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Autore: trullitrulli    27/05/2010    1 recensioni
Jacob si trasforma in un altro momento, Bella è presente ( Farà differenza? Ebbene, lasciatevi rispondere di si!).
Edward torna troppo tardi, dopo che i Vulturi hanno finito di rastrellare la penisola di olimpia dai Neonati, e dopo che hanno scoperto i Lupi della tribù Quilute (che battezzeranno Bastardi: mezzo Umani mezzo Figli della Luna). Aro rimane affascinato dalla loro specie e li deporta crudelmente verso Volterra. Leggete.
[Capitolo 9]
Il corpo umano di Embry si fermò per resistere a una vertigine, poi cadde di peso a terra, stremato, stentando a respirare, aveva la schiena lucida e rossa.
-Ricordati di non ucciderlo, Jane- sbuffò Felix, fissandosi le unghie -Aro non può mettersi in contatto con gli altri Bastardi con un lupo morto-

-Mi costringerà!- ruggì all'indirizzo di Embry, che si trascinava verso un albero, guaendo come un cagnolino. Quando ti trattano per troppo tempo come un’animale finisci per perdere il tuo valore umano e comportarti per quel che ti ritengono.
-Non si vuole trasformare, non funziona niente! L'ho fatto soffrire come una bestia!- -Si farebbe ammazzare piuttosto che permetterci di trovare i suoi fratelli-
-Può darsi che lo accontento-
-Non si tradirà mai-
-Oh, ma io gli farò vomitare il sangue a quello là. Hai capito, Bastardo! Il sangue-
(Paring: Bella/Jacob, Edward/Bella)
Genere: Romantico, Triste, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Volturi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Procedemmo in silenzio.
Io ero seria, un po’ spaventata, goffa, ma determinata.
Alice canticchiava e camminava spedita.
Con il suo potere teneva d’occhio i sentieri tra gli alberi. Se uno scompariva un lupo ci sarebbe passato.
Carlise era cupo e preoccupato. Ad un tratto si bloccò come se non avesse voglia di proseguire.
-Alice, noi non dovremo stare qui…-
-E allora lasciamo andare Bella da sola?- sbuffò Alice, tornando indietro e strattonando Carlise per un braccio.
Andare da sola mi spaventava a morte: volevo che venissero, ma allo stesso tempo per Carlise era necessario che il
patto non fosse rotto.
-Dai! Dai! Vedrai che pioverà e il nostro odore sarà lavato via. Se i lupi torneranno non sentiranno proprio un bel
niente- mi si strinse lo stomaco a quel se.
Continuammo a camminare. Nel silenzio, ad un tratto, un canto liturgico si diffuse per la foresta, intonato da una
bellissima voce di tenore.
Alice si fermò all’improvviso, un po’ inquietata, guardandosi per aria –E ora? C’è anche una messa in giro?-
-Ah! No, no. Penso che sia…- mormorai innervosita, cercando a mia volta qualcuno in mezzo agli alberi
-…penso che sia il vampiro di ieri, ha… delle strane manie-
-Il vampiro che è fuggito? Beh, non critico i gusti musicali di nessuno, ma questo genere non è proprio…-
-Forse dovremo portarti via…prima che gli venga sete e ti attacchi- tentò Carlise ragionevole, che, per il nostro bene, faceva di tutto per convincerci ad uscire da lì.
-Ma no, no! Non è pericoloso. È troppo…troppo… INSOMMA CONTINUIAMO O NON CI DOBBIAMO ARRIVARE MAI DA JAKE!!?- esplosi furibonda.
Alice sembrava un'alunna in gita scolastica e Carlise non pensava che a farci uscire di lì; tutto ciò faceva gonfiare a dismisura il mio rancore per la loro indifferenza verso il pericolo che correvano i lupi e che correvo anche io.
Ad un tratto la voce che cantava si interruppe e pronunciò una litania:
-Non lasciarti prendere dall’Ira...vidi genti fangose in quel pantano, ignude tutte con sembiante offeso. Queste si percotean non più con mano, ma con la testa e col petto e coi piedi, troncandosi coi denti a brano a brano…-
-Ma…-
-Niente ma…Taci! Porca miseria! E non mi interrompere sempre!-
Ed io, esasperata -Qualcuno di voi ha capito? Avete capito?-
-Mhh…Si. Cita Dante- fece mestamente Carlise –ti ha parlato dell’inferno degli iracondi-
-Segui il giusto esempio del solo vampiro senza macchia di ingiustizia nel suo cuore e sii gentile e paziente-
-Che ne sai tu? Fatti vedere! Dove ti vai a cacciare sempre? Prima in un pozzo… ora dove?-
-Se guardate bene, pochi alberi alla vostra destra, mi vedrete su uno dei rami più alti-
Ci voltammo tutti verso destra e vedemmo un'ombra nel folto del fogliame. La figura si destreggiava agilmente per scendere e, scuotendo con il suo peso molte foglie secche dai rami, cadde e atterrò ai piedi dell’albero.
-Buona sera. Non siete i primi a passare di qua. Da ieri in poi vidi parecchi avventori sotto questi alberi. Trovo giusto dire che sia una foresta molto viva- disse con fare cupo, ma appena puntò gli occhi su di me si rannuvolò ancora di più.
-Vade retro. Sarò sempre più assetato, meglio che tu stia alla larga. Perché la portate qui in un posto tanto pericoloso?-
-Stiamo cercando delle persone. Non c’è bisogno che tu non beva assolutamente sangue. Puoi bere. Cerca degli animali e usa il loro sangue- lo consigliò Carlise a cui non piacevano affatto i suoi occhi, spie di un bisogno logorante, più estremo che mai.
Il nuovo vampiro guardò Carlise con stupita ammirazione e gli fece un rispettoso cenno del capo.
-Lo farò assolutamente. Assolutamente- disse con la gola un po’ riarsa.
-Hai visto qualcuno passare di qui?- chiese gentilmente Carlise.
-Molte creature strane come voi, in verità-
-E cioè?-
-Vampiri, grossi animali con la ragione…sinceramente non mi ha sorpreso…-
-In che senso?- si intromise Alice con la sua voce squillante da soprano.
Ma il vampiro si zittì subito e non rispose alla domanda.
-Cosa facevano?- chiesi col cuore in gola.
-Si sono incontrati, le due schiere di creature, poco lontano da qui. Ad un certo punto qualcuno dei vampiri deve aver detto qualcosa su cui i lupi non erano d’accordo. Si sono sentiti ringhi, latrati, qualcuno di quei grossi animali scalpitava, ma il capo, quello nero, li teneva dietro di sé e li tratteneva-
-E poi?- I nervi saldi che mi avevano tenuto insieme stavano per spezzarsi. Quella tensione mi impediva di pensare come si dovrebbe in piena lucidità.
-Ad un tratto anche i vampiri hanno manifestato voglia di venire alle mani. Il loro capo però era intenzionato a terminare il colloquio prima di fare qualunque cosa. E anche lui teneva i suoi seguaci dietro di sé-
-Come facevano a capirsi con i lupi?- chiesi sempre più agitata a Carlise.
-Il loro capo, Aro, ha l’abitudine di prendere sotto la propria ala vampiri con poteri particolari, e lui stesso è dotato di un potere particolare. Sa leggere nel pensiero come Edward, ma può solo col contatto fisico. Un semplice sfioramento e riesce a leggere tutti i pensieri di una vita-
-Tutti?!-
-Tutti-
-Ma avrebbe dovuto toccare uno dei lupi per poter parlare con loro! Non si sarebbero mai avvicinati per permetterglielo!-
-C’era un ostaggio con i vampiri, un lupo, più piccolo degli altri, sulla cui fronte il capo dei vampiri teneva posata la sua mano- ci interruppe il nuovo vampiro, come riflettendo tra sé.
-Ecco, ora si spiega!- trillò Alice, dandomi ai nervi –Ma come hai fatto a non farti scoprire? Come mai non hanno sentito il tuo odore?-
-L’odore orribile che hanno quelle bestie non ti fa sentire nient’altro- disse con una smorfia.
-Poi…?- volevo tornare all’argomento che mi stava a cuore –si…insomma, si sono scontrati?- chiesi con una voce piena di agitazione.
-Si-
La fitta di panico che sentivo crebbe.
Sentii le lacrime salire agli occhi.
C’era qualcosa di strano che mi tormentava dentro, mi saliva alle tempie, agli occhi. Mi sentivo scoppiare di una sorta di insostenibile pazzia.
-E…e..cosa...è successo?- chiesi con una voce di pianto.
-Tutti i lupi sono stati sconfitti e feriti, i vampiri hanno tratto delle catene fuori dai mantelli, con esse hanno legato i lupi e li hanno trascinati fuori dalla mia vista, in quella direzione…- e puntò l’indice verso nord, verso una montagna, per una via che portava fuori dal territorio di La Push.
Guardai con rabbia Carlise e Alice.
-Dovevamo cercarli prima! Potevate andare a controllare questa notte! Mentre dormivo da voi! Certo…se aveste voluto!-
-Ma che dici, Bella, noi non conoscevamo ancora la situazione! Ce lo hai detto tu stamattina!-
-Ma…ma…cosa centra…potevate lo stesso!- piansi e gridai fuori di me -Avreste potuto immaginarlo! Sapevate che i Volturi erano in giro! Perché non avete controllato cosa stavano combinando! Dovevate capirlo! Dovevate pensarci! È solo colpa vostra! Avete lasciato che altri fottuti vampiri… -fottuti vampiri! Fottuti! Fottuti vampiri del cazzo!- li catturassero tutti! Siete tutti fottuti vampiri del cazzo! Fottuti! Fottuti…- e le mie grida salivano sempre di più e rompevano in singhiozzi.
-Mamma mia stai calma!…sta...- Alice allungò la mano per prendere la mia, ma io le detti uno schiaffo.
-Non dirmi di stare calma!- urlai e mi infilai le mani nei capelli –Come faccio a stare calma!-
Alice si spaventò, provò a tenermi ferma, perché stavo camminando in cerchio come un animale in gabbia, accecata dalle lacrime, un po’ trinciando l’aria con gesti scomposti, un po’ singhiozzando con il viso tra le mani e urlando –Fottuti vampiri del cazzo-
-Nhh…no! No! Mi fai schifo! Pensavo fossi mia amica!- gridai allontanandomi –E invece non ti importa un cazzo dei lupi, non vi importa se non li rivedrò più, oddio, no! Non posso non rivederli mai più! Non voglio!…quando mi avete abbandonata loro sono stati così buoni con me, porca miseria! Voi mi volevate lasciare a Victoria, volevate che MORISSI!- strillai –Si! Ecco! VOLEVATE CHE MORISSI!-
-Ma no! Bella, stai impazzendo! Ragiona!-
-Ah no! Io ragiono BENISSIMO!  Indietro! STA INDIETRO! No…no… sai che ti dico…è vero!...loro mi hanno salvata! Sono degli angeli! Dei veri angeli! Oddio non voglio, non voglio non rivederli mai più! Come ho tratto male Jake! E ora che farò!? Cristo! Che farò!? Adesso non potrò più dirgli… cosa? Cosa gli dirò? Come cazzo farò senza di lui? Come farà lui senza di me!? No! NO! Lasciami le mani! Lasciami!! Lasciami! Brutta schifosa!...è tutta colpa vostra!...Brutti…-
-Sta cominciando a fare discorsi completamente slegati!- disse Carlise preoccupato, facendosi avanti mentre Alice tentava di tenermi ferma.
-No…No! Siete tutti degli ipocriti…siete tornati solo perché vi siete sentiti in colpa!- riuscii a liberarmi per l’ennesima volta da Alice, che non poteva trattenermi senza farmi male –Non vi frega davvero di me come ai lupi! Vi siete sentiti solo cattivi! Non siete tornati per me! Siete tornati per i vostri fottuti! fottuti! fottuti! sensi di colpa! Voglio che mi portiate da loro, voglio stare con loro! Stammi lontano Carlise! Sto bene! Vattene! Vattene! VATTENE!- gridai al colmo dell’isteria.
-Dopo tutto quello che ha passato è diventa emotivamente fragile- disse osservandomi urlare in lacrime e fare penosamente avanti e indietro da un albero all’altro.
-Ma che emotivamente fragile!- urlai, poi mi avvicinai e gli urlai in viso –Emotivamente fragile un cazzo! Sono incazzata! Vi incazzate voi ogni tanto?! Eh?!-
Era penoso guardarmi sbraitare, piangere, sbraitare, piangere e piangere.
-Alice, per l’amor del cielo, falla sedere! Ma lascia che si sfoghi…se continua così proverà a fare del male a se stessa- si guardò in giro adocchiando una grossa pietra conficcata nel terreno e gli alberi attorno, tutti splendidi luoghi dove picchiare la testa a sangue e morire.
Alice finalmente mi acchiappò da dietro mentre camminavo in cerchio singhiozzando e mi strinse le mani dietro la schiena.
Gridai appena mi acchiappò -NO! Non mi toccare! Sto bene, sono solo…tanto arrabbiata! Arrabbiata! Moriranno! È tutta colpa mia! È solo colpa mia! È tutta colpa mia! Io non voglio ! Non voglio!! Non voglio!- e, in un continuo piagnisteo, continuai a gridare la lettera “o”
Alice mi aiutò a sedermi per terra, mentre mi agitavo e la vista mi si riempiva di chiazze nere.
Sentii Carlise dire da molto lontano: –Tienila calma per un po’. Hai portato una borraccia? Bene. Dalle un po’ d’acqua- si rivolse al vampiro- Qual è il tuo nome?-
Il vampiro mi aveva fissato cupamente tutto il tempo, ma quando Carlise gli aveva rivolto la parola si era illuminato e aveva risposto: –Quincey-
-Quincey, ti prego, vuoi venire con noi a cercare i lupimannari? Quando Bella si calmerà e non avrà più i nervi a fior di pelle potremo continuare. Per venire con noi però devi bere un po’…- disse osservando i suoi occhi di un nero senza trame.
Si allontanarono troppo veloci perché li potessi vedere bene attraverso le lacrime.
Allora Alice mi avvicinò la borraccia alla bocca come si allunga la medicina ad un bambino che non la vuole. Infatti tentai di allontanare la sua mano, ma era come cercare di spostare una statua dalla posizione in cui l’avevano scolpita. Alla fine riuscì a posarmela sulle labbra ma io chiusi la bocca e scossi la testa.
Non mi addormentai, rimasi sveglia a piangere con le mani sul viso per non far vedere ad Alice in che stato ero e per non vedere lei.
-Bella noi…-tentò.
-No- sbottai. Lei capì, e non insistette.
Dopo quindici minuti provò di nuovo.
-Bells…-
-No- dissi con un singhiozzo.
Carlise tornò con un Quincey non soddisfatto, ma sazio; ci sarebbe voluto un po’ prima che i suoi inquietanti occhi rossi diventassero del bel color castano dorato della famiglia Cullen.
Si vedeva dal modo in cui lo guardava che Quincey venerava devotamente Carlise.
A bassa voce, Carlise chiese ad Alice qualcosa su di me.
Guardai la scena dal basso in alto, le braccia incrociate strette al petto, la schiena contro un albero, abbandonata là come una bambola rotta.
Carlise mi guardò e mi sorrise con un po’ della sua antica compassione per il prossimo.
-Faremo il possibile per riportarli da te- mi disse pacato, come se dovesse sbrigare una convenienza. Poi disse a Quincey ed Alice un'altra cosa con voce impercettibile.
Tutto ciò mi sembrò la scena più ripugnante del mondo.
Non volevo solo la compassione di Carlise, volevo che agissero, che si prodigassero in una situazione di vita o di morte.
Sentivo che avremmo fallito e che, in qualche modo, i Cullen ci sarebbero passati subito sopra. Li odiavo per la loro leggerezza.
“Per loro è tutta acqua che scorre sotto ai ponti. Per loro cos’è un dolore di un momento? Non è neanche un dolore! Hanno tutti il tempo di scordarselo” pensai “ma io?” e sentii di nuovo un nodo alla gola e le lacrime.
Maturai i pensieri più orribili su di loro, alimentati da un acido rancore. Cosa credevano? Erano così allegri perché pensavano che anche io me ne sarei fatta una ragione? Che infondo mi ci volevano solo i miei vampiri per superare la cosa? Che loro avrebbero riempito d’affetto più che abbastanza il mio cuore? Da quale narcisistica opinione di sé traevano conclusioni tanto sbagliate?
In realtà ero solo triste perché il mondo aveva ancora intatte le sue prospettive di felicità, comprese quelle dei Cullen. Le mie si erano sciolte in lacrime.
Mentre Alice e Carlise discutevano feci una riflessione che mi avvelenò ancora di più il cuore.
La gente riconosce spesso il suo stesso umore nella felicità di un altro
La gioia si trasmette, è avvolgente, è contagiosa come uno sbadiglio. La stessa gioia può essere nel cuore di più persone.
Invece gli altri spesso non capiscono il dolore di un singolo. Il dolore è solo suo, ed è più dolce e naturale che se ne liberi e pianga in solitudine.
“Avrò sempre la sensazione che nessuno capisca? Che nessuno senta le stesse cose? Che qualcuno, dopo questo, conserverà la sua piacevole vita come se i lupi non fossero mai esistiti?”
Alice si accorse delle mie occhiate di rancore.
-Cosa sarebbero quegli occhi?- mi chiese, indispettita.
Sentii, improvvisa e violenta, la voglia di farle male, e l’amara sensazione di non poterlo fare.
-Andiamo- le sbottai in faccia, e mi alzai.
Presi la direzione che aveva indicato prima Quincey e non mi importava se non li avrei sentiti seguirmi. Che andassero al diavolo!
La prima a raggiungermi fu Alice, che teneva facilmente il mio passo.
-Bella! Scusa! Hai ragione! Noi…dovremo capirti…-
Presi una boccata di pazienza e tentai di prendere l’aria più tosta che potessi dare alla mia faccia.
-Dovreste! Ma non potete, è inutile che ci provate. Fa solo tutto quello che puoi fare per aiutarmi e cerca di non parlarmi troppo-
Benché le avessi fatto saltare la mosca al naso non contestò solo per non innervosirmi ulteriormente. Temeva quello che potevo arrivare a fare. Mi conveniva così. Benissimo.

 
-Non riesco a vedere una grande area della foresta- disse improvvisamente Alice, le mani sulle tempie. Stava spremendo il suo cervello come un pompelmo per rifarsi ai miei occhi.
In fondo ero stata ingiusta con lei, ma ci avrei messo molto tempo a superare la mia rabbia e  a perdonarla.
Quincey strabuzzava gli occhi davanti a sé, stupito. Non capivo perché. Carlise gli aveva spiegato il potere di Alice. Quale altra cosa l’aveva colto di sorpresa?
Notò che l’avevo notato, e di colpo prese l’aria furtiva che hanno i pazzi quando si impadroniscono di un'idea o quando temono che qualcuno possa portargli via un segreto.
Perché Quincey era decisamente folle. Un'ora prima stava uscendo il sole e, quando era riuscito a passare tra le foglie, un po’ di luce gli aveva colpito in pieno la pelle del braccio attraverso tutti gli strappi della sua camicia.
Quando si accorse del fortissimo luccichio diamantino della sua carne sobbalzò e cominciò a urlare che “le fiamme dell’inferno erano già nel suo corpo”.
Nella città di Forks, che vedeva raramente il sole, non aveva avuto l’occasione di imparare cosa succedesse alla pelle di un vampiro quando veniva esposta alla luce.
-No! No! Calmati! Funziona così! Brillate al sole! Non stai bruciando!- l’aveva rassicurato Carlise. E a lui Quincey aveva creduto subito.
Non capivo come alla prima occhiata avesse intravisto la bontà in un esponente della specie malefica a cui ora apparteneva, e che odiava pur sempre.
Il vampiro si era un po’ calmato, ma agli altri due era toccato consolarlo ancora.
Avevo capito che, in fondo, non era pericoloso come mi era sembrato quando ero finita per terra, sotto di lui, col collo pronto per il morso.
Per le sue manie religiose non avrebbe ucciso nessuno, tranne quando sarebbe stato troppo assetato. Si dava delle arie di esperto conoscitore della volontà divina, ma confondeva la presunta volontà divina con la sua fantasia.
Era come un bambino, andava rassicurato ogni volta che aveva paura e quando si innervosiva andava preso con i guanti e blandito un pochino.
Quell’aria indemoniata che aveva a volte, anche essa chiaramente dovuta alla sua follia, avrebbe smesso di impressionarmi, perché avrei scoperto che poteva essere placata con qualche lusinga. In seguito mi sarei abituata anche alle sue chiacchierate con Dio che trovava il tempo di iniziare in ogni buon momento di silenzio.
-Ecco- disse Alice col fiato corto –ora siamo scomparsi di nuovo, accidenti-
-Ma che dici. Non eravamo già scomparsi?- chiese Carlise.
Presi una boccata di calma.
-Che ne è del lupo che doveva cercarmi?- chiesi con tono piatto.
-Quando abbiamo trovato Quincey dobbiamo aver cambiato il futuro. Quel lupo non ti ha trovato. Magari ti sta ancora cercando, ma dubito che proverà anche in questo posto. Prima siamo andati fuori strada, perciò siamo riapparsi. Ora che abbiamo preso la direzione giusta non vi vedo più, perciò li incontreremo-
Camminammo ancora per un po’, l’inquietudine cominciava ad agitarmi lo stomaco.
-Alt!- 
Gelai.
Una fitta di panico mi fece quasi avvertire un colpo al petto.
Due occhi rossi scintillarono nella mia direzione. Nell’ombra di un cappuccio, un viso bianco si tranquillizzò notando quanto fosse gradita quell’ambasciata: tre vampiri e una cena. Nessun pericolo.
-Ah ah ah, Carlise!- rise una voce melodiosa spalancando le braccia.
Carlise sospirò e ci guardò.
-Vi presento Heidi-
La figura alta si avvicinò e abbassò il cappuccio dal viso stupendo.
-Che sorpresa! Aro sarà felicissimo di vederti!-
Quincey si irrigidì e fece un passo indietro, con occhi visibilmente conquistati, ma impauriti.
Heidi avvertì sentore di disagio, si voltò nella sua direzione, lo guardò per un breve istante, e d’un tratto sembrò riconoscerlo.
-Ah! Toh guarda!- disse un po’ confusa.
Quincey che, sebbene strano, non era esente né dalla stupefacente bellezza dei vampiri, né tanto meno dal loro pallore, mi sembrò diventare ancora più pallido.
Alice, si vedeva, aveva una gran voglia di sentire delle spiegazioni.
Nella foresta si instaurò uno strano silenzio.
Un brivido mi si risvegliò addosso.
-Beh- riprese Heidi, tentando di darsi un tono – comunque ti ha preceduto il tuo bel figliastro- disse rivolta a Carlise, lanciando di continuo occhiate a Quincey, che aveva la faccia di uno che comincia a riprendersi da uno svenimento.
Quando capii di chi stava parlando, ebbi il vecchio istinto di accovacciarmi stringendomi le braccia al petto per tenermi tutta insieme. Resistetti ma, spaventata a morte per la vita di Edward, cercai la mano di Alice e la strinsi. Lei rispose alla stretta per farmi coraggio.
Carlise non poté più mantenere la sua cortese espressione neutra. Sembrava visibilmente sorpreso. Edward si era intrattenuto con i Volturi?
-Ah…e dove si trova adesso?-
-Sta avendo un colloquio con Aro e lui non vuole che lo si disturbi-
-Beh…come hai detto tu, sarebbe felice di vedermi, perciò non c’è nessun disturbo più gradito della mia visita. Si tratta di un fatto molto urgente-
–Centra lei?- guardò me di sottecchi –o è solo un regalo?- Stava forse cominciando a sentirsi la bocca piena di saliva? Avevo un aspetto ancora più spaurito e imbarazzato di prima.
-No. Lei è Bella. È sotto la protezione della mia famiglia: anche lei deve vedere Aro-
Heidi, sentendo che non sarei stata mangiata, perse qualsiasi interesse per me.
-Si, ma cosa volete da Aro?-
-Potremo spiegarlo solo in sua presenza-
Heidi annuì, guardò da me a Carlise e fece un sorriso smagliante che mi fece sentire che me la sarei presto fatta addosso.
-Sei proprio sicuro riguardo a lei? Ha un buon sangue. O deve essere un regalo o te la stai tenendo per te-
Sentii Quincey mormorare “Serpente a sonagli. Serpente tentatore”
-Sai che non ho certe inclinazioni- rispose tranquillamente Carlise.
-Beh…ogni tanto…- scrollò le spalle, girò i tacchi. Noi la seguimmo.
“Niente panico…Niente panico…Oddio…Oddio…Niente panico…”
Panico.

 

 

LysandraBlack

Devo dire che i tuoi commenti sono piuttosto sclerotici. We, calma. Prenditi qualcosa^^.
Non ho la pretesa di andare bene in matematica, infatti è compresa nel 20% delle cose in cui posso sbagliare. Altrimenti a che mi servirebbero le percentuali?
Visto che a me i vampiri stanno sui coglioni posso allegramente far arrabbiare Bella a morte con loro. Aaaaaaaah, che GRANDE soddisfazione!! …Certo… tu quando ti trovi davanti uno dei lupimannari pensi sicuramente…“chihuahua”…-_-‘. Diciamo che i tuoi vampiri sono abbastanza bassi nella classifica da potergli dare il premio di consolazione per gli ebeti (intendo soprattutto DAMON!).

 

 

fayeforyou

Non ricordarmelo…_ _’’
Grazie per i complimenti, anche se adesso i sentimenti di Bella mi sembrano diventare un po’ estremi. Il suo modo di farsi seghe mentali nel libro mi annoiava a morte e allora adesso voglio dare un seguito a tutti quei suoi ragionamenti.
Preferisco che diventi pazza, almeno si da un po’ una svolta alla solita storia di Bella.
Spero che la storia continui a piacerti.

 

 

* (111-114, Canto VII, Inferno, Divina Commedia)

P.S. Per chi non lo sappia, il titolo "Anger" vuol dire: rabbia, frustrazione.

  
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