A
new life?
I
bersagli venivano
tempestati di frecce, provocando un rumore secco e costante.
Melissa
osservava tutto
con attenzione e un’incredibile voglia di afferrare un arco e
tirare.
Era
da un paio di
settimane, il tempo che aveva già passato in quel mondo, che
non tirava con
l’arco e le mancava.
«Vuoi
provare, vero?»
Selene la riscosse dai suoi pensieri. Erano sedute su una panca in
pietra al
limitare del campo di allenamento.
Melissa
annuì, senza
staccare gli occhi dagli arcieri che si allenavano «Mi
piacerebbe, ma non credo
di poterlo fare».
Selene
le sorrise «Perché
no?» senza aggiungere altro si alzò e si diresse
verso un uomo che stava
supervisionando l’esercitazione. Lui fece un leggero inchino
e l’ascoltò
attentamente, poi annuì. Allora Selene le fece segno di
avvicinarsi.
«Melissa,
lascia che ti
presenti Sir Peter, comandante dell’unità degli
arcieri».
L’uomo
si inchinò
cortesemente «E’ un piacere conoscervi, Lady
Melissa. Ho sentito parlare molto
di voi, in quest’ultimo periodo».
Melissa
sorrise nervosamente.
Doveva ancora abituarsi a venire trattata con tutto quel rispetto. Lady
Melissa, poi.
«Il
piacere è mio, Sir
Peter» ricambiò il saluto, lanciando
un’occhiata di sfuggita a Selene, che
sorrise e annuì leggermente. Almeno ci stava facendo
l’abitudine.
«Lady
Selene mi ha
riferito che avete voglia di tirare con l’arco. Sarebbe un
grande piacere
soddisfare la vostra richiesta».
La
bionda si morse un
labbro, fissando il volto cordiale dell’uomo «Non
è un disturbo per voi?»
«Assolutamente
no» la
rassicurò lui.
«Bene,
allora!» contenta
come non era da diverso tempo, fece un gran sorriso, guardando
riconoscente
l’amica.
Sir
Peter mandò un
ragazzino a recuperare un arco e alcune frecce e ben presto Melissa si
ritrovò
a diversi metri di distanza dal bersaglio, nel bel mezzo del campo di
allenamento.
Accanto
a lei, molti
soldati si stavano esercitando, ma lei non ci prestò
attenzione; il suo sguardo
era fisso sull’arma. Ne saggiò il corpo e la
corda: si fletteva abbastanza bene
e non era pesante.
Prese
una freccia e la
studiò. Era da tempo che non tirava con frecce di legno, di
solito usava quelle
più professionali, d’alluminio o carbonio; anche
l’arco era molto semplice.
Incoccò
la freccia e tese
la corda, prendendo la mira: non c’era vento, quindi sarebbe
stato più facile e
il bersaglio non era molto lontano.
Scoccò
e il dardo colpì la
parte superiore dell’oggetto posto a metri di distanza.
Non
male come primo
tiro.
Sorrise tra sé,
dimenticando tutto quello che la circondava, e non pensò
più a nient’altro che
non fosse tirare con l’arco.
«Melissa
non è il caso di
smettere per oggi?»
La voce di Selene la
riscosse e la fece voltare verso di lei, lasciando perdere il centro
perfetto
che aveva appena realizzato.
E solo allora si accorse
di aver dato spettacolo. Non solo a tutti i soldati presenti, ma anche
a
Christopher e William, arrivati chissà quando.
Arrossì intensamente e
abbassò l’arco, imbarazzata.
«Complimenti, Lady
Melissa» si congratulò Sir Peter, con
un’aria leggermente esaltata «Non avrei
mai pensato che foste così abile. Sarebbe un onore avervi ai
nostri allenamenti
quotidiani».
Melissa si avvicinò al
gruppo, evitando gli sguardi sorpresi e ammirati degli arcieri
«Vi ringrazio,
mi piacerebbe molto averne la possibilità».
Lui annuì e, riscotendosi,
lanciò un’occhiataccia agli uomini che avevano
interrotto le esercitazioni.
Quelli corsero ai loro posti e una pioggia di frecce
ricominciò a tempestare i
bersagli.
«Non avevi detto di essere
così brava!» disse Christopher, piacevolmente
stupito.
La bionda sorrise
imbarazzata, mentre Selene esclamò «Io lo sapevo!
Ha vinto il torneo di tiro
con l’arco di Denver» continuò con aria
saputa «Ovunque sia questo posto»
aggiunse poi, come un ripensamento.
William si limitò a
fissarla, come sempre, facendola tremare intimamente. Come
sempre.
Erano due settimane che
viveva lì, eppure ancora non riusciva a guardarlo troppo a
lungo negli occhi;
la metteva sempre in soggezione, lui e la sua dannata, bellissima voce.
E, come
se non bastasse, il suo sguardo era troppo profondo: la stordiva e non
poteva
farci niente. I suoi occhi ambrati erano decisamente magnifici. Se
solo
fosse stato più cordiale.
Se fosse stato più gentile e aperto nei suoi
confronti, le sarebbe anche potuto piacere. Come
amico, ovvio.
«Se ti piace tirare» cominciò
lui, attirando la sua attenzione «dovresti farti costruire un
arco
dall’artigiano».
Melissa distolse lo
sguardo «Sì, penso che lo
farò» mormorò, cercando di mascherare
l’imbarazzo.
«Christopher» esclamò
Selene all’improvviso «mi accompagneresti da Sir
Thomas? Devo discutere con lui
di una certa questione di orari».
Il biondo le sorrise «Con
piacere, Milady» le porse un braccio, scherzoso, e la ragazza
lo prese senza
esitare. Salutando elegantemente, si incamminarono verso il palazzo,
lasciando
indietro gli altri due.
Melissa si morse un
labbro, maledicendo mentalmente la presunta amica. L’aveva
lasciata da sola
con William! E ci avrebbe scommesso la sua collezione di cd country che
l’aveva
fatto apposta.
Li guardò camminare
vicini: facendoci caso, erano spesso insieme e, nonostante le
raccomandazioni
di Selene sui comportamenti da acquisire in quel mondo, loro due
stavano sempre
molto vicini; Christopher le toccava il braccio scoperto senza problemi
e si
lanciavano sempre degli sguardi accesi.
«Che rapporto c’è tra
Selene e Christopher?» chiese curiosa, prima di riuscire a
trattenersi.
William tacque per un
attimo, per poi rispondere «Sono promessi sposi».
«Cosa?!» Si aspettava di
tutto, ma non quello. Promessi
sposi? «Nel senso che
si sposeranno?!»
chiese, fissando gli occhi verdi spalancati in quelli di lui, per una
volta
troppo distratta per preoccuparsi di non guardarlo in faccia.
William fece una smorfia
«Non vedo altri sensi possibili» rispose ironico.
Lei boccheggiò ancora per
qualche istante «Wow» sussurrò
«Quand’è che si sposano?»
«Quando Selene raggiungerà
i vent’anni. E’ una delle clausole».
«Ci sono delle clausole?»
Con un sospiro e
un’occhiata veloce, iniziò a spiegarle
«Generalmente, tra persone della nostra
condizione, si pongono sempre delle clausole di matrimonio. Spesso
è tutta una
questione di interessi, come puoi ben immaginare. E’
perfettamente normale per
noi. Ora Selene ha diciotto anni e Christopher ventidue, devono
aspettare
ancora due anni».
«E non fanno niente di
quello che fanno di solito le coppie?» chiese incuriosita. I
rapporti di quel
mondo erano strani e voleva saperne di più. Considerando che
William sembrava
essere abbastanza di buonumore, perché non approfittarne?
Lui la squadrò, alzando un
sopracciglio «Del genere?»
Melissa si sentì
arrossire. Perché
non poteva stare zitta?
«T-tipo, ehm… baci o cose
del genere…» si morse di nuovo il labbro, sperando
che la terra la
inghiottisse.
Ma non lo fece e William
ghignò «Questi dovrebbero essere affari
loro» rispose divertito.
Lei puntò lo sguardo sul
giardino, cercando di calmare i battiti accelerati del suo cuore.
«Nel tuo mondo» cominciò
di nuovo il ragazzo, dopo un attimo di silenzio «Come sono le
relazioni tra le
persone? Selene ha detto che sembra tutto molto…
sconveniente».
Melissa ridacchiò e
strinse l’arco che aveva ancora tra le mani «Oh,
beh, è totalmente diverso»
iniziò divertita, conquistando senza accorgersene tutta la
sua attenzione
«Innanzitutto le ragazze si vestono e si pettinano come
vogliono, non si fanno
problemi ad andare in giro con le gambe e la pancia scoperte. Toccarsi
è
normale, anche tra estranei. Pensa, quando conosci una persona per la
prima
volta le stringi la mano; gli amici si abbracciano senza problemi.
Alcuni
cambiano ragazzi e ragazze ogni settimana; niente matrimoni combinati,
se vuoi
trovarti qualcuno lo puoi fare in un battito di ciglia. Tipo, vai in
discoteca
e ti ubriachi, poi, nell’euforia del momento, balli attaccato
a qualcuno, lo
baci e al culmine della serata ti trovi a fare sesso in macchina o in
un angolo
appartato o in qualsiasi altro posto disponibile dei dintorni. Una
volta ne ho
beccati due dietro un cespuglio, non è stato per niente
piacevole, te lo
assicuro» storse il naso, disgustata al ricordo della carne
flaccida che si
muoveva ritmicamente sotto i suoi occhi stupiti. Da quella notte aveva
deciso
di non prendere più scorciatoie per tornare a casa.
William la fissava ad
occhi spalancati, con un’espressione confusa sul volto
«Temo di non aver capito
alcune espressioni».
«Uhm?» gli fece un cenno
del capo, invitandolo a parlare.
«Cos’è una discoteca?»
«Oh, facile!» esclamò
Melissa con un sorriso «E’ una sala enorme, dove i
giovani vanno a ballare. La
musica è molto forte e c’è sempre tanta
gente».
«E fare sesso in
macchina?»
La bionda spalancò la
bocca, presa alla sprovvista, e arrossì di botto. Quello non
se l’aspettava. Tutto,
ma non quello.
«Beh, la macchina è una
specie di carrozza senza cavalli, ma alimentata con un liquido che
viene tipo
bruciato e fa muovere le ruote. Qualcosa del genere» la prese
alla lontana e
cercò di spiegare meglio che poté. Lei
non sapeva un accidenti di motori!
William si scompigliò
distrattamente le ciocche di capelli mori che gli ricadevano sulla
fronte, con
aria concentrata «Capisco» borbottò tra
sé, poi posò lo sguardo su di lei e
chiese «E fare sesso?»
Se possibile, Melissa
diventò ancora più rossa «Ehm,
e-ecco… come dire…
è…» cosa poteva dire per
renderlo più chiaro e meno imbarazzante possibile?
«Come… c-consumare un
matrimonio» sputò fuori tutto d’un
fiato, sperando che capisse al primo colpo.
I suoi occhi ambrati si
spalancarono in un lampo di comprensione «Oh»
soffiò fuori «Lo chiamate
così?»
Melissa annuì «O f-fare
l’amore» aggiunse, prima di riuscire a trattenersi
«Ma sai, amore
è
quando ci sono sentimenti particolari».
Lui annuì pensieroso, la
fissò e ghignò «E’ piuttosto
strano il tuo mondo. C’è molta gente che
fa… sesso
fuori dal matrimonio?»
La ragazza si strinse
nelle spalle «Parecchia».
William annuì e sembrò
volerle chiedere qualcos’altro, ma richiuse la bocca e
stettero in silenzio.
«Qui, invece?» domandò
Melissa, ancora imbarazzata «Si fa?»
Lui alzò un sopracciglio
divertito «Si fa cosa?»
La bionda si imbronciò «Lo
sai»
borbottò.
William accennò una risata
e rispose «Qui devi aspettare il matrimonio, anche se sono
quasi sicuro che in
pochi lo fanno. Ma non si può essere sicuri di niente, sono
affari privati.
Certo che se una donna rimane incinta bisogna rimediare e provvedere al
più
presto con un matrimonio riparatore. Ma le famiglie sono molto
riservate su
questo argomento» la guardò per un attimo e,
accennando un ghigno, le chiese
«Sai perché le donne hanno sempre i capelli legati
in pubblico?»
Curiosa, Melissa scosse la
testa.
«E’ opinione comune
credere che i capelli sciolti siano riservati ai momenti di
intimità tra marito
e moglie. Per questo un uomo può vedere e toccare i capelli
slegati solo della
propria moglie».
«Che cacchiata!» esclamò
Melissa, a bocca spalancata «Certo che questo mondo
è davvero assurdo!»
William scrollò le spalle
«E’ il nostro Galateo».
«Ah sì?» chiese lei
ironica «E cosa si è fumato quello che
l’ha scritto?»
Il ragazzo le lanciò
un’occhiata divertita e scoppiò a ridere.
Melissa lo guardò stupita
e incantata. La sua risata era splendida e faceva brillare i suoi occhi
ambrati
di un riflesso dorato.
Se non si fosse
innamorata di lui in quell’istante, non avrebbe saputo dire
quale altro sarebbe
stato il momento migliore.
«Cosa
ne pensi?»
Melissa Trenton osservò
con un sopracciglio inarcato i due quadrati di tessuto in mano
all’amica«Sinceramente mi sembrano
uguali».
Selene la guardò per un
attimo, poi sorrise «Credo che prenderò
questo!»
Mentre la castana
contrattava con il venditore, Melissa si guardò attorno: il
mercato di Harland
era gremito di gente che chiacchierava, ma le voci dei mercanti
riuscivano a
raggiungere perfettamente le sue orecchie. I rumori erano totalmente
diversi da
quelli cittadini, ma non li avrebbe cambiati per nulla al mondo. A
parte
tornare a casa sua, ovvio.
«Bene» disse Selene, una
volta pagata la stoffa per il nuovo vestito «direi che
possiamo tornare
indietro. A meno che tu non voglia comprare
qualcos’altro».
Melissa scosse la testa,
stringendo al petto l’arco nuovo di zecca, che aveva ritirato
quella mattina
dall’artigiano. Era bello flessibile e leggero e non vedeva
l’ora di provarlo.
Selene capì al volo «Va
bene, torniamo pure. Avrai voglia di fare qualche tiro,
immagino».
Si incamminarono verso il
palazzo, fermandosi spesso per salutare e parlare con gli abitanti del
borgo.
Era strano il rapporto che c’era tra i diversi strati della
popolazione:
Melissa aveva sempre creduto che nei paesi medievali, e Harland
sembrava
proprio uno di quelli, si dovesse mantenere un certo distacco fra i
ceti più
nobili e il gradino più basso della piramide sociale. Eppure
in quel mondo era
tutto diverso: aveva visto più volte Selene, Christopher e
addirittura William
fermarsi ad ascoltare i problemi che i cittadini esponevano loro. Ed
era bello,
una cosa che trovava molto moderna.
L’unico problema era che
iniziavano a fermare anche lei.
Aveva ragione Selene:
erano tutti molto curiosi e le domande non si sprecavano. Si era
ritrovata a
mentire più in quelle ultime settimane che in tutti i suoi
diciannove anni di
vita.
«Gli arcieri saranno
contenti di averti all’addestramento» disse Selene
all’improvviso.
Melissa scrollò le spalle
«Non è certo la prima volta».
L’altra sorrise «Sì, ma ho
notato che quando ci sei tu al campo, il loro rendimento è
maggiore» osservò,
facendo imbarazzare l’amica.
«Non è vero!»
«Sembrano interessarsi di
più alle tecniche del tiro» continuò
imperterrita Selene «Oppure vogliono
soltanto che tu stia loro vicino».
«Mi chiedono una mano e io
gliela do volentieri, tutto qui!» esclamò Melissa
«Anche a Yellowsbourg davo
una mano all’istruttore».
«Ma io sono contenta che
tu aiuti Sir Peter, sul serio» disse Selene «Credo
che gli arcieri possano
migliorare moltissimo, soltanto che…»
esitò un attimo e si guardò attorno,
mentre passavano il ponte levatoio «Vedi, il problema
è che ti avvicini troppo a
loro. Lo so che non sei abituata a tenere tutta questa distanza, ma
qualche
malalingua potrebbe tacciarti come… strana, o peggio. Lo
dico per te» la fissò
con uno sguardo limpido e aperto, lievemente preoccupata.
Melissa boccheggiò per un
istante «Troppo vicina? Mi metto soltanto alle loro spalle e
li aiuto a
sistemare la mira. Non c’è niente di…
sconveniente!»
«Per te no, ma per qualcun
altro sì».
Melissa sbuffò «Va bene,
va bene. Cercherò di restare al mio posto!»
In risposta, Selene le
fece un gran sorriso.
Si avviarono al campo,
dove trovarono un gran numero di soldati in pieno allenamento e un
piccolo
duello amichevole tra William e Christopher.
«Ma non si stancano mai?»
chiese Melissa, roteando gli occhi. Erano terribilmente bravi, certo,
ma il
risultato era sempre lo stesso.
Selene sorrise,
avvicinandosi per guardare meglio «Sono anni che si allenano
insieme».
Quasi nessuno si era
fermato per osservarli, tanto erano abituati; William parò
un fendente e avanzò
per tentare un affondo, che Christopher scansò
all’ultimo. Si allontanarono per
riprendere fiato; a giudicare dal loro aspetto scarmigliato dovevano
essere in
ballo da diverso tempo.
«Sei migliorato» si
complimentò William, un po’ affaticato.
Christopher fece un
sorriso «Grazie» ansimò «Ma
non credo di resistere più di così».
«Ti arrendi?»
In risposta, il biondo
ripose la spada e si asciugò il sudore.
William lo imitò e si
stiracchiò, notando solo in quel momento le due ragazze.
Le salutò con un cenno,
che attirò l’attenzione di Christopher, facendolo
voltare. Sul suo volto
comparve
un sorriso luminoso e a
grandi
passi si diresse verso di loro.
«Signore» si inchinò
scherzosamente «è sempre un piacere ammirare la
vostra bellezza».
Il volto di Selene sembrò
risplendere più del solito «Sempre molto galante,
signore».
Melissa roteò gli occhi,
evitando il loro scambio di sguardi. Nell’ultimo periodo
erano diventati più
attaccati e non riusciva davvero a sopportare l’aria
zuccherosa che li
circondava.
E non era di certo
l’unica, pensò, mentre i suoi occhi si posarono
per caso su William, che si
stava avvicinando, mentre scambiava qualche parola con Sir Peter.
Si vedeva chiaramente
quanto fosse stanco: camminava lentamente, a passi pesanti e le spalle
leggermente abbassate; il braccio destro penzolava lungo il fianco, con
la mano
sinistra si passò la fronte, scompigliando inavvertitamente
alcune ciocche
scure; gli occhi ambrati, appena velati, erano fissi
sull’uomo che gli stava
parlando e ogni tanto annuiva concentrato.
Rimase a fissarlo, senza
accorgersi del tempo che passava, finché Sir Peter non si
rivolse a lei,
riscotendola dal torpore in cui era caduta.
«Vi allenate con noi anche
oggi, Lady Melissa?»
Esitò un istante, cercando
di ricollegarsi con la realtà esterna, che non riguardasse
William «Sì, ho ritirato
il nuovo arco poco fa. Ho giusto bisogno di provarlo».
«Il nostro campo è a
vostra disposizione» si mosse appena, indeciso se continuare
o meno «Non vorrei
risultare inopportuno, ma sembra che i miei ragazzi siano
più attivi in vostra
presenza. Pare che siate divenuta una sorta di modello per tutti
loro».
Melissa arrossì
imbarazzata e mugugnò un ringraziamento.
«Dovresti sentirti
onorata» si intromise Selene «E’
difficile che un gruppo di soldati ammiri una
donna per le sue capacità, invece che per la sua
bellezza».
Sir Peter sembrò ancora
più a disagio, William alzò un sopracciglio e
Christopher mascherò una risata
con un colpo di tosse.
Le due ragazze si
guardarono perplesse «Ho detto qualcosa che non
va?» chiese Selene, spostando
lo sguardo fra i tre, imitata da Melissa.
William fu il primo a
rispondere «Credi sul serio a quello che hai
detto?» domandò scettico
«Sarà
anche molto brava, ma non è solo per quello che…
l’ammirano».
«E per cosa, allora?»
Il ragazzo si rifiutò di
proseguire, limitandosi ad incrociare le braccia e lanciare
un’occhiata veloce
a Melissa.
«Quello che William voleva
dire» continuò Christopher con il solito sorriso
sulle labbra «era che Melissa
viene rispettata in quanto una tra i migliori arcieri che abbiamo avuto
la
fortuna di ospitare, inoltre è paziente e sempre disponibile
ad aiutare chi si
trova in difficoltà con qualche tiro. Ma il fatto che sia
una ragazza e, se
posso permettermi, una ragazza incredibilmente deliziosa è
uno dei motivi
principali della loro ammirazione. Pare che tutti abbiano perso la
testa per
Lady Melissa» le strizzò l’occhio
divertito, facendola andare a fuoco.
Sir Peter scappò
letteralmente via, dicendo che doveva tornare ad occuparsi
dell’addestramento.
«Non è possibile!» esclamò
Melissa, portandosi le mani a coprire il volto rosso.
Selene sorrise imbarazzata
«Evidentemente le mie supposizioni non erano totalmente
corrette».
William roteò gli occhi
«Non vedo quale sia il problema. Non ti hanno mai mancato di
rispetto, la loro
ammirazione è puramente platonica».
«Non capisci!» berciò la
bionda «Non sarò mai in grado di guardali
più in faccia!»
Lui la ignorò «E’ quasi
ora della riunione, Chris».
Christopher si fece
improvvisamente serio e annuì «Andiamo. Ci vediamo
più tardi» entrambi le
salutarono e si avviarono verso il palazzo.
Melissa giocherellò con
l’arco, ancora imbarazzata, senza staccare gli occhi dalle
loro schiene. Selene
si morse un labbro preoccupata.
Stava per succedere
qualcosa.
N/A:
Ok, non chiedetemi il
perché o il significato di questo
capitolo, perché non penso che lo abbia. La prima parte mi
è venuta di getto
insieme a quelle precedenti, la seconda con più fatica,
decisamente più fatica.
Partendo dal principio:
che Melissa sapesse tirare con l’arco lo si era letto dal
prologo; lei è
davvero molto brava, io avrò lanciato cinque frecce in tutta
la mia vita,
quindi i dettagli su questo sport sono stati presi da internet. Se
c’è qualche
appassionato di tiro con l’arco, lo pregherei di non essere
troppo duro nel
giudizio e di darmi un aiutino. Io ho fatto del mio meglio con le
descrizioni.
Secondo punto: tra William
e Melissa il rapporto sta iniziando ad ammorbidirsi. Non
c’è assolutamente
alcun tipo di sentimentalismo tra i due, per il momento, quindi non
createvi
troppe pare. Mi scuso se il modo in cui Melissa descrive il suo (e
nostro)
mondo non vi piaccia, ma in fondo si tratta della verità.
Ultima cosa (finalmente,
direte voi): l’ultima frase del capitolo è
importante. La misura e portata
dell’affermazione si scoprirà in seguito
(… credo).
E ora passiamo al momento
che preferisco! Rispondere alle recensioni! Tra l’altro sono
stata davvero
contenta di riceverne così tante e spero che continueremo
così. Quando vedo che
qualcuno mi ha scritto qualcosa per un capitolo di una delle mie
storie, faccio
quasi i salti di gioia e me le rileggo un sacco di volte, per darmi la
carica e
continuare a scrivere. Quindi grazie di cuore!
GiulyRedRose: Grazie
davvero, sicuramente non merito tutti i tuoi
complimenti, ma li accetto volentieri! XD Sono contenta che tu riesca a
calarti
nella storia, perché, da lettrice, è una cosa che
adoro e riuscire a renderla
mi rende davvero felice! Melissa è una normalissima ragazza
del XXI secolo,
quindi è ovvio che, potendo scegliere, indosserà
qualcosa il più possibile
simile a dei jeans. Per quanto riguarda le tue domande: devi tenere a
mente che
in questo mondo c’è la magia e il fatto che
Melissa sia piombata lì dal nulla
è, se non normale, abbastanza comprensibile. Per
William… non saprei proprio
risponderti! Non lo so nemmeno io! Puoi immaginare quello che vuoi,
chissà che
non salti fuori prima o poi nella storia! XD
gerba: Wow!
Hyperversum è magnifico e sapere che questa
storia lo ricorda mi rende davvero felice! Grazie!
camii: Bene!
Sono contenta che ti piacciano Melissa e
William. Personalmente quest’ultimo lo adoro sta sicura che
si aprirà un po’ di
più!
cussolettapink: L’epoca
non
è ben definita, trattandosi di un altro mondo, ma piuttosto
è una specie di
collage. Direi che potrebbe essere una specie di Medioevo, con dettagli
anche
di altri secoli, però senza dubbio la base è
medievale.
Un
enorme grazie a chi
l’ha aggiunta ai preferiti (camii, GiulyRedRose, Ms Murder
e Wonderland__x), alle storie da
ricordare (redarcher) e alle
seguite (blak_angel, broncino, erato1984, Lucille e
Wonderland__x).
E,
ovviamente, grazie a
chi legge!
Alla
prossima!