Tra i
morti c’era Aporro; Caliel era convinta che la sua
presunzione aveva giocato un
brutto scherzo. Tra gli shinigami, invece, era stati abbattuti molti
membri
della tredicesima divisione. Sentendo parlare i suoi avversari, aveva
capito
che erano divise in squadre, dalla uno alla tredici, e che ognuno aveva
un
capitano e un vice. Non si aspettava tutta quella organizzazione.
Ora che
Yamamoto era morto, però, andavano un po’ a
casaccio; i capitani si ritrovarono
improvvisamente sovraccaricati di uomini e di
responsabilità, e solo tre di
loro riuscivano davvero a reggere; uno era lo shinigami col cappello di
paglia,
che aveva sentito chiamare Kyoraku, avversario di Stark, un pacifista,
sempre
calmo e posato; l’altro era uno shinigami dai capelli
bianchi, dall’aspetto
malaticcio che ogni tanto sputava un po’ di sangue;
l’ultimo era un uomo
dall’aspetto nobile, con degli strani aggeggi sulla testa e
una sciarpa
leggera, che si muoveva sinuosamente a ogni movimento. I rispettivi
nomi erano
Kyoraku, Ukitake e Kuchiki, ed erano i capitani dell’ottava,
della tredicesima
e della sesta divisione.
Forse
Aizen era stato troppo ottimista, o forse non si aspettava che Ichigo e
soci ci
dessero così dentro. Ulquiorra in realtà gli era
superiore; Ichigo sembrava
arrivato allo stremo, pieno di tagli, ferite, sangue. La maschera di
hollow
serviva a ben poca cosa. Caliel evitava di guardarlo; faceva troppa
impressione, era un Ulquiorra troppo diverso
da quello che aveva imparato a conoscere.
E poi,
doveva pensare ai nuovi ospiti; un gruppo di ragazzi che potevano usare
le
maschere di hollow come Ichigo, anzi, sembravano più
esperti; li aveva sentiti
chiamare Vizard. I suoi avversari dovevano avere il vizio della
comitiva.
Comunque, sembravano più menefreghisti, come se fossero
venuti lì solo per
atteggiarsi, più che per aiutare.
Era
riuscita ad uccidere un paio di loro, per il resto se ne stava
occupando
Grimmjow; era impossibile fermarlo, più ne uccideva,
più si ricaricava di
energia.
Lei,
invece, stava cominciando a stancarsi, e anche la sua
fracciòn, andata anche
lei in resurreciòn; era diventata molto alta, le dita si
erano allungate molto,
formando dei lunghi artigli, e aveva un enorme falce al posto della
spada.
Sulla schiena aveva delle ali ossee.
Dopo aver
ucciso un altro shinigami, Caliel si mise ad osservare un po’
Ulquiorra;
sembrava che Ichigo fosse un gatto con almeno dieci vite. Era assurdo
che
potesse ancora rialzarsi. Ulquiorra aveva il fiatone, cosa a cui lei
stentava a
crederci, in quella forma.
« Si può
sapere dove stai guardando, Caliel?! » le gridò
Grimmjow, portandola via con
sé, evitando così che un corpo ormai morto e
pieno di ferite ancora aperte le
venisse addosso. Era Nnoitra, ucciso brutalmente da Zaraki, che se la
rideva di
gusto.
«
Peccato, proprio ora che mi ero ricordato il tuo nome! »
diceva, tra una risata
e l’altra. La piccola Yachiru non sembrava minimamente
impressionata.
Aizen
era l’unico a non essere affaticato; si muoveva agilmente e
senza fiatone, e
aveva ucciso innumerevoli shinigami, e qualche vizard. Era la prima
volta che
Caliel lo vedeva sul serio in azione, ed era affascinata e
impressionata; e
Barragan che faceva tanto il saccente!
Lo
scontro durò forse troppo tempo, e non vi era ancora un
vincitore, ma accadde
una cosa strana; Ishida, Sado, quella shinigami chiamata Rukia e altri
compagni, si erano allontanati dalla vista di Caliel. Orihime era
ancora a
portata di mano, ma aveva degli atteggiamenti sospetti, sicuramente
avevano in
mente qualcosa, un agguato o roba simile.
Florence
si era avvicinata alla sua espada, con un sorriso e visibilmente stanca.
«
Signorina Caliel, state bene? »
« Sì…
Sì, Florence… » la avvicinò
a sé, con cautela. « Stammi vicina; ho un brutto
presentimento. »
« Aizen,
si può sapere che cos’hai? » chiese Gin
con un sorriso. « E’ da un po’ che ti
guardi intorno perplesso. Guarda che, anche se non sembra, stiamo
vincendo. »
« Non
vedo Momo… Non ti pare strano? » chiese Aizen con
serietà. Momo era la sua
luogotenente. Una ragazza gentile e posata, molto sensibile, che non
riuscì a
sopportare il tradimento di Aizen. Si aspettava di trovarsela davanti,
a spada
tratta, a maledirlo per ogni cosa, e invece non c’era.
« Sarà
da qualche parte a nascondersi. » rispose Gin. «
Lei non è fatta per i
combattimenti. »
« Sì,
può darsi… Piuttosto, Gin… Non
è Matsumoto, quella? »
Gin
guardò per un attimo verso terra, e vide una figura
dannatamente simile alla
sua amica. Amica? Bè, forse. In passato lui le
salvò la vita. Aizen non seppe
mai esattamente come stavano le cose tra loro, ma
dall’espressione che stava
facendo Gin in quel momento, nel vedere una Matsumoto Rangiku riversa a
terra e
con il sangue che le usciva dalla bocca, capiva che evidentemente
c’era
qualcosa di più.
Gin non
lo degnò di una risposta, precipitandosi a terra, da
Rangiku, prendendole
delicatamente la testa. Era in gravi condizioni. Si guardò
attorno, snervato;
era la prima volta che Aizen lo vedeva così. Poi
notò che si rivolgeva a
Orihime con una voce quasi stridula.
« Ehi,
tu! Vieni qui, c’è bisogno di te! »
gridò, ma Orihime non si mosse di un passo,
incerta sul da farsi. Rangiku era un’amica, ma Gin no. Dopo
un po’, si fece
avanti, e posò le mani sulla testa della shinigami,
iniziando a curarla.
« Inoue,
no! » gridò Ishida. « Eravamo
d’accordo che… »
Caliel
però capì. « Eccolo. » anche
se volava, puntò il tridente a terra, lanciando un
raggio veloce e preciso addosso a Rukia, la quale era dietro Gin,
pronta a
colpirlo. La ragazza cadde a terra subito, le pupille ormai sparite, e
perdendo
del sangue dal petto.
« Ora
capisco… Hanno approfittato della perdita dei sensi di una
di loro per
distrarre Gin. Evidentemente sapevano in che rapporti erano quei due.
Forse è
la sua donna… Comunque, che infamata. » fece un
rapido conto; Ishida, Orihime,
Rukia a terra… Mancavano Sado, Renji, e molte altre persone,
come Yumichika e
Ikkaku. Una presenza la sentì dietro di sé, ma
avvertiva un’offensiva contro la
sua fracciòn. Caliel nemmeno si voltò;
spostò velocemente il tridente dietro di
sé, creo immediatamente un potente campo di forza e nello
stesso momento spedì
un raggio a Yumichika, il quale cadde a terra, sputando sangue.
Florence
assistette impressionata alla scena; era evidente che aveva ancora
molta strada
da fare.
«
Yumichika è qui… Senza Ikkaku accanto. Di solito
si muovono sempre in coppia…
Che fine ha fatto il pelato? » disse sottovoce. Si
guardò un po’ intorno, ma di
lui nessuna traccia. « E’ ancora vivo…
La sua forza spirituale è un po’
lontana, ma c’è ancora ed è
potente… » rimase ancora a rimuginare. «
Ulquiorra
e Ichigo stanno combattendo lontano da qui… E ora che guardo
bene, nemmeno
Zaraki c’è. » buttò ancora
l’occhio su Gin, che faceva riprendere Rangiku. «
Che strano… Se ho ben capito, il piano degli shinigami era
di approfittare dei
nostri punti deboli. Per questo si sono sparpagliati. Ma anche se
andassero da
Ulquiorra… Dove potrebbero colpire? Maggioranza numerica?
Non credo che
Ulquiorra si faccia mettere in difficoltà per qualche
shinigami in più, anche
se c’è Zaraki… E poi, in quella
forma… » le vennero un po’ i brividi, ma
poi si
bloccò, con un espressione terrorizzata. « Come ho
fatto a non pensarci prima?!
Florence, se venissero a dirti che io sono morta, come reagiresti?
»
La sua
fracciòn ci pensò per un attimo, poi disse.
« Mi arrabbierei, perderei il
controllo di me stessa e cercherei di vendicarvi, signorina Caliel.
»
«
Nasconditi in un luogo sicuro; non uscire e non combattere contro
nessun
shinigami finché non arrivo. E tieni d’occhio
Aizen, assicurati che sia vivo. »
spiccò il volo, veloce, con tantissima fretta. Accidenti,
accidenti e ancora
accidenti, perché non ci aveva pensato prima?
Quando
arrivò si trovò davanti uno spettacolo
raccapricciante; probabilmente gli
shinigami non si aspettavano una reazione del genere.
Zaraki e
Ikkaku sembravano dei morti viventi. Riuscivano a stento a stare in
piedi, a
Ikkaku mancavano entrambe le gambe, Zaraki lo teneva sulle spalle, ma
anche lui
era gravemente ferito ed era rimasto senza un braccio. Renji era ormai
a terra,
non sapeva dire se vivo o morto. E Ichigo; non ne parliamo. Aveva un
enorme buco
sotto il collo, provocato dalla mano di Ulquiorra, che passava da parte
a
parte.
« L’hai
voluto tu, Kurosaki Ichigo. » disse malevolo Ulquiorra,
staccando la mano.
Ichigo cadde a terra, esalando dei piccoli respiri.
Caliel
vedeva gli occhi dell’espada pieni di odio, e anche una
malcelata tristezza;
quelle lacrime stavano proprio a pennello. Lui si voltò a
guardarla, iniziando
poi a incamminarsi verso di lei.
« Non
permetterò nemmeno a te di ostacolarmi. »
La
ragazza si fece coraggio. « Ti hanno detto che Aizen
è morto? »
Lui si
stizzì, per poi riprendere la sua tranquilla camminata.
« Allora confermi… »
«
Ulquiorra, ragiona! Concentrati! Aizen non è affatto morto,
tutt’altro! ti
hanno mentito! Se ti concentri bene, puoi sentire il suo potere
spirituale! Ulquiorra,
ascoltami! Non gli… » la sua gamba fu perforata da
una lancia di Ulquiorra, che
in silenzio e con indifferenza assisteva alle agonie di lei.
« Aaaaaaaaaaaaaaaaargh! Aaaaaaaaah!
Oh,
cazzo! cazzo, cazzo, cazzo! aaaaaaaaaah! » si
allontanò, cercando di
evitarlo, ma Ulquiorra tornava di soppiatto su di lei, infilandola
all’altra
gamba. « Ulquiorra, calmati, cazzo!
non
capisci che ti hanno mentito?! Svuota per un momento quella testa da
pipistrello che ti ritrovi, e verifica tu stesso se è morto
o no! »
« Zitta,
donna; non hai il diritto di dirmi cosa devo fare. »
« Fallo
per Aizen! Pensi che lui sarebbe felice di vederti così?!
»
Ulquiorra,
da quel momento, non ci vide più; iniziò a
infilzare la ragazza dappertutto,
inizialmente in punti non vitali, poi puntò la lancia vicino
al cuore. Si
avvicinò a terra, afferrandola per i capelli.
« Non ti
azzardare più a provare a recitare i suoi pensieri, donna.
»
« Ah… Cough! Agh! »
« Volevo
ucciderti subito, ma ho cambiato idea. Meriti di soffrire. »
Caliel
cercò di farsi forza; afferrò la lancia, e la
tirò a sé, peggiorando la sua
ferita, ma tirando Ulquiorra, che sorpreso fu portato in avanti. La
ragazza,
poi, con un gesto veloce, tagliò di netto le corna
dell’espada, che frastornato
ricevette la botta.
« Che
cosa… Hai fatto… Donna…? »
« Il
punto debole di un hollow è la testa. O meglio, la maschera.
Me lo hai
insegnato tu, Ulquiorra; non ricordi nemmeno questo? »
Le
pupille di Ulquiorra tornarono subito al loro colore originale, le
linee
diventarono più sottili, e Caliel poté finalmente
vederci chiaro; Ulquiorra
piangeva a dirotto. Ebbene sì; quella menzogna gli aveva
provocato uno shock
fortissimo. Dire che Aizen era morto, era come dire che
l’aria era inutile. A
vederlo così; riusciva finalmente a capire quanto poteva
essere triste, e
quanto voleva bene ad Aizen, oltre ad essergli devoto.
« Pa… »
mormorò Ulquiorra, poi disse ad alta voce. «
Aizen… Lo sento… E’ vivo…
»
«
Finalmente sei… Tornato in te… » la
ragazza svenne dopo di lui, cadendo a terra
e gettando la lancia poco lontano, disintegrandosi subito. Tornarono
entrambi
nella loro forma normale, con le vesti tutte stracciate e insanguinati.
Caliel
si risvegliò dentro una stanza dalle pareti candide, enorme,
su un letto grande
e comodo. Si rialzò a fatica, e si guardò attorno
con un enorme mal di testa;
era in una specie di videoteca. Capì subito di essere nella
stanza di
Ulquiorra, piena di fasciature. Ma lui dov’era?
La
risposta la ebbe subito; Ulquiorra era appena tornato con un vassoio
coperto da
una tovaglietta.
« Ti sei
ripresa. » disse semplicemente lui; anche lui era pieno di
fasciature,
soprattutto alla testa.
« Perché
siamo qui…? »
«
Mettiti composta, così ti racconto tutto. » la
aiutò , sistemandole il cuscino.
Si accomodò accanto a lei e iniziò le spiegazioni.
« Sei
rimasta su questo letto, priva di conoscenza, per tre giorni; dopo che
siamo
svenuti, Aizen si è precipitato da noi, ci ha fatti curare
da Inoue e ha fatto
ritirare tutti, anche perché anche dagli shinigami sono
morte un sacco di
persone. Notando gli innumerevoli danni, sia fisici, che psicologici,
di comune
accordo con Gin e Tosen, Aizen ha deciso di proporre una affare agli
shinigami.
Una specie di trattato di pace. Loro non invadono l’Hueco
Mundo; in cambio, noi
non faremo niente che intralci la loro giurisdizione. Siccome quasi
tutto
rientrava in queste normative assurde degli shinigami, Aizen ha fatto
in modo
di tagliare notevolmente molte regole. Ora si può dire che
è finita… Che non
c’è bisogno di combattere. Aizen
continuerà a conquistare ciò che vuole,
servendosi di noi e con qualche scocciatura in meno. Aporro
è morto; Nnoitra è
morto; i due nuovi espada sono morti; Barragan è morto. Non
so esattamente chi
è morto dagli shinigami. »
« E
Kurosaki? »
« Pare
che sia stato nominato shinigami a tutti gli effetti, così
farà avanti e
indietro tra Terra e Soul Society. Anche Inoue è ancora
viva; visto che non
aveva più nessun parente sulla Terra, è rimasta
nella Soul Society a fare il
supporto medico o una cosa simile. »
Caliel
annuì. Insomma, sembrava essere tornato tutto alla
normalità. Eppure c’era
qualcosa che non le andava. « Florence? »
« Nelle
tue stanze. »
« Aizen
è… Adirato con noi, vero? »
Ulquiorra
rispose immediatamente. « No. » poi disse.
« Aizen non è poi così terribile da
prendersela per ogni cosa. A conti fatti, non abbiamo fatto nulla; ci
siamo
solo lasciati sfuggire le cose di mano, a causa di quella bugia
assurda… Non so
cosa mi sia preso quel giorno. Aizen era lontano, e io ero confuso
dalla forza
di Kurosaki e degli shinigami appena arrivati. Mi hanno confuso i
sensi, e come
un idiota gli ho creduto. E non ho creduto a te, finendo per ucciderti.
»
« Ehi,
non sono mica morta! » disse alzandosi di scatto;
sentì una forte fitta allo
stomaco.
« Bè,
più o meno. » la fece sedere nuovamente. Poi tolse
la stoffa dal vassoio,
mettendo in mostra un milkshake al cioccolato, enorme. « Ho
messo la panna
stavolta. »
Caliel
sorrise di cuore; per un certo verso, ricordava l’Ulquiorra
che piangeva di
fronte alla notizia della morte di Aizen. Non l’avrebbe
più visto così, ne era
certa, ma sentiva che le cose erano leggermente cambiate; che erano
cambiati
tutti.
« Non ho
voglia di imboccarti, quindi dimmi che riesci a muovere le braccia.
»
Lei, col
sorriso, fece una scenata. « Ooooh, cielo, mi dispiace!
Queste bende mi
comprimono! Non riesco a muoverle come si deve! »
« Eppure
prima sembravi in forma. »
Lei
rise, muovendo le braccia normalmente. « Stavo solo
scherzando. Dai, fammi
mangiare questa prelibatezza. »
Stava
per afferrare la cannuccia, ma Ulquiorra gliela tolse dalle mani,
iniziando a
bere il milkshake al suo posto. Caliel lo guardò sorpresa e
anche un po’
offesa, ma notò che non inghiottiva. Si faceva invece molto
vicino, e arrivò a
darle un bacio; gran parte del milkshake l’aveva
involontariamente inghiottito,
per evitare sbrodolamenti, ma qualcosa arrivò anche nella
bocca della ragazza,
tramite quel bacio. Sentire il sapore del milkshake insieme a quello di
Ulquiorra fu per lei piacevole.
Dopo il
bacio, lungo, passionale, come se dovessero recuperare un qualche tempo
perduto, Ulquiorra leccò lentamente il contorno delle
labbra, senza trascurare
neanche un punto.
« Vado a
vedere un film. » sussurrò. « Tu mangia.
Dopo dovremo andare a parlare con
Aizen. »
Lei
sorrise e lo lasciò andare, dedicandosi al milkshake.