Sguardi__
“Ti sta guardando di nuovo.”
Al tavolo di Grifondoro, qualcuno ridacchia
scioccamente, tenendo gli occhi puntati contro un altro tavolo. Contro
una testa bionda e pallida. Contro un viso pallido
e … - altezzoso, da schiaffi, incredibilmente borioso – attraente.
Perché le piccolezze non sono mai servite a
negare l’evidenza. Mai. Nemmeno se ti chiami Rose e fai di cognome Weasley.
Nemmeno se, in quel momento, stringi convulsamente un tomo tra le dita mentre
le tue “amiche” decidono di smettere d’arricciarsi i capelli e parlare di te.
Ti piace di più quando sono loro a guardarlo. Sì, quando non
costringono anche te a farlo.
Allora ti puoi limitare a versanti un bicchiere
di Succo di Zucca.
A sistemarti l’orlo della gonna.
A sorridere a tuo fratello, salutandolo con
un cenno distratto mentre si alza e va a lezione.
Allora tutto è normale. Come sempre. Niente
stupide insinuazioni – o speranze, Rosie? – a instupidirti proprio prima di un
compito di Trasfigurazione.
Ti piace di più essere la Rose di sempre …
La Rose dai capelli rossi, il viso pulito, la
Rose che porta una catenina al collo e nient’altro.
La Rose che è Santa. Grifondoro. Giusta.
La Rose che è Studiosa, perché le piace il
profumo dei libri e l’immensità che essi hanno attorno a lei.
La Rose che quando è da sola, in fin dei
conti, sta bene.
Ma, udendo la risatina ampia a tratti e priva
di humour di Sally, devi guardarlo.
E guardarle anche lei.
Sposti lo sguardo in direzione di
quest’ultima, osservandola, notando tristemente quanto lo scampanellio argenteo
dei suoi pendenti contro il collo sia femminile. Accattivante. I tuoi lobi sono
immacolati, Rosie.
Rimani zitta, glissando una domanda per cui –
una volta tanto – non sai la risposta.
“Rose sta continuando a farlo, credo,
dovresti guardarlo.
Ebbene sì, perche quando anche tu lo fissi
non se ne accorge nessuno. Sei brava. Sei invisibile.
Sorridi a Sally, pregando di non avvampare.
E preghi, preghi, preghi ancora …
Preghi quasi quanto Hugo che, da bambino,
supplicava Babbo Natale di portargli ciò che voleva.
Il tuo viso si specchia nel bicchiere.
Sei rossa. No, non più solo di capelli. Tu e
la tua treccia, oramai, siete un’unica e affascinante sfumatura di colore.
Tenti di riappropriarti di un po’ di dignità,
della fierezza di tua madre.
“Non sta guardando me, Sally, starà guardando
te.” Stringi le labbra, mentre la tua amica ride ancora.
Pare propria che sia decisa a farvi diventare
la coppia dell’anno. Al ballo di Natale, magari. Tu e lui. Ridicolo.
“Vi ho visti, questa mattina, a Divinazione.
Vicini. Le tue dita intrecciate fra le sue.”
Distogli lo sguardo anche da lei, concentra
doti sulle tue ginocchia, arrivando a pensare che nulla è scomodo quanto
guardare le persone. Ti scopre, un po’ da tutto.
“Mi stava leggendo
la mano, Sally.”
Cerchi d’abbozzare una risatina, falsamente
incredula dinnanzi a tante illusioni.
Bugia, Rosie. Tu non le hai mai dette.
Tuo padre ne sarebbe deluso …
Anzi, ti ucciderebbe – se solo sapesse.
Se sapesse dei tuoi pensieri. Della sua mano
tutt’altro che fredda. Delle vostre ginocchia che, fasciate dall’uniforme, si
sfiorano.
“Oh, certo,
e gli è dispiaciuto? Ma soprattutto è dispiaciuto a te, Rose?”
No. Non ti è dispiaciuto affatto.
Ti schiarisci la gola, evasiva.
“Non importa … se mi sia dispiaciuto o meno.
Non gli piaccio. Magari ho solo un palmo incredibilmente facile da leggere che,
beh, gli ha facilitato il compito.”
… Dio, cosa stai farneticando?!
Sally inarca un sopracciglio, allungando il
collo verso l’altro lato della tavolata.
“E allora, Rosie, saprai anche spiegarmi … perché Malfoy sta venendo qui?”
Sobbalzi e, ne sei sicura, in quel momento
l’andare del tuo petto deve somigliare incredibilmente a quello di una
qualsiasi sciocca protagonista di romanzetti Babbani.