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Autore: Hi Fis    04/06/2010    1 recensioni
“L’odore delle spezie e del caffè pervadeva la stanza, mentre il comandante si affaccendava attorno ad un pentolino di ottone. Misurò acqua a sufficienza per tre tazze: la stazza del krogan le suggeriva che una dosaggio umano si sarebbe rivelato insufficiente.” Piccola raccolta di scene inedite nel gioco.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Sapete tutti come funziona, l’abbiamo già fatto una volta.”
Mentre Shepard e gli altri membri biotici dell’equipaggio si concentravano, Garrus e Ashley finivano di disporre l’attrezzatura.
Erano oggetti rozzi, concepiti per essere montati assieme. Li avevano ricavati da qualche oggetto dimenticato nella stiva, soprattutto parti inutilizzabili di ricambio per il Mako. Il capo ingegnere Adams raccoglieva le scommesse, mentre Tali e gli altri membri dell’equipaggio che erano sbarcati facevano da spettatori.
Si trovavano su un pianeta roccioso, piatto e disabitato. La Normandy doveva scaricare i motori e Shepard aveva ordinato di atterrare per permettere all’equipaggio di spassarsela un po’. Joker e pochi altri membri erano rimasti a bordo per supervisionare le attività e avvertirli in caso di bisogno: inutile dire che il pilota franco americano aveva comunque scommesso tramite l’ingegnere Adams e ascoltava via radio l’andamento della gara.
 
Ashley stava finendo in quel momento di montare l’oggetto, un dinamometro atto a misurare la forza di sollevamento, mentre Garrus assicurava le basi con dei chiodi per sonde di prospezione minerarie, accertandosi che fossero ben fissati. La dottoressa Chakwas sedeva poco distante su un sasso, pronta a raccogliere dati, mentre il comandante Shepard, Liara, Wrex e Kaidan finivano di fare riscaldamento. Qualcuno aveva portato dei sensori di misurazione, in modo da confermare i risultati, e Tali si era preoccupata di settarli in maniera corretta.
“A posto, comandante. Qui sembra tutto pronto.”Disse Ashley nella radio della sua tuta, mentre dava un ultimo strattone alla struttura per assicurarsi che fosse solida. Aveva saldato personalmente le parti, ed era piuttosto contenta del risultato.
Il pianeta su cui si trovavano era troppo piccolo per avere un’atmosfera con ossigeno libero respirabile e quindi tutti indossavano la tuta ambientale, che comunque non toglieva nulla dell’allegria della situazione.
Ashley e Garrus si allontanarono rapidamente, lasciando spazio libero ai contendenti.
“Ricordate: chi perde offre da bere.” Scherzò Garrus, aumentando l’ilarità nell’equipaggio.
 
Il primo a farsi avanti fu Urdnot Wrex. Indossava la sua corazza pesante da battaglia, che gli dava un aspetto spaventoso.
 
Era una corazza rigenerata, originariamente indossata da uno dei Krogan al soldo di Saren. L’avevano ottenuta da un laboratorio dell’Alleanza sulla Cittadella, come ricompensa per avergliene procurate una decina dello stesso tipo. Le prestazioni di quella corazza erano incredibili, e le sue specifiche erano il frutto di una progettazione molto al di là delle capacità di qualunque industria dello spazio della Cittadella. Tali aveva trovato prove della loro chiara origine Geth e una volta determinata la sua affidabilità e resistenza, Wrex ne aveva ricevuta una.
L’elmo che gli copriva il volto era un’opera d’arte: invece di essere composto in un unico pezzo, era diviso per il lungo da una linea di giunzione. Due gruppi di viti pneumatiche impedivano la manomissione anche in condizioni estreme e Tali e Garrus si erano assicurati di dotarla di firewall efficaci. Non c’era un singolo pezzo che fosse scoperto e, al posto del visore comune, dei sensori trasferivano i dati sull’ambiente circostante all’hub presente all’interno del casco.
Se Wrex era spaventoso già normalmente, con quell’armatura addosso incuteva un tale terrore che molti avversari organici se l’erano data a gambe vedendolo caricare. L’unico punto debole erano i tubi dell’ossigeno: quattro condotti disposti radialmente al casco semisepolti nella corazza, che però erano al sicuro fino al momento in cui gli scudi avessero retto e, data la capacità dei condensatori della tuta, era più che sufficiente.
Wrex aveva installato personalmente un generatore secondario che era stato collegato sia ai condensatori, per potenziarli, sia alla IV della tuta, in modo da coordinare al meglio i movimenti della corazza con i suoi, dato il suo peso non indifferente.
Con quell’armatura addosso, Shepard l’aveva visto schiacciare la testa di un geth con una mano, mentre rideva come un pazzo. Era contenta di averlo voluto in squadra: sapeva che assieme a lui non c’era nemico che non potesse essere sconfitto.
Wrex si fermò a circa dieci metri dalla struttura: trovava quella prova di forza divertente e i suoi avversari non potevano essere sottovalutati.
Anche senza i sensori, fu ben visibile l’accumularsi dell’energia lungo l’armatura, che lo avvolse come un lenzuolo d’acqua, alterando la rifrazione dei gas attorno a lui. Quando Wrex raggiunse l’apice, alzò la mano sinistra verso il cielo.
Tutta l’energia che aveva accumulato venne scatenata da quel gesto e fece schizzare verso l’alto la sfera attaccata al dinamometro. Dopo un paio di secondi, il peso tornò alla sua massa normale e ricadde, permettendo alla molla di tornare su zero, ma non prima che i sensori collegati ad essa trasmettessero i dati alla postazione di Chakwas e Tali. Sugli istogramma delle due postazioni, apparve una barra nominata Wrex. Una “t” sull’asse delle ascisse esprimeva l’unità di misura, con un valore massimale di venti.
Chakwas parlò nella radio.
“Urdont Wrex, precedente record: nove tonnellate, mantenuto per un secondo netto. Record attuale: dodici tonnellate, mantenute per un secondo e otto decimi.”
Quelli che avevano scommesso sul bestione Krogan cominciarono a ululare: si sentivano già la vittoria in tasca.
“Punteggio complessivo: 21.6” Sentenziò Tali, mentre a fianco dell’istogramma compariva il valore associato alla performance di Wrex.
Wrex tornò al suo posto, il nuovo amplificatore che Shepard era riuscito a procurargli faceva dei miracoli. Era il frutto di un accordo sottobanco fatto con un diplomatico Asari della Cittadella, che aveva procurato crediti e permesso di inserire tra i fornitori della Normandy anche Armali, la fornitrice del più potente amplificatore biotico sul mercato. I loro clienti erano esclusivi e i pezzi costruiti in numero limitatissimo, ma erano riusciti a procurarsene quattro, a prezzo estremamente scontato.
Era stato il prezzo che il diplomatico aveva pagato per il loro silenzio su una certa faccenda.
Chakwas aveva installato gli amplificatori biotici solo due giorni prima, con un intervento in anestesia locale che li aveva lasciati piacevolmente intontiti per tre ore buone. Tutti eccetto Wrex, su cui gli anestetici non avevano avuto effetto, nonostante il dosaggio elevato a cui era stato sottoposto.
Chakwas si era rassegnata a operare senza e il Krogan aveva sopportato stoicamente l’intervento.
Era giunto il momento di testarli, approfittando della sosta forzata sul pianeta.
Avevano già fatto una prova del genere, poco dopo il salvataggio di Liara, per vedere chi, fra i quattro biotici di bordo, fosse il migliore. Era un gioco, ma anche un modo per valutare le proprie capacità.
Inizialmente il titolo era stato vinto da Liara, dopotutto era lei la sola biotica pura del gruppo, mentre gli altri avevano sviluppato anche altri talenti.
Con sua stessa sorpresa, Wrex aveva scoperto che i suoi e quelli di Shepard erano… piuttosto simili. Almeno sul campo di battaglia. Fuori era tutto un altro paio di maniche.
 
Qualcuno però, aveva questionato il fatto che tutti fossero equipaggiati con amplificatori biotici diversi, quindi il risultato non si poteva dire definitivo.
Ora che però tutti erano equipaggiati con lo stesso, le cose si potevano fare seriamente.
 
Wrex non si stupì del risultato: la sua specialità era la potenza, non la durata. Perché preoccuparsi di tenere un nemico sollevato, quando lo si poteva schiantare dentro un muro? Perché tenere sollevato un nemico, quando gli si poteva dare una gomitata sul volto e finirlo con due colpi mentre era a terra?
Wrex ragionava così e le sue abilità si erano sviluppate di conseguenza.
 
Si fece avanti Kaidan. Wrex non capiva del tutto gli umani, ma quello era sicuramente fra i più strani. Seppure dotato di notevoli poteri biotici, aveva preferito completare i suoi talenti con abilità tecniche. Per come la vedeva Wrex, quello non era né un biotico, né un ingegnere, né un soldato. Fermo restando che ne rispettava le capacità, gli sfuggiva la sua personalità.
Kaidan si concentrò intensamente, il nuovo amplificatore che la dottoressa Chakwas gli aveva installato aveva sorprendentemente ridotto il numero e la durata delle sue emicranie e di questo rendeva grazie ai tecnici Asari che li avevano progettati ogni volta che non doveva prendere un antidolorifico.
Era bellissimo riuscire a trascorrere un’intera giornata senza doversi preoccupare dei suoi mal di testa e il suo umore era visibilmente migliorato: molti della nave si erano accorti di questo repentino cambiamento, ed era stato visto in mensa a socializzare. Certo, le distanze rimanevano, ma Alenko sembrava essere più a suo agio.
Anche lui alzò la mano sinistra, come tutti i biotici preferiva canalizzare l’energia oscura attraverso il braccio non dominante, in modo da avere l’altra libera per usare le armi.
Il peso attaccato al dinamometro schizzò verso l’alto, mantenendosi  al massimo della tensione che Kaidan riusciva a imporgli per un secondo. Due secondi. Tre. Mollò la presa: non riusciva più a tenerlo.
 
La prima cosa che ti insegnano quando ti addestri come biotico è che lo sforzo è mentale, più che fisico. È come sollevare un peso, usando i muscoli di un altro:
i muscoli non li affatichi, ma se esageri puoi subire feedback di vario tipo, dall’epistassi allo svenimento.
“Kaidan Alenko, record precedente: quattro tonnellate, mantenuto per due secondi e nove decimi.
Record attuale: cinque tonnellate e seicento chili, mantenuto per tre secondi e due decimi.”
Chakwas si stava divertendo, doveva ammetterlo. Si sentiva come la commentatrice di un incontro sportivo e i dati che raccoglieva erano incredibili. Avere la conferma delle capacità degli amplificatori Asari era meraviglioso.
 
La caratteristica più importante di un qualsiasi amplificatore è quella di rendere più stabile l’alterazione della massa, causata dall’energia oscura che viene espressa dal portatore.  Per far questo esistevano vari modi, ma gli amplificatori che stavano usando immagazzinavano in strutture apposite l’energia oscura in eccesso, impedendo che venisse dispersa. Quindi il biotico poteva rilasciare un singolo colpo potente o centellinarne l’utilizzo.
Unito ad una struttura compatta, era infatti più piccolo di quelli che avevano usato fino a quel momento, minimizzava l’intralcio del soldato. Era un peccato che non li producessero in serie, l’Alleanza avrebbe speso miliardi per averli.
“Punteggio complessivo: 19.” La voce metallica di Tali raggiunse le cuffie degli spettatori. Quelli che avevano scommesso su Kaidan, soprattutto addetti del reparto di navigazione, espressero il loro disappunto.
Kaidan tornò immediatamente nei ranghi, accolto a braccia aperte da Ashley e da quelli che avevano scommesso su di lui, che gli rivolsero motteggi e consolazioni in modo uguale per tirarlo su.
In fondo perdere con un Krogan non era disonorevole.
 
Poi si fece avanti Shepard: per sua stessa espressa richiesta, aveva ordinato che nessuno scommettesse su di lei, in modo che i gradi non fossero d’intralcio a della sana competizione sportiva.
Ancora una volta calò il silenzio, mentre il comandante ripassava le basi delle tecniche biotiche nella sua mente: l’aiutava a concentrarsi.
Esistevano tre metodi di utilizzare l’energia oscura, sia per i biotici, sia in generale.
Il primo metodo consisteva nella manipolazione della pura energia oscura, che veniva trattenuta vicino al biotico, creando una zona di disturbo in cui ulteriori manipolazioni erano svantaggiose oppure poteva essere usata per generare campi di stasi. In pratica era la tecnica migliore per creare barriere anti biotico. Se si riusciva  a non intralciare se stessi nel processo, si poteva anche “appesantire” l’aria attorno  a sé e rallentare le pallottole, che causavano così meno danno.
Era il primo talento che ogni biotico umano e asari imparava.
La seconda tecnica consisteva nella manipolazione della massa, per variarla ad uno specifico valore, aumentandola o diminuendola. Era il principio usato nei motori a curvatura e nel trasporto commerciale, oltre agli impianti di gravità artificiale e alle abilità di attacco dei biotici in combattimento.
In questo campo, i risultati migliori erano stati ottenuti dalla specie Asari. La loro capacità di manipolazione superava di gran lunga quella di qualsiasi altra specie. Ed era abbastanza naturale, vista la lunga vita che avevano per addestrarsi.
Il terzo metodo per la manipolazione dell’energia oscura era quello di variare rapidamente la massa degli oggetti per qualche secondo, un processo che scuoteva i legami molecolari di qualsiasi materiale rendendolo fragile. Oltre ad applicazioni di combattimento, era una capacità senza attuazioni, ed era usata per uccidere rapidamente o causare gravi danni ad un assalitore. Era un’abilità che funzionava estremamente bene su oggetti e nemici non organici.
Shepard si concentrò, avvertendo il familiare pizzicore elettrostatico attorno a lei; poi sollevò la mano destra.
 
“Hayat Shepard. Precedente record: otto tonnellate e mezzo, mantenuto per due secondi netti.
Record attuale: dieci tonnellate, mantenuto per due secondi e cinque centesimi.”
“Punteggio totale: 21,5.”
 
“Dio, è una mostro!” Un vago accento francese accompagnò la frase.
Shepard si voltò, sentendo quel commento alla sua prestazione: voleva ribattere qualcosa di salace a chiunque avesse parlato, ma venne preceduta:
“Come osa offenderla tenente Girard? Si scusi immediatamente.”
Che Liara T’soni non capisse l’umorismo umano era noto, quello che di certo nessuno si aspettasse era la rabbia che esplose furente da quell’alieno blu, così rassomigliante ad un essere umano, eppure così diverso.
Liara sapeva farsi ascoltare quando voleva.
Il fatto che lo spazio attorno a lei si caricò di energia oscura, sottolineò soltanto la gravità di quello che lei considerava un grave insulto.
Shepard si era sempre meravigliata di come i membri della specie Asari trovassero facile manipolare l’energia oscura; probabilmente derivava dal fatto che, fra di loro, i biotici erano la norma.
“Calma Liara, sono sicura che stesse scherzando. Era solo una battuta.”
Fu come versare un secchio d’acqua su un fiammifero: l’energia oscura si disperse, senza che qualcuno si preoccupasse di usarla.
“Oh. Immagino che fosse… umorismo umano.”
“Esattamente, dottor T’soni. Non volevo sembrare sgarbato.” Girard aveva nella voce lo stesso tono di chi è appena sopravvissuto ad una valanga.
Non si capiva chi fosse il più imbarazzato fra i due, se Liara o il tenente. Shepard ruppe il silenzio, motteggiandoli entrambi:
“Basta,voi due. Potrete approfondire le vostre culture più tardi. Il dottore deve dimostrarci cosa sa fare: è il suo turno.”
Dicendo questo spinse Liara T’soni e l’accompagnò fino alla linea a dieci metri dal bersaglio. Passando la radio sulle frequenze private, per farsi sentire solo dall’Asari, disse:
“Avanti Liara, mostraci cosa sai fare. Sono sicura che vincerai.”
“Veramente ancora non capisco il senso di tutto questo, e poi mi sento a disagio.”
“Forza dottore, non puoi tirarti indietro: ho scommesso su di te.”
Se anche la Asari non comprendeva le implicazioni della cultura umana, di sicuro sapeva cos’era la fiducia.
“Farò del mio meglio allora.”
Shepard tornò sulla frequenza aperta:
“Dacci dentro.”
Liara inspirò profondamente,cercando la concentrazione necessaria per replicare lo show di poco prima. Il sistema nervoso di un biotico obbediva alle stesse leggi di quello nervoso e occorreva un certo periodo perché la refrattarietà dei neuroni le permettesse di riprovare. Se il corpo non si fosse protetto in quel modo, c’era il rischio che il biotico si fulminasse da solo, dando luogo ad uno spettacolare suicidio.
Quando si sentì pronta, scaricò tutta forza di cui riusciva a disporre sulla povera sfera attaccata al dinamometro. La nominale massa di un chilo aveva già subito diversi strattoni e la struttura a cui era attaccata era stata forzata più di una volta: cedette di schianto.
La sfera scattò verso l’alto come un turacciolo di sughero, salendo sempre più e trascinandosi dietro tutta la struttura a cui era collegata, chiodi per sonde compresi.
Cento metri, duecento metri, trecento. Poi cominciò di nuovo a scendere.
Shepard si affiancò a Liara, osservando il loro giocattolo di prova scendere di nuovo verso il terreno.
“Wrex, Kaidan Liara. Al mio tre, ognuno tenterà di cambiargli massa. Uno, due, TRE!”
La povera struttura di metallo fu investita in pieno dalla tempesta di energia oscura: certe parti cominciarono a voler precipitare, mentre altre tentavano di risalire in aria.
Ricominciò nuovamente a cadere: sembrava che la sua massa fosse raddoppiata all’improvviso. Poi rallentò, tentò di risalire, poi ricadde.
A trenta metri dal suolo, Wrex estrasse la doppietta, seguito come un’ombra da Shepard: entrambi fecero fuoco insieme e la povera struttura sparì a mezz’aria, quel poco che era rimasto fu divorato dai pallini.
 
“Immagino che toccherà a me offrire da bere, visto che abbiamo pareggiato e non abbiamo un vero vincitore.”
“Non mi sembra che sia un pareggio, il nostro.”
“Ti va di combattere, Wrex?”
Il Krogan sembrò riflettere sulla proposta:
“No. Avresti offerto tu da bere in ogni caso.”
Shepard alzò un sopracciglio, un’espressione che andò perduta sotto il casco.
Guardando il krogan allontanarsi, mentre l’equipaggio raccoglieva i suoi strumenti e l’attrezzatura, Liara si fermò al suo fianco. Passando sulle sequenze private, tentò di scambiare due chiacchiere col comandante:
“Qualcosa non va, Shepard?”
“Umorismo Krogan. Potrei perfino abituarmici. Certo, non hanno le qualità delle Asari.” Disse, volgendo il casco verso il dottore.

“È un complimento, Comandante?”
“Chissà?” osservò maliziosamente Shepard, mentre riponeva la doppietta sull’alloggiamento della schiena.



D’accordo, questo pezzo è decisamente fuori tema, ma l’idea era troppo bella per sprecarla e, nonostante tutto, sono contento del risultato: è venuta fuori meglio di quanto sperassi.
 
Mi è davvero piaciuto scriverla e, spero,  sia altrettanto piacevole da leggere.

  
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