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Autore: Ran_Kotobuki    22/05/2010    5 recensioni
Inuyasha si ritroverà davanti alla fatidica decisione, ma del tutto ignaro di orrido piano architettato alle sue spalle. Leggete per scoprire cosa succederà!!
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dall’autrice: Cari lettori questa fik è molto particolare, perché è nata grazie alla sequenza musicale del cd  di Inuyasha, perché dovete sapere che io ogni volta che lo ascolto immagino i personaggi protagonisti che fanno determinate cose a seconda del tipo di brano, inventando lì sul momento la storia :P Fino a quando qualche giorno fa, la storia che è scaturita dalla mia mentalità geniale, mi è piaciuta particolarmente e ho deciso di farne una fik. (Cosa totalmente demenziale NdTutti). Comunque ora basta come al solito vi devo augurare BUONA  LETTURA!!!!

 

                                                                                                             Megakiss Ran

 

1° CAP:- Un piano ben architettato.

 

Era notte fonda, le stelle brillavano in cielo e non c’era spettacolo più bello da vedere.

Purtroppo però, c’era chi girovagava per la foresta senza avere il tempo, neanche di alzare lo sguardo.

Una sacerdotessa dai lungi capelli neri camminava lungo il sentiero principale del bosco senza voltarsi mai indietro.

Non temeva nulla, aveva il suo arco e le sue frecce con le quali si sarebbe protetta senza difficoltà.

Ad un tratto, arrivò davanti all’ingresso di una caverna…il suo luogo di destinazione.

Entrò e seguì la scia di aura demoniaca sparsa per tutto l’ambiente. Il suo passo era fiero,autoritario e deciso. Non avrebbe temuto niente e nessuno di ciò che si trovava all’interno di quell’antro oscuro.

“Kikyo!” tuonò una voce profonda dal fondo della caverna. “Non pensavo saresti venuta…” continuò quella voce che sembrava provenire dal nulla.

“Ma l’ho fatto…” rispose la donna con sicurezza, rinforzando maggiormente la presa delle dita attorno al suo arco. Non diede al demone il tempo di rispondere perché aggiunse subito:

“Ascoltami bene Naraku! Non so cosa tu abbia da dirmi ma…ti assicuro che ho di meglio da fare che stare in questo posto, per cui sii breve!” ordinò autoritaria come al suo solito, come se non si ritrovasse davanti al più forte demone malvagio del mondo allora conosciuto. Del resto lei era stata l’unica persona che quello stesso demone aveva temuto e persino amato quando era in sembianze umane.

Una risata profonda, maligna e tetra riecheggiò sulle pareti della caverna.

“Sta tranquilla Kikyo…ti ruberò solo il tempo necessario né un minuto di più né un minuto di meno…” la rassicurò il demone mantenendosi nell’ombra, senza mostrarsi alla sacerdotessa.

A quel punto fu Kikyo a rimanere zitta in attesa che il demone proseguisse il suo discorso e lo fece.

“Ho bisogno che tu distragga Inuyasha!” tuonò questa volta con tono che non lasciava sottintendere neanche una nota di divertimento nella voce.

“A che scopo?” domandò lei.

“Questo non ha rilevanza..” rispose secco Naraku dal fondo della grotta.

“Quale sarebbe il mio profitto?” domandò l’altra mantenendo sempre la guardia alta.

“Farò in modo che quell’umana non sia più d’intralcio tra voi e potrai…averlo tutto per te…” le ultime parole furono pronunciate da Naraku con tono di puro disgusto.

Sul viso della sacerdotessa si dipinse un leggero ghigno di soddisfazione. Fu la prova che ciò che il demone le aveva offerto l’interessava, anche più di quanto quest’ultimo potesse immaginare.

“Conta su di me…” rispose e un’altra risata di pura malignità giunse alle sue orecchie, riecheggiando per tutta la caverna.

 

 

*********

Nel frattempo il nostro gruppetto di combattenti, aveva appena terminato la millesima battaglia contro Naraku, che purtroppo come tutte le altre non era andata a buon fine. Anche se questa volta si erano davvero avvicinati alla vittoria seppur pagandone le conseguenze: tutti e quattro infatti avevano riportato delle ferite.

Kagome era addirittura svenuta dopo aver scoccato la freccia che pose fine alla battaglia e che aveva quasi colpito in pieno il demone. Purtroppo lui era riuscito a scappare prima che la freccia lo trafigesse. 

Il monaco Miroku camminava a stento con l’aiuto della sua ragazza Sango, perfino Kirara era rimasta ferita e non riusciva a trasportare nessuno e stava in braccio alla sua padrona.

“Maledizione! Questa volta mancava davvero pochissimo per riuscire a sbarazzarci di quell’essere ripugnante!” tentò di urlare Miroku ma le sue lamentele furono interrotte dal dolore lancinante provocato dalla sua ferita alla gamba.

“Miroku non ti sforzare…” lo interruppe preoccupata la ragazza che lo aiutava a camminare.

“Sta tranquilla Sango, non fa poi così male…” mentì il monaco per non farla angosciare ulteriormente. “Piuttosto, ti ringrazio per il sostegno che mi stai dando adesso. Dovrei essere io piuttosto ad aiutare te…” le sorrise appena, con un espressione che andava a metà tra l’ironico e l’infastidito.

Lei gli sorrise dolcemente, aveva una striscia di sangue che dalla tempia arrivava fino alle labbra, anche lei come gli altri era rimasta ferita.

Si voltò un attimo indietro per controllare se i loro compagni erano ancora dietro di loro.

“Inuyasha?” chiamò l’amico “Kagome non si è ancora ripresa?” domandò.

Il mezzo demone che portava Kagome svenuta sulle spalle, scosse la testa visibilmente preoccupato.

“Purtroppo no…” rispose con voce strozzata, proseguendo il suo cammino verso il villaggio a passo lento.

Passò qualche minuto che al gruppo parvero ore e finalmente i quattro giunsero al villaggio dove la vecchia Kaede e Shippo li stavano aspettando in preda all’ansia.

“Ragazzi!” urlò il piccolo demone volpe in lacrime raggiungendoli di corsa.

Gli ci volle solo un’occhiata ai loro volti per capire che la battaglia non si era conclusa come previsto.

“Coraggio ragazzi…entrate dentro…” l’invitò Kaede alzandogli la tenda dell’ingresso della sua capanna.

Sango poggiò Miroku su un futon e Inuyasha la imitò, facendo lo stesso con Kagome.

Nel frattempo la vecchia Kaede e Shippo andarono a prendere delle erbe medicinali per prendersi cura dei feriti.

Sango si poggiò stremata contro una parete della capanna, solo ora iniziava a fare caso al dolore lancinante che provava al braccio.

Inuyasha, dopo aver sistemato Kagome si alzò di scatto.

“Ragazzi, io devo fare una cosa molto importante. Quando si sveglia Kagome ditele che tornerò il più presto possibile!” disse avviandosi verso l’uscita.

“Aspetta Inuyasha! Non ti fai curare?” gli domandò Sango prima che uscisse fuori.

Lui scosse la testa “No, tranquilla sto bene…” lanciò un ultima occhiata profonda a Kagome e poi uscì.

Durante la battaglia, Kikyo era stata per un breve periodo al suo fianco e l’aveva aiutato contro Naraku. Poi, dopo aver dato il suo aiuto, era sparita nel nulla come ormai era solita fare da un po’ di anni a questa parte.

Inuyasha aveva giurato a se stesso che una volta finita la battaglia, e non contava se ne fosse uscito vincitore o perdente, l’avrebbe cercata per parlare con lei.

Correndo agilmente, una macchia rossa che schizzava in mezzo alla flora della foresta, si recò nel luogo della battaglia e da lì cominciò a fiutare l’odore della sacerdotessa. Riuscì a percepirlo in poco tempo, era come se in una parte di lui fossero collocate tutte le informazioni riguardanti la ragazza, che all’occorrenza tornavano vivide nel suo inconscio.

Seguì quel profumo che per sua fortuna non si interruppe in nessun punto ma lo condusse anzi fino ad arrivare nel mezzo di una radura.

Si guardò intorno, smanioso di trovare ciò o meglio, chi stava cercando. Il suo cuore aumentò vertiginosamente i battiti quando la vide stesa comodamente sul ramo di un albero.

 “Kikyo?” la chiamò con un filo di voce.

“Inuyasha…che ci fai qui?” domandò tranquilla, mantenendo la stessa posizione con gli occhi chiusi.

“Sono venuto qui, perché ho bisogno di parlarti…” rispose il ragazzo, iniziando ad acquistare sicurezza.

La donna rimase in silenzio, in attesa…

“Vedi io…so che una volta sconfitto Naraku, dovrò prendere una decisione…”

“Quale decisione?” lo interruppe accigliandosi e mettendo da parte quell’espressione tranquilla e indifferente che aveva avuto fino a qualche istante prima.

Inu sospirò come se quel gesto potesse aiutarlo a prendere coraggio e proseguire il discorso.

“Sai cosa intento. Io…non ho ancora sconfitto Naraku ma…la mia decisione l’ho già presa”.

A quelle parole, gli occhi di Kikyo si aprirono di scatto. Abbassò la testa ed il suo sguardo incrociò quello di miele del mezzo demone, fisso su di lei da chissà quanto tempo. scese elegantemente dall’albero atterrando perfettamente davanti ad Inuyasha.

“E quale sarebbe?” domandò senza perdere il contatto visivo con i suoi occhi.

Inuyasha, in tutta risposta prese Kikyo tra le sue braccia stringendola con dolcezza e le sussurrò all’orecchio:“Ho deciso di rimanere al tuo fianco…”.

A quelle parole, le sembrò che il cuore che non aveva mancasse un colpo.

Alzò il viso verso quello del ragazzo e si scambiarono un tenero e tanto agognato bacio.

“L’hai già detto a Kagome?” domandò la sacerdotessa in un sussurro timoroso, dopo aver sciolto dolcemente il contatto.

Inuyasha scosse la testa abbassando lo sguardo “No…”

“Glielo dirai?” lo incitò ansiosa, alzandogli il viso mettendogli delicatamente un dito sotto il mento.

“Certo, ha il diritto di sapere…” ribattè Inu con una luce negli occhi dorati.

Kikyo gli sorrise sinceramente, un sorriso che non appariva sul suo volto ormai da troppi anni.

“Va bene. Io ti aspetto qui, tu va da lei e poi torna da me…”

 

 

Continua…

  
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