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Autore: Tersicore    01/09/2005    3 recensioni
Questo è il mio primo e quasi unico esperimento di fanfic dato che scrivo originali. Spero possa piacere ma sopratutto divertire!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 22

 

La scena si ripeteva. Nami procedeva lungo la spiaggia a passo di marcia senza rivolgere la parola ai suoi compagni che la seguivano a debita distanza.

Il primo dei due a rompere il silenzio fu Zoro, che dopo essersi trattenuto, anche troppo per i suoi gusti, sbottò “Allora hai detto addio sì o no a quel bellimbusto?”

Nami continuò imperterrita a camminare senza degnare di un’occhiata i due e senza aprire bocca, talché lo spadaccino aggiunse “Che fai adesso non rispondi neanche più alle domande?”

“Tu non ti meriti assolutamente nulla, figurati una risposta” disse alla fine la rossa.

“E no mia cara” continuò lo spadaccino “noi abbiamo il diritto di sapere. Ti faccio presente che per il momento sei ancora la nostra cartografa”.

Nami a quel tono insolente si fermò e fronteggiandolo con le mani piantate sui fianchi urlo “Diritti, voi non avete nessun diritto. Lo avete perso nel momento stesso in cui vi siete abbassati a spiarmi”.

Zoro per nulla intimorito e con una gran faccia tosta reagì dicendo “Noi non ti stavamo affatto spiando. Mi sembra che Sanji ti abbia spiegato cosa stavamo facendo no?”

“Ohh” rispose acida Nami “già stavate cercando di catturare i fantomatici pesci farfalla. E dimmi Zoro, faceva parte della tecnica di cattura appiccicare l’orecchio al vetro per origliare i nostri discorsi?”.

Lo spadaccino rosso come un pomodoro rispose “Non c’era alcun bisogno di attaccare l’orecchio al vetro per ascoltarvi. Eravate talmente sdolcinati che le vostre smancerie parlavano da sole. Hai addirittura accettato un regalo da lui” disse indicando il pacchettino che Nami stringeva possessivamente fra le mani “e poi ti faccio presente che non sono io a voler abbandonare i miei amici e quindi non sono io a dovermi giustificare!”

Nami inviperita alzò un dito e puntatolo sul petto del ragazzo inveì “Io non devo proprio giustificare niente. Voi non avete nessun diritto su di me!”

“Da quando sei salita sulla Going Merry sei sotto la nostra responsabilità ragazzina” continuò Zoro imperterrito “Sei caduta hai piedi di quel bellimbusto come una pera cotta. Lui……..”

All’improvviso Sanji interruppe la discussione sospingendo lontano l’amico, poi sotto lo sguardo allibito dei due si spolverò la giacca, si lisciò i capelli, spense la sigaretta sotto il tacco della scarpa, si arrotolò un sopracciglio e afferrando per mano la ragazza le s’inginocchiò di fronte.

“Cara Nami” iniziò “ora che ti ho visto insieme ha Black ho finalmente capito che il mio cuore ti appartiene. So bene che nonostante il tuo amore per me mi reputavi irraggiungibile e che avresti continuato a soffrire in silenzio lasciandomi libero di rallegrare tutti i cuori femminili, ma ora ho deciso di cambiare. Da oggi in poi sarò il tuo uomo e tu la mia donna. E vero ci saranno molte donzelle distrutte dalla mia ritirata e forse ogni tanto ti capiterà di dover difendere la nostra unione dagli assalti di varie ragazze, ma ti assicuro che farò il possibile per esserti fedele. Sarai la mia ragazza vero Dolce Nami?”

I due compagni, che ammutoliti avevano ascoltato la tirata del biondo, sempre più increduli reagirono all’istante e contemporaneamente.

Lo riempirono di botte, poi come se niente fosse, ripresero a litigare lasciando il malcapitato pesto e dolorante sulla spiaggia.

Oramai era rientrati tutti quanti sulla Going Merry e Nami chiusa nella sua cabina ripensava indispettita a tutta quella situazione. La proposta di Black, la dichiarazione di Sanji e le ormai innumerevoli discussioni con Zoro la stavano sfinendo. Il bel capitano le aveva detto di ascoltare il suo cuore, ma anche quello era ormai talmente confuso che un mese di completo isolamento non le sarebbe bastato per chiarirsi le idee. Prese il dono di Black fra le mani e titubante lo aprì. Due perle di rugiada rigarono il bel volto. Era il ciondolo che aveva ammirato tanto quel giorno al mercato. Lo alzò delicatamente e ne osservò la delicata fattura. Il commerciante le aveva detto che in passato era stato un dono d’amore ed effettivamente non poteva essere altro.

Sempre più confusa lo ripose nella sua custodia e sperando in una notte di sonno per schiarirsi le idee, si coricò.

  
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