un po' imabrazzato, e persino Itachi non vuole farsi sfuggire l'occasione di stare un po' da solo con lui: anche se a volte si sente vecchio a sei anni, Itachi è ancora un bambino.
Sorride e, mentre stringe la mano di Fugaku, si accorge che la casa silenziosa non è più inquietante
.





Sproloqui dell'autrice: Ecco qua. Un po' spezzettata e diversa dall'altra pubblicata, ma spero abbastanza fluff senza essere noiosa! In teoria i ringraziamente dovrebbe farli Elos, perchè sono tutti sul suo capitolo, ma appena innaugurato l'account già tenta di svicolare dalle regole e mi fa gli occhioni dolci perchè risponda io.
Ringrazio dunque
Tatan. wari ,Dita_Inkiostro , Gweiddi at Ecate per i gentilissimi commenti a "Il giardino dei Mandorli" e, in generale per le storie e Hanayuki, che ringrazierebbe sentitamente, se solo sapesse. Mi dispiace moltissimo aver pubblicato con questo enorme ritardo, ma la mia situazione familiare era un po' incasinata e tutt'ora non è migliorata. Ma i vostri commenti mi fanno bene all'anima, grazie.
Spero sia valsa l'attesa



Vostra Salice
Credits immagine : ItachiMakoto By Lily
  
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