“Tu cosa pensi dei
mezzo sangue e dei babbani, Tom?”
Il cuore venne
invaso da odio.
Il solo pensiero
di quello che aveva fatto il padre lo riempiva di disprezzo per i babbani.
“Indifferente”
Rispose
“Posso raccontarti
una leggenda, Tom?”
“Si”
Stavano sdraiati
sul letto della grifoncina, ormai albeggiava.
“Si dice che qui
ad Hogwards esista una camera…”
“….”
“In questa camera
possono entrare solo i rettilofoni, perché solo chi lo parla può aprirla.
In questa stanza,
se è tale, c’è un basilisco in granito, che sempre i rettilofoni posso rendere
vivo”
Silenzio.
Tom si alzò e si
rivestì.
La salutò e se ne
andò.
Liza era
soddisfatta.
Tom era già quello
che lei voleva, bastava solo spingerlo un po’…
Lei la vedeva la
confusione che riempiva la testa del serpeverde come un grande, grandissimo
tappo di sughero…il sesso gli stava drogando i sensi, la paranoia e la
consapevolezza uccidendo…
Quando Tom,
vestito come se nulla fosse successo, entrò nel dormitorio, una voce lo sorprese.
“Dove sei stato?”
Chiese Matt, in Pigiama appoggiato al freddo muro di pietra.
Sul comodino un
portacenere con almeno venti cicche.
Aspirava il fumo
come se questo aveva il potere di calmarlo, cosa che probabilmente aveva.
“Niente, una
marachella di uno studente” Mentì Tom, togliendosi il mantello.
Matt annuì.
“doveva essere
piuttosto vivace!”
Tom lo guardò.
Il biondo si
avvicinò.
“Bhè, hai un
segnaccio proprio qua sul collo-gli sfiorò un pezzo di pelle appena sotto la
mascella-avete fatto a botte?”
dannazione, lo
conosceva troppo.
“E magari era di
grifondoro, anche di settima e non prefetto! Quanti punti gli hai tolto, Tom?”
Il suo tono era
finto amichevole, gelido.
“Io…”
“Perché mi menti?”
Chiese Matt, di fronte all’amico che era più alto di lui di quasi 10 cm più
alto.
“CAZZO, PERCHE’ TI
FAI MILLE PARANOIE, TI CALMI?”
“Sei uno stupido,
TOM!TI STA FACENDO IMPAZZIRE!”
La terra mancò
sotto i piedi di Tom.
Era vero…era
vero…Matt aveva ragione…Tom, calmati!
“SEI UNA MERDA
GELOSA ECCO COSA SEI! LEI NON MI STA FACENDO IMPAZZIRE! PERCHE’ DEVI ESSERE
COSI’ PROTTETTIVO?”
“PERCHE’ MI FAI
PREOCCUPARE….NON SO SE TE LO RICORDI, MA ERI UNA MASCHERA D’ODIO IL PRIMO
ANNO!”
“E allora?”
“Ho solo paura che
tu possa diventarlo di nuovo!”
Gli occhi di Matt
erano sinceri.
“PERCHE’ SEI COSI’
APPRENSIVO?”
Tom vide l’amico
tremare e chiudere gli occhi.
Li aprì, deciso.
“PERCHE’ TI AMO,
SCIOCCO DI UN RIDDLE!” Gli prese il mento e lo baciò a stampo.
Tom lo guardò
fremere sotto il tocco delle sue labbra, con gli occhi serrati.
Si staccarono, e
Tom se ne andò.
Cosa…c..cosa…?
Vagava per la
scuola scioccato…cosa diavolo…?
Il suo migliore
amico l’aveva baciato?
Si, lo aveva
fatto, e aveva detto di amarlo…
Scrollò la testa
ala di corvo, e si appoggiò al muro.
Cominciò a
respirare male…sentiva l’odio scorrergli al posto del sangue, voleva aiuto, ma
il suo orgoglio gli impediva di farlo..
“CHE CAZZO HO
FATTO?” Si domandò urlando Matt.
Già, che cazzo ho
fatto?
Come ho solo
potuto?
Tom…diamine, con
la sua solita faccia imperturbabile…adesso mi odierà…,mi insulterà..
Devo…devo fare
qualcosa!
Matt si alzò da
per terra, dove si era lasciato scivolare.
Doveva rimediare.
Si mise il
mantello sopra il pigiama, detestava andare in giro scomposto, ma era per Tom!
Che ore saranno
state?
Lei sei e mezza
sette…
Con una corsa uscì
dal dormitorio in cerca del moro.
L’unica cosa che
ostacolava i piani di Liza, adesso, era lui, Matthew Greent.
Tom, il primo anno
aera un piccolo bullo, calmato dall’amore che il biondo provava per lui, questo
Liza lo sapeva.
E sapeva anche che
era proprio lui che impediva al vero Tom di uscire, di urlare, di uccidere…
Già…avrebbe dovuto
parlare al buon vecchio Matt.
Si trovava vicino
alla biblioteca, diretta verso i sotterranei quando le venne incontro proprio
lui, come un dono del cielo.
“Oh, Greent, cadi a fagiolo!” Esclamò
lei.
“Cosa vuoi,
Kleen?” Domandò il serpeverde gelido.
A quanto pare era
a conoscenza di quel che lei e Tom avevano fatto.
La grifondoro
sorrise compiaciuta.
Soprattutto quando
notò che il ragazzo era in Pigiama…a quanto pare era successa una cosa che
richiedeva l’intervento immediato.
“Come mai così
freddo?”
“Non è quello che
ci ripetete sempre? Noi serpeverde siamo così” Ribattè lui, glaciale.
Il suo sguardo
scuro non aveva nulla a che vedere con quello amichevole che di solito
possedeva.
“Tom prima non era
così!” Esclamò Liza.
Matt si irrigidì.
Liza, rincarò la
dose:
“Te l’ha detto
come me l’ha sbattuto dentro? Godeva come pochi…”
“Puttana” Sibilò
il serpeverde.
Si guardavano in
cagnesco.
Tutti e due in
piedi, lei con le gambe leggermente divaricate, lui composto.
Poi Matt scorse
qualcosa di più pericoloso nel suo sguardo.
Avvampò, e gelidi brividi cominciarono a percorrergli
la schiena.
Liza tirò fuori la
bacchetta.
“Guardami, Greent,
perché sarà questa puttana ad ucciderti”
Disse prima di
gelarlo con un’ anatema che uccide, Avada Kedavra.
Il corpo ormai
senza vita di Matt stramazzò al suolo.
Con un ghigno
malefico, subito rimpiazzato da un espressione di terrore, cominciò ad urlare.
Finalmente,
l’ultimo ostacolo.
Matthew Trevis
Greent era morto.