Intermezzo

 

A volte penso che sarebbe bello se fossi in grado di tramutare in scrittura tutti i pensieri che mi affollano la mente, tutti i sentimenti che mi scuotono, ma mi rendo pienamente conto di non esserne capace, di non aver ancora afferrato bene cosa significhi scrivere qualcosa, trasmettere qualcosa, perché in fondo non si tratta di questo? Non si tratta di trasmettere emozioni, gioie, dolori, sensazioni a un immaginario lettore che speriamo si immedesimi in quel personaggio che sappiamo ha un po’ di autobiografico, a cui abbiamo trasmesso un pezzo del nostro io? Molte volte mi trovo a rileggere pezzi di pensieri confusi e senza un filo logico e a volte mi prendo esclusivamente per una completa imbecille mentre altre volte mi chiedo se qualcuno avrebbe provato le mie stesse sensazioni in una determinata situazione. E’ per questo che scrivo per avere un riscontro, per sentirmi un po’ meno sola e per crogiolarmi nell’idea che forse qualcuno squinternato come me esista. A volte però rileggendo quello che ho scritto mi verrebbe solo voglia di accartocciare il foglio del mio diario e di gettarlo, di dargli fuoco perché quello che ho scritto potrebbe veramente far dare qualcuno di stomaco, eppure continuo a farlo continuo a scrivere senza sosta, scrivo per me stessa e per quell’immaginario lettore che visualizzo nella mia testa, di cui visualizzo il viso, ogni singola ruga, ogni singola espressione che lo attraversa mentre legge le mie parole. Se devo essere sincera non avrei mai pensato che qualcuno avrebbe letto il mio di Diario, non avrei mai pensato che qualcuno potesse leggere le mie paure, le mie speranze, semplicemente non credevo possibile che qualcuno avrebbe mai potuto leggermi così a fondo da farmi sentire nuda, inadeguata e disgustata in parte per quell’immagine reale di me che alla fine era venuta a galla. Sinceramente non avrei mai creduto che quel lettore fosse l’amore della mia esistenza e che questo suo curiosare sarebbe stato l’inizio della fine.