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Autore: Berty_Poppins    29/05/2010    14 recensioni
Neville non si reputava un tizio dal cervello annacquato nè qualcuno con la fissa delle seghe collettive in bagno, e neanche uno studente incline alle sommosse politically (in)correct ai danni della clissidra dei punti; il punto, però, stava nel fatto che non si reputava neanche uno stupido. Per questo quando aveva beccato Malfoy ed Hermione nell'aula d'Incantesimi a fare tutt'altro che Incantesimi, non aveva aperto bocca. Ed era rimasto lì, ad osservare.
[Dramione dal punto di vista del personaggio più adorabilmente giusto, Neville Cuor di Mandragola]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui non era una cima, se mai qualcuno avesse avuto la malsana idea di dargli dell'intellettuale o del saggio si sarebbe sicuramentre trovato a leccare una per una le mattonelle del bagno di Mirtilla.

Non era neanche furbo e questo era uno dei molteplici motivi che invogliava la massa a trattarlo come se fosse ancora un ragazzino sessualmente turbato ed emotivamente confuso; ma era una personcina che sapeva comprendere la massa - ovvero l'orda assurda di studenti che si riversava negli spazi esageratamente piccoli di quella scuola per invasati e/o pazzi sclerotici - ed era l'unico nel raggio di miglia ad essere in grado di tenere la bacchetta al suo posto quando Harry&Ron decidevano di deliziare il globo con le loro fottutissime scorribande tanto-c'è-Hermione-e-i-punti-prima-o-poi-torneranno.
In definitiva, Neville non si reputava un tizio dal cervello annacquato nè qualcuno con la fissa delle seghe collettive in bagno, e neanche uno studente incline alle sommosse politically (in)correct ai danni della clessidra dei punti; il punto, però, stava nel fatto che non si reputava neanche uno stupido.
Era vagamente consapevole che se non ci fosse stato lui - o se il finto Moody non gli avesse dato il libro giusto - Harry sarebbe sicuramente affogato e morto a causa di ciò al Quarto anno, ed era anche mitemente convinto di essere meglio di Ron per quello che riguardava vestiti da sera e ballo in generale, ma!, sfortunatamente era troppo politically correct(!) per andarlo a sbandierare in giro.
Lui, di certo, non si sarebbe messo a correre nudo per i corridoi della scuola solo per dimostrare a Malfoy che aveva tutti gli arnesi al posto giusto e questo era un dato di fatto che non poteva essere smussato nè banalmente sputtanato, ma Ron si era sempre dimostrato sensibile alle critiche di Malfoy e il fatto di risultare - il più delle volte - un emerito idiota non poteva di certo fermarlo dal tremare ogni qual volta Malfoy apriva bocca.
Neville era anche sicuro che ci doveva per forza essere un motivo valido per odiare i Serpeverde in generale e Malfoy in particolare, altrimenti Harry non avrebbe mai osato incrociare la bacchetta con lui già dal Secondo anno, ed era per questo che spesse volte si ritrovava a studiare le occhiate velenose che i due si lanciavano da una parte all'altra della Sala Grande a qualsiasi pausa. Se Neville non fosse stato così politically correct avrebbe, giustappunto, giurato che di veri motivi per odiare i Serpeverde non ce n'erano, ma neanche un po'!
Però lui sapeva che Harry era buono e Malfoy... no, quindi un motivo da qualche parte doveva pur esserci.
Lui non era un ragazzo che capiva le cose a prima botta, però sapeva che da quando Ron ed Hermione avevano rotto Harry era molto più propenso alle crisi isteriche da donna incinta, non che avesse nulla in contrario con questo, una volta tanto quel ragazzo doveva pur sfogarsi su qualcosa/qualcuno. Tanto meglio se quel qualcuno era Dean o lo stesso Ronald, così lui aveva tutto il tempo di infilarsi in bagno, fare quello che ogni uomo ha il dovere di fare e poi buttarsi sotto la doccia e nuotare nella più beata spensieratezza per ore.
Neville Paciock era una personcina carina, non era stupido e per questo preferiva tenere per sè certe cose.
Come quando aveva coperto Dean quando aveva fatto Evanescere per sbaglio la scorta di liquori; quando aveva accompagnato Ginny dal tatuatore perchè serviva il permesso di almeno un suo parente, maggiorenne e vaccinato.
Quando aveva beccato Hermione e Malfoy in atteggiamenti piuttosto intimi si era preoccupato di non far entrare Ron nell'aula di Incantesimi - stavano ancora insieme e lui era troppo corretto per far vedere all'amico una simil scena; scena che avrebbe fatto arrossire un branco di Mangiamorte in astinenza, tra l'altro.
No, Neville Paciock non era affatto stupido e per questo reputava Ron un imbecille, Hermione una ragazza intelligente ed Harry la vittima della situazione.
Lui?
Lui era un politico svizzero: riusciva a guardare le puttanate con occhio inebetito, fingeva di non aver capito un tubo, ponderava sulle possibili soluzioni ai problemi e metteva sù scuse su scuse quando la sua opinione veniva direttamente richiesta e non sprecava tempo a decidere se il mondo era nero o bianco o rosa con quadratini bianchi e neri.
Il bello di essere reputati "Non una cima" è che tutti, prima o poi, si dimenticano di guardarti una seconda volta. Il bello di non essere guardato come considerabile era che, ovunque e chiunque tu guardassi, non saresti mai stato beccato.
Mai.
E per questo Neville Paciock si trovava spesso a guardare l'espressione apatica di Malfoy. Di solito la sovrapponeva a quella di Hermione, ne studiava i contorni e cercava di intravedere una qualche somiglianza nello sguardo, ma non vi riusciva.
Era come se ci fosse sempre e comunque un velo sugli occhi del biondo Serpeverde mentre quelli di Hermione erano semplicemente troppo scuri per vederci attraverso.
In mesi di osservazioni distanti ed ipotesi improbabili aveva notato che i due non si guardavano mai direttamente.
Una volta, erano a lezione da Piton, si era strategicamente seduto dietro la CapoScuola e aveva distrattamente iniziato a lavorare sulla pozione quando Piton aveva dato il via, di tanto in tanto alzava lo sguardo sia per copiare quello che Hermione stava facendo che per vedere chi o cosa stava guardando. Era stata quasi una frazione di secondo, aveva alzato gli occhi la millesima volta e aveva visto gli occhi di Hermione specchiarsi nell'apolla di vetro posta sul banco di Malfoy.
Non sapeva dire quale fosse stata l'espressione del Serpeverde, ma sapeva che Piton aveva tolto dieci punti quando Hermione aveva preso a ridacchiare con il volto in fiamme.
Era abbastanza confuso, di norma quando due stanno insieme non sprecano tempo in cazzate e cercano in tutti i modi di stare vicini il più possibile, c'è sempre quello meno voglioso di stare attaccati come cozze allo scoglio, ma in linea di massima era così.
Loro no. Aveva pensato che le loro differenze caratteriali si abbattessero in qualche modo nella loro vita di coppia - quando li aveva ribeccati nell'aula d'Incantesimi si era detto che no, non erano le differenze caratteriali che si abbattevano in loro.
Poi aveva implicitamente deciso che era meglio per tutti non sapere cosa li avesse fatti avvicinare, perchè sicuramente, se la cosa fosse uscita fuori dalla sua bocca, sarebbe suonata come "Un'astronave marziana è atterrata in giardino, sono stato rapito da Barbie e Ken, scusatemi se non so più chi sono".
C'era una cosa però, una cosa assolutamente anomala che quasi non lo faceva dormire la notte.
Era il vuoto d'aria che si veniva a creare quando quei due erano nella stessa stanza, non era qualcosa che poteva essere percepita in Sala Grande, ma bastava trovarsi nell'aula di Trasfigurazione per sentire un formicolio strano e magari era lui che soffriva di qualche malattia genetica o cose così.
Neville era anche arrivato ad odiare lui stesso Malfoy, perchè Hermione era troppo distratta, troppo calda quando c'era lui nei paraggi; Ron non riusciva neanche più ad infastidirla perchè l'attenzione di lei era sempre catalizzata dall'altra parte della stanza. Non sapeva dire se era mera lussuria quella che li aveva uniti, era probabile che fosse qualcosa di più dopo lo sguardo che Malfoy le aveva rivolto pochi minuti prima.
Neville si ritrovò a sbattere confusamente le palpebre, si riscosse dai suoi pensieri e spostò il più lentamente possibile lo sguardo da lui a lei.
Teneva la forchetta in bilico tra il pollice e l'indice, la testa piegata a destra. Con la mano libera giocherellava con una ciocca che era sfuggita al mollettone - se non si metteva i capelli a posto, quando mangiava, rischiava di tagliarli al posto della carne -, e dalla sua postazione Neville poteva vedere i suoi occhi sollevati a guardare quella tavolata così lontana dalla loro.
Ebbe quasi l'istinto di allungare una mano e toccarle la spalla perchè era impossibile rivolgere un'occhiata così densa quando intorno a te c'erano centinaia di altre persone; in un certo senso avrebbe voluto proteggerla, perchè Hogwarts era un piccolo paese e le voci malevole, in un paese, girano più in fretta.
Avvertiva la sensazione più strana che avesse mai avuto il dispiacere di provare, era come se quello sguardo avesse dovuto restare tra loro. Si sentì un violatore, quasi un ladro.
Era intenso.
Strano, forte.
Hermione abbassò gli occhi sul suo piatto, Neville lo seguì e quando la ragazza alzò gli occhi su di lui arrossì fino alla punta dei capelli.
- Neville?-
Sbattè più volte le palpebre e quando fu sicuro di avere tutte le parti del cervello intatte, gettò un velocissimo sguardo a Malfoy che, però, stava litigando mentalmente con Harry.
- Hey, tutto bene Neville?-, la voce di Hermione lo raggiunse come ovattata.
La parte più profonda della sua testa pensò che qualcunque cosa ci fosse tra lei e Draco Malfoy doveva restare tra lei e Draco Malfoy, e non perchè lui era una personcina politically correct, ma perchè era semplicemente un qualcosa che lui non aveva ancora sperimentato e che quindi non poteva capire.
- Si, si, tutto bene.-
Lui non era una cima.
A pozioni combinava sempre disastri, non riusciva ad uscire fuori dalla sua timidezza per più di tre ore e non reggeva una birra, però era sicuro di essere qualcuno in grado di leggere le persone, ed era oltremodo convinto che Ron fosse un imbecille, Harry la vittima della sua imbecillità ed Hermione la ragazza intelligente che li teneva insieme..
Il punto, pensò Neville non appena vide Hermione uscire dalla Sala Grande, era che Hermione non aveva mai guardato Harry e Ron come se stesse per scoppiarle il cuore.
Osservò Malfoy oltrepassare le porte della Sala ed abbassò lo sguardo sul suo piatto ancora pieno.

Hermione non aveva mai guardato nessuno come se non avesse più bisogno di respirare... per riempire i polmoni.

                                                                                                                           
                                                                                                                 


                            ________________________________________________________________________________________

Perché c'era qualcosa, tra quei due, qualcosa che in verità doveva essere un segreto, o qualcosa di simile.
Così era difficile capire ciò che si dicevano
e come vivevano,
e com'erano.
Ci si sarebbe potuti sfarinare il cervello a cercar di dare un senso a certi loro gesti.
E ci si poteva chiedere perché per anni e anni.
L'unica cosa che spesso risultava evidente, anzi quasi sempre e forse sempre, l'unica cosa era che in quello che facevano e in quello che erano c'era qualcosa - per così dire - di bello.

[ Alessandro Baricco - Castelli di rabbia ]


  
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