"Avrebbe fatto meglio a infilare il proprio computer portatile in uno zaino, e unirsi a qualche deprimente gruppo di zitelle in pellegrinaggio alla casa di Jane Austen. Perché Međugorje poteva essere troppo lontana, ma trasferirsi in un dannatissimo buco di cul… ehm, Chawton, Hampshire, Inghilterra, non sembrava un’idea poi così malvagia. A quel punto, dopo essersi murato vivo in una tanto piccola quanto accogliente fattoria, lontana anni luce dalla propria ( ex ) vita sociale, senza aver mai installato l’applicazione di skype sull’ Iphone – che poi, a che diavolo gli serviva un Iphone 5s nelle ridenti campagne inglesi? – sarebbe stato in grado di scrivere il suo primo best seller, valso almeno una mezza dozzina di riconoscimenti...
Alla peggio, abbandonati gli studi, avrebbe cominciato a sfilare per Gucci."
AU in cui i Ragazzi frequentano l'università, Zayn viene punito dal Karma, Liam è incomprensibile, Louis&Harry si amano e Barbara e Niall presentano tutti.

"La prima volta che la vede, Cosette è… bionda, abbastanza minuta da risultare deliziosa, con un paio di ballerine al piede, stretta al braccio sottile di Marius. La prima volta che la vede, e che li vede insieme, lei, il visino pulito poggiato sulla spalla di lui, il modo in cui gli occhi di Pontmercy brillano, verdi, felici è un pugno nello stomaco capace di mozzare il fiato. La prima volta che la vede, e che tutti li vedono insieme, è l’alzata di sopracciglio – assolutamente disinteressata – di Enjolras, l’istante in cui la mano di “Taire scatta rapida sulla sua, a stringerla, immediatamente seguita dalla risata entusiasta di Courf e il sorriso caldo di Combeferre. La prima volta che la vede, talmente eterea da meritarsi un complimento sincero di Jehan, Eponine si dà dell’idiota. Idiota, idiota, idiota."
[ Modern!AU Eponine/Combeferre, Eponine/Marius, Marius/Cosette, Enjolras/Grantaire ]

“…Mayers?” chiamò decisa una voce femminile, leggermente contrariata, e Bran dovette ringraziare anni di addestramento per essersi voltato in anticipo – tesissimi cinque sensi da Favorito. Il rosso inclinò il capo, interrogativo, prima di sciogliersi nel miglior ghigno ironico di cui disponeva il suo repertorio. “Perla Harmonia, quale onore, sei qui per sciorinarmi qualche consiglio vitale o dobbiamo aspettare il cameraman?” Perla era dinnanzi a lui, poco distante, le braccia incrociate al petto, algida e bellissima come sempre. La conosceva da che aveva memoria, si erano allenati insieme fin da bambini, ma difficilmente si sarebbe potuto incappare in due personalità più diverse. Perla si era offerta volontaria solo un anno prima, ed era tornata, aveva vinto. A Bran, le immagini della quarantesima edizione, erano rimaste impresse: Perla fasciata nella tuta scura da tributo, il numero del Distretto 2 a rimarcare quanto preparata fosse, mentre la capsula trasparente la trasportava nell’Arena, la corsa alla Cornucopia, i colli che aveva spezzato meccanicamente, la durata pressoché effimera di quei Giochi, il sospiro – sollievo? – tirato nel vederla prelevata ( viva, boriosa, assolutamente soddisfatta ) dall’ultimo hovercraft, l’intervista successiva alla vittoria…

Una raccolta di drabble dedicata ai tributi dei settantaquattresimi Hunger Games, dal punto di vista di chi li conosceva sul serio, senza stereotipi: fidanzati, amici, genitori, fratelli. La parola passa a loro, e alle sensazioni che hanno provato nel vedere i propri affetti partecipare al programma istituito da Capitol City.
Vorrei che tu avessi la possibilità di guardarti adesso, Glimmer: ondeggi in direzione di Caesar sui tacchi troppo alti, luminosa, i lunghi capelli biondi che ti scivolano sulle spalle nude. Sei bellissima, e qui non importa a nessuno che quel Marvel non ti consideri alla sua altezza. Nella piazza del distretto 1 gli uomini faticano a staccare gli occhi dal tuo – mio, nostro – corpo, proprio come hai incantato gli abitanti di Capitol City. Io? Io sono geloso, ma questo non te lo direi. Ti siedi, ammicchi, accavalli le gambe e … mi hai quasi fregato, Glimmer, eppure so quanto sei brava a fingere. Dentro, impercettibilmente, tremi. Torna da me.

Una conversazione notturna tra Marvel e Hana, la sorellina, il giorno prima che lui si offra volontario come tributo.
“Hai paura?”
Ridi, il timbro roco soffocato dalla stoffa del cuscino.
“Abbastanza.”
“Io non vorrei.”
“Cosa? Partecipare ai Giochi?”
“Uccidere altri ragazzi, e se qualcuno uccidesse me?”
“Non dire stupidaggini: hai dieci anni, nemmeno puoi essere sorteggiata.”
“Tra due anni sì, però.”
“Il Distretto 1 è zeppo di volontari, non accadrà mai.”
“Negli altri Distretti accade, invece, non c’è nessuno a proteggere le ragazzine.”
“Cavoli, Hana, c’è tutto questo nella tua testolina?” Sorrido.

E se le dita di Effy avessero scavato un po’ più affondo, dubbiose, nella boccia di vetro trasparente del Distretto 12? Il bigliettino con il nome di Primrose Everdeen sarebbe scivolato dalla sua mano, ignorato, ed Effy ne avrebbe pescato un altro. Un nuovo tributo femminile per la Settantaquattresima Edizione: Madge Undersee, la figlia del sindaco, ben lontana dall’essere la Ragazza in Fiamme che tutti conosciamo. E se, all’estrazione di suo fratello Rory, Gale Hawthorne si fosse offerto volontario? Gli abitanti di Capitol City avrebbero comunque avuto due “innamorati sfortunati” per cui fare il tifo? Madge si sarebbe lasciata andare, atterrita dagli eventi, oppure avrebbe deciso di difendere la propria vita? Le trappole di Gale, sperimentate nei boschi con Katniss, avrebbero convinto gli Strateghi? I Favoriti, senza la sfacciata fortuna della Ghiandaia Imitatrice, come si sarebbero comportati? Nuove vicende, eventi che prenderanno una piega diversa da quella che tutti voi conoscete.