Buone notizie
Gli Elfi di Silthrim si erano asserragliati nella città e difendevano valorosamente la cinta muraria, preferendo morire piuttosto che cedere anche solo un centimetro all’Impero. Mirko, furibondo per la morte di Jill, correva lungo le mura e colpiva con violenza ogni avversario che gli si parava di fronte, mentre il suo drago Xavian effettuava rapide scorrerie sui ranghi imperiali, incendiandoli e disperdendoli.
Dopo aver ucciso l’ennesimo nemico, Mirko venne raggiunto da Manuel e Robert:
“Quanto pensi che possiamo ancora resistere?”- chiese il primo.
“Non cederemo mai questa città a Galbatorix, mai”- rispose Mirko agitando un pugno. Robert scosse la testa e cercò di riportare l’amico alla ragione:
“Mirko, sai benissimo che siamo inferiori di numero e che presto saremo costretti a lasciare le mura, non ha senso fare l’eroe in questo momento”
Un masso di catapulta atterrò poco lontano e interruppe il loro discorso, poi dal cielo Eridor parlò al suo Cavaliere:
“Robert, ci sono ancora centinaia di navi nel lago, io e gli altri non possiamo affondarle tutte da soli”
“Maledizione”- pensò Robert e poi si rivolse a Mirko:
“Eridor dice che ci sono una miriade di navi in attesa nel lago, presto sbarcherà un’altra consistente parte dell’esercito del Re”
Mentre Mirko rifletteva, un Elfo attirò la sua attenzione: si trattava di Meredriel:
“Cavaliere, presto vieni a vedere. C’è un messaggio da parte di un tuo amico”
Mirko non perse tempo e seguì Meredriel accompagnato da Manuel e Robert. L’Elfo li portò in una zona al sicuro dalla battaglia e porse a Mirko un catino pieno d’acqua limpida. La superficie del liquido si increspò e apparve la figura di Arnold. I tre ragazzi rimasero allibiti e Manuel disse:
“Arnold, che cosa è successo?Come hai fatto a…”
“Non c’è tempo ora- lo interruppe l’altro- Io e Mark siamo riusciti a trovare altri alleati, ma dobbiamo priva risolvere una questione da queste parti o non ci daranno alcun aiuto. Voi in che situazione vi trovate?”
“Brutta, davvero brutta Arnold. Gli Orchi e i soldati Imperiali hanno distrutto i moli e ora cingono d’assedio le mura cittadine. Non sappiamo davvero cosa fare”- spiegò Robert.
“Ragazzi, tentate di tenere duro più tempo che potete, noi cercheremo di arrivare il prima possibile, non temete. Per caso avete notizie di Eric e gli altri?”
Robert scosse la testa:
“No, niente. Non li sento da quando ci siamo separati ad Ellesmera e non so come mettermi in contatto con loro. Spero che stiano bene comunque”
“Va bene- disse Arnold- Ora devo andare, spero che ci rivedremo in battaglia, amici”- l’acqua si mosse nuovamente e rimase immobile nel contenitore.
I tre Cavalieri si alzarono e Manuel disse:
“Per fortuna hanno trovato dei rinforzi”
“Già- esclamò Mirko osservando le mura assediate- Dobbiamo fare come ci ha detto Arnold e non farli entrare in città. Meredriel.”
L’Elfo rispose immediatamente:
“Si, Cavaliere?”
“Dobbiamo irrobustire le mura, prendete tutto ciò che potete e posizionatelo sulla cinta e sul cancello principale. Demolite anche qualche magazzino o abitazione se necessario”
Meredriel rimase alquanto contrariato e ribatté:
“Demolire? Ma sono le nostre case, sono antiche come…”
Mirko si girò furioso e urlò:
“Cosa pensi che farà il nemico, quando sfonderà quel cancello? Ucciderà, brucerà e distruggerà ogni cosa, non avrà pietà per nessuno. Sono stato abbastanza chiaro?”
“Si, Cavaliere”
“Bene. Manuel, Robert, venite con me, andiamo a prestare aiuto da quella parte”- disse Mirko e insieme agli altri due si fiondò di nuovo in battaglia. Il sangue inondava la superficie delle mura e decine di corpi giacevano inermi sopra e sotto si esse. Alcune scale nemiche bruciavano, ma molte altre brulicavano di avversari che in poco tempo si riversavano sui difensori. Manuel e Robert combattevano spalla a spalla e falciavano decine di Orchi e soldati, mentre Mirko lottava in prima linea e scagliava i nemici oltre i bastioni anche a mani nude.
“Dovrete passare sul mio cadavere se volete vincere questa guerra, maledetti”- ringhiò il Cavaliere e le sue urla di rabbia echeggiarono nella battaglia.
Improvvisamente, un giavellotto sfrecciò nella mischia e colpì Robert ad una gamba. Il ragazzo urlò di dolore e si accasciò a terra, lasciando cadere la spada e tenendosi l’arto sanguinante.
“Robert- urlò Manuel e si chinò sul compagno. L’arma era quasi fuoriuscita dall’altra parte della gamba e il sangue sgorgava a fiotti.
“O mio Dio, Robert. Devo portarti da un curatore. Io non sono in grado di fare niente per questa ferita”- prese l’amico in spalla, mentre con l’altro braccio teneva lontano gli avversari. Questi stavano per attaccare quando dal cielo arrivò Kaspian e li uccise con un solo colpo di coda:
“Presto Manuel, ti copro io”
Il Cavaliere annuì e trascinò Robert attraverso lo scontro.
“Che dolore, dannazione”-imprecò il giovane Cavaliere.
“Hai ragione, ora sta calmo e non guardare”- gli rispose Manuel.
Nel frattempo, Mirko continuava la carneficina di avversari che giacevano a decine sotto i suoi piedi, quando da lontano vide una figura alta e frastagliata che avanzava impavidamente tra la folla di nemici.
“Sauron”- pensò il ragazzo e ,senza sapere da dove trovasse tanto coraggio, urlò:
“Sauron, Galbatorix ti ha mandato anche per noi, non è vero? Io sono qui, sono un Cavaliere. Vieni e combatti contro di me”
“Con vero piacere”- la risposta dell’avversario rimbombò per alcuni secondi e poi Mirko vide che il Signore di Mordo si avvicinava trasportando la sua pesante mazza da combattimento.