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Autore: Eowyn    23/05/2010    6 recensioni
Chi è veramente Elva? è cattiva? .. buona? ... Ecco ho provato a immaginarmelo ed è nata questa Fic, ambientata dopo il terzo libro. Commentate XD
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Sorpresa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Lucia, amarize,  

grazie di esserci

 

2. VINCERE A TUTTI I COSTI

 

La reggia di Aberdon era in subbuglio: ovunque i servi erano intenti a decorare, nelle cucine si lavorava fino allo svenimento, le cameriere correvano come pazze per i corridoi trasportano preziosi e vestiti…

Tutto questo è assolutamente snervante  pensò  Elva superando l’ ennesimo gruppetto di ragazze urlanti.

Da giorni la notizia dell’ imminente arrivo del Cavaliere dei ribelli era ormai di dominio pubblico e l’ alta nobiltà del Surda, per far passare la cosa del tutto inosservata, aveva deciso di organizzare un sontuoso ricevimento.

Greta, la vecchia domestica, faceva fatica a starle dietro e per un attimo Elva penso di rallentare il passo.

Mmm… noo pensò divertita …in fondo ha insistito lei per seguirmi e non ha ancora smesso di chiamarmi “fiorellino”!

-Pasticcino mio aspettami non sono più giovane come una volta-

Elva sbuffò irritata - Greta non ti ho obbligata a venire con me e francamente non credo che ti divertirai molto a vedermi allenare-

- Certo certo amoruccio ma devo assicurarmi che quei bruti non ti concino come l’ altra volta-

Elva quasi sorrise pensando alla scenata isterica che aveva fatto quando era tornata con un livido sul braccio. Da quando erano ritornate nel Surda,  aveva deciso di allenarsi per essere in grado di difendersi da sola, come se il suo potere non fosse già una garanzia più che sufficiente.

Arrivate all’ arena Greta andò a sedersi sugli spalti nervosa.

Ad Elva quel posto piaceva da morire. Un grande spiazzo di terra perennemente occupato da vari soldati che si scontravano l’ uno contro l’ altro a rotazione. Sorridendo si diresse verso le postazioni degli arcieri brandendo il proprio arco perfettamente incordato.

- Veggente!- la salutarono in coro gli uomini intenti ad allenarsi, fece un vago cenno col capo nella loro direzione e si posizionò davanti al bersaglio più lontano.

Prese una freccia dalla faretra e la scagliò con l’ arco. Con un sibilò andò a conficcarsi vicinissima al centro del  bersaglio, continuò per diversi minuti, finche non esaurì tutte le frecce. Quando decise di essersi risaldata abbastanza, recuperò le frecce e si avvicinò al maestro d’ armi.

Oswald era un uomo sulla cinquantina dal fisico imponente e allenato, grazie al suo cipiglio severe e ai suoi modi intransigenti era il terrore delle nuove reclute. Eppure si scioglieva davanti a quella ragazza che a tratti lo inteneriva e a tratti lo spaventava.

- Elva oggi hai portato anche il pubblico a fare il tifo per te?- le chiese ghignando.

La ragazza sbuffò irritata – Non l’ ho certo portata io, sai che Greta deve sempre controllarmi-

- Mi immagino – ribatté il maestro divertito – comunque sia oggi starà più in pena del solito. Ho deciso di variare un po’ il tuo allenamento-

- Era ora! ormai ero stufa delle solite reclute frignanti!-

- Vedrai che rimpiangerai le reclute …. Ragazzi!-

A suo ordine sei uomini interruppero i loro combattimenti e si schierarono in fila ordinata davanti ad Elva.

- Oggi combatterai contro soldati della guardia scelta di re Orrin- le annunciò divertito.

Elva osservò attentamente le sei guardie: erano giovani, ben allenati e tra i migliori nel loro campo.

Ora si che si sentiva veramente impaziente di iniziare l’ allenamento.

-Perfetto chi è il primo?- chiese ad Oswald

- Elva non avrei pensato che fosse così facile vero? – le disse divertito – Dovrai combattere con tutti loro contemporaneamente-

- Ma … ma non è giusto loro sono sei e io una sola!- esclamò indignata.

-Devo per caso ricordarti che hai spedito tre reclute in infermeria la scorsa settimana?-

- Comunque sia io ho meno di quattro anni!-               

- Sai, Elva, se non ti conoscessi direi che hai paura- le disse compiaciuto di vederla mostrare per la prima volta delle emozioni.

Elva si irrigidì all’ istante. Nessuno … niente … le faceva paura!

-Cominciamo- disse mettendosi subito in guardia.

-Un momento Veggente… –

Elva si girò irritata verso il soldato che aveva parlato. Era giovane, poteva avere al massimo venti cinque anni e una cascata di ricci scuri gli ricadeva sulla fronte. Ma la cosa che più irritava Elva era il sorriso totalmente sereno e rilassato che le rivolgeva.

- Che cosa c’è adesso?-

Si guardò intorno come a cercare il supporto delle altre guardie.

- Io e i miei compagni volevamo proporti un patto-

-Che genere di patto ?- era davvero incuriosita e non riusciva a immaginare cosa potessero volere da lei.

Sul viso del soldato spuntarono due fossette mentre il sorriso si allargava ancor di più.

-Ecco abbiamo pensato che se uno di noi riesce a colpirti oggi magari potrebbe avere l’ onore  di farti da cavaliere per il ballo domani sera-

Elva era veramente sotto shock. Non le era neanche passato per la mente di andare al ballo né tanto meno di cercarsi un accompagnatore, ma soprattutto non riusciva a  spiegarsi perché quei militari volessero portare proprio lei. Si riscosse dai suoi pensieri accorgendosi che le guardie stavano ancora aspettando una sua risposta.

- Come ti chiami?- chiese al soldato bruno.

- Evan, Evan Windersson, Veggente –

- Bene Evan e se nessuno di voi riesce a ferirmi?- gli chiese facendo un passo verso di lui.

I soldati si guardarono presi alla sprovvista, chiaramente a disagio per il fatto di non aver neanche preso in considerazione quell’ eventualità.

- Beh - disse Evan schiarendosi la voce - allora suppongo che sia tuo diritto chiederci qualcosa in cambio –

- Ottimo allora non avrete nulla in contrario a fare da cavie per le mie lezioni con l’ erborista Angela?- chiese ghignando.

Si guardavano totalmente spaesati, si vedeva chiaramente che lottavano spinti dalla naturale paura, all’ idea di diventare una cavia per le sue lezioni, e dall’ orgoglio maschile. Dopo essersi consultati con un rapido sguardo Evan tornò a parlare ormai come portavoce del gruppo.

- Nessun problema, Veggente – disse con un ari spavalda, ma Elva poteva sentire chiaramente la paura che lo turbava.

- Quando avrete fatto con i chiacchiericci iniziate a combattere prima che faccia buio- brontolò Oswald che aveva assistito a tutta la scena impassibile.   

Elva si mise in guardia, estraendo la sua spada dalla lama lunga e affusolata mentre i soldati si disponevano a cerchio verso di lei. Attaccarono tutti insieme decisi a metterla da subito in difficoltà. Ma Elva non aveva problemi, grazie al suo potere aveva un vantaggio incredibile su di loro. Poteva sentire le loro paure e  i loro timori, poteva sentire i dubbi su una determinata mossa, poteva avvertire il panico di essere colpiti quando si accorgevano di esporre  punti deboli.

Si pensò sorridendo poteva vincere …

Si spostò di lato facendo sbilanciare un  soldato che aveva tentato di attaccarla alle spalle, lo spedi a terra ferendolo alla gamba. Girò su se stessa e si trovò davanti a due soldati che iniziarono a bersagliarla subito di colpi, parò i primi senza troppe difficoltà ma via via che lo scontro continuava iniziava a stancarsi più in fretta.

Un'altra conseguenza del stupido contro incantesimo di Eragon … pensò amareggiata.

Colpì uno dei due soldati a un fianco e assestò una gomitata all’ altro, mentre barcollava lo colpì con l’ elsa della spada.

Bene ne rimangono solamente tre …

Doveva sbrigarsi se voleva che nessuno si accorgesse del suo rapido affaticamento. Aprì la mente cercando di concentrarsi solamente sui soldati davanti a lei. Di solito provava ad ignorare le sensazioni dei suoi avversari per divertirsi di più, ma quello scontro stava andando per le lunghe e doveva finire in fretta. Continuarono a scambiarsi fendenti senza troppa convinzione, fino a quando Elva non  partì all’ attacco puntando direttamente ai punti deboli degli avversari. Riuscì a ferire uno dei soldati al braccio e si voltò appena in tempo per  evitare un colpo dal secondo, squadrò rapidamente il soldato e si gettò contro di lui come una furia.

Ah la spalla, devo colpirla in fretta …. I pensieri dell’ uomo la colpirono all’ improvviso.

Scartò di lato e con un ghigno fece una finta al suo avversario tentando invece di colpirlo alla spalla.

 Vide tutto un istante prima che succedesse … lei che si sporgeva a colpire il soldato rimanendo indifesa e l’ altro che si gettava contro di lei attaccandola di nuovo.

E poi … dolore … dolore acuto al braccio dove un sottile taglio iniziava a sanguinare.

Non era riuscita a spostarsi in tempo. Infuriata iniziò ad attaccare il soldato con tutta la forza che le era rimasta, senza neanche accorgersi che si trattava di Evan. Riusciva solo a pensare che quell’ essere aveva osato ferirla. Cercò di colpirlo al torace ma lui riuscì a parare … Accidenti se era bravo!

Finse di volerlo colpire alle gambe ma all’improvviso ruotò il polso facendogli saltare via la spada e puntando la sua ad un centimetro dalla sua carotide.

Nell’ arena regnava il silenzio rotto solo dall’ ansimare suo e del soldato, Elva non si era accorta che tutti si erano fermati a guardarli, fissava negli occhi Evan sentendo chiaramente ciò che pensava.

Aveva paura che lo colpisse per averle fatto troppo male… come se lei fosse così gracile ed esile come appariva! Elva era presa in contropiede dagli strani pensieri del soldato e non riusciva a giustificarli.

- Splendida! Splendida come sempre – Oswald le sbucò alle spalle applaudendo sonoramente.

- Ricorda solo di non esporti troppo e piega di più quelle ginocchia! – l’ ammoni con un occhiataccia – e complimenti anche a te giovanotto, hai portato a termine un impresa invidiabile quasi degna di essere cantata dai bardi!-

Elva abbassò la spada, mentre Greta iniziava a strepitare istericamente alla vista del sangue.

- Complimenti ti sei battuto bene – disse ingoiando il proprio orgoglio e dando la mano al giovane.

- Mai quanto te, Veggente – disse ricambiando la stretta - Manterrai la tua promessa? –  chiese osservandosi i piedi.

Elva si irrigidì – Certo una promessa è una promessa. A domani-

Si voltò decisa a dire a Greta di smetterla con tutto quel baccano, quando senti una fitta alla testa e gli si annebbiò la vista. Non si accorse delle gambe che cedevano mentre sveniva né di Evan che con uno scatto l’ aveva presa prima che cadesse a terra. Prima di cadere nell’ incoscienza si chiese come mai non sentisse più alcun rumor, ma solo un vago ronzio nelle orecchie. L’ ultima cosa che vide fu il viso di Evan preoccupato sopra al suo poi solo nero.

  
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