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Autore: Melanyholland    31/05/2010    10 recensioni
Una raccolta di storie dedicate a Chuck e Blair.
#1 Chuck aveva molti motivi per frequentare Blair Waldorf, nessuno dei quali poteva essere rivelato al suo migliore amico Nate.
#2 Quando Blair voleva qualcosa, era disposta a tutto per ottenerla. Anche a fare i conti con il diavolo dell’Upper East Side.
#3 Blair sapeva che avrebbe dovuto evitare di giocare ad un prezzo così alto, soprattutto contro Chuck Bass.
#4 Chuck guardò la figura addormentata di Blair e capì che le cose gli erano davvero sfuggite di mano.
#5 “Non avrei mai dovuto lasciarti. Ho capito di aver sbagliato non appena il tuo aereo è decollato”. Chuck Bass, 2x01
#6 Blair davvero non capiva perché Chuck si ostinasse a restare lì con lei, né perché la sua presenza non la disturbasse poi così tanto.
#7 “Né regina, né futura duchessa.” sospirò Chuck teatrale, con falsa solidarietà. “Povera la mia Blair. Le cose sembrano andare davvero male”.
#8 Chuck aveva provato con tutte le sue forze a dimenticare Blair, ma ritrovandosi da solo con lei, scoprì che le farfalle erano più vive che mai.
#9 Blair sorrise, perché finalmente Chuck era suo. Ed era tutto ciò che contava.
#10 “Da quel che ricordo, stare da sola con me qui non ti è mai dispiaciuto. Vuoi che ti rinfreschi la memoria?”.
#11 Chuck ricordava bene la prima volta che Blair gli aveva chiesto aiuto.
#12 “Ho appena avuto una visione perfetta di quello che sarebbe stato il nostro inevitabile divorzio”.
#13 C’erano momenti in cui Blair davvero non riusciva a credere a quello che le stava accadendo.
#14 Erano amici. Quel breve momento di trasgressione in cui erano quasi scivolati in qualcosa di più sarebbe rimasto segreto come i loro incontri.
#15 Chuck stava bene: gli piaceva la sensazione del lieve peso sulla sua spalla e della presenza di Blair proprio accanto a lui.
#16 Da settimane passava di nascosto informazioni a Chuck, e Blair non se n’era mai accorta. Di certo non era così astuta come la sua fama pretendeva.
#17 Chuck si voltò e quando vide chi si era seduta accanto a lui, capì che la serata era del tutto rovinata.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#6

Titolo: Waldorf Talking Dirty

Autrice: Melanyholland

Summary: Blair davvero non capiva perché Chuck si ostinasse a restare lì con lei, né perché la sua presenza non la disturbasse poi così tanto.

Rating: giallo

Timeline: dopo la 1x04 (Bad News Blair).

Main Characters:  Blair Waldorf & Chuck Bass

 

 

 

Waldorf Talking Dirty

 

 

Di solito Blair detestava il lunedì, ma in quella particolare settimana accolse quel nuovo inizio con un sospiro di sollievo. Il week-end appena trascorso era stato un incubo che non vedeva l’ora di lasciarsi alle spalle. La sua carriera di modella era morta sul nascere e, come se non bastasse, sua madre le aveva fatto chiaramente capire che la giudicava inferiore a Serena e che, nella lista delle priorità, lei veniva dopo la preziosa linea di vestiti Waldorf.  Davvero molto lusinghiero.

Per fortuna che c’era la Constance, il regno di Blair. Guardare le ragazze agghindate a sua immagine e poterle torturare un po’ era stato un vero balsamo per le ferite emotive di Blair. Sorrise maligna, ripensando a come era stato piacevole vedere la Piccola J abbassare il capo per nascondere le guance rosse di vergogna quando aveva commentato le sue scarpe. Ed era stato così facile. Era bastato chiederle dolcemente di che stilista fossero –Non mi sembra di riconoscerle. L’hai prese da Bendel?- per costringerla ad ammettere in un mormorio sofferto quello che era chiaro a tutte fin dal principio. Roba da grandi magazzini, probabilmente perfino usata. Il pensiero di calzare scarpe che qualcun altro aveva avuto ai piedi prima di lei aveva fatto rabbrividire Blair nel profondo e si era sentita quasi dispiaciuta per Jenny. Quasi.

La giornata era quindi iniziata bene e sarebbe andata avanti liscia, se Chuck Bass non fosse comparso inaspettatamente al suo fianco mentre, concluse le lezioni, Blair attendeva Serena davanti ai cancelli della scuola.

“Aspettavi me?” le chiese, in quel tono carezzevole che lui reputava irresistibile. Nell’opinione di Blair, era solo viscido e irritante. Davvero non riusciva a capire l’effetto che Chuck aveva sulle altre donne, quasi non avessero idea di che razza di sporco satiro profittatore fosse. Anche se, a pensarci bene, non è che lui fosse solito abbordare delle alte cime d’intelligenza.

“Sei sopravvissuto al Lost Week-End, dunque.” commentò, distaccata, poi sospirò. “Povera me. Un altro sogno infranto.”

“Adoro quando fingi di non amarmi, Waldorf.” sorrise lui, ammiccante.

Blair roteò gli occhi, maledicendo la sua migliore amica per essere una frana con la puntualità e il suo ragazzo per frequentare simili individui di dubbia utilità. Pensare a Nate le fece tornare in mente la conversazione che avevano avuto prima che lui andasse agli allenamenti di lacrosse e rispose al sorriso di Chuck, colta da un’ispirazione.

“A proposito, volevo dirti che il tuo altruismo è lodevole.” lo lusingò con tenerezza e ovviamente il sorrisetto di lui si tinse di una sfumatura di sospetto. Blair gongolò internamente. Non era da tutti mettere sull’attenti il Bastardo Senza Cuore. La fulgida Serena non aveva speranze di riuscirci.

“Beh, sai che non so resistere alle suppliche di una donna. Compiacerle tutte è un duro lavoro, ma nessuno potrebbe farlo bene quanto me.” ribatté vizioso, invadendo il suo spazio personale finché non furono a pochi centimetri l’uno dall’altra. Blair era infastidita da quella vicinanza inopportuna –poteva sentire il suo fiato e sapeva di spinello, per l’amor del cielo- ma non si mosse. Indietreggiare sarebbe stata una spia di debolezza di cui lui si sarebbe beato, perciò lo guardò dritto negli occhi, ignorando la strana vertigine che averlo così vicino le provocava. “E visto che tiri in ballo l’argomento”, proseguì Chuck, in un sussurro provocante, “Vuoi forse che mi occupi anche dei tuoi bisogni?”.

“Se mai accadesse, Bass, l’unica cosa di cui avrò bisogno è un test per le malattie veneree.” replicò, tagliente. “Ma ovviamente non succederà.” aggiunse precipitosa, quando lo vide aprire la bocca con un luccichio diabolico negli occhi. Chuck scosse lentamente la testa.

“Perché ti costringi a simili sacrifici, Waldorf?”.

Blair aggrottò le sopracciglia e fissando il volto compiaciuto di fronte a sé, si domandò dove Chuck volesse arrivare. I commenti osceni e i flirt spinti erano la norma per lui, ma quel giorno la stava tirando un po’ troppo per le lunghe. Quando finalmente capì, si sentì sciocca per esserci cascata anche solo per poco: era ovvio che Chuck aveva subodorato l’attacco e stava cercando di distrarla.

“Comunque, Nate mi ha accennato a quello che hai fatto ieri”, cambiò argomento, con la delicata disinvoltura appresa in anni di pratica ai cocktail party. “Sapevo che durante il Lost Week-End succede di tutto e che sei legato a Nate, ma perdere una palla per lui, Chuck?”. Gli sorrise serafica, mentre Chuck distoglieva lo sguardo, a quanto sembrava più divertito che seccato. Ovviamente doveva deluderla, rifletté Blair, con stizza.

“Mi sorprende che ti interessino tanto le condizioni delle mie palle, Waldorf.” ribatté lui, tornando a guardarla negli occhi con un’espressione che definire lasciva era poco. Per un istante, Blair si chiese se non fosse stato un errore addentrarsi in quel particolare campo, dato che di certo Chuck sapeva maneggiare le volgarità meglio di lei. Purtroppo, i suoi timori trovarono conferma quando udì le parole seguenti: “Ad ogni modo, se vuoi controllare tu stessa…”.

Blair fissò con orrore le mani di lui che armeggiavano con la cintura dei pantaloni e d’istinto fece un passo indietro. “Piantala, Chuck! Qualcuno potrebbe vederci!” lo sgridò sconvolta, mentre la testa le si riempiva di immagini rivoltanti di Chuck con la patta aperta e di echi agghiaccianti di “Avvistati” che avrebbero rovinato per sempre la sua reputazione. Comprese di aver commesso un errore madornale un istante troppo tardi.

“È solo questo che ti preoccupa, Blair? Che gli altri possano vederci?” le chiese Chuck, ilare e insinuante. “Possiamo continuare nella mia limousine, allora. Vieni.”

“Ti ho detto di smetterla.” ripeté lei, riacquistando compostezza e schiaffeggiando la mano di lui che cercava di circondarle il polso. Chuck le rivolse un sorriso beffardo, ma non insistette oltre e si spostò, concedendole altro spazio.

Restarono in silenzio, l’uno al fianco dell’altra, mentre gli ultimi gruppi di studenti in uscita li sorpassavano, ciarlieri. Ogni tanto Blair sbirciava il profilo di lui e puntualmente lo beccava a spogliare con gli occhi le ragazze più attraenti. Quando lo vide ammiccare spavaldo in direzione di una sua compagna di corso, Blair alzò gli occhi al cielo e si chiese esasperata perché Chuck non se ne andasse. Avevano giocato e lui aveva vinto. Di solito, l’unica nota positiva di una situazione simile era che subito dopo Blair se lo toglieva dai piedi. Non capiva perché Chuck si ostinasse a restare lì impalato con lei, quando l’ultima ragazza che aveva adocchiato gli stava rivolgendo un sorriso estasiato, comunicandogli sfacciatamente –con sommo disgusto di Blair- che era più che disponibile a farsi usare da lui. Non era da Chuck declinare simili inviti.

Pregò mentalmente che Serena arrivasse presto, anche perché il suo ritardo cominciava a farsi imperdonabile. Quando il cellulare trillò, trapanando il silenzio, Blair sussultò sorpresa e lo sfilò dalla borsa con una certa apprensione; il timore che qualcuno l’avesse fotografata mentre guardava Chuck e i suoi gesti indecenti era affiorato di nuovo e guardò il display col cuore in gola, sperando di non trovarvi un messaggio di Gossip Girl. Per sua fortuna, non era la ficcanaso, bensì la sua migliore amica, che però non portava buone notizie: Scusa, B. Il dott di Eric vuole vedere tutta la famiglia. Nn posso tornare a casa cn te. C ved stasera. xo S.

Blair sbuffò, ma scrisse a Serena di non preoccuparsi. Aveva ancora davanti agli occhi l’immagine della cicatrice di Eric sul polso e la turbava. Tra tutti quelli che conosceva, il fratellino di Serena era l’unico a cui non avrebbe mai potuto augurare alcun male. Trovava incredibile e quasi commovente la quantità di innocenza che Eric era riuscito a conservare, pur crescendo nel loro mondo.

“Serena ti ha dato buca?” chiese Chuck, perfidamente allegro e Blair lo maledì per essere tanto perspicace. In un mondo ideale, un simile porco avrebbe dovuto ragionare con una sola testa, e di certo non quella che aveva sulle spalle. “Scaricata per il pezzente, immagino. Offensivo.”

“Non mi ha scaricata, e di certo non per Humphrey.” ribatté lei, freddamente. “E ora, se vuoi scusarmi, ho di meglio da fare che stare qui a guardare mentre circuisci sgualdrine prive di cervello e di autostima.”

“Ma è quello che hai fatto finora.” replicò lui, un ghigno soddisfatto sul viso.

“Solo perché sarebbe stato difficile non notare uno spettacolo così vergognoso.” obiettò lei con voce carica di sdegno e girò sui tacchi delle Jimmy Choo per dargli le spalle, decisa ad andarsene per non permettergli di importunarla oltre. Ne aveva avuto abbastanza di Chuck Bass, per quel giorno. Il buonumore della mattinata stava scemando inesorabilmente e le tornò improvviso alla memoria il ricordo di quanto splendida era stata Serena sotto i flash, l’abito a fiori che avvolgeva il suo corpo favoloso come se fosse stato cucito solo per lei. E probabilmente lo era stato. Insomma, Eleonor non aveva certo in mente una ragazza come la figlia quando ideava le sue creazioni. Lo stomaco le si contorse dolorosamente a quella considerazione e Blair sentì il sapore della macedonia che aveva mangiato a pranzo in gola, caldo e nauseante.

“Aspetta”.

Il tono era di comando e se avesse avuto tempo di riflettere, Blair avrebbe accelerato il passo solo per quel motivo; ma era distratta dai suoi pensieri poco gratificanti e reagì d’istinto.

“Che vuoi ancora?” sospirò scocciata, mentre si voltava per rivolgergli un cipiglio sprezzante da sopra la spalla. 

“Ti do un passaggio.”

“Perché?”.

Lo sguardo diffidente con cui lo scrutò parve rallegrarlo, invece che indispettirlo.

“Perché mi piace avere una bella ragazza in limousine.” rispose mellifluo, con occhi ricolmi di apprezzamento. Blair non abbandonò la sua posa ostile, ma il complimento e l’occhiata le avevano fatto piacere, anche se venivano da Chuck.

“A te piace avere una ragazza. Punto.” gli ricordò, con voce carica di spregio.

“Ti stai proponendo, Blair?” insinuò, mordace. “Sarebbe la seconda allusione del giorno. Mi vuoi così tanto?”

Blair sbuffò: “Sì, ti voglio, Bass. Castrato e in esilio all’inferno, per l’esattezza.”

“E c’è chi ha il coraggio di chiamarla Ice Queen.” sospirò Chuck ironico, a nessuno in particolare. Lei gli scoccò un’occhiataccia, ma lui si limitò a sorridere, raggiungendola.

“Dai, Waldorf. Non vorrai rovinare camminando quelle Jimmy Choo da novecento dollari”.

Quello di certo era un buon argomento e, poco dopo, Blair si ritrovò seduta sui sedili di pelle della limousine. In fin dei conti, rifletté, Nate non aveva tutti i torti: Chuck non era una frequentazione completamente inutile.  

“Sul serio non hai più la palla di Babe Ruth?” gli chiese dopo qualche chilometro. Era strano pensare che Chuck avesse ceduto quell’oggetto. Blair ricordava quanto era stato contento di essersene impossessato quando entrambi avevano undici anni: si era vantato borioso con tutti gli altri, mostrandola come se fosse un trofeo e Blair, notando le espressioni ammaliate dei ragazzi di fronte a Chuck, aveva commentato con Serena che i maschi sapevano essere davvero idioti, quando si emozionavano così per una stupida palla da baseball vecchia e rovinata. Chuck l’aveva sentita e, per ripicca, aveva raccontato a tutti di come lei si commuovesse fino alle lacrime tutte le volte che vedeva Colazione da Tiffany. I ragazzi le avevano riso dietro per giorni, ricordò ora con una punta dell’antico risentimento.  

“Colpa del tuo ragazzo.” commentò lui, sostenuto.    

“O tua?” ponderò lei ad alta voce, trattenendo un sorrisetto quando Chuck le scoccò uno sguardo finalmente irritato. “Lo sai che Nate è ingenuo e continui a portarlo in quei covi di vizi e depravazioni che frequentate tu e i tuoi amici.”

“Carter Baizen non è un mio amico.” sottolineò lui, come se ci tenesse particolarmente. “E il caro Nathaniel ci è andato di sua spontanea volontà. Immagino che avesse bisogno di sfogarsi, dato il guinzaglio sempre più corto con cui lo ha legato la sua rigida fidanzata da quando una certa attraente bionda è tornata a New York.”

“Sei ripugnante”.

Ogni stilla di simpatia che Blair avrebbe potuto provare per il gesto fatto a favore di Nate evaporò alla malignità pronunciata da Chuck. Era davvero incredibile il modo in cui lui riusciva sempre a colpire dove faceva più male, come se fosse in grado di penetrare senza difficoltà l’immagine di ragazza forte e sicura di sé che lei sfoggiava di fronte mondo, fino a scorgere tutti i pensieri che la tormentavano ogni giorno. L’idea la fece sentire parecchio vulnerabile e decise di accantonarla. Probabilmente, Chuck aveva dalla sua la fortuna del diavolo e basta. Insomma, avrebbe dovuto osservarla a lungo e con attenzione per conoscerla così profondamente e Blair era ben conscia che, anche quando le stava intorno, lui era distratto da altro. Ne aveva avuto la conferma poco prima.

Si voltò piccata verso il finestrino, decisa a ignorarlo per tutto il resto del percorso. Come era ovvio, Chuck non le avrebbe concesso facilmente quel lusso.

“E come è andato il tuo fine settimana, Queen B.?” le domandò, e il tono blando che aveva usato la preoccupò non poco. Blair si chiese con un brivido se Chuck non sapesse qualcosa della sua disavventura –il bastardo sembrava sempre a conoscenza di tutto, accidenti a lui- e subito dopo si chiese se non stesse diventando paranoica.

“Meravigliosamente.” mentì, di nuovo con quella naturalezza su cui aveva lavorato tanto.

“Davvero?”

“Certo. La nuova linea di mia madre è stata accettata da Bendel”.

Blair si accorse che stava esagerando con le chiacchiere da cocktail e si costrinse a tacere. Se c’era un modo infallibile per insospettirlo, era proprio rifilargli quelle banalità. Continuò a guardare fuori dal finestrino, avvertendo un moto di astio nei confronti del traffico di New York, che stava rallentando il ritorno a casa.

“Andiamo, Waldorf.” si lamentò lui, in un tono da bamboccio viziato, più che da genio del male. “Non hai niente di meglio da raccontarmi? Una vendetta, una manipolazione, la distruzione di una povera ragazza…”.

Blair sorrise, sollevata e un po’ divertita. Dunque era per quello che Chuck aveva chiesto.

Non era raro che gli parlasse di quel genere di cose, Chuck era lieto di ascoltarle e di godere con lei delle disgrazie di una delle sue vittime. Le poche volte che Blair aveva descritto qualche complotto a Nate, lui aveva fatto osservazioni che erano state quasi di biasimo. Le era difficile ridere trionfante per l’umiliazione di una ragazza mentre Nate la guardava con i suoi angelici occhi azzurri ricolmi di rimprovero.

Si voltò verso Chuck, che al contrario la contemplava con un luccichio malizioso negli occhi castani socchiusi.

“Beh”, esordì Blair in tono lezioso, accavallando le gambe. “Potrei aver rubato i vestiti della collezione, mandando a monte il servizio fotografico”.

Il sorriso che Chuck le rivolse era divertito e ammirato. Blair se ne compiacque, fiera.

“Niente male, Waldorf.” la lodò, facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo, dalle gambe avvolte dalle calze di seta rossa, al collo cinto dalla collana di Tiffany fino al viso abilmente truccato.

C’erano momenti, come quello, in cui Chuck la guardava come se fosse la ragazza più arguta e sexy che avesse mai conosciuto. Blair sapeva bene che era uno sguardo studiato tanto quanto il proprio atteggiamento alle feste di gala, e che probabilmente lui lo usava con tutte le donne che incontrava per adularle e portarle a letto, ma si sentì comunque più sicura di sé e del proprio aspetto. Alzò il capo, altezzosa, scuotendo un poco i lunghi boccoli scuri.

“Lo so, Bass.”

“Scommetto che Eleonor ha avuto una crisi isterica.”

“Oh, come minimo”, confermò lei, spietata. “Peccato solo non aver potuto assistere”.

Sicuramente sua madre era andata fuori di testa quando aveva scoperto che i preziosissimi abiti della linea erano scomparsi. Ma non aveva immaginato che la colpevole fosse lei, secondo Blair perché non si era minimamente accorta che anche la figlia non era più in giro.

“Avresti dovuto chiamarmi, però. Tutte quelle modelle senza più niente da mettere addosso… avrei saputo io che cosa farne.” sospirò Chuck, vizioso.

Blair arricciò il naso, poi ebbe il piacere di rinfacciargli una delle sue stesse regole: “Niente contatti col mondo esterno durante il Lost Week-End, Chuck. Ricordi?”

“Ogni regola ha le sue eccezioni.” obiettò lui, scrollando le spalle. “E un gruppo di modelle insoddisfatte è un’emergenza”.

Blair distolse lo sguardo e sbuffò con deliberata enfasi, ma la verità era che Chuck non la stava disturbando più di tanto. Di certo la stava distraendo dalle parti più negative di quegli ultimi giorni da incubo.

La limousine si fermò e Blair si accorse che erano arrivati a casa sua. Afferrò la maniglia della portiera per scendere, poi si ricordò di un particolare:

“Ci sarai stasera al party di Isabel?”

“Perché, sentiresti la mia mancanza se non venissi?” le sorrise lui, compiaciuto.

“Della tua limousine, più che altro.” ribatté lei, impertinente. “Passi a prendermi?”.

Chuck si sporse verso di lei, infrangendo ancora una volta il limite di vicinanza dettato dalla buona creanza.

“Non credi di stare un po’ troppo approfittando di me, Blair?” chiese in un lento mormorio seducente quasi contro la bocca di lei. 

“Non mi sembra che ti dispiaccia.” ribatté, maliziosa.

“Oh, non mi dispiace.” confermò lui, prendendole la mano e posandovi un bacio. Le labbra indugiarono sulla sua pelle e Blair trattenne il respiro, rilasciandolo solo quando finalmente Chuck sciolse il contatto per sussurrare: “È un piacere servire la mia regina”. 

Blair si morse il labbro, incerta sulla sensazione che stava provando di fronte a quella chiara esibizione di fascino. Sapeva che doveva esserne infastidita, perché era solo uno dei soliti trucchi di Chuck, ma per un istante, quando lui l’aveva baciata, aveva sentito un brivido lungo la schiena –e perché accidenti continuava a tenerle la mano ed ad accarezzarla con le dita?-. Si affrettò a  ricordare a se stessa che il lupo era abile nel travestirsi e solo un’ingenua come la piccola  Jenny poteva cadere nella sua trappola. Blair, che si riteneva infinitamente più furba, gli scoccò un’occhiata altera e sprezzante alla quale lui rispose con un ghigno irriverente.

“E ora, se vuoi dimostrarmi la tua gratitudine…” bisbigliò Chuck allusivo, ogni pretesa di generosità scomparsa mentre la mano le risaliva per il braccio in una carezza languida e fin troppo audace. Blair la afferrò nel momento in cui le sfiorava il lato del seno e stette attenta a infilargli tutte le unghie nella carne mentre la allontanava bruscamente da sé. Chuck emise un verso di dolore e protesta che la riempì di soddisfazione.

“A stasera, Chuck.” lo salutò dolcemente, come se non gli avesse appena lasciato cinque ferite a mezzaluna sulla mano. Lui borbottò qualcosa che somigliava incredibilmente a “Stronza”, ma Blair non ci badò, smontando dalla limousine e chiudendo la portiera dietro di sé.

Fu solo quando colse la propria immagine nello specchio in camera, che si accorse del sorriso sincero che aveva sulle labbra.

 

 

Fine#6

 

 

Note dell’Autrice:

[1] “Women Talking Dirty” è un film commedia del 1999.

[2] Siccome ultimamente sono nostalgica, ho voluto fare un salto indietro nel tempo a quando questi due (e il telefilm) erano liberi da quell’incredibile quantità di ingiustificato e pesante dramma. La prossima storia sarà ambientata durante la seconda stagione (ho già iniziato a scriverla^^).

[3] Ringrazio tanto chi ha commentato lo scorso aggiornamento, vi adoro tutti:

sciops: grazie! Sono contenta di essere riuscita a trasmetterti le sensazioni di Blair. La storia su lei e Chuck nella seconda stagione sarà, come ho detto, il prossimo aggiornamento. Nel frattempo spero di non averti deluso con questa shot. Un bacio.

Katiuscia87: ciao! Hai visto, sono riuscita ad aggiornare perfino due volte in un mese (più o meno.^^). Per me è una specie di record, considerando anche che domani ho il secondo esame della sessione. Mi fa piacere che hai apprezzato la scorsa storia, sono davvero lieta di essere riuscita a rendere in modo efficace i sentimenti di Blair. Per quanto riguarda Serena, ho pensato che Chuck si meritasse una punizione per la carognata fatta a Blair… sono contenta che la scena ti sia piaciuta. Ti ringrazio del commento. Un bacio.

Ray08: grazie di cuore per la recensione, le tue parole mi fanno sempre tanto piacere. Mi sono divertita a scrivere il blast di Gossip Girl, magari comparirà anche in qualche altra storia.^^ Spero che anche questo aggiornamento ti soddisfi come il precedente e di riuscire sempre a trasmetterti qualcosa. Baci.

Honest: ti sono davvero grata per la tua costanza e per la tua fiducia. Grazie del commento, mi auguro di non deluderti mai. Un bacio.

Kaicchan: grazie! Sei stata davvero carina a commentare di fila entrambi i capitoli e ovviamente sono contenta che ti siano piaciuti. Grazie ancora per le lodi e le osservazioni. Il capitolo post-Toscana sarà il prossimo, spero di non averti deluso postando questo piccolo salto indietro nel tempo. Un bacione.

Al prossimo aggiornamento.

Melany

  
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