SUN RAIN
Una storia... ai limiti della fantasia
Capitolo Ottavo.
"La vita" di Picasso.
"Che cosa accomunava Joyce, Strawinsky e Picasso? Che non avevano niente da dirci, o meglio non volevano dirci niente sopra se stessi e dunque sul loro rapporto con la realtà, ma moltissimo sull'arte e dul loro rapporto con l'arte. Indifferenti nei riguardi del mondo al quale rifiutavano qualsiasi partecipazione che non fosse mediata dall'arte, questi tre artisti erano caratterizzati da una genialità di specie riflessa, critica, tecnica contemplativa. [...] avevano l'occhio dell'esteta, il fiuto del conoscitore[...]".
Le parole uscivano dalla sua bocca velocemente, neanche si era resa conto che stava leggendo ad alta voce, tanto era presa dalla lettura.
Per lei l'arte era un qualcosa di magico e unico, una disciplina attraverso la quale esprimere i propri sentimenti e le immagini che si andavano a creare nella mente del pittore.
Lui, contemporaneamente, la fissava rapito. Osservava il dondolio composto ed elegante che faceva la sua testa, il modo con cui le sue labbra si muovevano veloci e come la sua lingua s'infilasse talvolta tra i denti per pronuciare qualche vocabolo spagnolo, lingua in cui lei eccelleva.
Se ne stava lì, fermo sulla soglia della stanza e pensava che quella ragazzina, che tanto aveva sofferto, meritasse finalmente un po' di tregua e calma.
Era così immerso nei propri pensieri che non aveva fatto caso che la ragazza aveva femato la lettura e lo stava fissando, allegra.
"Che ci fai tu quì? Credevo fossi in Cina con la band!" disse, posando il libro sul comodino.
"Sono appena tornato" disse lui, scostando una ciocca di capelli dal viso "Mh... sei cambiata, in tre giorni".
Era vero. Aveva cambiato stile, aveva aumentato il numero di felpe e jeans larghi, era diventata un po' più... dolce.
Quadri e poster "strani" avevano ricoperto le pareti spoglie della sua camera, sempre piena di fogli e quaderni sparsi ovunque.
Amava scrivere; storie, pensieri, opinioni... ogni cosa veniva impressa su carta e mai riletta. Paganini non si ripete.
"Sono cambiata" asserì lei "Mi... mi...".
Guardò altrove per non incontrare il suo sguardo.
"Mi sei mancato" disse, infine.
"Cosa?"
"Mi sei mancato".
Benchè avesse sorriso, non riusciva a guardarlo negli occhi. Quel piccolo difetto era rimasto.
"Oh... anche tu mi sei mancata..." disse lui, ricambiando il sorriso.
"Devo farti vedere una cosa..." disse lei, alzandosi.
"Cosa?"
Aveva alzato un'asse del pavimento, quella dove teneva le spray e aveva cacciato un quaderno rilegato in pelle.
"Che cos'è?"
"Un quaderno... ho scritto dei testi... dei racconti, delle poesie"
"Quando l'hai iniziato?" le chiese, prendendolo tra le mani.
Sun non rispose. Aveva iniziato a scrivere all'incirca un mese prima, o forse due, quando non aveva nulla da fare e tante idee in testa. Scosse le spalle. Sorrise. Aveva deciso una cosa, di cui certamente non si sarebbe pentita.
"Mi devi aiutare" disse infine, mettendosi in ginocchio.
"A fare cosa?"
"La cosa più pazza di tutta la mia vita".
Thanks to:
--niky94
--charlotteposh
Questo capitolo lo dedico a... tutti coloro che osano sopportarmi.
Una storia... ai limiti della fantasia
Capitolo Ottavo.
"La vita" di Picasso.
"Che cosa accomunava Joyce, Strawinsky e Picasso? Che non avevano niente da dirci, o meglio non volevano dirci niente sopra se stessi e dunque sul loro rapporto con la realtà, ma moltissimo sull'arte e dul loro rapporto con l'arte. Indifferenti nei riguardi del mondo al quale rifiutavano qualsiasi partecipazione che non fosse mediata dall'arte, questi tre artisti erano caratterizzati da una genialità di specie riflessa, critica, tecnica contemplativa. [...] avevano l'occhio dell'esteta, il fiuto del conoscitore[...]".
Le parole uscivano dalla sua bocca velocemente, neanche si era resa conto che stava leggendo ad alta voce, tanto era presa dalla lettura.
Per lei l'arte era un qualcosa di magico e unico, una disciplina attraverso la quale esprimere i propri sentimenti e le immagini che si andavano a creare nella mente del pittore.
Lui, contemporaneamente, la fissava rapito. Osservava il dondolio composto ed elegante che faceva la sua testa, il modo con cui le sue labbra si muovevano veloci e come la sua lingua s'infilasse talvolta tra i denti per pronuciare qualche vocabolo spagnolo, lingua in cui lei eccelleva.
Se ne stava lì, fermo sulla soglia della stanza e pensava che quella ragazzina, che tanto aveva sofferto, meritasse finalmente un po' di tregua e calma.
Era così immerso nei propri pensieri che non aveva fatto caso che la ragazza aveva femato la lettura e lo stava fissando, allegra.
"Che ci fai tu quì? Credevo fossi in Cina con la band!" disse, posando il libro sul comodino.
"Sono appena tornato" disse lui, scostando una ciocca di capelli dal viso "Mh... sei cambiata, in tre giorni".
Era vero. Aveva cambiato stile, aveva aumentato il numero di felpe e jeans larghi, era diventata un po' più... dolce.
Quadri e poster "strani" avevano ricoperto le pareti spoglie della sua camera, sempre piena di fogli e quaderni sparsi ovunque.
Amava scrivere; storie, pensieri, opinioni... ogni cosa veniva impressa su carta e mai riletta. Paganini non si ripete.
"Sono cambiata" asserì lei "Mi... mi...".
Guardò altrove per non incontrare il suo sguardo.
"Mi sei mancato" disse, infine.
"Cosa?"
"Mi sei mancato".
Benchè avesse sorriso, non riusciva a guardarlo negli occhi. Quel piccolo difetto era rimasto.
"Oh... anche tu mi sei mancata..." disse lui, ricambiando il sorriso.
"Devo farti vedere una cosa..." disse lei, alzandosi.
"Cosa?"
Aveva alzato un'asse del pavimento, quella dove teneva le spray e aveva cacciato un quaderno rilegato in pelle.
"Che cos'è?"
"Un quaderno... ho scritto dei testi... dei racconti, delle poesie"
"Quando l'hai iniziato?" le chiese, prendendolo tra le mani.
Sun non rispose. Aveva iniziato a scrivere all'incirca un mese prima, o forse due, quando non aveva nulla da fare e tante idee in testa. Scosse le spalle. Sorrise. Aveva deciso una cosa, di cui certamente non si sarebbe pentita.
"Mi devi aiutare" disse infine, mettendosi in ginocchio.
"A fare cosa?"
"La cosa più pazza di tutta la mia vita".
Thanks to:
--niky94
--charlotteposh
Questo capitolo lo dedico a... tutti coloro che osano sopportarmi.