Fanfic su artisti musicali > Children of Bodom
Segui la storia  |       
Autore: Archangel 06     04/06/2010    3 recensioni
Lei si chiama Angela e viene dall'Italia, lui è Janne, il tastierista dei Children of Bodom, e viene dalla Finlandia. che cosa succedrà quando i due si ri incontreranno dopo un paio di anni a Helsinki, e si renderanno conto piano piano di piacersi? succederà che il dispettosissimo cupido si divertirà a rimescolare le carte in tavola a suo piacimento...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo Children of Bodom'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ci incamminammo, mentre si alzava un vento furibondo e tagliente che ci spruzzava la neve negli occhi, cosicché quando finalmente entrammo nel portone sospirammo di sollievo.

“Uff, che tempaccio!” borbottò salendo le scale. “Vieni su, è meglio se per stanotte rimani da me… non vorrai uscire con questo tempo spero!” esclamò poi.
Ringraziai mille volte che non si fosse girata e non avesse visto la mia faccia. Deglutii un paio di volte, e riuscii a dire un “Va bene, grazie”. Il suo appartamento era al primo piano della palazzina. Mentre saliva le scale mi era davanti, e io non riuscivo a staccare gli occhi dal suo posteriore. "Janne… non è il momento… Janne… niente pensieri poco casti… Janne, basta…" mi ripetevo come un mantra, eppure non riuscivo a non indulgere a sogni ad occhi aperti un po’ troppo spinti. Ringraziai che non mi potesse leggere nel pensiero. L’appartamento era davvero piccolo: una cucina, un salottino con un divano- letto, un tavolino e un televisore, un bagno e una camera. Tutto era pulito e ordinato.
“Vado a farmi una doccia, sono tutta infreddolita… tu intanto mettiti comodo” mi disse, scomparendo nel bagno. Sul divano c’erano tre libri in pila: su quello superiore c’era scritto qualcosa che non capivo, e l’immagine di due uomini, uno vestito di rosso e uno di blu, davanti a tre… cani? Sembravano cani. Lo aprii, iniziando a sfogliarlo. Sembrava tutto scritto in versi, ma non riuscivo a capire che lingua fosse. Non era inglese, né sembrava francese o spagnolo… forse era italiano, e quello era un libro di poesia. Provai a leggere le prime righe ad alta voce, per curiosità: “Nel mezo del… cam... camin… di… nostra…”

“Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
che la diritta via era smarrita.
Ah, quanto a dir qual era è cosa dura,
esta selva selvaggia e aspra, e forte,
che nel pensier rinnova la paura!
Tant’è amara, che poco è più morte:
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.”

Questi versi li aveva recitati Angela, a memoria. “Tu capisci quello che c’è scritto?” chiesi incuriosito.
“Certo stupidotto, è italiano! arcaico, ma pur sempre italiano” disse ridendo mentre si sedeva accanto a me.
“Questo è l’Inferno, la prima parte della divina commedia, un poema in tre libri che un poeta italiano di nome Dante Alighieri scrisse nel 1300… parla del viaggio immaginario che compì nei tre regni dell’oltretomba, l’inferno, il purgatorio e il paradiso” mi spiegò.
“E... cosa volevano dire i versi che hai recitato?” le chiesi.
“Dunque… vediamo… In the middle of my life, I found myself in a dark wood, because I lost the straight path. Ah, is hard to say how was this wilde, rough and... non so come rendere il termine “forte”... that in your thoughts awakes the fear! Is so sour, that death is only a bit more: but to tell about the good I found, I will talk about the other things that i found there.”

“Nella tua lingua suona meglio, però... è… più musicale” osservai.
“Vero?” mi prese dalle mani il libro, e lo sfogliò in fretta. “Ecco, quinto canto, uno dei miei preferiti. Qui si parla di Paolo da Rimini e Francesca da Polenta, e del loro infelice amore… Francesca era una bellissima nobildonna, e Gianciotto era innamorato di lei, tanto che la voleva chiedere in sposa: però era molto brutto, e quindi mandò al posto suo il fratello Paolo, che era invece molto bello. I due si innamorarono al primo sguardo, e quando Francesca sposò Gianciotto, lei e Paolo divennero amanti. La leggenda vuole che lo divennero leggendo degli amori della regina Ginevra e del cavaliere di re Artù Lancillotto… ascolta” mi disse, e si schiarì la voce iniziando a leggere.

“Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto e come amor lo strinse;
soli eravamo, e sanza alcun sospetto.
Per più fiate li occhi ci sospinse
Quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quello che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
Esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò, tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante.”

***

Gli tradussi quel passo stupendo, imprecando qua e la quando non riuscivo a rendere la bellezza delle espressioni che il Poeta usava, e spiegando alcuni punti.
“È bellissima questa poesia…” disse, passandomi un braccio attorno alle spalle quando ebbi un brivido di freddo. Rimasi un attimo stupita, e per un attimo mi passò per la testa la folle idea di baciarlo: ma poi mi dissi dandomi della stupida ninfomane che Janne aveva già dimostrato di essere semplicemente molto espansivo e amante del contatto fisico con le persone.
“Già… a scuola era la mia preferita. Ho imparato alcuni canti a memoria, perché mi piacevano da matti… anche adesso adoro rileggerli” dissi rannicchiandomi. Janne mi strinse a se, iniziando ad accarezzarmi i capelli. Mi imposi di mettere un freno alla mia fantasia, che stava prendendo una direzione poco casta. Eppure i miei pensieri galoppavano senza che potessi fermarli verso la camera. Che mi era saltato in mente di leggere proprio il quinto canto? Ma sapevo benissimo in fondo di averlo fatto non dico apposta, ma quasi...

“Olet kaunis…” disse, riscuotendomi dai miei pensieri, e prima che potessi chiedergli cosa significasse, mi baciò teneramente, a stampo. rimasi imbambolata. mi aveva baciata sul serio??? o stavo sognando??
“Se non vuoi che vada oltre, fermami adesso, o poi non ci riuscirò più…”

Non riuscii a fermarlo, né tanto meno lo volli. Non riuscivo a pensare a niente che non fosse lui. Mi baciò, ancora e ancora, poi mi prese in braccio e mi condusse lentamente in camera, baciandomi ancora… aveva le labbra incredibilmente morbide e spaventosamente eccitanti. Chiuse la porta con un calcio, e mi appoggiò sul letto.


ok, potete tranquillamente fucilarmi, non ve ne faccio una colpa... xD *si mette davanti a un muro aspettando le fucilate del plotone di esecuzione*
e comunque, la parte più orripilante deve ancora venire fuori....
Non so se "Olet Kaunis" significhi realmente qualcosa. non mi sentirei di scommettere sull'affidabilità di google traduttore ^^
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Children of Bodom / Vai alla pagina dell'autore: Archangel 06