Risvolti…
Sono
appena uscito dall’ospedale. Non me la sento di tornare subito a casa.
L’incontro con la madre di Mirko mi ha fatto ripensare alla mia e il suo
fratellino mi ha fatto ricordare Sara. Nessuno sa del mio passato e forse è
meglio così. Non voglio essere compatito!
Decido
allora di dirigermi verso il cimitero. Ho bisogno di capire cosa è successo,
perché quel desiderio improvviso di baciare Mirko. Il cimitero non è molto
distante dall’ospedale quindi posso fare benissimo la
strada a piedi. Magari riuscirò anche a trovare il modo di spiegare a mio padre
cosa è successo oggi. Meglio che sappia da me che sono stato
sospeso piuttosto che da qualcun altro. In un quarto d’ora arrivo
all’ospedale e quando arrivo vicino la tomba di mia
madre mi accorgo di non essere solo. Mio padre è chinato sui vasi e sta
cambiando i fiori. Mi avvicino lentamente e poggio una mano sulla sua spalla.
-
Michele, che ci fai qui?-
-
Mi trovavo da queste parti e ho pensato di venirle a trovare. Senti papà devo dirti una cosa-
Mi
guarda. Non so perché, ma non ho paura di dirgli cosa è successo.
-Forse
ti sei accorto che in questi giorni sono strano…-
Annuisce.
-Bè…è perché da un po’ di giorni un mio caro amico non si è fatto più vedere a scuola e non l’ho più sentito. Ero così preoccupato
che non ho studiato e…sono stato sospeso per un
giorno.-
Mio
padre mi dà un ceffone, ma io decido di continuare.
-Oggi,
che è il giorno di sospensione ho incontrato per caso
la madre di questo ragazzo e mi ha detto che il fratellino di Mirko, al quale
lui era affezionato, forse morirà. Mirko era così sconvolto dalla notizia che
si è rinchiuso in casa dei suoi nonni e ha tentato il suicidio. Se non fossi
arrivato in tempo sarebbe morto.
Mio
padre si alza e mi abbraccia e, io rassicurato da quell’abbraccio,
do origine a un pianto liberatorio causato dalla paura
di questi ultimi giorni.
Io
e mio padre torniamo a casa insieme e, dopo aver cenato insieme, cosa che in
questi ultimi giorni era diventata una cosa rara,
andiamo a letto. Appena mi distendo sul letto mi invade
una stanchezza e io mi addormento subito.
L’indomani
ricomincino i soliti problemi. Come al solito mi alzo
all’ultimo momento e arrivo in ritardo in classe, ma questa volta sono felice
perché Mirko è salvo.
-Ciao
Ste!-
-Ciao
Miky. Hai sentito Mirko?-
E’
normale che voglia sue notizie, ieri mentre mio padre
apparecchiava, io ero a pezzi, l’ho chiamata e le ho raccontato tutto.
Dopotutto anche lei era preoccupata.
-
No, ma dopo la scuola lo andrò a trovare. Vuoi venire?-
-Ok!-
-Ah!
Finalmente la ricreazione, no ne potevo più-
Comincio
a stiracchiarmi e do un’occhiata a Stella e noto che è
piuttosto triste.
-Ste, ma che hai?-
-Miky…io non posso venire con te in ospedale.-
-Ma perché?-
-Perché
io non posso più stare con Mirko, perchè io ne sono innamorata
anche se lui non mi ricambierà mai-
Detto
questo si allontana piangendo.
Stella innamorata di Mirko?Ma chi se
l’aspettava. Ecco
perché quando io ho passato il pomeriggio con lui mi ha detto
che mi invidiava. Ora si spiega. Ma certo che ora c’è
un bel casino…Mirko è gay, Stella è innamorata di Mirko e io ho baciato un ragazzo
e non so il perché.
Ho
bisogno di parlare con qualcuno, ma con chi?
Mamma,
quanto vorrei fossi qui.
Comunque adesso il mio problema si chiama Stella.
Non
posso lasciarla in queste condizioni…
Appena suona la campanella Stella rientra in classe e si siede nel
banco dietro al mio. Forse si vergogna di quello che ha detto. Ora come faccio
a parlarle? Cercando di fare il meno rumore possibile strappo dal mio quaderno
un pezzo di carta e comincio a scrivere:
Ti devo parlare.
Lo
accartoccio e glielo tiro. Dopo un po’ vedo che vicino a me c’è un pezzo di
carta. Magari Stella mi ha risposto. Infatti appena lo
apro leggo la sua risposta:
Non me la sento.
Non
penserà che io mi arrenda così facilmente…continuiamo a mandarci bigliettini
per tutta l’ora e alla fine ho la meglio io, infatti
dopo la scuola Stella verrà con me e chiariremo ogni cosa.
Chissà cosa succederà.