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Autore: sweetkonan    26/05/2010    1 recensioni
Era da una vita che non continuavo questa storia.
Ora lo faccio senza la pretesa di nulla.
"-... Robin...-
-Franky...-
-...-
-I.. Io..-
-Bé, ciao. Robin.-"
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franky, Monkey D. Rufy, Nefertari Bibi, Nico Robin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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sotto il nostro albero di ciliegio 5


Sotto il nostro albero di ciliegio -

Capitolo 3









Oramai poteva guardare in lontananza il suo negozio.E anche la figura di Rufy che con braccia conserte sembrava aspettarlo.
Più si avvicinava e più Franky sorrideva.
-Lo sai Nami mi ucciderà?Come credi che potrò continuare a vivere?-
-Mi sono innamorato.-
-Mi ucciderà!E cosa le dirò?perchè mi hai fregato il....Cosa?-
I due erano faccia a faccia.
A ogni parola il volto di Franky si illuminava parallelamente all'argamento del suo sorriso.
Rufy si sentì schiacciato da quella felicità proveniente proprio da l'ultima persona al mondo dalla quale se lo aspettava.
-Mi sono innamorato.-
L'uomo dai capelli azzurri se lo sentiva.Qualcosa gli stava bruciando dentro.O stava illuminando?
-Cosa?-
Rufy poteva mai credere a tutto ciò?Certo, se fosse stato vero, nulla avrebbe potuto dispiacergli.
Ma come non credere a quell'uomo che per tanto tempo sembrava non provare più sensazioni positive?
Il samurai brulicava dentro.Quel senso di oppressione che aveva ogni volta nei pressi del ferramenta si era sciolto.Allora anche lui n'era certo.
-Sembra strano?Sono strano?Che c'è di strano?Eh?-
-Calmati Franky!Com'è successo? Chi è questa persona?!-
La spensieratezza di Rufy ricominciò a prendere il sovrevvento.
Il samurai era sempre stato un ragazzo allegro e gioviale.Sembrava non prendere sul serio mai nulla che richiedeva grave attenzione ma nonostante tutto era un uomo di certi valori.Sembrava quasi che per lui l'amicizia venisse prima della famiglia, probabilmente perchè per lui gli amici erano come familiari.
Purtoppo questa valorosità consisteva spesso nel suo più debole dei punti.
All'improvviso davanti a quegli occhi pieni di speranza e allo stesso tempo di curiosità repressa,Franky scoppiò in una rumorosa risata.
Rideva e ancor di più solo a guardare in volto l'amico.Per nulla perplesso l'altro che tirava sospiri di sollievo ad ogni risa.
E man mano che il ferramenta si rendeva conto che era da tanto, ma proprio tanto, che non rideva in quella maniera accresceva il fiato in gola per emmettere un rumore più alto.
Sembrava stesse ridendo anche per tutti gli anni arretrati.
Ma poi smise.
Si rese conto che era stato proprio sciocco a non rendersi conto di tutto questo.
Aveva aspettato che qualcosa nella sua vita combiasse o magari no, ma comunque si sentiva braccato da una vita che gli aveva voltato le spalle.Ed in realtà non si era reso conto che era stato lui a voltare le spalle e che ora finalmente aveva deciso di rigirarsi.
-Sono innamorato, Rufy.E sai cosa?Non ci posso per nulla credere.-
-Io più di te.-



Ed oramai Rufy era giunto sulla soglia di casa.Se avesse allungato la strada di una decina di minuti sarebbe arrivato a Kyoto.
Aprì piano la porta.
Era ora di cena ed era affamato.Ma siccome sapeva che sarebbe andata a finire male per lui, si era già ristorato in precedenza.
A quel lieve suono del legno che veniva spinto di lato, come un felino sull'oggetto di interesse così Nami si ritrovò all'ingresso.
Le braccia conserte non erano presenti sul suo petto in quanto la donna non era soggetta a dar a vedere che era stata in pensiero.
Per ella le braccia conserte significavano questo:un perfetto miscuglio fra preoccupazione e irritazione.
Il volto per nulla espressivo del marito inoltre la faceva accigliare di più.
Quasi come se per lui non fosse successo nulla.
Era solo mancato per una notte senza che la donna sapesse nulla.
-Ciao.-
-Ciao.-
Il samurai sembrava intento a togliersi i sandali.
-Come mai qui?-
-Credo sia casa mia.Forse ho sbagliato.-
Sarebbe mai arrivato il giorno nel quale Rufy avrebbe capito di non comportarsi in tale modo con la moglie?
-Mi sa che hai sbagliato dimora.Considerato che tu credi di aver sposato una donna che ti sta sempre dietro e che acconsente a ogni cosa esegui.Qui non c'è affatto donna simile.-
Rufy fece per avvicinarsi alla donna con metodo molto lusinghevole.
-Ma io so che tu non sei così.Se no perchè ti avrei sposato?-
-Me lo chiedo anch'io.-
-Ma perchè sei arrabbiata?-
-Ma fai sul serio?Perchè poi pongo sempre questa domanda?Come se risposta pare sia diversa.-
-Lo ametto ....sono stato via di casa, ma non per volontà mia!-
-Già.. già.-
-E se sapessi cosa è accaduto non credo saresti così imbronciata.-
-Non sono imbronciata!! Non solo sei macato di casa e non ne sapevo nulla!Avresti pure una buona MOTIVAZIONE per ciò?!?-
-Certo.-
A volte Nami avrebbe col cuore voluto uccidere il marito.Oppure sé stessa per aver fatto quell'errore di sposarlo.
-Devo imparare a mettermi il cuore in pace.Con te è tutto fiato sprecato.-
-Allora inizio con il racconto.Mi senti?-
Nami stava per andare nell'altra stanza.
-Uff.Hai già mangiato?-
Quell'invito per nulla gentile a prendere piede in cucina significava che per Nami non esisteva più nessuna motivazione per essere arrabbiata col consorte.
Lui aveva già mangiato, ma era risaputo che il suo stomaco era la cosa più difficile da saziare.
-No.-
Nami si voltò verso lui.-Non ti credo.-
Il giovane iniziò a prendere un'espressione furbesca dando la prova della veridicità di ciò che aveva detto la donna.
I due comunque si spostarono in cucina ed una volta servito, Rufy iniziò la sua narrazione.
Ad ogni parola la donna rimaneva più incredula, ad ogni frase Nami diventava sempre più crucciata.



Probabilmente l'unica vera persona alla quale tutta questa storia sembrava impossibile era lui.
Il ferramenta aveva perso una giornata di lavoro.Ma era l'ultima cosa a cui avrebbe potuto dare importanza.
Tutto era tornato normale e la sua serata aveva preso il ritmo e l'atmosfera delle precedenti, ma non lo stesso colore.
Franky si ritrovava disteso nel suo letto pensando a cose nuove.
Aveva già sperimentato l'amore.Sapeva quanto faceva soffrire e quanto dolore gli aveva dato.Eppure non ne aveva timore.Ne andava anzi fiero.
Si ricordava,in momenti come quelli che gli avrebbero occupato sostanzialmente le giornate seguenti, che quando era piccolo qualcuno gli lesse un libro.Un libro che raccontava di amore e di tante altre sensazioni affini nell'utilizzo di paroloni difficili da comprendere.Si trattavano di poesie e anche se ne capì poco, quei significati gli rimasero impressi tant'è che dopo 32 anni se ne ricordava ancora i concetti.
Che l'amore era un sentimento nobile.Non tutti avevano il diritto di provarlo,ma che elevava l'anima, la rendeva superiore.
E si ricordava che in quel libro le donne amate erano sembre belle, descritte al pari della luminosità del sole e del fascino della luna.
Così ora si era spostato , e dalla finestra del corridoio poteva guardare quella luna che ora gli si prestava nella sua immensa pienezza.
In quella giornata Franky era stato in grado di fare quel paragone, per rendersi conto se quel sentimento era veramente amore, e osservando la luna ne aveva la certezza.
Perchè Bibi aveva la luminosità del sole e il fascino della luna.







Finalmente lei passò.Come le aveva quasi promesso il giorno prima, lei era sulla strada del ritorno.
Il mezzogiorno sarebbe stato presto calato, ma i nitriti del suo cavallo concessoglielo dalla corte non permettevano a nessuno nei dintorni il lusso di assopirsi in un tiepido pomeriggio che sarebbe ben venuto.
Franky seppur aveva chiuso la bottega per quelle ore così poco abitate ,si ritrovava comunque lì.
E lei passò.
Scese da cavallo con la stessa dote con la quale si era sfilata il cappello la prima volta che l'uomo l'aveva vista.
Si avvicinò con quel sorriso al quale Furanky aveva pensato tutta la notte.Aveva i capelli completamente sciolti, con il loro colore dell'acqua pura che fluttuavano nell'aria.Il venticello mattutino, quello del mezzogiorno che non dava fastidio, incorniciava meglio quella lieve figura nello sguardo e nelle memorie di tutti i presenti al passaggio.
L'uomo, che poteva averla davanti a sé, rimaneva immobile al movimento della fanciulla.
Ninfa dei suoi occhi, così l'aveva chiamata per tutta la notte.
Nessuna parola.
Forse sarebbero servite, ma come poteva parlarle lui, rivolgerle discorso ora che tutto il suo mondo che era iniziato a rinascere da ieri stava di già cedendo?
Come avrebbe potuto Franky invitare Bibi a rimanere lì, a conversare mentre non avrebbe fatto altro che ammirarla e sognarla?
Come avrebbe potuto confermare a sé stesso di amarla, ora che Robin era tornata?
























































































_____________________________________

Capitolo intero.Robin è tornata.
Grazie grazie grazie.

Perchè chiamare Franky senza la u?In giapponese solitamente non si nomina la u, ma siccome si scrive in "sillabe" il nome del nostro carpentiere è scritto "Furanky". Il fatto di togliere la "u" o meno è una mia interpretazione della situazione, dove sarebbe corretto pronunciarla, ma l'uomo permette solo a chi lui desidera di non farlo.

Grazie grazie grazie.
Hello hello hello.
>_O (occhiolino) BLINK!! -sweetkonan-
  
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