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Autore: novemberRose_    21/05/2010    4 recensioni
Qualcosa nella mia mente mi obbligava a chiudere gli occhi e scappare lontano da lui, il mio cuore mi supplicava di non arrendermi e di continuare a lottare per lui. Già, lottare per lui.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La seduzione non è per il luogo del desiderio.

E’ quello della vertigine, dell’eclissi,  dell’apparizione e della sparizione.

Jean Baudrillard

 

 

Il vento giocava dispettoso con alcune delle mie ciocche ramate mentre il mio sguardo si perdeva al di là del confine di quel castello che avevo sempre considerato come la mia seconda casa. Da quella torre avrei potuto distinguere ogni singolo albero presente nella Foresta Proibita se solo avessi voluto; ma i pensieri si rincorrevano beffardi nella mia mente, impedendomi  di concepire qualcosa al di fuori dei suoi occhi. L’immagine dell’istante perfetto in cui i nostri sguardi si erano incontrati si ripeteva decine di volte nella mia mente senza lasciarmi il tempo di respirare; sì, perché probabilmente avrei avuto soltanto bisogno di respirare in quel momento, di disintossicarmi dal suo sorriso, di sentire la libertà sfiorarmi la pelle, sebbene anche solo per qualche attimo. Mi sentivo imprigionata dal suo tocco, incatenata dall’idea di esserci io un giorno al suo fianco. Eppure quei pensieri mi suonavano sbagliati, un qualcosa stonava seppur impercettibilmente.

Forse sarebbe bastato voltarmi in quell’istante, voltarmi e perdermi nuovamente nelle sue iridi di ghiaccio... ma ne sarebbe davvero falsa la pena? Volevo realmente appartenergli incondizionatamente? Qualcosa nella mia mente mi obbligava a chiudere gli occhi e scappare lontano da lui, il mio cuore mi supplicava di non arrendermi e di continuare a lottare per lui. Già, lottare per lui. Lottare per un lui che a malapena sapeva il mio nome, lottare per un lui che amava soltanto il mio corpo, lottare per un lui che non avrebbe mai capito niente di me. Quale madornale errore lasciarmi sedurre da quel sorriso quella sera… quale terribile illusione mi aveva fatto credere di poter essere alla sua altezza?

Quella sera erano stati fuochi d’artificio, quella sera gli avevo permesso di essere il primo senza neanche rendermene conto: era bastato che lui mi sfiorasse appena per crollare. Quale favola dovevo aver letto? Per quale ragione mi ero convinta di poter diventare l’unica? Non ero che una della tante.

Ma ancora adesso mi chiedo cosa mai avesse offuscato tanto la mia mente da permettergli di tornare da lui ogni singola notte, di perdermi tra quelle candide lenzuola di seta e sperare di non ritrovarmi più.

Fingere ogni giorno di poter essere forte, fingere di non avere niente a che fare con lui, fingere di poter vivere. Sopravvivere senza poter respirare, lasciarmi nascondere da una maschera di ipocrisia. Baciare un altro e non provare niente, baciare un altro e sperare che fosse lui.

 

Mi voltai, ed ancora una volta non mi resi conto del suo potere.

Mi voltai, ed il cuore sobbalzò.

Mi voltai, e lui sorrise.

Mi voltai, ed i nostri sguardi si incrociarono.

Mi voltai, e gli appartenni per il resto della mia vita.

  
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