Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: The White Lady    20/05/2010    1 recensioni
In una lontana notte del 1689, la vita di una giovane fanciulla viene cambiata completamente.
L'unica persona che può difenderla dalle ingiurie della corte dei Volturi è lui: Carlisle.
I due affronteranno insieme la sofferenza, e la cattiveria della famiglia con estremo coraggio.
Il loro amore sovrasterà ogni cosa da renderli uno parte dell'altra... ma ci riusciranno veramente ad essere felici?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Carlisle Cullen
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 9:

Un cuore straziato.

(punto di vista di Carlisle)



Mi risvegliai intontito come se avessi ricevuto un forte colpo in testa. Ero nella mia stanza con Alec, Demetri ed Aro che si guardavano in modo silente e vigile, seduti sulle poltrone vicino al caminetto. Perché avevano quell'aria da funerale? Cosa era successo mentre ero svenuto? Aro notò il mio risveglio, e si alzò e venne verso di me al mio capezzale. “La sentenza è stata attuata, ma nessuno di noi aveva il coraggio di vedere quello scempio del suo corpo, quindi siamo stati qui a farvi compagnia, spero che non vi dispiaccia, mio caro amico.”, la mia amata Roxanne in balia del veleno degli altri vampiri: tutti insieme c, che si avventavano sulla sua carne come un cane col proprio osso, non potevo sopportare quel pensiero!”Dobbiamo fare qualcosa! Anzi, devo fare qualcosa! Morirà se non li fermiamo!” dissi alzandomi con scatto felino in direzione della porta, però purtroppo Demetri mi anticipò e mi frenò, “Dottore calmatevi, è inutile fra poco la sentenza sarà conclusa e dobbiamo solo attendere e sperare per il meglio! E' una ragazza forte la vostra Roxanne, sono sicuro che ce la farà.” disse mettendomi una mano sulla spalla con fare sincero e rincuorante. Anche io volevo essere così certo e ottimista come Demetri dell'esito positivo di questa spiacevole situazione, ma come potevo stare con le mani in mano mentre lei stava agonizzando e patendo tra le pene più tremende: quanto essere arsi vivi fra le fiamme dell'inferno stesso?... “Amico mio, sedetevi, vi prego, agitarsi e tormentarsi in questa maniera non serve a nulla. So come vi sentite, anche io mi sento inerme di fronte a questa situazione. Vorrei poter fare qualcosa, ma non posso, ne andrebbe a scapito della vita della mia infante e non voglio concedere ai miei fratelli di dargli un motivo per infliggerle la morte ultima.” disse Aro accompagnandomi a sedere con lui. Alec fissava il fuoco con sguardo vitreo, in un modo paurosamente inquietante, sembrava essere anche lui molto in pena per Roxanne, in effetti, quando io ero occupato nelle faccende dei Volturi altrove e lei non poteva seguirmi, aveva instaurato un bel rapporto con lui: erano diventati molto amici, e di ciò ero sinceramente contento, ma vederlo in quello stato catatonico mi fece fremere ancora di più...rimanere indifferente a quello che le stava accadendo non faceva che aumentare la mia voglia di libertà, e di poterla prendere e scappare via, lontano. “Dottore voi sapete come fare a pulire il sangue di Roxanne, dal veleno degli altri vampiri?” chiese Alec che sembrava essere tornato fra noi allontanando parzialmente i brutti pensieri, anche se ora sembrava esprimerli a parole a me, “Credo che avremo poco tempo, forse una o due ore, per far fluire il sangue a lei estraneo e sostituirlo con del sangue nuovo e freso.” dissi molto calmo, come per consolarlo anche se quello che doveva essere consolato ero proprio io. “Padron Aro, posso andare a prendere un cervo per mademoiselle Roxanne?” chiese ancora Alec come se avesse avuto un'idea di come svagarsi per non pensare a ciò che pativa la sua amica, “Certo mio caro! Demetri, si gentile, accompagnalo: non voglio che vada da solo...” rispose Aro sorridente. Inconsciamente incominciai a rilassarmi, anche se forse era una cosa sbagliata, avrei voluto mettermi a correre nel bel mezzo della stanza per sfogarmi ma mi sembrò un'idea bislacca. Mentre i due soci uscivano per cacciare una preda per Roxanne, io e Aro ci studiavamo l'un l'altro in modo silente... chissà cosa stava pensando: quello era il mio quesito principale. Forse, pensai scioccamente, stava studiando quale poteva essere il mio fascino manipolatore, che aveva stregato Roxanne a tal punto da trovare la sua persona insignificante e ripugnante, ma era una cosa veramente banale non era propriamente da lui un comportamento del genere....”Mi affascina il vostro legame con la dolce Roxanne, vorrei capire qualcosa di più...posso, vi dispiace?”, e a quanto pareva quello che avevo dedotto non era del tutto una banalità, Aro stava pensando al motivo del mio grande attaccamento a lei e viceversa, lo guardai incerto e poi vidi che aveva teso la sua mano verso di me: voleva guardare lui stesso...l'aspetto migliore di Aro forse era questo: non dovevi fare tante parole con lui, gli bastava guardarti all'interno della complicatissima ragnatela di ricordi e pensieri, senza dover proferire parola.

Gli posai la mia mano sulla sua e lui la strinse con forza, cosa che, solitamente, non faceva...lo vidi concentrarsi maggiormente come se si stesse sforzando con tutte le sue forze di superare un ostacolo a lui invalicabile. Dopo una ventina di minuti in quella posizione così fastidiosa ed imbarazzante, finalmente, lasciò la presa e si ritrasse lentamente. Il suo sguardo cambiò in pochi attimi, da serio a pensoso, e disse: “Non siete propriamente voi che l'attraete, ma qualcosa dentro di voi...e ciò per me è un fatto ignoto: ho sempre pensato che voi foste speciale messer Cullen, e continuo a crederlo, ciò nonostante, non riesco ancora a capirvi e a leggere una parte di voi...”, “E' un male questo, amico mio?” chiesi stupefatto alla sua affermazione, “No, non è un male, in voi c'è qualcosa di puro, e non definirlo tale sarebbe solamente un eufemismo. Vedo in voi una luce, ma non riesco a capire di cosa si tratti...”rispose Aro con aria pensante carezzandosi il mento. Rimasi totalmente basito da quanto stava dicendo Aro, c'era qualcosa in me di estraneo, che non avrebbe dovuto esserci...che cosa poteva essere? L'unico che poteva saperlo era lo stesso Aro. “Sapete che cosa possa essere?”, lui si mise qualche istante a fissare il fuoco e poi come se avesse avuto mi illuminazione si voltò verso di me, “Credo di aver capito mio caro, però devo provare un'ultima cosa...”, disse porgendomi entrambe le mani, questa volta, e chiuse gli occhi in modo rilassata e io in modo incerto feci lo stesso procedimento di poco prima, solo con entrambe le mani: bastò solo un minuto...Aro, infatti aprì la bocca per dire solamente “strabiliante” e sorridere in modo beato. Riaprì gli occhi e io tolsi istintivamente le mani, “Mio caro dottore Cullen, siete molto fortunato non avrete mai il destino di ogni vampiro: la dannazione eterna.” lo guardai perplesso e gli domandai “Come posso non subire la dannazione eterna quando io come voi non posseggo più la mia anima, in questo corpo senza vita?”, “Il punto è proprio questo mio caro, voi quando siete stato trasformato non avete perduto la vostra anima: è dentro di voi solo che non la sentite, perché la parte oscura della vostra natura di vampiro la tiene nascosta anche a voi stesso.” disse con un sorriso smagliante che il crepitare del fuoco rese quasi diabolico. “Quindi voi credete che la luce che vedete in me sia la mia anima?”, lui si limitò ad annuirmi, mi accomodai meglio sulla poltrona per poter riflettere: poi ricordai le parole di Roxanne che mi disse poco tempo prima nei guardini della villa, “luminoso”, lei riusciva a vederla, quindi era quella la parte di me che l'affascinava? Quindi amava solo la mia anima e non me? O forse stavo sbagliando tutto, e lei mi amava per quello che ero e in più era riuscita a vedermi dentro ed ad amare anche quella parte? No, non era questo quello, che dovevo pensare: dovevo pensare a lei ad alla sofferenza che stava provando per colpa mia e della mia poca fiducia in lei. Ma in quel momento capii qual era lo scopo di quella conversazione: Aro voleva insinuare in me il dubbio come un tarlo divoratore, che fa marcire il legno più robusto e vergine. Maledetto! Lo stavo odiando con tutto me stesso, prima l'aveva fatto con Roxanne portandola alla decisione di concendersi a lui per poter diventare finalmente liberi da quella reclusione forzata e ora lo stava facendo con me per allontanarmi ancora di più per averla tutta per se: ora ero arrivato a capire il suo giochetto. Non gli avrei mai permesso di averla ancora a portata di mano, io l'amavo veramente, per lui era solo un premio, un trofeo da conquistare con le unghie e con i denti se avesse solamente avuto l'occasione. Mi ricomposi e mi sedetti con postura più appropriata e cercai di non guardarlo in viso, avevo paura che capisse che sapevo del suo doppio gioco: finsi infine furbescamente di guardare la libreria in cerca di un titolo di testo da leggere. “Cosa provate quando la baciate? Chiese nel silenzio più totale Aro mentre si aggiustava la manica del cappotto nero di velluto. Rimasi sbigottito e finsi di non averlo ascoltato, poi incominciò a cercare il mio sguardo e allora dovetti inventarmi qualcosa da dirgli: “Non vi seguivo, mi scusi avete detto?, “Mi avete sentito benissimo, io credo...” rispose maliziosamente: in confronto a lui una volpe non era così furba. “Perché vi interessa?” chiesi con fare indifferente mentre mi alzavo per prendere un libro a casaccio nella libreria, “Perché leggere in voi è semplice, ma alcune cose, in articolare questa è meglio sentirla per voce e non per pensiero.” disse sorridendomi, stava incominciando a darmi sui nervi con queste sue domande mirate: cosa voleva sapere esattamente? Se baciava meglio me di quando baciava lui? La mia pazienza stava incominciando a cedere nervosamente. “Se vi ho messo in imbarazzo mi spiace, era sola per fare conversazione, in questo periodo abbiamo solo parlato di questioni burocratiche e mi sarebbe piaciuto poter cambiare la tematica del soggetto di discussione.” disse accavallando le gambe e poggiando le mani sul ginocchio come faceva solitamente quando pensava troppo, “No, non sono in imbarazzo è solo...che sto cercando le parole adatte...per dirvela tutta.” dissi spiccio io. Una delle sue risate sarcastiche spense il dolce crepitare del fuoco nel camino, “Ah quindi non trovate le parole per una cosa incredibilmente afrodisiaca e sensuale quale è la vostra Roxanne!Mi deludete un po' mio caro: un uomo erudito e studioso come voi non riesce a trovare l'aggettivo adatto?” disse lui sarcastico, “ La sua bocca per me...è come avete detto voi la cosa più sensuale che abbia mai assaporato con le mia labbra, e se volete sapere cosa provo quando mi bacia...beh...mi sembra una coppa colma di nettare d'ambrosia mista all'assenzio: mi inebria e mi ammalia e allo stesso tempo mi intontisce fino a rendermi succube dei suoi dolci petali di rosa...Siete soddisfatto mio signore?” dissi beffardo facendogli un mezzo sorriso, lui mi guardò con una punta di invidia, poi mi si avvicinò e mi disse in un sussurro: “Volete sapere un segreto? Beh anche io ho provato la stessa cosa quando l'ho baciata l'ultima volta.”, se voleva che gli rompessi la faccia a suon di pugni mi stava dando un motivo per farlo, “Bene allora buon per voi, visto che quella era davvero l'ultima volta...” dissi ampliando ancora di più il mio sorriso a mo' di sfida, lui non cedette alla provocazione e si rimise a sedere. Dentro la mia testa tenni un punteggio immaginario: uno a zero per me! Chissà se avrebbe mai smesso di volerla possedere a tutti i costi solo per farmi imbestialire: se voleva testare la mia pazienza non avrebbe dovuto tirare ancora tanto la corda...tutto ha un limite. Mi sedetti con il libro che avevo scelto e e mi misi a leggere in modo poco concentrato visto che avevo lo sguardo di Aro fisso su di me. “Passerà un secolo prima che le ricrescano almeno fino all'orecchio...” disse fra se Aro guardando nel vuoto, “Vi riferite ai capelli di Roxanne vero? Quello non è un male così grande tanto per me con o senza capelli sarà bella comunque, e sopratutto in qualunque modo, anche se avesse una ” dissi voltando pagina del mio libro che avevo appena terminato. “Che cosa anti-estetica che avete detto: i suoi capelli sono la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia e sostituirli o comunque nascondere il suo capo sarebbe un vero e proprio scandalo.” disse Aro con fare schifato, “Mi piace così come è non importano i suoi capelli, se sono lunghi o corti o rasati, per me è perfetta dentro, per me non conta poi molto l'aspetto esteriore.” dissi in tutta risposta alla sua affermazione. Uffa quella attesa mi stava opprimendo in modo tedioso. La compagnia di Aro non era di certo un sollievo, anzi stava incominciando ad essere la causa della mia impazienza. “Come mai volete a tutti i costi Roxanne? La amate come dite?”, voleva fare conversazione no? Beh adesso l'avevo accontentato, però non mmi sembrò molto incline a rispondere, avevo colpito nel vivo delle sue manie ossessive, sospirò infastidito, e mi rispose a malincuore: “Io a differenza vostra la amo con molta più profondità: non perché lei è la mia infante, ma perché so osa vuol dire amare e voi non lo sapete ancora così bene, ho molti più anni di voi e so quello che sto dicendo. Voi non potete mai amarla come l'amo io, vio volete che stia con voi e non l'avete perdonata quando ha avuto un intoppo il vostro amore per colpa mia: siete egoista e ve accorgerete presto... soddisfate voi stesso non lei...” disse facendo un altro sospiro. “Io almeno non ho cercato di violentarla.” dissi rabbioso, le sue per me sembravano solo veleno ed invidia. “Non l'ho violentata era consenziente vi ha raccontato questo solo per non farvi andare fuori di matto...vedete lei è altruista, voi no. Se l'amaste veramente le lascereste scegliere per proprio conto, come faccio io, senza obbligarla e soprattutto cosa più importante, se si ama davvero, per rendere felice la persona del nostro cuore la si rende felice a costo di soffrire noi stessi per lei: io le ho lasciato scegliere voi e non mi pento di tale decisione, voglio vederla sorridere e questa è la cosa che mi rende più felice, è compiacerla, anche se non sceglierà mai me, in qualunque caso.” disse con occhi lucidi, io mi sentii sprofondare sotto terra...l'avevo accusato di una osa che non aveva fatto e soprattutto avevo dedotto in modo erroneo che lui la voleva perché era mia, ma non era così: l'amava più di quanto l'amassi io, aveva sacrificato il suo amore per vederla felice, avrei mai fatto anche io una cosa del genere per lei? Non conoscevo “l'amore” e su questo punto credo che Aro avesse pienamente ragione. “Potete perdonare questo sciocco per avervi accusato ingiustamente?” chiesi mentre cercavo il suo sguardo che pareva sfuggire dal mio per non farmi vedere i suoi occhi gonfi di lacrime, mi fece segno con la mano di aspettare, si alzò e appoggiò la testa contro il marmo granitico del grande camino. Che persona insensibile stavo diventando? Odiavo la loro famiglia, e stavo mutandomi in loro! Mi alzai e andai verso di lui e gli misi una mano sulla spalla, volevo che capisse che non ce l'avevo per niente con lui e che avevo capito lo sforzo che aveva fatto a dirmi quelle cose, in fondo anche se era passato quasi un secolo dalla morte di sua moglie, capivo quanto poteva essere difficile amare follemente per poi perdere ancora una volta qualcosa che ami. Voltò leggermente il capo verso di me e disse con voce tremante: “Vi perdono, anche perché siete così comprensivo e buono che non riesco ad odiarvi.”, “Vi ringrazio, mio signore.” dissi massaggiandogli in modo amichevole la spalla e la schiena, “State pensando a delle cose molto profonde è per questo che credo di aver fatto bene a lasciarvi Roxanne...” aggiunse voltandosi completamente verso di me, io gli sorrisi e chinai il capo in segno di rispetto. In quell'istante entrarono Demetri e Alec con due cervi sulle spalle. “Siete tornati finalmente miei cari!” disse Aro cambiando improvvisamente espressione: era davvero un perfetto trasformista mimico facciale. “Maestro, avranno terminato con Roxanne?” chiese Alec impaziente dopo aver appoggiato il cervo a terra assieme a Demetri, lui annuì e aggiunse “andiamo a riprendercela ora.” . Detto questo uscimmo tutti e quattro lasciando la stanza per andare verso il salone d'onore.



  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: The White Lady