Anime & Manga > Inuyasha
Ricorda la storia  |      
Autore: KiraKira90    19/05/2010    6 recensioni
“Ora basta, Kanna.” Nel buio silenzioso e fra tetre ragnatele, un ragno smetteva di guardare la sua preda più ambita, coi suoi mille occhi.
Mi suscita malinconia il suo triste destino e ho voluto farle un piccolo omaggio. Mi sono sentita in dovere e non so bene il perché. Spero di avervi trasmesso quello che a mio parere prova lei. Per far capire che è uno dei personaggi più tormentati della saga.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kikyo, Naraku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'One-shot collection'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

La vita di un riflesso.

 

 

 

Fluenti. Fili di seta intrecciati in una folta chioma corvina erano immoti. Come un velo uniforme, ricoprivano le sue nude spalle, pallide e candide come la luna piena. Bagliori accecanti le illuminavano il viso, che timido sbucava da quel manto nero e liscissimo.

Il suo riflesso era disturbato dalla sua stessa presenza nell’acqua.

Ad ogni passo, un piccolo scuotimento, che rendeva la sua immagine estremamente cambiata, ne disturbava la grazia. Un tripudio di colori che si mischiavano su una tavolozza liquida e che sapientemente tornavano alla loro origine, ad acque più chete. Un dipinto immodificabile.

C’era una donna dietro quella femminile pudicizia, dietro quelle esili braccia, intrecciate con il manto scuro che colava pesante lungo il suo profilo. Dietro esse, premute, due pienezze tonde, in apparenza morbide. Immersa nel fiume si stagliava con forza e leggerezza, con la sfrontatezza di chi è in grado di violare le leggi naturali e con la stessa malinconia di chi non l’ha chiesto.

Continuava a lasciare l’acqua colasse dalla piccola cascatella, ma nulla poteva lavare la sensazione di morte che la imperniava. Lei stessa era parte di lei. Un fantoccio vuoto, colmato da un’anima rancorosa che aveva dovuto strappare a della carne viva. Socchiuse le palpebre, riflessiva.

Un tempo non era così …

Si sfiorò il profilo delicato e liscio, come porcellana. La strega aveva avuto molta cura nei dettagli, ma per quanto si sforzasse, rimaneva pur sempre un corpo di terra e ossa. Non percepiva più gli odori dei fiori, né il tepore di un bacio. Riaprì gli occhi quasi disturbata da se stessa, scoprendo che l’indice le stava sfiorando le labbra. Non sentiva neppure l’acqua o il vento gelido che le sferzava la schiena.

Nulla.

Quel corpo si muoveva, parlava, ascoltava, ma non poteva sentire.

Condannata nuovamente, per la seconda volta.

La prima quando era ancora in vita, costretta a sentire sensazioni forti e letali, ma non potendole consumare. Lacerata da dei sentimenti che, per sua sfortuna, erano ricambiati. La seconda ora, quando consumarsi con lui fino alla morte le è pienamente possibile, ma impercettibile.

Quando il suo amore per lei è mutato, tutto è diventato ingiusto; ma era solo un corpo freddo che non poteva frapporsi fra il loro sangue caldo.

Il brutto della morte è che non permette di cambiare quanto si deve per affrontare la vita.

Camminava fra i vivi, ma era già morta e sapeva che l’unica cosa che poteva condividere con loro, era il suo breve cammino su quel bizzarro ed alternativo percorso.

Era tornata. Non per amore né per vendetta.

Per un crudele caso.

Smise di lasciare che il getto d’acqua la colpisse, portandosi al centro del piccolo bacino.

Li sentiva.

Con un ronzio elegante e sfuggente, inanimato, il primo Shinigami l’avvolse nelle sue fluttuanti spire, lasciando che la piccola sfera venisse inglobata dalla sua padrona. Si sentì meglio, quasi si fosse dissetata dopo una lunga astinenza. Si sentì pervasa dalla saggezza di un’anziana donna.

Giunse il secondo a farle respirare la vita che le veniva portata. Era un giovane uomo. Storse il naso non appena percepì che aveva ucciso per brama. Per fortuna il disgusto fu attenuato dalla purezza dello spirito di una fanciulla. Era molto piccola e piangeva.

Sentì quella malinconia svanire nella sua …

Quanto odiava dover rubare cose così preziose per i ningen di cui lei, un tempo, era custode e punto di riferimento. A volte scordava che lei di umano aveva solo il rancore e la tristezza. A volte si chiedeva se fosse sempre stata così, anche in vita. Ricordava di non essere felice, ma nemmeno triste come lo era ora.

Scacciò gli Shinigami, di cui il ronzio la disturbava e col passo felpato di chi non appartiene a nessun mondo, uscì dall’acqua.

Era morta con il rancore ed ora vagava con il rimpianto.

Non era abbastanza viva per piangere, ma abbastanza forte per proseguire.

Era un riflesso della sua vita passata.

 

***

 

“Ora basta, Kanna.”

Nel buio silenzioso e fra tetre ragnatele, un ragno smetteva di guardare la sua preda più ambita, coi suoi mille occhi.

“Sì. Sommo Naraku.” breve e concisa in quell’apatia innata. La stessa indifferenza di uno specchio, che mostra l’impietosa crudeltà del tempo a chi gli sta di fronte.

Il suo Signore attese che l’immagine di lei svanisse in quell’abisso di cristallo. Respirò lento per soffocare la brama che la vista di quel corpo smuoveva nel suo residuo umano.

Alla stregua di un ningen spiava furtivo e fuggiasco. Onigumo non si sarebbe mai saziato senza averla.

Non era la stessa Kikyo che aveva ucciso con le sue mani, ma ne era il semplice scheletro.

Un residuo d’ossa di una donna morbida e calda che quel brigante ogni notte sognava.

“Tsk.” Sorrise beffardo. “Sei solo un semplice riflesso in uno specchio.” Mormorò guardando la piccola serva cianotica. “Che io reggo in mano!”

L’aveva uccisa nel rancore, ma era ancora troppo viva per soddisfare il suo piacere.

Avrebbe soffocato entrambi.

 

Note autrice:

Non credo di aver scritto un gran capolavoro. Ne sono consapevole, ma mi sono stancata di veder sminuito questo personaggio.

Premetto non sono una sostenitrice sfegatata di una qualche coppia, ma trovo ci sia bisogno di più rispetto per alcuni complessi elementi del manga.

Io sono la prima ad amare la parodia, la presa in giro e quant’altro, ma mi rattrista vedere il pregiudizio anche per quanto riguarda personaggi immaginari.

È triste vedere come non si voglia vedere la fragilità di un personaggio solo per antipatia. Quando vado in cerca di una storia leggo sempre le recensioni degli altri per farmi una idea e sentire appellativi svilenti o commenti poco gentili mi fa dispiacere e non mi invoglia ad iniziare. Io amo la storia di Inuyasha e nonostante non sostenga il pairing Kikyo - Inuyasha, perché improbabile data la non vita di lei, ritengo sia un bel personaggio. Mi suscita malinconia il suo triste destino e ho voluto farle un piccolo omaggio.

Mi sono sentita in dovere e non so bene il perché.

Spero di avervi trasmesso quello che a mio parere prova lei. Per far capire che è uno dei personaggi più tormentati della saga.

A presto! Spero mi lascerete una vostra opinione.

P.S. grazie mille per le recensioni a “Il giardino di ghiaccio”

KissKiss KiraKira90

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: KiraKira90