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Autore: lete89    24/05/2010    9 recensioni
Un Principe potente.
Una Principessa straniera.
Un matrimonio combinato.
Accettato e subito.
Cosa accadrà?
I pensieri lenti si trasformano in haiku.
L’ haiku rivela uno specchio vuoto: si inscrive nello spazio senza simbolizzare nulla e senza la pretesa di avere un significato. È un'immagine opaca, priva di riflessi.
Commentare un haiku è dunque impossibile. Si può solo dire che, in tutta semplicità, qualcosa avviene e basta.
Unendo i destini di un giovane guerriero e di un fiore di ciliegio.
Nell'iconografia classica del guerriero il ciliegio rappresenta insieme la bellezza e la caducità della vita: esso, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico. Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jaken tossicchiò

Jaken tossicchiò.

Aveva gli occhi lucidi e sentiva la gola diventata improvvisamente secca.

Eppure…

Non stava sognando.

La sua Padrona era lì, di fronte a lui.

Lo aveva chiamato nel suo appartamento.

Lui!

Proprio lui!

Tanti anni di onorato servizio presso Padron Sesshomaru allora erano stati notati!

La sua fedeltà era nota in tutto il palazzo!

 

-Jaken, dovrei farti una domanda…-

 

Il demonietto s’inginocchiò per terra più volte, biascicando un ringraziamento per l’onore che gli veniva concesso.

Qualunque cosa.

 

-Sei… sei da tanto al servizio di… di Sesshomaru, giusto?-

 

Il demonietto accennò di sì con la testa iniziando un infinito racconto sul loro primo incontro.

Sakura rise, nascondendo il sorriso dietro il ventaglio.

Era impacciata.

La domanda che gli avrebbe posto di lì a poco sarebbe stata certamente giudicata strana.

Però…

Sentiva di doverlo chiedere.

Doveva chiederlo a qualcuno.

E Jaken era la persona giusta.

 

-Jaken… tu saisai se….-

 

Respirò un paio di volte cercando di prendere faticosamente fiato.

Non era una cosa facile.

Il demonietto pendeva visibilmente dalle sue labbra, così inginocchiato al suolo e con la schiena flessa, ma il collo alzato in trepidante attesa.

 

-…sai se mio marito ha avuto… ha avuto delle “compagne”?-

 

Si fece aria ripetutamente con il ventaglio.

Si sentiva avvampare ma sperò che il trucco coprisse il rossore delle guance.

Gli occhi acquosi di Jaken la fissavano tremanti e increduli.

Era una domanda molto, molto delicata.

E a lui…

A LUI era stato concesso di rispondere!

Si schiarì la voce con qualche colpetto di tosse e gonfiò fiero il petto.

 

-No no mia Signora, in tutti i miei anni di onorato servizio a fianco di Padron Sesshomaru non ho mai visto nessuna femmina interessarsi al Padrone…-

 

Certo, il fatto che Jaken non la avesse vista non voleva dire che non ci fosse.

Però…

Doveva sapere…

Un incredibile numero di ipotesi le si erano affacciate alla mente in quel primo periodo del matrimonio…

L’incredibile rispetto che Sesshomaru le aveva mostrato la prima notte di nozze e i giorni seguenti fino ad allora non poteva essere casuale.

Doveva esserci dell’altro…

E secondo Sakura quell’altro poteva essere solo una femmina.

 

-Ne sei certo?-

 

Jaken annuì con forza.

 

-E neanche lui si è mai interessato a… a “qualcuna”…?-

 

Sesshomaru non la degnava di uno sguardo dentro la loro stanza…

Non le aveva mai chiesto nulla se non durante quelle riunioni dove dovevano presenziare insieme.

Certo, adesso era impossibile evitarsi.

La maggior parte del tempo la trascorrevano assieme.

Ma…

Non c’era alcun interesse da parte di lui, alcuna attrazione.

Eppure era lì, sua Moglie, a completa disposizione…

In tutti i sensi…

Obbligata a esaudire ogni desiderio, ogni capriccio senza opporsi in alcun modo…

Aveva un potere assoluto…

Eppure non lo usava.

Doveva esserci certamente qualcun’altra!

Una giovane che occupava i suoi pensieri così intensamente da soggiogare la libidine del Sovrano.

Jaken scosse la testa.

Il Padrone era interessato unicamente alle guerre, ad accrescere il suo potere, a ingrandire il Regno…

Sakura sbuffò.

Si era immaginata ben altra risposta.

Un amore difficile, magari conteso…

Visto però che non la aveva sposata doveva esserci stato qualche impedimento.

Che non fosse corrisposto?

Possibile?

Però allora Jaken si sarebbe accorto della fanciulla…

E se fosse morta?

Se fosse stata la morte a separare i due innamorati?

No…

E perché Sesshomaru non avrebbe usato Tenseiga per riportarla in vita?

Forse… forse non poteva?

O magari era di un rango inferiore e non aveva potuto contrarre le nozze?

Possibile?

Almeno la avrebbe condotta a Palazzo come serva, schiava o amante…

E invece…

Un’idea improvvisa balenò indisponente nella mente della Regina…

Tutto filava…

 

-Un’umana… neanche un’umana?-

 

Sicuramente un’umana!

Certo!

E lo aveva rifiutato!

Era per questo che era proibito agli umani entrare nel Palazzo dei Sovrani dell’Ovest!

Nonostante il rifiuto avesse ferito il cuore del demone, lui non riusciva a scacciarne il ricordo dalla mente e questo gli impediva di amare di nuovo!

Di immaginarsi vicino a qualcun’altra…

Di …

Forse era proprio per questo motivo, per questa ferita che Sesshomaru era diventato un demone così spietato e crudele…

Forse…

 

Sull'incerta via

sbocciano le verità

fatte di nulla

 

La risatina di Jaken la distrasse dai suoi pensieri..

 

-Perdonatemi mia Sovrana, ma l’unica umana che si è avvicinata abbastanza a Padron Sesshomaru e è ancora viva è Rin…-

 

Sakura si grattò la testa confusa.

Vero anche quello.

E poi la teoria non reggeva.

Era da secoli che c’era questa assurda regola contro umani e mezzi-demoni.

Era una tradizione delle Terre dell’Ovest.

 

-C’è forse qualche problema Padrona?-

 

Sorrise ricominciando a sventolare il ventaglio.

 

Frugo l'oscuro

cercando sensazioni

oltre il tempo

 

-No! No! Assolutamente Jaken! Solo… ero curiosa di conoscere meglio il passato di mio marito e nessuno meglio del suo servitore più fedele poteva aiutarmi…-

 

Jaken gongolò a quelle parole.

Apposta…

Non poteva certo svelare il vero motivo della sua curiosità.

Sarebbe stato compromettente per entrambi.

Eppure…

Eppure qualcosa doveva esserci.

Che fosse… un ragazzo?

Sbattè un paio di volte gli occhi a quell’idea.

Sarebbe stato… assurdo.

E era… imbarazzante…

Imbarazzante pensare …

Pensare che suo marito…

No, impossibile.

Il ragazzo in questione sarebbe diventata una guardia del palazzo.

Visto che non poteva essere un umano…

Che razza di idea!

Però…

Ma allora chi era questo tanto odiato Inuyasha?

Perché non poteva praticamente venire nominato?

 

-Jaken, avrei un’ultima informazione da chiederti… -

 

Jaken gonfiò ulteriormente il petto, temendo di scoppiare. Quello era troppo. Troppo per lui, piccolo demone. Non avrebbe mai pensato che la sua Padrona potesse davvero trattarlo a quel modo. Quale onore!

 

-Chi è Inuyasha?-

 

Il demonietto a quel nome si contorse nel suo posticino, fissando con gli occhi il tatami, combattuto

Aveva velocizzato il respiro e lanciava occhiate sfuggenti alla porta per accertarsi che non entrasse nessuno, per paura che qualcuno avesse udito quel nome.

Chi poteva mai essere?

 

-Altezza, Padron Sesshomaru non vi ha mai parlato di… di …di lui?-

 

Sakura scosse la testa e si avvicinò al piccolo demone, curiosa.

Forse avrebbe parlato…

Forse almeno questa sua curiosità sarebbe stata soddisfatta.

Forse avrebbe saputo finalmente chi fosse.

 

-Padron Sesshomaru non vuole che se ne parli ma… ma voi siete la Regina, approverebbe che ne veniste a conoscenza… o forse no?-

 

Sakura toccò con la mano quella verde e rugosa del demone-rospo, facendolo sussultare.

 

-Certo che approverebbe… si sarà dimenticato di parlarmene… ma sono certa che se dovesse, affiderebbe a una persona fidata come te questo compito…-

 

Jaken sorrise, sempre più sulle spine.

Ma sembrava convinto a parlare.

 

-Vede Altezza, Inu…-

-Sakura.-

 

Le sohjo si spalancarono di colpo, lasciando vedere l’imponete figura del Sovrano.

Jaken si appiattì contro il pavimento, mentre Sakura si alzava al suo richiamo.

Aveva come la strana sensazione di aver dimenticato qualcosa.

 

-La riunione.-

 

La riunione?

La riunione!

 

-Mi dispiace Sesshomaru! Arrivo subito!-

 

Tutti quei pensieri e quelle idee le avevano fatto dimenticare ogni cosa.

Anche l’appuntamento con i generali!

Sesshomaru guardò di sfuggita Jaken mentre a moglie lo salutava e la precedette lungo il corridoio.

Sakura non potè non notare che aveva una schiena larga.

Era bello.

Fiero.

Altero.

Potente.

Ma anche…

Freddo.

Scostate.

Vendicativo.

Assassino.

Possibile che ci fosse qualcuna nel suo cuore?

Possibile che l’amore per qualcun’altra gli impedisse di approfittare di lei?

Che fosse solo bontà d’animo la sua?

Che il Sovrano di un popolo guerriero avesse un cuore?

 

-Tutto bene?-

 

Si era voltato e aveva notato i suoi occhi vuoti vagare per una parete del corridoio.

Aveva dei bellissimi occhi ambrati.

Belli.

Ma… inespressivi.

Totalmente freddi.

Gelidi.

Superiori.

 

-Sì… scusa.-

 

Sorride timidamente.

Possibili che due occhi così sapessero anche amare?

Sembrava che mai un sentimento del genere lo avesse toccato.

Mai fosse stato colpito da qualcosa di così profondo?

Possibile che non sapesse provare dei sentimenti?

La certezza che non c’era nessun’altra prese il sopravvento sulle altre nella sua mente.

Soddisfazione o delusione?

Non avrebbe saputo dirlo.

Né avrebbe saputo spiegarsi perché la rispettava fino a tal punto.

Ma…

La determinazione nello scoprire qualcosa di più riguardo il marito, cresceva in lei.

Non lo odiava più.

Anzi.

Ne era incuriosita.

Ne era stimolata.

Ne era stuzzicata.

Ne era attratta.

 

 

 

-… non dubitatene, perorerò la vostra causa presso mio marito. Abbiate fiducia nel vostro Sovrano.-

 

Con un sorriso gentile le Nobili Dame si allontanarono, lasciando la Regina sola nella stanza.

Sakura sbuffò per poi sedersi stancamente per terra.

Fatica.

Stanchezza.

Spossatezza.

 

Occhi stanchi

guizzano, sospirano.

Giacinti sbocciano

 

Era da tutto il giorno che riceveva le mogli degli alti ufficiali per sentire le loro richieste, scambiare due chiacchere o sentire distrattamente i finti elogi delle dame.

Ma sorrise a tutte.

Sì, perché era felice.

No, forse non felice.

Ma serena.

Serena per la piega che aveva assunto la sua vita e quell’”infelice” matrimonio…

Sesshomaru, nonostante ormai fosse già inizio estate, continuava a “ignorarla”.

Ed era meglio così.

Ormai aveva acquistato tutta la sua fiducia.

Completamente.

Quell’atto di controllo che ogni sera dimostrava nella loro stanza aveva conquistato il rispetto di Sakura.

Certo, non poteva innamorarsi di lui.

Sarebbe stato ridicolo.

Falso.

Sbagliato.

Ma poteva provare affetto verso di lui?

Verso suo marito?

Verso l’uomo che l’aveva costretta a sposarlo?

Strano, ma… sì.

Affetto, non ancora forte come quello che la legava a Toryu e a Ami, né minimamente paragonabile a quello che provava per il padre ma…

Non troppo forte.

E non totale indifferenza.

Quante volte aveva cercato di dare un nome a quel sentimento!

Ciò che provava per i suoi compagni d’infanzia era amicizia, per il padre era affetto filiale, per suo marito…

Per suo marito?

Cosa provava veramente lei per Sesshomaru?

Scosse la testa.

Che rispondere?

Rispetto?

Era quello ciò che Sesshomaru provava per lei?

Era quello che lei provava per Sesshomaru?

No, non semplice rispetto.

Da quando si erano sposati la vicinanza era stata praticamente continua e dovuta.

Ma…

Non così fastidiosa come si aspettava.

No.

Sesshomaru l’aveva aiutata molto in quel suo nuovo ruolo di Regina straniera.

Certo, con la sua solita freddezza, ma le era stato vicino.

A modo suo.

Anche solo un gesto, una parola, un’occhiata.

E Sakura, vedendo come gestiva il regno, si sentiva più vicina a lui.

Vedere come teneva all’esercito, come teneva al suo popolo e come teneva alla sua terra lo rendeva più… più… umano.

Più simile a lei.

Più vicino.

E certamente anche Rin con il suo eterno elogio al Sovrano le aveva fatto scoprire un nuovo Sesshomaru.

Che fosse la ragazzina a esaltarne le caratteristiche o che fosse Sakura a non vederle?

Certo era che, ormai, le terre dell’Ovest non sembravano più tanto ostili quanto l’anno prima.

Sì, era serena.

Sapeva di aver fatto la cosa giusta.

Così come sapeva di essersi sacrificata per una buona causa.

Sapeva di aver salvato Haru.

Sapeva di essersi condannata per sempre.

Ma sapeva anche che doveva farlo.

Doveva.

Era in pace con se stessa.

Un unico rammarico.

Che Haru fosse così distante.

Già, lontana e irraggiungibile.

Almeno con il corpo.

Ma non con lo spirito.

Ogni volta che poteva, facendo attenzione a non essere vista, alzava lo sguardo oltre il giardino, sopra le mura che delimitavano il palazzo, attraverso le praterie e le selvagge foreste dell’Ovest fino alle colline verdeggianti, ai canti dei minatori, al profumo di sale della sua terra…

Haru.

Un nome sempre presente nella sua mente.

Come dimenticarlo?

Un misto di immagini e sensazione.

Nostalgia.

Struggente.

Tormentosa.

Appassionata.

Quanto le mancava suo padre…

E gli amici…

Sorrise tristemente, asciugandosi le lacrime nel kimono…

Già …

Haru

Chissà com’era ridotta la sua terra.

Dopo il matrimonio e l’annessione del Regno alle Terre dell’Ovest gli attacchi dei Pirati delle isole si erano fatti più frequenti.

Con timore ormai aspettava la lettera mensile, quella formale, che annunciava le novità economiche, la situazione sociale e…

E i morti per gli scontri.

Avrebbe preferito una pugnalata a quei momenti.

Nomi di amici d’infanzia, veterani, compagni del padre…

Gente che era accorsa alle sue nozze così tanto contestate, che avevano affrontato quel lungo viaggio per farle sentire il loro appoggio.

Feriti.

O…

Morti.

Sacrificati per la loro terra.

E una fitta più lancinante era dovuta alle date degli scontri.

Molti giorni prima.

Magari quando era intenta in una discussione di corte.

O quando si vestiva per una cerimonia.

O quando discuteva con Sesshomaru.

Intanto gli uomini della sua terra morivano.

Cadevano come le foglie d’autunno.

 

Dagli alberi

cadono le foglie ma

L’amore resta

 

 

Certo le perdite erano state irrilevanti rispetto a una battaglia contro l’Ovest che li avrebbe sterminati tutti.

Però…

Anche una sola perdita era troppo.

Sesshomaru aveva mandato numerose truppe a difendere i territori e sembrava che, nonostante l’astio iniziale, le parole di Sakura nella lettera di presentazione avevano permesso ai soldati dell’Ovest di integrarsi abbastanza in quella terra.

Ma…

Il terrore che giungesse la notizia della…

Della…

Inghiottì a fatica, incapace perfino di formulare quel pensiero…

La… “mancanza” del padre sarebbe stata…

Scosse la testa evitando di completare la frase.

Non voleva pensarci.

Non doveva pensarci!

Dalle ultime lettere di IzumyKamigawa non stava bene.

Anzi.

Peggiorava.

Ogni giorno di più.

Il viaggio e l’ennesimo abbandono della figlia erano stati strazianti.

Il suo corpo non aveva retto.

Ma il suo spirito continuava a lottare.

Lui era un guerriero.

Il più valido che avesse mai conosciuto.

Non si sarebbe arreso così facilmente alla malattia.

Mai.

E anche lei doveva fare lo stesso.

Il peso di non essere a Haru a lottare con il suo popolo non era indifferente.

Anzi.

Il pensiero di non essere al capezzale del padre durante le sue crisi era opprimente.

Ma…

Sapeva di fare qualcosa per Haru.

Sapeva che stava salvando la terra per cui la madre aveva dato la vita.

Stava aiutando il padre a combattere.

Era la figlia di un nobile soldato.

Non doveva arrendersi.

Kamigawa doveva essere fiero di lei.

Sua madre doveva essere fiera di lei.

Tutta Haru e la sua gente dovevano essere fieri di lei.

Era difficile certe volte.

La nostalgia si faceva insopportabile.

Grave.

Dolorosa.

Se solo però fosse potuta uscire da quelle mura…

Da quanto non camminava libera in un prato?

Da quanto non vedeva l’orizzonte sconfinato davanti a lei, non ostacolato da mura, anche se difensive?

E il pensiero che non sarebbe più uscita…

Il pensiero che quelle mura sarebbero state la sua sicurezza e la sua prigione…

Per sempre.

Per tutto il futuro.

Sospirò.

Sarebbe stato bello,anche solo una volta, una volta, poter uscire di nuovo.

Scacciò quel pensiero.

Aveva altro da fare.

Doveva gestire il Regno.

Stare al fianco del marito.

Aiutare la sua terra in quel modo.

Le sohjo si aprirono lente e la verde figura di Jaken fece lentamente capolino.

Sakura gli diede il benvenuto con un sorriso.

Le faceva bene passare un po’ di tempo da sola.

Pensare e rimuginare fra sé e sé.

Pensare a Haru.

Alla famiglia.

La faceva sentire meno sola.

Il demonietto guardò ammirato la sua Regina.

Parlò piano, gracchiando le parole che uscivano tremanti dalla sua bocca.

 

-E’…è arrivata una... una lettera per i Regnanti… un… un messo aspetta… sta aspettando la … la risposta, giù, nel cortile interno…-

 

Sakura, incuriosita, prese la lettera dalle mani grinzose del demone, accarezzandogli una spalla in segno di ringraziamento.

Non aveva mai visto prima quel sigillo.

Né quello strano tipo di carta di riso, rosata.

Profumava di buono.

Di fresco.

Di vivo.

Di libertà.

 

 

 


Quei corridoi non le erano mai sembrati così lunghi.

Né aveva mai avuto tanta voglia di rivedere suo marito.

Sakura girò vorticosamente l’angolo, inseguita dalle voci delle Dame che la pregavano di rallentare.

Non era consono per la Regina correre nei corridoi del Palazzo!

Anche se ormai la madre del Sovrano non avrebbe più potuto dirle niente!

C’era n protocollo da rispettare!

Protocollo…

Quella parola riaffiorò lontana nella sua mente.

Protocollo?

Non poteva rispettare alcun protocollo!

Non in quel momento!

Non con quell’ansia gioiosa nel cuore.

Con quella titubanza.

Con quell’ardore.

 

-Sesshomaru!-

 

Quasi si era dimenticata dove stesse dando udienza.

Quelle sohjo sembravano dannatamente tutte uguali!

Rallentò cercando piano di riprendere fiato.

Eppure doveva essere lì, da qualche parte…

Lento, il frusciare di una shojo.

Eccolo.

Fiero.

Altero.

Inafferrabile.

 

-Che sta succedendo?-

 

Quel rumore era fastidiosissimo.

Passi e grida che rompevano l’austera solitudine del nobile palazzo.

Chi mai si permetteva…

La demone si avvicinò di slancio, fermandosi vicinissima a lui.

Poteva sentire sul petto il suo respiro.

Accaldato.

Ansioso.

Impaziente.

Ridacchia imbarazzata.

Come aveva potuto avere paura di lui?

La certezza che non le avrebbe mai fatto del male si era insinuata spinosamente nella sua mente.

Una certezza basata sul nulla.

Su considerazioni.

Su pensieri.

Forse una speranza.

 

Se ami il seme

della speranza, in te

è primavera.

Se stringi il seme

della speranza, sei tu

la primavera.

 

Eppure quello sguardo gelido e quel volto marmoreo non le facevano più paura.

Sapeva che poteva uccidere.

Lo aveva visto.

Sapeva che era il suo padrone.

Sapeva che era un assassino.

Sapeva che era uno spergiuro.

Eppure…

Perché era così?

Cosa lo aveva reso così?

Era nato come guerriero o lo era diventato?

Era diventato rispettoso o lo era sempre stato?

No, forse non lo avrebbe mai amato…

Ma di certo lo avrebbe considerato un amico.

Avrebbe cercato di capire cosa lo turbava veramente.

Forse più per curiosità.

Forse più per affetto.

Ma dietro quell’ambra inconsistente c’era qualcosa che non sapeva definire.

Ancora.

 

-Devo parlarti! E’ arrivata questa lettera e…-

 

Sesshomaru mosse appena lo sguardo verso la stanza.

Un fruscio di seta e uno dei generali sparì richiudendo la porta.

Sakura si zittì improvvisamente, imbarazzata.

 

-Oh… scusa, credevo che la riunione fosse finita…-

 

Il demone alzò appena un braccio e le ancelle appena giunte scomparirono in un pigolio di sussurri.

 

-E’ successo qualcosa?-

 

Sempre così, freddo e scostante.

Ma…

Ma quella domanda era anche premurosa.

O forse era lei che stava cercando qualcosa che in realtà il cuore del sovrano non conteneva?

Sakura sorrise.

Non avrebbe dovuto interrompere la riunione.

Sapeva che lui non voleva tranne che per cose importanti.

Ma lei era comunque la Regina e valeva certamente più di qualsiasi generale facilmente rimpiazzabile.

Sempre sorridendo, gli porse la lettera.

 

-E’ arrivata questa…-

 

… e aveva sconvolto la sua giornata.

Il demone alzò appena un sopracciglio prendendo la pergamena e scorrendola veloce con gli occhi.

Ansia.

Timore.

Speranza.

Sakura osservò gli occhi del demone muoversi veloci sugli ideogrammi eleganti.

Niente.

Nessuna reazione.

Eppure appena aveva capito il reale significato di quella parole si era ripromessa di convincerlo.

Ad ogni costo!

Era una piccola speranza, un piccolo spiraglio di libertà.

Sesshomaru gliela restituì velocemente.

Impassibile.

Imperturbabile.

Statico.

Rimase immobile a fissarla.

 

-Andremo?-

 

Una voce timida.

Un pigolio sommesso.

Una preghiera.

 

-Vuoi?-

 

Non che gli interessasse veramente ciò che voleva.

Aveva già preso la sua decisione.

Ma voleva sapere come mai tutta quell’ansia.

Esagerata.

Come i suoi occhi limpidi e freschi che sostituirono l’eterno velo di malinconia con una luce di gioia.

 

-Voglio allontanarmi da palazzo… e lo vuoi anche tu.-

 

Già.

E quell’offerta, quell’invito di andare a visitare la Regione dei Laghi, parte settentrionale del regno dell’Ovest era una via di fuga perfetta.

Respirare di nuovo libertà.

Sentire il profumo dell’aria.

Sfuggire a quegli sguardi indagatori e a quelle moine da palazzo.

Sfuggire agli obblighi di corte.

Evadere dalla realtà.

O meglio, viverla in un modo diverso.

Fuori dalle mura.

 

-…e poi è tradizione che i Regnanti si rechino in quella regione. E’ un confine molto instabile e perseguitato da lotte intestine con popolazioni di umani ostili. La presenza della coppia regnate rincuora certamente gli animi delle guardie e rafforza il potere ai confini!-

 

Glielo aveva accennato la Madre del Sovrano poco dopo le nozze, durante un consueto the.

Ma lei non aveva creduto.

O forse, non ci aveva veramente pensato.

In fondo, altre cose erano prioritarie allora.

 

-Può essere rischioso.-

 

Sorrise.

Sentiva che anche lui lo voleva.

Lo percepiva.

Anche se non aveva mutato espressione.

Anche se non aveva fatto trasparire alcuna emozione.

Anche se non aveva cambiato tono.

 

-Ma potrebbe essere la nostra unica occasione di uscire da questo palazzo per molto tempo…-

 

Sesshomaru continuò a fissarla imperterrito.

Ricordi.

Lontani.

Confusi.

E adesso…

Dolorosi.

 

Rincorro luci

suoni e sensazioni

dentro me stesso

 

Eppure…

Bisognava andare.

Gli attacchi dei ribelli erano frequenti e minavano la stabilità del Regno.

Non poteva permettere che proprio la regione che aveva dato i natali a sua Madre si staccasse dal Regno.

 

-Faremo questo viaggio.-

 

Un ordine.

Che sapeva di concessione.

Ma anche di patto silenzioso.

Anche di sentimenti condivisi.

Di voglia di libertà.

Di ansia di fuga.

Sakura sorrise, cercando di trattenere un’emozione che non provava da molto tempo.

Lo fissò con gli occhi lucidi e umidi.

Felici e riconoscenti.

Sinceri.

 

-Quello che tu fai,

quello che desidero,

coincidono!-

 

Si allontanò gioendo.

Un viaggio fuori dalle mura.

In una terra simile a Haru.

Lontano dal protocollo e dai curiosi che venivano a palazzo per conoscerla.

Lontano dai finti complimenti dei nobili.

Lontano dai ricatti della Suocera.

Lontano.

Liberi.

Sereni.

Forse.

 

 


Sakura rise.

Senza un motivo.

Così, spontaneamente.

Liberamente.

Sinceramente.

Senza la rigida etichetta di corte a correggerla.

Senza impegni politici.

Senza obblighi.

Scostò di nuovo la tendina della carrozza.

Il sole illuminava un paesaggio sempre più collinare.

Rise di nuovo.

Era davvero fuori!

Fuori da palazzo…

Da quanto tempo ormai?

Troppo.

Chiuse piano gli occhi, cercando di far cessare il martellare esagerato del cuore.

Uno spruzzo di felicità nel grigio della vita che la attendeva.

Scosse la testa.

No, non ora.

La magia del paesaggio che lento mutava al loro passaggio era troppo preziosa perché fosse sprecata con tristi pensieri.

 

-E’ un vero peccato che Rin non sia venuta con noi…

 

Sesshomaru alzò piano la testa.

Socchiuse gli occhi cercando di veder meglio l’immagine della demone illuminata dal sole che entrava prepotente dallo spiraglio alzato della tenda.

Piccolo squarcio di luce nell’ombra della carrozza.

Non avevano parlato dalla partenza.

Che dire?

Di cosa parlare?

Che discorsi si fanno fra coniugi?

 

-Meglio così…-

 

Laconico.

Come al solito.

Enigmatico.

Un rebus difficile da sciogliere.

Praticamente impossibile.

Perché solo lui conosce la realtà del presente.

Il dolore del passato.

La certezza del futuro.

Sesshomaru non era per niente convinto di quel viaggio.

Lo aveva subito, come un obbligo.

Un’imposizione.

Una via di fuga.

Ma adesso… le certezza via via svanivano.

Ma non per lui.

Per lei…

Sakura si voltò sorridendo.

Perché sorrideva?

Il Sovrano voltò lentamente lo sguardo, tornando a fissare uno spazio indefinito nell’oscurità della carrozza.

 

-Perché?-

 

Già…

Perché Rin non era potuta venire?

Sakura aveva continuato a chiederselo da quando suo marito le aveva negato il permesso.

Ma perché?

Alla fine era stata convinta a rimanere per stare con la Regina –Madre, altrimenti sola a palazzo…

Ma Sakura aveva capito che questo non era il reale motivo.

E allora perché?

Probabilmente la Regina voleva farli restare soli fuori da palazzo…

Sperando…

Sperando nel…

Nel concepimento dell’erede, favorito dall’allontanamento da obblighi opprimenti e nervose riunioni…?

Sakura allargò il sorriso.

 

-Sono sicura che si sarebbe divertita…-

 

Già, Rin si divertiva con poco.

Niente.

Nulla.

Eppure, adesso, sembrava chiedere qualcosa.

E Sesshomaru temeva quella richiesta.

Anche se adesso era cresciuta.

Anche se ormai era adulta.

Non la avrebbe lasciata andare con quell’umano.

Quello sterminatore…!

O forse sì…

Anzi, certamente sì…

Perché mai impedirglielo?

Non era il padre.

Non era il fratello.

Non era nessuno per lei.

Così come lei non lo era stato per lui.

Eppure…

 

-Sesshomaru?-

 

Sakura si avvicinò al marito, sedendosi proprio davanti a lui.

Era rimasto zitto, ma non era questo ad averla fatta preoccupare.

Era la sua espressione.

Pensierosa.

Dubbiosa.

Strana sul suo volto.

 

-A cosa pensavi?-

 

Appena un sussurro sulla labbra.

Una discussione tranquilla.

L’inizio di un dialogo fra marito e moglie.

L’inizio di un dialogo fra due sconosciuti.

 

-Nulla di importante.-

 

Già…

C’era da dubitarne?

 

-Manca ancora molto per arrivare?-

 

Curiosità.

Ansia.

Attesa.

Sakura non sapeva molto sul luogo dove si stavano recando.

Solo il minimo.

Era chiamata “la regione dei laghi” e aveva dato i natali alla Regina-Madre.

Era una terra di confine, zona preoccupante per l’aspetto sociale.

Numerosi erano gli scontri che si svolgevano fra indipendentisti e guardie reali.

Quanto le aveva parlato di quella terra la Regina!

Erano state particolarmente vicini in quei giorni…

Forse più di quando Sakura era arrivata alla corte dell’Ovest, ma in questo caso, non per protocollo o etichetta.

Solo… solo per parlare.

Per aiutare.

Era molto cambiata la Regina da quando non aveva più il suo ruolo.

L’isolamento al quale era stata costretta in una zona remota del Palazzo, la perdita del titolo e la silenziosa presenza, ormai praticamente inutile.

Sakura abbassò gli occhi.

La Regina.

Che figura enigmatica.

Spesso si era chiesta che sentimenti nutrisse per il figlio.

Si scambiavano sempre poche parole, anche prima delle nozze.

Brevi frasi di protocollo o necessarie per lo scambio di qualche informazione.

Nient’altro.

Non li aveva mai visti parlare veramente.

Certo, non che s’aspettasse particolari slanci d’affetto.

Sapeva che il protocollo dell’Ovest vietava la manifestazione pubblica dei sentimenti.

Non era certo come ad Haru, quella terra definita selvaggia per la libertà di chiamare per nome il sovrano, di affezionarsi a mezzi-demoni e umani, di provare sentimenti.

Era questo, forse, che determinava la differenza fra i due popoli?

Era meglio e più consono forse che fra Madre e figlio fosse costruito un muro di vetro?

Era normale che non parlassero?

Però…

In effetti Sesshomaru non parlava “molto” in generale, non solo con la Madre.

Ma…

Perché?

Che fosse davvero solo per il protocollo?

O che fosse successo qualcosa fra loro?

Sesshomaru si sarebbe comportato così anche di fronte al potente Inutaisho?

E la Regina?

Le aveva parlato spesso in quei giorni della sua terra.

Parole veloci.

Stizzite.

Indifferenti.

Ma con lo sguardo languido e malinconico.

E Sakura al suono di quelle parole, aveva sorriso di nascosto, senza farsi vedere, per paura che la Regina-Madre non concludesse il suo racconto.

E si rivedeva, in quei sogni di terre lontane, mentre ricordava Haru.

Eppure, era così strano vedere la Regina, fredda e distaccata, sospirare nostalgica sulla tazze di the fumante, qualche giorno prima che Sakura e Sesshomaru partissero.

Era stata lei chiedere quell’incontro senza specificare il perché.

Ma…

Ce n’era bisogno?

Sakura sorrise al ricordo, catturando senza saperlo lo sguardo indagatore di Sesshomaru.

Già, era logico.

Voleva parlare.

Mostrarle la sua terra, la sua patria, con gli occhi nostalgici di quando la lasciò, giovane, per sposarsi.

Sakura aveva ascoltato tutto il racconto in silenzio.

Curiosa.

E felice.

Perché adesso vedeva un altro lato della Regina che mai avrebbe immaginato esistere.

Anche lei era stata timorosa alla partenza.

Anche lei aveva sofferto per il distacco dalla patria e dai cari.

Anche lei si struggeva nella malinconia di non poter più tornare nella sua terra.

Però…

Lei adesso era felice e sicura di quello che aveva ottenuto.

La notizia che era stata scelta fra le candidate quale sposa del potente Inutaisho aveva provocato un’incredibile gioia nel regno, oltre che nella diretta interessata.

Eppure no, neanche lei aveva mai visto il marito prima delle nozze.

Ma aveva tanto sentito parlare di lui.

E non lo temeva.

Ne era anzi affascinata.

Certo quella scelta aveva avuto chiara valenza politica.

Una Sovrana dalla Regione dei Laghi avrebbe incrementato la sicurezza in quella terra e limitato le battaglie con la popolazione sottomessa.

Però

Sakura trattenne di nuovo il fiato.

Non avrebbe mai dimenticato l’espressione del viso, lo sguardo, la piega delle labbra della Sovrana nel dire quel però

Senza terminare la frase.

E Sakura non le avrebbe certo chiesto di andare avanti.

C’era dell’altro.

C’era stato dell’altro.

Ormai lo aveva capito.

Ne era certa.

Anche se quel nome tanto famoso fuori da palazzo, veniva così raramente pronunciato al suo interno, era quella la parola che riecheggiava nella stanza densa di aromi.

Nessuno sguardo è paragonabile a quello di un vecchio che pensa all’innamorata morta.

Sakura lo sapeva.

Lo aveva studiato per anni quello sguardo negli occhi di suo padre, cercando di interpretarlo.

La fronte senza rughe, le tempie molli, la bocca socchiusa in un timido sorriso, gli occhi languidi e lontani.

In questi momenti il vecchio Kamigawa pensava a lei, a sua Madre.

E la stessa espressione aveva visto sul volto di quella Regina altera e indifferente.

Stava pensando a lui.

Stava ricordando lui.

Forse il loro primo incontro.

Forse una litigata.

Forse un momento di intimità.

Però…

Era durato un attimo.

Il volto della Regina si era rabbuiato subito, in un’espressione indecifrabile per la giovane Sovrana.

Odio?

Rabbia?

Rancore?

Gelosia…

Quest’ultima si fece largo poco alla volta nella sua mente, per affiorare solo in quella carrozza, a diversi giorni di distanza da quell’incontro.

Sakura alzò la testa, incontrando gli occhi freddi di Sesshomaru.

Gelosia…

Di chi?

Possibile?

Possibile che in un matrimonio combinato possano nascere dei sentimenti di amore?

Possibile che la Regina fosse gelosa del marito sposato per convenienza?

No.

Era impossibile…

Come al solito aveva galoppato troppo con la fantasia.

Aveva fantasticato su quella misteriosa famiglia di cui era entrata a far parte fin dal primo momento.

Le sue attenzioni prima si erano completamente rivolte a Sesshomaru ma, non ottenendo soddisfazione per la sua curiosità, si era spostata sulla Regina, e poi su Inutaisho, senza mai tralasciare il marito.

Avrebbe voluto sapere di più, molto di più.

Ma sentiva che non era un argomento facile.

Non doveva esserlo.

E Sesshomaru certo non ne avrebbe parlato volentieri.

E lei non avrebbe insistito.

Certo, avrebbe fatto attenzione, avrebbe continuato, con discrezione, a indagare, ma non avrebbe forzato una confessione.

Piuttosto, sarebbe stata presente se fosse stato necessario.

Già… ma come dirglielo?

Sorrise al marito, scuotendo la testa.

Una risata leggera, dettata dall’impossibilità di quel dialogo.

Era impossibile comunicare fra loro.

Del tutto.

Sesshomaru alzò un sopracciglio, incurante.

Proprio non capiva a cosa stesse pensando.

Però sapeva che non glielo avrebbe chiesto.

C’era una sola cosa che Sakura poteva fare per lui, per ringraziarlo della sua “mancata” attenzione.

Fargli sapere che c’era.

Nonostante le incomprensioni, l’odio, l’incertezza.

C’era.

Ma come?

Come farglielo capire?

Come parlargli?

 

un sorriso e una parola gentile non si negano mai a nessuno…

 

Già… questa era stata la filosofia di vita di sua madre e grazie a questa aveva sempre gestito il suo ruolo di Regina con attenzione e cura.

Devozione.

Forse eccessiva.

Cosa avrebbe fato sua madre?

Un sorriso, certo, ma poi?

Parlare?

Sì, poteva essere…

E di cosa?

Di qualunque cosa…

Come?

Naturalmente…

Nonostante tutto?

Sì, nonostante tutto.

Nonostante il patto non rispettato, nonostante il matrimonio, nonostante il suo carattere…

Parlare.

Anche se sentiva già da subito che non avrebbe ottenuto nessun aiuto da parte sua.

Però era necessario.

Tornare a parlare con lui, come con qualsiasi altra persona.

Smettere di fingere.

Dimenticare le regole troppo rigide del protocollo.

Tornare a essere se stessa.

 

-Tu sei già stato nella Valle dei Laghi, giusto?-

 

Una voce leggera, uno sguardo indagatore e un sorriso curioso.

E una domanda sconveniente.

 

-Sì.-

 

Sesshomaru voltò lo guardo fuori dalla finestrella e, con un gesto secco, tirò la tendina impedendo agli ultimi raggi di sole di entrare.

E, soprattutto, ai loro sguardi di uscire.

 

...senza di te

si perde il sole

fra i vuoti di

malinconia

 

La portantina ritornò dell’ombra, illuminata raramente dai bordi delle finestre.

Basta passato.

Basta ricordi.

Sesshomaru sapeva che doveva fare quel viaggio.

Sia per il bene dell’Ovest sia per il suo.

Per ragioni politiche e per voglia di libertà.

Anche se l’unico modo per uscire senza destare sospetti era proprio quello di tornare in quel posto.

Pieno di ricordi.

Gli ultimi ricordi.

Ecco, come inizio era proprio pessimo.

Aveva sbagliato domanda, ne era certa.

E la sua reazione era stata una conferma più che sufficiente.

Oltre a ombra, di nuovo silenzio.

 

-Da quel che ho visto, deve essere una bellissima regione! Anche la Regina me ne ha parlato in modo entusiasta! Allora, com’è? Sono davvero curiosa! Puoi descrivermela?-

 

Facendo parlare lui, non avrebbe certamente sbagliato domanda.

E forse, parlare di qualcosa di oggettivo avrebbe tranquillizzato gli animi.

 

-Presto saremo arrivati.-

 

Modo distaccato per dire “lo vedrai da sola”.

Sakura sbuffò.

Nonostante tutta la sua buona volontà, non avrebbe risolto niente!

Ma non era colpa sua!

Era suo marito che non collaborava!

Parlare, certo, era una buonissima idea… ma di questo passo rischiava di fare un monologo!

E certo Sesshomaru non apprezzava chi parlava troppo o a sproposito.

Però…

Avrebbe continuato così.

Oltre che essere certa di poter costruire un rapporto con lui grazie alla comunicazione, era anche certa di poter ritrovare se stessa sotto tutte quelle regole e convenzioni.

 

 

 


Primadiuccidermilasciatemispiegare!

Auff.

Allora, mi sono sopravvalutata.

Decisamente.

Gennaio?

Sì, dell’anno prossimo però.

XD

Il fatto è che mi sono successe un sacco di cose belle (è la scusa più ridicola che abbiate mai sentito, alla fine lo ammetterete!) e non ho avuto il tempo.

Vi espongo quali sono stati i miei piani d’azione:

*benvenuti nella mente contorta di Lete*

  1. Prima di Natale: aggiorno durante il periodo di esami perché tanto sono a casa e non devo andare in facoltà.

OVVIAMENTE no, non vado a pensare che devo studiare se devo passare gli esami. Mica sono intelligente, io! XD

2        Dopo gennaio: avrei dovuto aggiornare. Avalon, perché non ho aggiornato? “Perché hai appena finito gli esami e sembri una larva in andropausa”. Ah, giusto. (nota: Avalon è stata più gentile ma il succo del discorso era quello).

3        Dopo febbraio: aggiorno durante il periodo di università così scrivo quando non sono a lezione.

OVVIEMENTE infatti i libri si iniziano a riassumere da soli, sono dotati di vita propria. E il codice penale basta metterlo sotto il cuscino la sera per poi ricordarsi tutti i capitoli a memoria la mattina. L’ho già detto che non sono intelligente?

3        Vacanze di Pasqua: che bella quest’idea su HP! Avalon che ne pensi? E poi ho pensato anche alla trama della seconda e della terza parte! E betami questa originale, per favore, mi è venuta in mente prima e l’ho scritta di getto. Avalon (anima pia e santa): “Sì, sì, ma… Armi e Petali?” … Cosa? Chi? Ohmondocicoria! Come volevo andare avanti! Ah sì! Ma non è una bell’idea! E se facessi così? O cosà? COSI’I’I’I’! Mipiacemipiacemipiace! Dove ho messo i libri sugli Haiku? Come erano scaduti e li hai riportati in biblioteca? No che non avevo preso giù la segnatura, mica sono intelligente!

4        Maggio: non passerò mai l’esame… non passerò mai l’esame… non passerò mai l’esame… tanto vale riprendere a scrivere fanfic! XD

 

Bene.

Adesso ho deciso di non darvi appuntamento.

Anzi sì.

Appuntamento al prossimo aggiornamento, spero prima della pensione.

Beh che dire del capitolo?

E’ finito il periodo della “fidanzamento” e inizia il periodo del “matrimonio”.

Un nuovo ciclo insomma.

Dove i due, in un modo o nell’altro, dovranno avvicinarsi.

In particolare in questo capitolo inizia la parte della “regione dei laghi”.

Accadranno cose importanti, lo giuro!

Basta spoiler però adesso, dedichiamoci al presente.

Personalmente sono MORTA dal ridere nel fare la prima parte.

Ok, sarò matta, ma ultimamente sto amando il personaggio di Jaken (ho una mente perversa, lo so. Anzi, Avalon lo sa meglio di me. XD) e la prima parte è interamente dedicata a lui.

Davvero. Penso che ci sarebbe molto da criticare su quella parte ma, personalmente, la trovo molto realistica.

Sakura ci metterà un po’ ad abbandonare i pregiudizi (li abbandonerà? Propongo una campagna anti-abbondono pregiudizi XD) e quindi, ovviamente, lo strano comportamento del Ghiacciolo la sconcerta.

Certo però quel gesto così inaspettato qualcosa ha smosso.

Amore?

Naaah!

Troppo presto.

Però… qualcosa c’è.

Diciamo che la situazione si è sbloccata.

La seconda parte invece serve per dare un’idea generale di come si sta svolgendo la vita a palazzo. E’ passato del tempo, i due regnano, il grande cerchio della vita continua a girare come una rondella di liquirizia.

Scusate la metafora.

Ho fame.

Ovviamente alcune cose sono cambiate, altre sono rimaste uguali, altre ancora sono in divenire.

Poco alla volta dovremmo stracciare il velo di Maya (non il velo di Sesshomaru, pervertite!) e scoprire tante cose nuove, stile sorpresina dell’ovetto Kinder.

Ho davvero fame.

Ormai il cibo del matrimonio è tranquillamente incamerato nelle mie cosce.

La parte finale anche, mi è piaciuta tutto sommato.

Immaginarsi lì, in quello spazio stetto, a cercare di chiacchierare con lui è davvero esilarante.

Anche perché Sesshy non aiuta molto la conversazione.

Diciamo che qui, la volontà, era quella di evidenziare lo sforzo di Sakura per comunicare con lui.

Cosa decisamente difficile.

Bene, direi che mi sono auto-commentata a sufficienza.

Come critica direi che forse il capitolo è un po’ statico, ma meno del precedente.

Qualcosa si muove.

Dentro Sakura il suo interesse per Sesshomaru.

Fuori Sakura il viaggio verso la regione dei laghi.

Bene, passo ai singoli ringraziamenti:

 

 

 

Avalon: Ho fame. Ho paura per l’esame. Sono in trepidazione per i commenti (se ci saranno e non mi boicottano per vendetta per aver bidonato l’appuntamento di gennaio). Ti ringrazio per la betatura e ti voglio tanto bene (sì, è una spudorata captatio benevolentiae per farmi dare cibo. Come lo hai capito?) XD

 

Kirakira90: “è la vita cheeeeeee…” ok, mi fermo. Canto in continuazione, come un giradischi rotto e con le casse divelte. Ma questo non c’entra. XD Mi fa piacere che Kamigawa sia piaciuto, è un gran simpaticone e un personaggio importante per la sua “assenza”. Ok, dopo questo ti metto nella lista nera perché mi ispiri lo spoileraggio come poche persone! XD Timidezza?! Cosa essere? XD Sì, non sono un tipo timido, temo che lo si sia capito. XD E il fatto di averti contagiata mi fa piacere! Parole in libertà e Sesshy per tutte! Sakura acerba. Bello. E’ vero. A fine fanfic sarà molto diversa dall’inizio, crescerà e… ma mondo cicoria, vedi!? XD Mi smuovi lo spoiler! XD Intanto immagino che tu non abbia raggiunto i sessant’anni ma, per precauzione, ti regalo una pasta per dentiere per scusarmi per l’enorme ritardo!XD Grazie mille del commento, davvero graditizzimo. Un bacione!

 

Flori: Aggiornare più velocemente non è proprio così facile… mi spiego. Ho avuto davvero un sacco di cose da fare ma, anche, il lavoro dietro questi capitoli è lungo. Sia perché ho delle capacità oggettivamente ridotte sia perché è uno stile molto particolare, non il solito che uso per scrivere. Ergo, ci metto anni a decidere cosa scrivere. Chiedo perdono. Ç_ç Grazie mille del commento! Bacione!

 

Valery_ Ivanov: Niente gabbia invisibile dici? Secondo me, invece, lei crede che adesso, essendo sposata, le cose saranno più facili. Ma non ha idea di cosa ho in mente per lei! XD Grazie mille del commento, un bacione!

 

Poppi: Ecco, adesso mi odierai. XD A me, davvero, quella cosa delle api e dei fiori non l’hanno mai spiegata. Si sono sempre limitati tutti alla cicogna o al bambino sotto il cavolo. Così, ogni volta che uno mi nomina questa fantomatica ape, io cado dalle nuvole. XD Nel senso… prendo un bambino (schifo!), gli faccio fare la domanda “come nascono i bambini” e gli rispondo: “ci sono le api e i fiori” ma… e dopo? XD Come si continua? Illuminami! Sesshy mi fa preoccupare, l’ho messo a bagnomaria ma per il momento non si scioglie. Provo con il forno? Che consigli? XD Grazie mille per la recensione, graditissima! Un bacione!

 

Celina: Contenta di ritrovare l’essere piccino e verde, sempre con lo stesso abito? XDXDXD Maschietti sempre zucconi comunque, concordo. Diciamo che i due iniziano a collaborare ma devono sincronizzare meglio gli orologi, ecco. XD La Lady Batuffolosa è terribilmente presente e ansiosa di diventare nonna, non credere che desisterà. I meteoriti ancora non sono tornati, temo che la grappa per loro sia stata fatale. Pazienza, speriamo che rinsaviscano per la prossima comparsa della Sesshymamma. Grazie mille per il commento! Un bacione!!!

 

Miriel67: Accidenti! Ma cosa avevo messo in quella tartina per farti fare un commento così bello? Le avrò finite? Tu ricordi se aveva un sapore strano? XD *Lete inizia a scodellare sulle note di “La Peppina fa il caffè”. Beh, che dire? Sono abbastanza imbarazzata e adesso, grazie a te, mi è aumentata l’ansia da prestazione da capitolo. E la fame (ma a questo rimedierà Avalon. Spero.). Spero di non deludere con il prosieguo che ho in mente e, se sì, di un commento sincero. Grazie ancora e un bacione!

 

Gweiddi at Ecate: Sakura è la nostra novella Elizabeth Bennet, insomma. XD Stando così le cose lei si può prendere Sesshy, io mi prendo DarcyXD. Diciamo che a me fa stranissimo scrivere “marito” vicino a Sesshomaru. Fa davvero strano. E fa ancora più strano pensare che, una volta, il matrimonio fra sconosciuti era normale. Almeno Sakura e Sesshomaru si sono “un po’” conosciuti prima delle nozze. Ma il titolo di “marito e moglie” farà cambiare le cose fra loro”? Mi-mi-mistero… (Ruggieri. Stasera canto solo quello. XD) Kamigawa è un bel personaggio (viva l’umiltà. XD Per pareggiare i conti dico subito che invece Ami non mi piace per niente) e sono contenta che sia stato così apprezzato da voi. All’inzio avevo paura di fare un padre troppo stereotipato. Speriamo che il suo carattere non mi sfugga di mano! Grazie mille del commento, molto curato e sentito. Un bacione!!!

 

Kaimy_11: Sesshy passivo come sempre. Lui agisce, non parla. Augh. XD Presto però, nella regione dei laghi, avrà molto più spazio, sia per approfondimento psicologico sia per cose da fare. Lo aspettano belle sorprese (alla fine della fanfic mi odierà, lo sento XD). Esatto, a noi piace da cattivo, ma cattivo con gli altri e cuccoloso con noi, no? XD Ecco, mi hai scoperta. In realtà ho ritardato l’aggiornamento perché ero “indaffarata” con il tuo Sesshomaru-da-minaccia.XD Chi ho trovato di meglio? XD Devo fare l’elenco (*viaggio nella camera da letto di Lete e Avalon. Sul mio armadio c’è quello che ho battezzato il mio harem. Prendo le immagini di quei personaggi che mi piacciono e le appiccico sopra. Non sai che goduria al risveglio… XD Ogni tanto, mentre faccio zapping estremo alla tv e becco un personaggio da cartone bello ululo: “Avalon! Harem”. Sì, ho una sorella santa.) Grazie per il commento e un bacione!

 

Sesshydil: Io farei controllare i livelli di estrogeno a Sakura. La sua reazione non risponde ai canoni da Sesshy-fangirl. XD “ nn capisco sesshomaru.. insomma.. xk nn la vuole?? ok il rispetto.. am sembra ke più ke altro abbia qualke problema.. insomma xk nn fa ciò ke deve???” Ho amato questa parte del tuo commento!!! La stessa cosa che pensa Sakura: “sì, ok, sei molto gentile, ma perché???” Sì, in effetti l’imbarazzo per il “come è andata la notte” doveva essere assoluto. Cioè… fatti loro, no? XD Grazie mille per il commento, un bacione!!!

 

Lety Shine 92: (la mia quasi omonima! *_*) Davvero non immaginavi questo esito? EVVIVA! Sorprendervi è proprio quello che voglio. Spero solo che l’incasinatissima trama che ho in mente non sia troppo complicata (cioè, conoscendomi, alla fine potrei anche sbagliare a far accadere i fatti e far risposare Sakura con Jaken. Mi stai dando idee perverse. XD). Ecco qui il continuo della storia! Se ti va, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensi! Grazie del commento e un bacione!

 

Riza Hawkeye: Chiaro esempio da crisi-da-astinenza-da-Sesshy. Prescrivo lettura del capitolo e uccisione dell’autrice. XD Servirebbe a calmare lo stress. XD Però allora non sapreste come andrebbe a finire. Però suvvia, come attenuante posso dire anche che i capitoli sono lunghi? Sì? Vale? XD Grazie per il commento!!! Un bacione!!!

 

Bubukenia: *_* Storia bellissima su Sesshomaru e hai trovato questa? EFP deve far revisionare il motore di ricerca. XD Me imbarazzata! ^///^. Ok, sono sincera. Sto facendo una coda stile pavone per tutte queste belle recensioni! XD Mi è piaciuta la tua definizione di Sesshy e, davvero, spero di cuore di non deludere. Grazie mille del commento! Bacio!

 

Arysan: No, tu sei troppo buona. Qualche accento mancante? Sarebbe da rivedere tutta ex novo invece. Ho trovato anche un congiuntivo che vagava per i cavoli suoi. Della serie: ma dov’ero quando rileggevo i capitoli? Ç__ç Appena avrò un po’ più di tempo correggerò, giuro. Poi… accidenti, che bel commento! ^//^ Mi è piaciuto molto. Più del capitolo, quasi. XD Solo che, dopo queste parole, mi tremano le dita a digitare le loro battute. XD Mi immagini? “Oddio, ma di questo cosa penseranno? No, non è molto fluido? No, questa frase la direbbe un Mylittlepony, non Sesshy. E Sakura? Perché qui sembra una donna a ore?” Però non smettere, se ti va, di commentare. XD E’ davvero troppo piacevole vedere le cose attraverso i vostri occhi! Grazie ancora e un bacione!

 

Elenasama: Aggiornameno effettuato. Spero solo si non aver distrutto l’entusiasmo. XD

 

Bene.

I ringraziamenti sono lunghi quasi quanto il capitolo.

Mi fa piacere però. XD

Grazie ancora a tutti (belli e brutti) e vado a mangiare o azzanno qualcuno- Avalon, nella fattispecie.

 

Bacione!!!

 

   
 
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