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Autore: night96    03/06/2010    1 recensioni
Sakura è la figlia di un ex mercante risposato con due sorellastre, caduto in disgrazia, Gaara è un principe maledetto con due fratelli. Una sera Sakura, suo padre e le sorellastre si persero nel bosco di notte e si fermarono nel castello di Gaara. La mattina dopo il principe chiese qualcosa in cambio dell'ospitalità e... se lo leggete lo saprete! Vi dico che l'ho scritta durante le vacanze di Natale per mio papà come regalo natalizio! Non è molto lunga quindi non aspettatevi un racconto molto lungo. Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sabaku no Gaara , Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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3

Sakura non fece trasparire nessuna emozione, ma dentro di sé ci era rimasta male. “Allora, addio Gaara-sama” disse lei trattenendo le lacrime che volevano uscire. Uscì dal castello e corse verso casa sua. “E’ stata la cosa più giusta che potessi fare nei suoi confronti” pensò Gaara. Sakura correva e tentava di non piangere. “Perchè sono triste? Dovrei essere felice sto tornando dalla mia famiglia” pensò Sakura fermandosi e lasciando che le lacrime le rigassero le guance. “Ho perso Gaara, Temari e Kankuro. Voglio solo che Gaara ritorni ad essere nella mia vita. Il pensiero di perderlo è troppo doloroso” pensò Sakura continuando a singhiozzare. Appena le lacrime smisero di uscire riprese a camminare e si asciugò le guance. Bussò alla porta di casa sua e suo padre le corse in contro abbracciandola, felice del suo ritorno. Ma Sakura non era altrettanto felice.


Gaara era tornato nella sua stanza e si era buttato sul divanetto. Stava provando a non piangere. Nemmeno la sua maledizione lo aveva mai fatto soffrire tanto. Possibile che una ragazza potesse avere quell’effetto? “Se questo è l’amore, preferisco diventare lo Shukaku” disse Gaara mettendosi una mano sugli occhi per nascondere ancor di più le sue lacrime. “Ritorna da me”. “Sta soffrendo vero?” chiese Kankuro alla sorella. “Terribilmente. Dobbiamo convincerlo a far tornare Sakura” “No. Deve essere lui a decidere di volerla di nuovo qui” disse Kankuro tentando di smettere di piangere. “Non ce la faccio a vederlo così. Mi fa star male” disse Temari chiudendo la porta della stanza del fratello minore. “Andiamo o staremo peggio” propose il ventaglio saltellando verso l’uscita del muro a volta. Poi si appoggiò al muro e disse:“Aspetterò il ritorno di Sakura qui”


Era passato un mese da quando Sakura era tornata dal castello di Gaara ed era caduta in depressione, mangiava poco e tutte le sere piangeva per parecchio tempo. Quando andava al villaggio accompagnando il padre nessuno riconosceva più Sakura. Tra la gente si era sparsa la voce che Sakura fosse scappata e fosse stata maledetta dai demoni del castello e quando la voce aveva trovato radici nel villaggio nessuno rivolgeva più la parola alla ragazza. Solo Sasuke e Itachi non credevano a questa diceria. Tuttavia solo Sasuke aveva occasione di parlare con Sakura, il maggiore dei due figli Uchiha era occupato per le rifiniture del suo matrimonio con Konan. E Sasuke aveva capito dove Sakura andava quando voleva parlare con lui. Si faceva trovare lontana dalla sua casa, sempre seduta vicina a un albero con la fronte appoggiata alle ginocchia mentre con le braccia abbracciava le gambe. Era ridotta in uno stato pietoso. Non era rimasta nemmeno l’ombra di quella che prima era una ragazza allegra e solare, libera dai vincoli della società. Un giorno Sasuke stava consolando per l’ennesima volta Sakura le chiese:“Perché non vai a trovarlo?” “No. Lui mi ha liberata. Non ne avrei motivo” “Dov’è finita la Sakura che conoscevo? Quella che non si arrendeva mai e che aveva sempre il sorriso?” chiese Sasuke alzandosi. “Ha il cuore distrutto e non è capace di reagire a tutto ciò” “Bè vedi di trovare il coraggio per andare da Gaara altrimenti non sperare che io continui a sopportare le tue lamentele d’amore” Sasuke tornò a villa Uchiha e Sakura tornò a casa sua pensando a cosa fare.


Temari era rimasta un mese andando avanti e indietro davanti al portone aspettando il ritorno di Sakura. Era sicura che tornasse, il suo istinto femminile glielo assicurava! E Gaara era ridotto a uno straccio. Da un mese non parlava, ma continuava a piangere. Lo Shukaku aveva preso ulteriormente il sopravvento. Sulla testa del principe erano cresciute due orecchie da tanuki. Kankuro stava vicino al fratello minore, alle prese con la sua prima sofferenza d’amore, e tentava di alleviargli il dolore in tutti i modi che gli venivano in mente. Ma l’unica cosa che aveva ottenuto era stato un sorriso forzato. Poi ci aveva rinunciato ed era tornato dalla sorella sconsolato. “Dobbiamo pazientare. Sakura tornerà e Gaara sarà di nuovo felice”


Sakura stava pranzando e continuava a pensare a quello che le aveva detto Sasuke. “Ha ragione Sasuke-kun. Devo tornare da Gaara-sama e dirgli cosa provo per lui. Anche se verrò rifiutata”. Dopo pranzo parlò con suo padre in privato. “Ascolta padre. Non riesco più a nasconderti che è colpa della lontananza dal castello che mi rende triste. Ho intenzione di tornare da Gaara-sama!” “No!” disse il padre “Non ti permetterò di tornare in quel castello e abbandonarmi di nuovo! Anche se questo volesse significare la tua tristezza!” “E invece io tornerò da Gaara-sama!” detto questo uscì sbattendo la porta. “Sakura, fermati! Sakura ti ordino di fermarti!” ma la ragazza era troppo lontana per sentirlo. Sakura iniziò a correre con la speranza che il suo malessere passasse e quando intravide il castello si mise a camminare. Davanti al portone esitò poi lo spinse e entrò nel salone del castello. Era tutto polveroso e buio. Temari e Kankuro erano fermi davanti a lei. “SAKURA!!” urlarono i due correndole in contro. “Ci sei mancata tantissimo! Perché non sei tornata prima?!” “Mi dispiace, ma Sakura era andata in vacanza” disse la ragazza abbracciando i due fratelli.


L’urlo dei due fratelli era arrivato chiaro e nitido alle orecchie di Gaara. Scattò in piedi e corse verso il muro a volta. Guardò verso il portone. Allora i suoi fratelli non avevano urlato per niente. Sakura era lì, era tornata da lui. “Sakura-chan” mormorò Gaara “Sakura sei tornata?”. Sakura andò da Gaara e gli mise le braccia intorno al collo. La ragazza appoggiò la testa sul petto di Gaara e chiuse gli occhi. Le era mancato il suo profumo. Si accoccolò meglio e gli disse:“Mi siete mancato” “Non darmi del voi. Dammi del tu, Sakura-chan”. Gaara mise una mano sulla schiena di lei e l’avvicinò a sé. Il calore che aveva percepito quando era andato a far compagnia a Sakura di notte prima che lei se ne andasse lo percepì di nuovo e più forte della prima volta. “Mi dispiace di averti cacciata” disse con un filo di voce Gaara “Non preoccuparti, non è un problema. L’importante è che noi siamo di nuovo sotto lo stesso tetto, no?” disse Sakura sorridendo. Gaara sorrise dentro di sè. Gli era mancato quel sorriso dolce e tenero quasi innocente. Sakura si staccò dall’abbraccio e si guardò intorno. “Adesso conviene che mi metta al lavoro! Questo palazzo è ridotto malissimo! Kankuro, Temari mi aiutate?” chiese Sakura ai due fratelli. “Certamente!” dissero i due fratelli. Quello fu il giorno più felice di quel castello. “Non ci separeremo mai più” pensò Gaara guardando Sakura correre al piano superiore per prendere degli stracci per pulire.


Il padre di Sakura era scioccato. Sakura non era mai stata una ragazza disubbidiente, perché allora gli aveva fatto quel torto? “E’ tutta colpa dei demoni del castello. L’hanno maledetta e lei mi ha disobbedito perché non vuole che io soffra per colpa della maledizione. I miei compaesani mi aiuteranno”. Il genitore uscì dalla casa e andò in paese. Appena fu nel villaggio salì su un tavolo e attirò l’attenzione della gente. “Cari concittadini!” disse con tutta la voce che aveva “Mia figlia Sakura è tornata il mese scorso da me dopo una settimana e più di soggiorno forzato nel castello abbandonato dei Sabaku, abitato da dei demoni malvagi. Mia figlia non è scappata, ma è stata lasciata malvolentieri dai demoni” disse il padre. Che fosse stata lasciata malvolentieri era una sua supposizione, ma ne era certo: sua figlia Sakura era la persona più buona che chiunque potesse conoscere e sicuramente i demoni, vedendo che lei era ubbidiente e riverente, l’avevano lasciata per chissà quale misterioso motivo. “La mia povera figliola è stata maledetta e, sapendo che di questa sua condanna, è caduta in depressione e poco fa è tornata al castello. Lei si è sacrificata per il villaggio!” disse il genitore disperato “Aiutatemi contro questi demoni e a salvare mia figlia!” tra le persone si sollevò un brusio dubbioso. Itachi, che passava di lì, sentì tutto. Sapeva benissimo che Sakura non era maledetta, ma volle sfruttare questa occasione. Si era invaghito di Sakura ancora quando lui aveva dodici anni, perciò Sakura ne aveva otto, e non aveva permesso nemmeno a suo fratello di provarci con lei. “Voi siete il padre di Sakura, giusto?” disse Itachi mettendosi davanti al genitore. “Sì, cosa volete da me Itachi Uchiha?” “Io vi sosterrò in questa vostra impresa, ma vorrei farvi sapere che c’è un demone nel castello Sabaku. Il suo nome è Gaara” disse Itachi. “Anche se io sono prossimo al matrimonio con Konan sono sempre stato affezionato a Sakura e saperla costretta ad essere la schiava di un demone mi fa rabbia. Perciò, se non vi dispiace, vorrei essere io a decidere l’attacco” “Certo, fate pure. So che siete un ottimo stratega” “Allora, chi è con me?” gli uomini del villaggio furono tutti dalla parte di Itachi. “Sakura dovrà scegliere se essere la mia concubina o vedere la morte del suo amato Gaara” pensò Itachi.


Sakura starnutì un paio di volte e Temari chiese:“Ti stai prendendo il raffreddore? Ormai è inverno inoltrato” “No. E’ tutta questa polvere che mi fa starnutire. Forza abbiamo ancora molto lavoro da fare” “Non starai esagerando un po’?” chiese Gaara. “No. Sono solo all’inizio! Non posso arrendermi proprio adesso!” disse Sakura sorridendo. Poi riprese a lavorare. “SAKURA!!” urlò qualcuno seguito dal rumore degli zoccoli. Il tono di voce era estremamente preoccupato e Sakura corse fuori a vedere. “Sasuke-kun, cos’è successo di così importante?” chiese la ragazza. “E’ Itachi. Sta progettando un attacco massiccio verso questo castello. Devi andartene!” “No. Ora che sono tornata qui non ho intenzione di andarmene” “Ma Sakura-chan, c’è di mezzo la tua sicurezza!” tentò Sasuke “Mi dispiace, ma non me ne andrò. Ma come? Tu mi dici di tornare e adesso vuoi che me ne vada? Sei molto volubile, Sasuke-kun”. Nel vedere il sorriso sincero di Sakura, Sasuke lasciò perdere l’idea di farla scappare. “Promettimi che non ti allontanerai troppo dal castello” “Te lo prometto, Sasuke-kun”. L’Uchiha, sempre con un moto di preoccupazione dentro di sé, decise di tornare a casa. Se non poteva convincere Sakura ad andarsene dal castello avrebbe potuto convincere Itachi a non attaccare il maniero. “Corri, cavallo! Dobbiamo sventare un piano folle” spronò Sasuke.


Sakura rientrò nel castello e Gaara le chiese:“Cosa voleva Sasuke?“ “Niente, non ti preoccupare” mentì Sakura. Ben presto la sera sostituì il giorno e Sakura era salita al piano superiore nella sua stanza. “Quanto mi è mancata questa camera!” esclamò buttandosi sul letto. Poi si sedette e guardò fuori dalla finestra e vide tante fiaccole che partivano dal villaggio e si dirigevano verso il castello. “Sasuke aveva ragione! Itachi ha progettato l’attacco, ma come ha fatto a sapere che io sono tornata qui?” poi le venne in mente la discussione con suo padre. “Mio padre! Come ha potuto fare questo?” Sakura corse al piano inferiore. “Cosa c’è Sakura-chan?” chiese Gaara. “Oggi Sasuke è venuto per dirmi che Itachi stava organizzando un attacco massiccio al castello” “Perché non me l’hai detto?” “Non lo so. Ma non è questo il punto! Ci sono un sacco di uomini che si stanno dirigendo qui!” disse Sakura preoccupata “Sakura, calmati. Immagino che Temari e Kankuro ti abbiano raccontato la nostra storia, giusto?” “Sì, ancora il primo giorno che ero qui” “Sai anch’io sono stato maledetto. L’unica cosa positiva di questa maledizione è la forza eccezionale che ho ottenuto. Stai tranquilla, se attaccassero il castello io ti proteggerò” “Grazie, Gaara. Mi sono lasciata pendere dal panico”. Temari e Kankuro si guardarono e sorrisero: tra quei due era scattata la scintilla dell’amore. Sakura si avvicinò al muro e disse:“Sono curiosa. Perché sei sempre per metà nascosto dietro questa parete?” “Voglio aspettare che la maledizione si sciolga” “Non puoi essere così brutto! Fammi vedere una sola parte del tuo corpo!” “No. Uscirò in caso strettamente necessario” “Che peccato. Vabbè non importa”. “Sakura! Siamo venuti a salvarti!” urlò qualcuno fuori dalla porta. “Ma chi è che urla?” si chiese Gaara “E’ Itachi il fratello maggiore di Sasuke” rispose Sakura uscendo. “Fai attenzione” “Ovviamente”. Sakura vide Itachi su un cavallo bianco. “Ti senti un principe azzurro?” chiese la ragazza avvicinandosi. “Ti chiedo perdono per quello che sto per fare, ma è per il tuo bene” disse Itachi scendendo dal cavallo. Quando furono a pochi metri di distanza l’Uchiha diede un colpo sulla nuca a Sakura che svenne.


Gaara aveva visto tutto e si era precipitato fuori balzando sfondando la porta. Gli uomini del villaggio si spaventarono nel vedere il principe per metà posseduto da un demone. Quando Gaara vide in prima persona Sakura, svenuta, tra le braccia di Itachi sentì la rabbia montargli dentro e tentò di attaccare l’Uchiha, ma un suono acuto lo bloccò. Itachi gli voltò le spalle e andò verso un albero. Appoggiò Sakura sulla base del tronco e poi tornò a concentrare la sua attenzione sul suo avversario. “Prima di sconfiggerti, voglio che tu assista alla distruzione del tuo castello e dei tuoi fratelli” disse Itachi. Gli uomini in prima fila presero degli archi e delle frecce infuocate e mirarono al castello. “Fuoco!” molte frecce colpirono le finestre, altre il portone e altre il terreno. Appena vide il castello crollare nell’incendio causato dalle frecce provò un’istintiva preoccupazione per i suoi fratelli. “Temari … Kankuro …” mormorò Gaara. Il suono acuto sembrò diventarlo ancora di più e Itachi disse:“Il nostro attacco è iniziato prima di adesso. Su tutti gli alberi che circondano il tuo castello ci sono dei talismani che impediscono al tuo demone di attaccare e questo significa che tu sei bloccato. Sei inerme ai miei attacchi”. Gaara guardò Sakura. Era svenuta e la sua espressione non era quella beata che aveva quando dormiva. “Non voglio che lei si svegli e mi veda così. Devo reagire! Forza, ci sarà una soluzione” pensò Gaara mentre si tappava le orecchie del demone. “Attaccatene ancora uno di talismano! Voglio sentirlo urlare!”. Gli uomini ubbidirono, il suono era straziante e Gaara non riusciva più a trattenersi dall’urlare. Gridò con quanto fiato aveva in corpo. Itachi sorrise di soddisfazione.


Sasuke aveva provato a convincere Itachi a cambiare idea, a rinunciare al suo piano, ma neanche minacciandolo di dirlo a suo padre aveva funzionato. Itachi sapeva benissimo che suo padre non gli avrebbe creduto, così era nascosto nella foresta e aveva aspettato l’attacco. Poi aveva visto cosa aveva fatto Itachi a Sakura. Appena suo fratello si era girato per concentrarsi su Gaara, Sasuke si era precipitato da Sakura. L’aveva svegliata  e poco dopo era stata raggiunta da un ventaglio e una marionetta parlanti. Sakura si era alzata a fatica. Vide subito il castello bruciare, Kankuro e Temari un po’ bruciacchiati e molto preoccupati, tanti talismani sugli alberi e vide Gaara agonizzante mentre cercava di proteggersi le orecchie da qualcosa e gridava come se lo stessero torturando. “Devo aiutarlo!” aveva detto Sakura tentando di correre verso Gaara. “Non puoi fare nulla per lui” “No. C’è qualcosa che posso fare per lui” “Prima ho sentito che a far soffrire Gaara sono dei talismani attaccati agli alberi intorno al castello” disse Temari. Sakura guardò tutti gli alberi che c’erano. Su quasi tutti c’era un talismano, ma sorvegliato da degli uomini grandi e grossi. Sakura pensò a come togliere i talismani senza attirare l’attenzione degli uomini, ma il colpo di spada che Itachi aveva dato a Gaara, creando un taglio profondo sul braccio del principe, l’aveva distratta. Sakura corse verso il principe che stava agonizzante per terra. Si mise tra Gaara e Itachi e strinse il principe al seno. Non voleva che venisse ferito di nuovo. “Togliti” “No!” “Colpirò anche te!” “Non m’interessa! Puoi anche uccidermi, ma non ti permetterò di fargli del male!”. Nel frattempo Sasuke notò che l’atto di coraggio di Sakura aveva distratto tutti. “Aiutatemi a togliere i talismani” disse l’Uchiha hai due fratelli Sabaku. “D’accordo”. Andarono in direzioni opposte e tolsero tutti i talismani, uno dopo l’altro. “Chissà come sta Gaara” si chiesero Temari e Kankuro. “Con lui c’è Sakura, non dobbiamo preoccuparci”. Un uomo si girò, gli sembrava di aver sentito delle voci, ma vide solo una grossa marionetta ammuffita e un gigantesco ventaglio. “Sarà stata la mia immaginazione”. Dopo che si fu girato i due Sabaku tirarono un sospiro di sollievo.

Il suono acuto era lentamente sparito. E finalmente riuscì a riprendere fiato e a capire a chi era appoggiato. Alzò gli occhi e vide Sakura. “Non avrei voluto che tu mi vedessi così” disse Gaara “Perché no?” “Per me conta molto ciò che tu pensi. Soprattutto su di me” “Gaara” chiamò Sakura. Il principe alzò la testa verso Sakura che si avvicinò fino a essere a fior di labbra. “Ti amo” e lo baciò. Gaara spalancò gli occhi, ma non potè fare a meno di condividere. Lo aveva tanto agoniato un bacio d’amore. “Non sapevo fosse così bello essere innamorati” pensò Gaara. Quando si staccarono tutti erano stupiti. Come poteva una bella ragazza come Sakura essere innamorata di un mostro come quello? “A quanto pare ti sei innamorato, principe egoista” disse la vecchia di due anni prima con una rosa in mano. “Sì, ed è la cosa più bella che si possa provare” disse guardando Sakura. “Allora hai capito che devi essere sempre gentile con gli altri?” “Sì, ma non ho capito perché proprio l’amore dovevo trovare” “Perché l’amore non è solo tra due persone, ma anche per il prossimo. Ecco perché l’amore” spiegò Sakura. “Bene e ora che tutto torni alla normalità!” la vecchia lanciò la rosa al cielo e tutto cambiò. Il castello si ricostruì e ritornò al vecchio splendore, Temari ritornò ad essere una ragazza così come Kankuro ritornò ad essere un ragazzo. Gaara perse le sembianze dello Shukaku e si alzò in piedi. Si avvicinò all’anziana donna e le chiese:“Vuoi ancora un posto nel mio castello?” “No. Ti auguro tanta felicità” la vecchia scomparve. Sakura si alzò e si avvicinò a Gaara:“Chi se lo immaginava che tu fossi così bello?” Gaara avvampò per il complimento. “Sakura! Lo sapevamo che tu avresti fatto tornare tutto alla normalità!” dissero i due fratelli maggiori Sabaku correndo verso Sakura. “Sono contenta, ma ora ho una cosa da sistemare” Sakura si mise di fronte a Itachi e gli diede uno schiaffo che gli lasciò il segno. “Sei un idiota! Coinvolgere anche i miei compaesani! Sei un essere vile!” disse Sakura poi si rivolse ai suoi concittadini “Tornate a casa! Qui non ci sono mai stati demoni!”. Tutti tornarono a casa solo un uomo si avvicinò a Sakura. “Potrai mai perdonarmi?” “Certo, padre! Anch’io avrei agito così!” disse Sakura abbracciando suo padre. Gaara si avvicinò e Sakura si staccò da suo padre per mettersi in parte al suo fidanzato. “Sakura, devo chiederti una cosa importante”. Gaara s’inginocchiò davanti a Sakura e disse, tenendole una mano:“So che in queste occasioni ci vuole un anello, ma spero che per te faccia lo stesso. Sakura, vuoi tu sposarmi?” “Sì, sì e altre mille volte sì!” disse Sakura. Gaara si alzò e la ragazza gli saltò al collo. “Sempre che lei sia d’accordo” disse Gaara “Certo. Avete la mia benedizione” disse il padre della ragazza. Non molto tempo dopo le campane della chiesa suonavano festose la nascita di una nuova coppia. Ma Sakura non fu l’unica a sposarsi. Qualche anno dopo si sposò anche Ino, sapete con chi? Con Sasuke. Già, gli era proprio passata la cotta per Sakura e aveva iniziato a trovare piacevole la compagnia di Ino fino al matrimonio. E Itachi? Sposò Konan, ma si decise che a prendere le redini della famiglia Uchiha sarebbe stato Sasuke mentre il maggiore degli Uchiha sarebbe stato il progenitore di un ramo secondario della famiglia Uchiha. E vissero felici e contenti
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