Quella mattina,
tutti gli studenti sfogliavano divertiti il giornalino, “L’eco di Hogwards” con
i voti migliori del mese, i pettegolezzi, e ovviamente, l’intervista a Tom
Riddle.
Quando
quest’ultimo entrò in Sala Grande, tutte le ragazzine lo indicarono
ridacchiando.
Si sedette seccato
al tavolo dei verde argento, e si versò del succo di zucca.
“’Morning, Tom” lo
salutò dolcemente Matt.
“’Morning
Matt…cosa succede?” Chiese notando l’espressione sul volto dell’amico.
“Oh, niente!”
Aggiunse, chiudendo il giornale.
“Anche tu a
leggere quello?” Il moro indicò “L’eco di Hogwards”.
“Quello, come dici
tu, è il giornale della tua amata Liza! Comunque si! L’intervista è interessante!
Leggi!” E gli porse il giornale.
“Iniziamo! Gentili
lettori, qui è Liza J. Kleen che vi parla, che intervista Tom Riddle, un
serpeverde molto amato…Ciao Tom!”
“Ciao, Liza!”
“Emozionato?”
“Un po’…nessuno mi
aveva mai intervistato!”
(Si toglie i capelli
semi lunghi dagli occhi petrolio e sorride ammiccante)
“Ma dai…sarai
abituato ai complimenti e alle attenzioni!”
(Rido!)
“Bhè, ammetto, si!
Comunque mi fa sempre piacere riceverne!”
(Ride!)
“Come si sente a
essere uno dei ragazzi più amati di tutta Hogwards?”
“Fortunato,
decisamente!”
“Però, noi donne
abbiamo notato che sei sempre in compagnia di Matthew Greent…non c’è del
tenero?”
(Tom sorride)
“Innanzi tutto
salutiamo Matt! Poi, no, ma neanche del duro!”
(Fa l’occhiolino)
(Non pensavo che
oltre molto bello fosse anche spiritoso!)
“bhè, ti saluto,
Tom! Devo ancora dedicarmi alla rubrica!”
“Buona fortuna,
Liza!”
Tom chiuse il
giornale con una smorfia.
Matt sorrise.
“Dannata Liza! Io
ho detto giusto un quarto di quello che ho scritto!”
Grugnì verso il
tavolo dei grifondoro, ma la ragazza era intenta a ricevere dei complimenti da
dei tassorosso sognanti.
“ma dai…almeno
sono vere! Pensa poteva dire che sei gay e che te la fai con me ogni santa
notte!” Esclamò ironico
“Dio santo, che
fastidio! Se penso…”
“Se penso?”
“Bhè..” Tom
abbassò lo sguardo leggermente imbarazzato.
“Ieri lo abbiamo
fatto…”
“E finalmente,
dopo diciassette anni di seghe, Tom Riddle ha dato! Yuppie!” Tom gli tirò un
ceffone su capo, sorridendo.
“Scemo, che ci
sentono!”
Infatti qualche
serpeverde si era girato curioso.
“Com’è stato?”
Chiese poi Matt, abbassando la voce.
“Bhè…direi
fantastico!”
“Era vergine?”
“No, non credo!
Cioè, niente sangue, niente urla immani di dolore..”
“E adesso che
fate, vi frequentate?”
“Non penso..vedi?
E’ troppo civettuola con gli altri!”
Matt osservò i tassorosso svenevoli con la grifondoro.
“Bhè, meglio di
niente!”
Anche Matt avrebbe
dato molto per fare l’amore, solo per una notte, con la persona che amava.
Il biondo gli
porse una tazza di caffè.
Il Moro lo bevve
senza aggiungere ne latte ne zucchero.
“Bleah…sai cosa
dicono delle persone che non aggiungono nulla al caffè? Dicono che sono
anafettive..e che scopano poco!”
Il compagno gli
fece uno smorfia giocosa.
Tom, dal canto
suo, non sapeva se dire all’amico quello che la ragazza gli aveva chiesto..tra
bene e il male…
E’ il fine che
giustifica i mezzi…
Ci aveva messo
così tanto a riuscire a “Calmarsi”
Sentiva come una
stretta allo stomaco ogni tanto, lo sapeva, era il suo vero io…
Quando era
all’orfanotrofio si sentiva più appagato..poteva fare del male, poteva…
“Prendi un caffè,
Riddle..mi sembri stanco”
Gli sussurrò Matt
porgendoli una tazza.
Il moro annuì, e
bevve a brevi sorsi la bevanda.
Era Matt,
forse…che gli dava quello che lui aveva sempre desiderato…una famiglia…ma
allora perché questa sensazione?
Questa sensazione
di paura…
“Dormito bene,
Tom?” Una mano sulla spalla.
Tom la osservò.
Unghie lunghe e
curate, quadrate.
“Grazie, Liza. Si”
Lei se ne andò
soddisfatta.
Matt era sempre
più sconcertato.
“E da quando sei
così gelido? E poi, con lei?” Chi chiese bisbigliando.
“Le interessa solo
dare spettacolo, Matt…”
Il biondo guardava
l’amico alzarsi, tra un po’ avevano pozioni, con le sensazione che stava
succedendo qualche cosa.
Non riusciva a
dormire.
Dannazione, Tom!
Dormi!
Dormi, Dormi, Dormi, Dormi…
Alla fine, decise
di andare a fare un giro.
Andò nelle cucine,
chiese agli elfi domestici due brioche alla crema, (le sue preferite) e una
camomilla.
Mangiò in sala
grande, come se niente fosse.
Come se i 5
tavoli, compreso quello degli insegnanti, vuoti e la stanza buia non lo
soffocassero.
Accese una
candela.
Bevve a brevi
sorsate la camomilla.
Si sentiva perso.
Non sapeva chi
era…e le parole di Liza lo stavano tramortendo..
Cosa volevano
significare?
E aver fatto
sesso?
Era per una voglia
sua, o l’aveva fatto per uno scopo preciso?
Addentò la
brioche, perplesso.
Qualcosa lo stava
trasportando via, come un onda troppo grossa, potente per essere fermata,
affrontata.
Voleva chiedere a
Matt, ma non ci riusciva…non riusciva a confidarsi.
Si grattò una
guancia; poi la punta del naso.
La situazione
stava sfuggendo di mano.
“Sembri quasi un
ragazzo normale, Tom.”
Liza si sedette di
fronte a lui.
Il ragazzo smise
di mangiare per osservarla meglio.
Lei…lei…lei era
l’onda….
“Sono normale” Ma
la voce trapelava l’insicurezza.
“No, non lo sei.
Sei bello, intelligente, ambizioso, affascinante e complicato”
“E questo non è
essere normali?”
“No”
Silenzio.
Tom riprese a
mangiare la brioche, finendola.
“Che cosa è essere
normali, Liza?” Chiese gelido.
“Non essere come
te…Matt è normale”
E non sai quante
volte ho ringraziato Merlino per il fatto che lo fosse, Liza…
“Senti, cosa vuoi
da me?” Quella ragazza era pericolosa, lo sapeva ma ne era fatalmente attratto.
Lei lo baciò, assaporando
i residui di crema e zucchero che aveva in bocca.
Tom chiuse gli
occhi dalla piacevole sorpresa.
“Voglio te,
Riddle”
Eccole.
Le parole che
l’avrebbero trascinato ancora più a largo…
Voleva te, Tom.
E il moro, come se
esistesse solo lei accettò.
“Mi hai” Le
sussurrò.
Mi hai mi hai mi
hai…
Sorrise
compiaciuta.
“E tu faresti
tutto per me?”
“Si” Rispose senza
pensarci.
“Vieni con me, al
dormitorio grifondoro. Facciamo l’amore”
E senza aspettare
la risposta Liza trascino Tom, che era tutto tranne che sereno…era come drogato
da lei..da Liza…