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Autore: Novelist Nemesi    30/05/2010    3 recensioni
Non era la pioggia. Non era il ticchettio dell’orologio. Non era la stanza spoglia. Non erano gli altri. Nessuno aveva colpa del fatto che lui avesse quel viso pallido e segnato da due righe nette che scendevano sulle guance. Era solo temuto da molti, rispettato da alcuni. Odiato? Qualcuno che portava rancore c’era. Il suo nome faceva in fretta a circolare e restare nelle menti. Ulquiorra Schiffer. Altisonante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Schiffer Ulquiorra, Un pò tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A conti fatti, era un combattimento alla pari; le morti continuavano a crescere velocemente, ma sembrava un dato poco importante. persino Barragan fu costretto a scendere in campo; tutte le sue fracciòn erano morte, e lui era anche andato in resurreciòn. Forse per il teschio che aveva in forma rilasciata, o per la corona che portava sempre e comunque, lo chiamavano il re della morte. Lui avrebbe preferito re dell’Hueco Mundo, ma tanto nessuno lo chiamava così.
Tra i morti c’era Aporro; Caliel era convinta che la sua presunzione aveva giocato un brutto scherzo. Tra gli shinigami, invece, era stati abbattuti molti membri della tredicesima divisione. Sentendo parlare i suoi avversari, aveva capito che erano divise in squadre, dalla uno alla tredici, e che ognuno aveva un capitano e un vice. Non si aspettava tutta quella organizzazione.
Ora che Yamamoto era morto, però, andavano un po’ a casaccio; i capitani si ritrovarono improvvisamente sovraccaricati di uomini e di responsabilità, e solo tre di loro riuscivano davvero a reggere; uno era lo shinigami col cappello di paglia, che aveva sentito chiamare Kyoraku, avversario di Stark, un pacifista, sempre calmo e posato; l’altro era uno shinigami dai capelli bianchi, dall’aspetto malaticcio che ogni tanto sputava un po’ di sangue; l’ultimo era un uomo dall’aspetto nobile, con degli strani aggeggi sulla testa e una sciarpa leggera, che si muoveva sinuosamente a ogni movimento. I rispettivi nomi erano Kyoraku, Ukitake e Kuchiki, ed erano i capitani dell’ottava, della tredicesima e della sesta divisione.
Forse Aizen era stato troppo ottimista, o forse non si aspettava che Ichigo e soci ci dessero così dentro. Ulquiorra in realtà gli era superiore; Ichigo sembrava arrivato allo stremo, pieno di tagli, ferite, sangue. La maschera di hollow serviva a ben poca cosa. Caliel evitava di guardarlo; faceva troppa impressione, era un Ulquiorra troppo diverso da quello che aveva imparato a conoscere.
E poi, doveva pensare ai nuovi ospiti; un gruppo di ragazzi che potevano usare le maschere di hollow come Ichigo, anzi, sembravano più esperti; li aveva sentiti chiamare Vizard. I suoi avversari dovevano avere il vizio della comitiva. Comunque, sembravano più menefreghisti, come se fossero venuti lì solo per atteggiarsi, più che per aiutare.
Era riuscita ad uccidere un paio di loro, per il resto se ne stava occupando Grimmjow; era impossibile fermarlo, più ne uccideva, più si ricaricava di energia.
Lei, invece, stava cominciando a stancarsi, e anche la sua fracciòn, andata anche lei in resurreciòn; era diventata molto alta, le dita si erano allungate molto, formando dei lunghi artigli, e aveva un enorme falce al posto della spada. Sulla schiena aveva delle ali ossee.
Dopo aver ucciso un altro shinigami, Caliel si mise ad osservare un po’ Ulquiorra; sembrava che Ichigo fosse un gatto con almeno dieci vite. Era assurdo che potesse ancora rialzarsi. Ulquiorra aveva il fiatone, cosa a cui lei stentava a crederci, in quella forma.
« Si può sapere dove stai guardando, Caliel?! » le gridò Grimmjow, portandola via con sé, evitando così che un corpo ormai morto e pieno di ferite ancora aperte le venisse addosso. Era Nnoitra, ucciso brutalmente da Zaraki, che se la rideva di gusto.
« Peccato, proprio ora che mi ero ricordato il tuo nome! » diceva, tra una risata e l’altra. La piccola Yachiru non sembrava minimamente impressionata.
Aizen era l’unico a non essere affaticato; si muoveva agilmente e senza fiatone, e aveva ucciso innumerevoli shinigami, e qualche vizard. Era la prima volta che Caliel lo vedeva sul serio in azione, ed era affascinata e impressionata; e Barragan che faceva tanto il saccente!
Lo scontro durò forse troppo tempo, e non vi era ancora un vincitore, ma accadde una cosa strana; Ishida, Sado, quella shinigami chiamata Rukia e altri compagni, si erano allontanati dalla vista di Caliel. Orihime era ancora a portata di mano, ma aveva degli atteggiamenti sospetti, sicuramente avevano in mente qualcosa, un agguato o roba simile.
Florence si era avvicinata alla sua espada, con un sorriso e visibilmente stanca.
« Signorina Caliel, state bene? »
« Sì… Sì, Florence… » la avvicinò a sé, con cautela. « Stammi vicina; ho un brutto presentimento. »
« Aizen, si può sapere che cos’hai? » chiese Gin con un sorriso. « E’ da un po’ che ti guardi intorno perplesso. Guarda che, anche se non sembra, stiamo vincendo. »
« Non vedo Momo… Non ti pare strano? » chiese Aizen con serietà. Momo era la sua luogotenente. Una ragazza gentile e posata, molto sensibile, che non riuscì a sopportare il tradimento di Aizen. Si aspettava di trovarsela davanti, a spada tratta, a maledirlo per ogni cosa, e invece non c’era.
« Sarà da qualche parte a nascondersi. » rispose Gin. « Lei non è fatta per i combattimenti. »
« Sì, può darsi… Piuttosto, Gin… Non è Matsumoto, quella? »
Gin guardò per un attimo verso terra, e vide una figura dannatamente simile alla sua amica. Amica? Bè, forse. In passato lui le salvò la vita. Aizen non seppe mai esattamente come stavano le cose tra loro, ma dall’espressione che stava facendo Gin in quel momento, nel vedere una Matsumoto Rangiku riversa a terra e con il sangue che le usciva dalla bocca, capiva che evidentemente c’era qualcosa di più.
Gin non lo degnò di una risposta, precipitandosi a terra, da Rangiku, prendendole delicatamente la testa. Era in gravi condizioni. Si guardò attorno, snervato; era la prima volta che Aizen lo vedeva così. Poi notò che si rivolgeva a Orihime con una voce quasi stridula.
« Ehi, tu! Vieni qui, c’è bisogno di te! » gridò, ma Orihime non si mosse di un passo, incerta sul da farsi. Rangiku era un’amica, ma Gin no. Dopo un po’, si fece avanti, e posò le mani sulla testa della shinigami, iniziando a curarla.
« Inoue, no! » gridò Ishida. « Eravamo d’accordo che… »
Caliel però capì. « Eccolo. » anche se volava, puntò il tridente a terra, lanciando un raggio veloce e preciso addosso a Rukia, la quale era dietro Gin, pronta a colpirlo. La ragazza cadde a terra subito, le pupille ormai sparite, e perdendo del sangue dal petto.
« Ora capisco… Hanno approfittato della perdita dei sensi di una di loro per distrarre Gin. Evidentemente sapevano in che rapporti erano quei due. Forse è la sua donna… Comunque, che infamata. » fece un rapido conto; Ishida, Orihime, Rukia a terra… Mancavano Sado, Renji, e molte altre persone, come Yumichika e Ikkaku. Una presenza la sentì dietro di sé, ma avvertiva un’offensiva contro la sua fracciòn. Caliel nemmeno si voltò; spostò velocemente il tridente dietro di sé, creo immediatamente un potente campo di forza e nello stesso momento spedì un raggio a Yumichika, il quale cadde a terra, sputando sangue. Florence assistette impressionata alla scena; era evidente che aveva ancora molta strada da fare.
« Yumichika è qui… Senza Ikkaku accanto. Di solito si muovono sempre in coppia… Che fine ha fatto il pelato? » disse sottovoce. Si guardò un po’ intorno, ma di lui nessuna traccia. « E’ ancora vivo… La sua forza spirituale è un po’ lontana, ma c’è ancora ed è potente… » rimase ancora a rimuginare. « Ulquiorra e Ichigo stanno combattendo lontano da qui… E ora che guardo bene, nemmeno Zaraki c’è. » buttò ancora l’occhio su Gin, che faceva riprendere Rangiku. « Che strano… Se ho ben capito, il piano degli shinigami era di approfittare dei nostri punti deboli. Per questo si sono sparpagliati. Ma anche se andassero da Ulquiorra… Dove potrebbero colpire? Maggioranza numerica? Non credo che Ulquiorra si faccia mettere in difficoltà per qualche shinigami in più, anche se c’è Zaraki… E poi, in quella forma… » le vennero un po’ i brividi, ma poi si bloccò, con un espressione terrorizzata. « Come ho fatto a non pensarci prima?! Florence, se venissero a dirti che io sono morta, come reagiresti? »
La sua fracciòn ci pensò per un attimo, poi disse. « Mi arrabbierei, perderei il controllo di me stessa e cercherei di vendicarvi, signorina Caliel. »
« Nasconditi in un luogo sicuro; non uscire e non combattere contro nessun shinigami finché non arrivo. E tieni d’occhio Aizen, assicurati che sia vivo. » spiccò il volo, veloce, con tantissima fretta. Accidenti, accidenti e ancora accidenti, perché non ci aveva pensato prima?
Quando arrivò si trovò davanti uno spettacolo raccapricciante; probabilmente gli shinigami non si aspettavano una reazione del genere.
Zaraki e Ikkaku sembravano dei morti viventi. Riuscivano a stento a stare in piedi, a Ikkaku mancavano entrambe le gambe, Zaraki lo teneva sulle spalle, ma anche lui era gravemente ferito ed era rimasto senza un braccio. Renji era ormai a terra, non sapeva dire se vivo o morto. E Ichigo; non ne parliamo. Aveva un enorme buco sotto il collo, provocato dalla mano di Ulquiorra, che passava da parte a parte.
« L’hai voluto tu, Kurosaki Ichigo. » disse malevolo Ulquiorra, staccando la mano. Ichigo cadde a terra, esalando dei piccoli respiri.
Caliel vedeva gli occhi dell’espada pieni di odio, e anche una malcelata tristezza; quelle lacrime stavano proprio a pennello. Lui si voltò a guardarla, iniziando poi a incamminarsi verso di lei.
« Non permetterò nemmeno a te di ostacolarmi. »
La ragazza si fece coraggio. « Ti hanno detto che Aizen è morto? »
Lui si stizzì, per poi riprendere la sua tranquilla camminata. « Allora confermi… »
« Ulquiorra, ragiona! Concentrati! Aizen non è affatto morto, tutt’altro! ti hanno mentito! Se ti concentri bene, puoi sentire il suo potere spirituale! Ulquiorra, ascoltami! Non gli… » la sua gamba fu perforata da una lancia di Ulquiorra, che in silenzio e con indifferenza assisteva alle agonie di lei.
« Aaaaaaaaaaaaaaaaargh! Aaaaaaaaah! Oh, cazzo! cazzo, cazzo, cazzo! aaaaaaaaaah! » si allontanò, cercando di evitarlo, ma Ulquiorra tornava di soppiatto su di lei, infilandola all’altra gamba. « Ulquiorra, calmati, cazzo! non capisci che ti hanno mentito?! Svuota per un momento quella testa da pipistrello che ti ritrovi, e verifica tu stesso se è morto o no! »
« Zitta, donna; non hai il diritto di dirmi cosa devo fare. »
« Fallo per Aizen! Pensi che lui sarebbe felice di vederti così?! »
Ulquiorra, da quel momento, non ci vide più; iniziò a infilzare la ragazza dappertutto, inizialmente in punti non vitali, poi puntò la lancia vicino al cuore. Si avvicinò a terra, afferrandola per i capelli.
« Non ti azzardare più a provare a recitare i suoi pensieri, donna. »
« Ah… Cough! Agh! »
« Volevo ucciderti subito, ma ho cambiato idea. Meriti di soffrire. »
Caliel cercò di farsi forza; afferrò la lancia, e la tirò a sé, peggiorando la sua ferita, ma tirando Ulquiorra, che sorpreso fu portato in avanti. La ragazza, poi, con un gesto veloce, tagliò di netto le corna dell’espada, che frastornato ricevette la botta.
« Che cosa… Hai fatto… Donna…? »
« Il punto debole di un hollow è la testa. O meglio, la maschera. Me lo hai insegnato tu, Ulquiorra; non ricordi nemmeno questo? »
Le pupille di Ulquiorra tornarono subito al loro colore originale, le linee diventarono più sottili, e Caliel poté finalmente vederci chiaro; Ulquiorra piangeva a dirotto. Ebbene sì; quella menzogna gli aveva provocato uno shock fortissimo. Dire che Aizen era morto, era come dire che l’aria era inutile. A vederlo così; riusciva finalmente a capire quanto poteva essere triste, e quanto voleva bene ad Aizen, oltre ad essergli devoto.
« Pa… » mormorò Ulquiorra, poi disse ad alta voce. « Aizen… Lo sento… E’ vivo… »
« Finalmente sei… Tornato in te… » la ragazza svenne dopo di lui, cadendo a terra e gettando la lancia poco lontano, disintegrandosi subito. Tornarono entrambi nella loro forma normale, con le vesti tutte stracciate e insanguinati.
Caliel si risvegliò dentro una stanza dalle pareti candide, enorme, su un letto grande e comodo. Si rialzò a fatica, e si guardò attorno con un enorme mal di testa; era in una specie di videoteca. Capì subito di essere nella stanza di Ulquiorra, piena di fasciature. Ma lui dov’era?
La risposta la ebbe subito; Ulquiorra era appena tornato con un vassoio coperto da una tovaglietta.
« Ti sei ripresa. » disse semplicemente lui; anche lui era pieno di fasciature, soprattutto alla testa.
« Perché siamo qui…? »
« Mettiti composta, così ti racconto tutto. » la aiutò , sistemandole il cuscino. Si accomodò accanto a lei e iniziò le spiegazioni.
« Sei rimasta su questo letto, priva di conoscenza, per tre giorni; dopo che siamo svenuti, Aizen si è precipitato da noi, ci ha fatti curare da Inoue e ha fatto ritirare tutti, anche perché anche dagli shinigami sono morte un sacco di persone. Notando gli innumerevoli danni, sia fisici, che psicologici, di comune accordo con Gin e Tosen, Aizen ha deciso di proporre una affare agli shinigami. Una specie di trattato di pace. Loro non invadono l’Hueco Mundo; in cambio, noi non faremo niente che intralci la loro giurisdizione. Siccome quasi tutto rientrava in queste normative assurde degli shinigami, Aizen ha fatto in modo di tagliare notevolmente molte regole. Ora si può dire che è finita… Che non c’è bisogno di combattere. Aizen continuerà a conquistare ciò che vuole, servendosi di noi e con qualche scocciatura in meno. Aporro è morto; Nnoitra è morto; i due nuovi espada sono morti; Barragan è morto. Non so esattamente chi è morto dagli shinigami. »
« E Kurosaki? »
« Pare che sia stato nominato shinigami a tutti gli effetti, così farà avanti e indietro tra Terra e Soul Society. Anche Inoue è ancora viva; visto che non aveva più nessun parente sulla Terra, è rimasta nella Soul Society a fare il supporto medico o una cosa simile. »
Caliel annuì. Insomma, sembrava essere tornato tutto alla normalità. Eppure c’era qualcosa che non le andava. « Florence? »
« Nelle tue stanze. »
« Aizen è… Adirato con noi, vero? »
Ulquiorra rispose immediatamente. « No. » poi disse. « Aizen non è poi così terribile da prendersela per ogni cosa. A conti fatti, non abbiamo fatto nulla; ci siamo solo lasciati sfuggire le cose di mano, a causa di quella bugia assurda… Non so cosa mi sia preso quel giorno. Aizen era lontano, e io ero confuso dalla forza di Kurosaki e degli shinigami appena arrivati. Mi hanno confuso i sensi, e come un idiota gli ho creduto. E non ho creduto a te, finendo per ucciderti. »
« Ehi, non sono mica morta! » disse alzandosi di scatto; sentì una forte fitta allo stomaco.
« Bè, più o meno. » la fece sedere nuovamente. Poi tolse la stoffa dal vassoio, mettendo in mostra un milkshake al cioccolato, enorme. « Ho messo la panna stavolta. »
Caliel sorrise di cuore; per un certo verso, ricordava l’Ulquiorra che piangeva di fronte alla notizia della morte di Aizen. Non l’avrebbe più visto così, ne era certa, ma sentiva che le cose erano leggermente cambiate; che erano cambiati tutti.
« Non ho voglia di imboccarti, quindi dimmi che riesci a muovere le braccia. »
Lei, col sorriso, fece una scenata. « Ooooh, cielo, mi dispiace! Queste bende mi comprimono! Non riesco a muoverle come si deve! »
« Eppure prima sembravi in forma. »
Lei rise, muovendo le braccia normalmente. « Stavo solo scherzando. Dai, fammi mangiare questa prelibatezza. »
Stava per afferrare la cannuccia, ma Ulquiorra gliela tolse dalle mani, iniziando a bere il milkshake al suo posto. Caliel lo guardò sorpresa e anche un po’ offesa, ma notò che non inghiottiva. Si faceva invece molto vicino, e arrivò a darle un bacio; gran parte del milkshake l’aveva involontariamente inghiottito, per evitare sbrodolamenti, ma qualcosa arrivò anche nella bocca della ragazza, tramite quel bacio. Sentire il sapore del milkshake insieme a quello di Ulquiorra fu per lei piacevole.
Dopo il bacio, lungo, passionale, come se dovessero recuperare un qualche tempo perduto, Ulquiorra leccò lentamente il contorno delle labbra, senza trascurare neanche un punto.
« Vado a vedere un film. » sussurrò. « Tu mangia. Dopo dovremo andare a parlare con Aizen. »
Lei sorrise e lo lasciò andare, dedicandosi al milkshake.

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Il prossimo capitolo sarà l’ultimo. Dopo trenta capitoli e passa, forse era anche ora. ( risata. )
Spero tanto che questo capitolo sia piaciuto!

@ ElderClaud: Mi dispiace che tu non abbia un’impressione positiva della mia storia, ma permettimi un piccolo appunto; hai scritto tu stesso di non aver letto tutti i capitoli, quindi mi sembra un po’ superficiale parlare di OOC. In questi trenta capitoli c’è stato un percorso che ha portato i personaggi ad agire in un determinato modo. Poi, sono dell’opinione che in una fan fiction l?OC è inevitabile; c’è chi esagera e chi no, ma, essendo appunto delle fan fiction, dove i personaggi sono spessissimo catapultati in altre situazioni, si rende necessario cercare di interpretare il loro carattere e farli agire in modo appropriato. È un’impresa difficile che tu di certo comprenderai. Mi dispiace se non la pensi così, ma ti prego di leggere tutti i capitoli, così da farti un’idea precisa; se a quel punto la fan fiction ancora non ti piacer, non potrò farci nulla. Ma ribadisco il mio punto di vista; per me l’OC non è necessariamente un male, altrimenti non ci sarebbe più gusto nello scrivere fan fiction, e onde evitare situazione sgradevoli, si fa prima a ignorarle e leggere solo il manga, dove si conosce appieno il carattere di quel personaggio; so che fa molto strano e che è un discorso un po’ contorto, ma la penso così. ( risata. ) Il bello delle fan fiction è proprio il carattere dei personaggi valutato sotto molti aspetti! Vabbè, la pianto qui, se no non finisco più! per quanto riguarda gli errori di battitura, sono costernata, qualche svista mi capita sempre, anche rileggendo più volte. Mea culpa, cercherò di fare più attenzione. Grazie per la recensione, buona giornata anche a te.

@ Liar: Accidenti, che recensione! Mi commuovi! Grazie mille! ^^

  
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