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Autore: Clahp    05/06/2010    5 recensioni
Un tribunale. Tre ragazzi ignari, tre ragazze offese, due avvocati, un giudice, una giuria.
E tutti quanti si pongono la stessa, fondamentale domanda: cosa è successo, quella notte, a Las Vegas?
[ NaruSaku - ShikaTema - SasuIno ]
[Seconda classificata al concorso "One night in Las Vegas!" indetto da Dreaming Ferret]
[Clà VS Flà: round 1 u_u]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[ Woke up with yawn

 

 

[ Woke up with yawn. It's dawning, I’m still alive.
Turned on my radio to start up new day
As goddanmed DJ's chattered how to survive
Amazing news got over on the air wave

Tonight, Love is rationed
Tonight, Across the nation
Tonight, Love infects worldwide

–almost another day...
See you some other day ]

 

 

[ Tonight, tonight, tonight  -Beat Crusaders ]

 

 

 

Ottava parte

[ Di ricordi improvvisi e di dichiarazioni più o meno permanenti ]

 

 

Nell’aula scese il silenzio; il più perfetto e cupo silenzio. Le tre ragazze erano tornate ai loro posti, e guardavano ognuna da una parte diversa, taciturne e tremanti; la giuria e il giudice si erano ritirati in un’altra aula, dove avrebbero deciso il verdetto del lunghissimo appello; i due avvocati si guardavano biecamente; e, infine, i tre ragazzi erano fin troppo pallidi e sconcertati per poter anche solo pensare a qualcosa.

Dunque, così era andata; queste cose erano successe. Sembrava il volere di un macabro destino, il loro: tutti e tre non ricordavano nulla -nemmeno in quel momento, già-, tutti e tre si erano comportati più o meno alla stessa maniera e tutti e tre avevano ricevuto le stesse (pazzesche) proposte. E le chiamavano vacanze…

Jiraiya si mosse per primo; s’alzò dal bancone, lo aggirò e andò vicino a Tsunade, serio e slavato in volto.

«Tsunade! Ti rendi conto di quello che hai fatto?! Tu conosci questi tre ragazzi, e anche molto bene, vecchia arpia! Naruto è come un figlio per te, Shikamaru è un ragazzo su cui hai detto che avresti sempre potuto contare, e Sasuke è il tuo pupillo più brillante alla tua cavolo d’università! Non potevamo risolvere queste scaramucce fra ragazzini in privato?! No, dovevamo convocare un tribunale, fare addirittura un processo, e mettere su tutto questo allucinante casino! Ma non hai -»

Fino a quel momento, la donna aveva ascoltato con buona pazienza –dote di cui Madre Natura non l’aveva mai resa una grande portatrice- la filippica dell’altro; ma ora lo aveva sonoramente interrotto con un secco schiaffo.

«TU non devi osare dire cosa devo e non devo fare… non osare, Jiraiya!» ribatté fieramente, quasi tremando. «Io conosco queste tre ragazze da altrettanto tempo, e si sono rivolte a me per una colpa che era stata attribuita a loro dal padrone dell’hotel in cui avevano alloggiato! Colpa che, come hai potuto vedere, i tuoi ragazzi spartiscono appieno… con un piccolo fattore molto, molto più grave. Le hanno prese in giro, le hanno stupidamente usate… come d’altra parte anche qualcun altro ha fatto… e allora, che paghino, che marciscano in prigione, se è questo che la legge vuole! Io non mi tirerò indietro dall’accusarli, se è necessario!» finì.

In verità, le dispiaceva. Le dispiaceva immensamente accusare quei tre ragazzi, perché la donna aveva a cuore tutti e tre: Naruto era il figliastro di Jiraiya e lei lo aveva sempre accudito; i Nara erano amici della sua famiglia da diverse generazioni, e lei stravedeva per quel pigrone ricolmo di talento; e Sasuke era lo studente più bravo all’università dove lei stessa insegnava, e ne compativa tantissimo il doloroso passato. Ma adesso, dopo quello che essi avevano fatto, dopo che avevano maltrattato quelle tre povere ragazze che le erano tanto care quanto i rispettivi ragazzi, non si sentiva più in grado di amarli e proteggerli come prima. E poi, ciò che era successo le ricordava terribilmente quando…

L’improvviso arrivo dei giurati la svegliò da quella lunga riflessione; i due avvocati tornarono al proprio posto e aspettarono il verdetto.

Anko, non appena si sedette, guardò molto gravemente tutti i sei ragazzi e poi sospirò in modo assai serio.
«La giuria ha deciso» iniziò, chiara e concisa. «Siete stati giudicati. Ripeto i vostri capi d’accusa. Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara, Sakura Haruno, Ino Yamanaka, Temari no Sabaku: siete stati tutti accusati dall’esimio signor Ichiraku, proprietario e direttore dell’albergo The Venetian, presso cui avete alloggiato dal sei agosto i primi e dall’otto le seconde, di violenza a cose, offese a pubblici ufficiali, schiamazzi notturni, rumori discutibili in piena notte e furto.»
Tutti e tre, alzatisi, deglutirono sommessamente, pallidi e provati; tutte e tre si morsero invece un labbro e s’inumidirono le labbra.

«La difesa dei tre, supportata dall’avvocato Jiraiya, ha riscosso notevoli lacune e» e qui il giudice incespicò un attimo, perplessa per come esprimere nel modo più eufemistico e giuridicamente corretto possibile la frase “questi qui non si ricordano assolutamente nulla di quella maledetta notte in questa città” «…parti mancanti, soprattutto per quanto concerne la notte in questione. La difese delle tre ragazze, supportata dalla signorina Tsunade, ha esplicato molto bene ciò che è accaduto e ha colmato tutte le mancanze della prima. Dunque, qualcuno dovrà pagare ciò che è successo.»

Seguì un greve silenzio.

«Il verdetto finale della Corte di Giustizia del distretto di Las Vegas è…»

 

*

 

«Be’, poteva pure andarci peggio, eh.» borbottò Naruto, scrutando con lo sguardo la depressa fogliolina d’insalata davanti a sé.

«Ma sta’ zitto, va…» replicò Shikamaru, spegnendo seccamente la cicca nel posacenere e sbracandosi rozzamente sulla sedia.

«E un po’ d’allegria, cazzo…» commentò il primo, offesosi, lasciando definitivamente perdere la propria cena –consistente in un tristissimo piatto d’insalata- e incrociando le braccia al petto.

Passarono diversi minuti in silenzio, in cui ognuno badò ai fatto propri, reputandoli assai più gravi di quelli degli altri due.

«Certo che… però…» biascicò ancora il biondo, mentre assumeva il solito sorriso infantile «Sasuke che balla e urla e ride…»

E iniziò a ridacchiare sommessamente, immaginandosi la scena; saturo, tuttavia riuscendo a non scomporsi, il diretto interessato gli diede un sonoro scappellotto.

Sulla tavola scese nuovamente il silenzio, che fu interrotto dopo parecchio tempo dal concitato tamburellare delle dita di Shikamaru sulla superficie del mobile.

«Dobbiamo parlarci.» disse solamente; gli altri due sospirarono e guardarono all’esatto polo opposto dell’enorme sala, dove sembrava che vi fosse lo stesso mortorio.

Ci pensarono abbondantemente. Dovevano proprio farlo…? Dovevano abbassarsi a parlare con quelle tre…? Eppure, eppure… certo, quelle lì li avevano trascinati in tribunale… avevano permesso che i tre facessero una figura meschina davanti a tutta una corte di giustizia… li avevano derisi davanti a tutti, li avevano guardati con superbia… però…

Fu Naruto il primo ad alzarsi; Shikamaru, bofonchiando qualcosa d’incomprensibile, lo seguì svogliato e Sasuke, dopo un po’, s’unì controvoglia; non appena le ragazze videro che essi si erano avvicinati, fecero tutte e tre per andarsene, stizzite, ma i ragazzi si sedettero al loro stesso tavolo con aria talmente mogia e affranta che questo bastò loro per rinunciarvi.

«Ehm… come va?», iniziò Naruto, sorridendo nervosamente, guardando le altre.

«Uh, una meraviglia, guarda.» rispose Temari, glaciale, seguitando a fissare il proprio bicchiere; l’altro annuì vagamente.

Per parecchio tempo la conversazione morì lì; ognuno pensava ai fatti propri, scrutando raramente la controparte e discutendo mentalmente la stupidità della situazione; dopo cinque minuti buoni di perfetta staticità, tuttavia, Shikamaru tossicchiò vagamente e si guardò intorno.

«Che palle, si sta stretti in sei in un tavolino da due…» borbottò, sperando con tutto il cuore di suonare vago… ma non riuscendoci, ovviamente. «Ehr, Temari, ti andrebbe un attimo di andare a quel tavolino lag-»

«Non ne vedo il motivo, Nara.» lo interruppe l’altra, colta sul vivo, guardandolo biecamente. Il ragazzo rimase contrito, ma non vi badò: le donne, si sa, sono difficili per natura.

«Ma… io, insomma, dovrei parlarti. Privatamente. È una quest-»

«Quello che dovevi dire l’hai già detto… come questi altri due qua. Non credo ci sia più niente da aggiungere.» troncò nuovamente la ragazza, astiosa.

«Be’, veramente alla luce dei nuovi fatti… ci sarebbe qualcosa da dir-» provò ancora lui, ma ancora una volta lei lo fermò:

«No, Shikamaru. Non c’è proprio più niente da dire.»

Egli rimase interdetto per diverso tempo, cercando di trovare altre nuove scuse per portarsi via quella dannata donna e darle per una buona volta la sua versione dei fatti; ponderò e ponderò, ma non trovò soluzione, tanto che alla fine sbottò:

«Andiamo, Temari! E anche voi due! Il processo è finito questo pomeriggio, e noi siamo qui a chiedervi scusa, diamine! Che altro volete di più?!»

L’altra lo raggelò con un solo sguardo; quando voleva, sapeva essere la donna più glaciale del mondo.

«Vorremmo tornare indietro a quella maledetta sera… ma evidentemente non si può.»

Naruto, confuso, aggrottò le sopracciglia.

«Tornare indietro? E perché?», chiese, sinceramente perplesso; Sasuke si diede una botta sulla fronte e bisbigliò un “con questo non ci sono speranze”.

«Perché?! E chiedi anche perché, Naruto?! Che idiota!» strillò Sakura, con gli occhi lucidi, scandalizzata.

Shikamaru pensò, dubbioso. Per quel poco di psicologia che capiva, e per quel pochissimo che comprendeva del mondo femminile, alle tre non sarebbero bastate semplici scuse… eppure, non riusciva ad afferrare il motivo. Insomma, loro tre avevano sbagliato, e su questo non ci pioveva; si erano ubriacati e non avevano ricordato nulla… ma adesso erano pentiti e pronti a scusarsi… e ancora quelle tre maledette redicevano.

«Sakura… io non capisco… io ti chiedo scusa, mi dispiace terribilmente per ciò che ho fatto! Ti assicuro che mi dispiace, lo so che sono un idiota, un cretino e blablabla, ma -»

«No, tu – voi non avete capito, evidentemente…» inveì lei, cercando di calmarsi. «Naruto… voi ci avevate mostrato qualcosa di profondo… qualcosa di… di vero. E poi… tu avevi detto che mi… avresti sposato, cavolo, sposato!» sottolineò, arrossendo, e guardando il ragazzo negli occhi «Il che… ora lo riconosco, a mente fredda, è una stupidaggine anche solo da pensare… sono stata un’idiota a proportelo, per carità, non ero del tutto in me… ma tu… mi hai fatto sentire benissimo… come mai mi ero sentita prima con nessuno. Mi hai detto cose meravigliose… mi hai trattato come non ero mai stata trattata…e io ero felicissima. Ma dopo essermene andata da camera tua, quel maledetto giorno, sono venuta a bussare alla tua porta; tu non mi hai risposto, e io da brava cretina ti ho cercato dappertutto, ma niente… e solo alla sera ho scoperto che ti eri alzato tardi… e che ancora non mi degnavi di uno sguardo, che ancora facevi finta che io non esistessi, proprio come il giorno prima, come se quella notte non fosse mai accaduta. E poi, oggi, hai detto che non ricordi niente di quel che è successo. Secondo te, dunque, come mi sarei dovuta sentire?!»

Naruto spalancò la bocca, tanto rimase sorpreso. Oh merda.

«Aspetta, aspetta, aspetta. È questo il problema? Temari, è questo il problema?» chiese Shikamaru, prendendo il polso dell’altra ragazza e guardandola seriamente negli occhi.

Temari sbuffò con fare ironico, pesantemente piccata.

«Oh, sì, genio, è proprio questo il problema. Uno stupido problema di donne, la promessa di matrimonio, non è vero…?»

Nara la guardò: per la prima volta in vita sua, vide gli occhi di Temari profondamente tristi; gli prese un colpo.

«Tu… mi avevi detto quelle cose… quelle cose…! E io… io ero felice… lo ero, Shikamaru. Lo ero.» la ragazza scosse la testa, malinconica e tremendamente diversa da quella di sempre. «Io ti avevo fatto quella assurda proposta… assurda, lo riconosco, ma importante, che tu hai accettato. Ma poi, qualche ora dopo, quando stavo per venire al tuo tavolo ho visto lo sguardo che mi hai lanciato… lo sguardo dei giorni precedenti. Non era cambiato nulla.»

Sasuke digrignò i denti; il suo orgoglio non l’aveva ancora fatto parlare. Ino aveva la testa appoggiata ad una mano e lo sguardo perso nell’acqua del bicchiere dinnanzi a lei. Il ragazzo deglutì, sospirò pesantemente e bisbigliò solo:

«Ino…»

Shikamaru ragionò velocemente. Ok, aveva capito tutto: erano stati tre perfetti e completi idioti. Le tre ragazze, gli doleva ammetterlo, avevano pienamente ragione; ora capiva tutto… essi avevano accettato di così buon grado la proposta fatta da loro, e qualche ora dopo non le avevano neanche più guardate in faccia, completamente ignari di ciò che era accaduto… Deglutì, cercò un modo per giustificare la propria condotta e si morse reiteratamente il labbro; come dire ciò che provava…?

«Sakura… mi dispiace. Non ho altre parole per dire… in ogni caso, ora ho capito.» borbottò l’Uzumaki, guardandola negli occhi, genuinamente triste. Come al solito, era stato il consueto idiota; come al solito, non aveva capito niente di lei… «Mi dispiace, io… Ti garantisco che mi dispiace. Eppure…» distolse lo sguardo da lei e cercò le parole, rimanendo a bocca aperta per qualche secondo in cerca d’ispirazione; suo malgrado, a quella vista la ragazza sorrise un pochino. «…quello che ti ho detto quella notte… io lo pensavo. Io lo pensavo veramente. Ok, è vero, ancora non ricordo quasi nulla di quanto sia accaduto, nemmeno dopo la tua testimonianza; ma… quelle parole, quei gesti –ehm, a parte forse quelli più, insomma, audaci, se capisci quello che intendo- se li ho palesati, vuol dire che li ho sempre pensati.»

La ragazza rimase spiazzata; non si aspettava un discorso tanto serio e tanto profondo. Sulla tavola scese di nuovo il silenzio, che fu prontamente interrotto da un secco colpo di tosse di Shikamaru.

«Temari, insomma, vorresti venire cortesemente con me da un’altra parte? Devo parlarti.» biascicò, buttando all’aria il tanto vituperato orgoglio; lei sbuffò, alzò gli occhi al cielo, lo scrutò biecamente ma si alzò. Dal momento però che lei occupava il posto centrale fra Sakura e Ino, quest’ultima fu costretta ad alzarsi per farla passare; Sasuke perciò colse il momento al volo, s’alzò prontamente e la prese per un gomito.

«Vieni.» sentenziò, serio… eppure, non era un ordine. Ino lo capì, gli rivolse la prima occhiataccia della serata ma lo seguì; così fecero anche gli altri due, che si sedettero a qualche tavolo di distanza dagli altri.

 

Shikamaru si sedette per primo; Temari strascicò la sedia e vi si accomodò. Passo qualche secondo in silenzio.

«Temari, mi -»

«Ti dispiace, ok. Hai altro da dire?» lo interruppe lei per l’ennesima volta, adesso palesemente scocciata. Shikamaru grugnì, si grattò sciattamente la testa e sbuffò, protraendosi in avanti e appoggiando i gomiti sul tavolino.

«Se tu mi facessi finire di parlare, per una buona volta… Ok, Seccatura, hai ragione. Hai perfettamente ragione ad avercela con me. Non mi sono comportato bene. Ma ti assicuro… ti assicuro» ripeté caldamente per fermarla, perché lei aveva aperto la bocca per interromperlo di nuovo «che non era mia intenzione prenderti in giro. Non l’ho mai fatto e…» sospirò, chiudendo gli occhi per la stanchezza «non lo farò mai.»

«Dunque?» chiese poi Temari, ghignando, eppure sorridendo.

«Dunque, be’, quelle robe che ho detto erano vere. E mi dispiace per ciò che ho fatto.» esplicò finalmente lui, guardandola di sottecchi. Addio orgoglio, oh già. E tutto per una donna. Doveva essere matto, sì, –ma non era lui il genio informatico di New York…?

Ma aveva già fatto trenta, tanto valeva…

«Mi perdoni?»

L’altra alzò un sopracciglio.

 

«Ok, ok. Forse non ho agito in modo propriamente intelligente» abbozzò Sasuke, guardando Ino fieramente negli occhi «però certo, pure tu…»

«Pure io?» copiò lei, incredula e scossa. «Pure io cosa, Sasuke? Mi hai preso in giro! Mi hai fatto credere… qualcosa, e invece niente. E io sto ancora a parlare qui con te, cavolo!»

Batté un pugno sulla superficie del tavolino e s’alzò di scatto; e ancora una volta, lui la bloccò in modo gentile ma fermo. «Siediti. Non ho finito.»««

 

Ma lei lo guardò male e, in un impeto d’ira, scosse talmente tanto il braccio che lui la lasciò andare.

«Sono stanca, Sasuke, sono stanca di fare tutto ciò che vuoi tu! Sono stanca di ubbidirti ciecamente per poi sperare sempre in altro, stanca di interpretare i tuoi silenzi e il tuo caratteraccio, stanca di te! Ma adesso basta, hai capito?!» urlò, concisa.

Lui non si scompose; si limitò a fissarla e solo dopo qualche momento chiuse stancamente gli occhi e s’inumidì le labbra.

«Tu dovresti conoscermi, Ino… In qualsiasi stato io sia, non dico mai cavolate… se dico certe cose, le penso.» disse, burbero. E dal momento che aveva fatto trenta… «E sto ancora aspettando un’uscita insieme.»

 

 

 

*

 

 

 

E così, alla fin fine, dopo occhiatacce, litigi e improperi, dopo aver tanto urlato, dopo aver tanto detto e tanto fatto, fecero pace.

Tutti e sei ripensarono più volte a quella strana, affascinante e assurda serata: e nessuno si pentì di come aveva agito, nemmeno quando tutti quanti andarono a pagare i duecento dollari d’ammenda a testa che il Tribunale di Las Vegas aveva inferto loro, o quando rincasarono in albergo per l’ultima sera in quella folle città e la maggior parte dei camerieri li guardò male, o quando dovettero pagare la parcella dei rispettivi avvocati. Alla fine, poi, i ragazzi scoprirono anche il motivo per cui Tsunade durante il processo aveva usato quei toni così accesi contro di loro, e rimasero decisamente sbalorditi.

«Alcuni mesi fa, infatti, Jiraiya si è comportato nella stessa maniera in cui voi» e qui Sakura lanciò un’occhiataccia ai tre, che fecero finta di non capire «vi siete comportati. Durante la festa di laurea di Shizune, l’allieva più brillante di Tsunade, i due hanno bevuto talmente tanto che, be’, sono finiti nella stessa camera per una notte. E lui ha finalmente promesso di sposarla –si conoscono da qualcosa come quarant’anni, sapete-, ma il giorno dopo, appena svegliati, non si ricordava nulla. Da allora, Tsunade non l’ha più voluto vedere, e a ragione.»

«Già, lei sì che è stata una tosta… mica come noi, ah! Mi chiedo ancora come abbia fatto a perdonarli…» borbottò Temari, sogghignando; Shikamaru sbuffò.

«Be’, anche lei alla fine ha desistito, però. L’altro giorno, dopo che abbiamo pagato la loro lauta parcella, li ho visti cenare insieme in un ristorante… mano nella mano.» civettò Ino.

 

L’ultima serata passò tranquillamente, né loro fecero nulla di particolare; cenarono tutti e sei in un comune tavolo, evitando decisamente bevande che fossero più alcoliche dell’acqua frizzante; alcuni parlarono, alcuni litigarono, altri si scambiarono maliziose battute e superbi sguardi; eppure, nessuno osò toccare quell’argomento che ognuno di loro intimamente covava dentro di sé.

Quell’altra notte, infatti, i tre avevano accettato con folle entusiasmo la proposta di matrimonio delle ragazze; ma adesso, dopo quattro giorni e a mente decisamente lucida, fu chiaro a tutti quanti quanto fosse stato sciocco quell’eccessivo trasporto di sentimenti; erano giovani, avevano ancora tempo, e d’altra parte nessuno dei tre aveva nemmeno menzionato un possibile fidanzamento… ma così, per le ragazze, andava davvero bene. Di tempo, di viaggi, di notti folli e di voglia per convincerli ne avevano ancora a sufficienza… e, se ciò non fosse bastato, avrebbero casualmente fatto un giro da quelle parti…

 

 

 

 

 

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*******

E così finì xD

Ok, mi starete linciando <.< in effetti voi nelle recensioni mi avete sempre parlato di matrimonio fra questi sei, ma in effetti il matrimonio io non l’ho mostrato XD Per la verità, vedete, non ci sarebbe stato il tempo materiale per farli sposare (dopo la folle proposta, le ragazze se ne tornano in camera e il mattino dopo scoprono che i loro amati sono ancora follemente ubriachi…), per cui ho dovuto abbandonare quest’idea, la quale però è emersa tanto spesso nelle vostre recensioni che non me la sono sentita di smentirla XD Oh, il matrimonio (forse) ci sarà, ma fra un po’ di tempo; l’idea in effetti era assurda e palesemente OOC sia come proposta che come richiesta da parte di tutti e sei… ma che volete farci, è colpa dell’alcool XD

Quindi, così va a finire! …Tutti vissero felici e più o meno contenti. E tutti a Las Vegas, yeah xD

 

Ringrazio tanto tutti coloro che mi hanno commentato! Spero davvero vi sia piaciuto il finale e la storia in sé. A me è piaciuto abbastanza, insomma <_< è la solita commediola, lasciatemelo dire, in cui tutti sono contenti, ecco.

 

 

Ma passiamo ora alle recensioni *ò*

Shatzy: “ma come ti viene in mente di dire al ragazzo che ti piace di no solo per farlo avvicinare di più??”ma infatti bo XD mi immagino troppo Ino che legge questo “consiglio” su un fumetto trash tipo Cioè e poi sogna di metterlo in pratica. Credo sia decisamente da lei xD In ogni caso: guarda, Sasuke è OOC, l’ho reso volutamente così caricaturale perché è ubriaco marcio, ma marcio proprio (tant’è che il giorno dopo non ricorda più niente)… e per aumentare l’effetto comico, of course. Spero tanto ti sia piaciuta la storia Flààà, in effetti va avanti da un bel po’ °° (e io devo commentare l’ultimo cap della tua, d’oh!!!) Un bacione e stammi bene, speriamo di rivederci presto cicciaaaa! Grazie tantissime del commento!! *_*

 

Lalà: ti ringrazio tanto del commento *_* ogni volta mi riempi di giuoia! Grazie, davvero! Mi dispiace aver aggiornato dopo tanto, ma ero un po’ in crisi mistica e quindi…^^” Guarda, io mi venderei la nonna per veder ballare Saskè in mezzo al corridoio di un albergo *O* …Infine: io adoro caratterizzare Ino, è così diversa da me che mi ci diverto troppo XD e i battibecchi fra lei e Temari sono una delle cose più BELLE nelle fanfic (e se magari Kishi ogni tanto le mettesse non farebbe male deh =_=…) Ti ringrazio ancora tanto, spero davvero ti sia piaciuto il finale! Aspetto un tuo commento, come al solito! :D un bacione!!

 

Saretta: ahahah, a tutti inquieta questa versione di Saskè xD chissà come mai (come direbbe una mia amica toscana, lui così è “’ellino” –ovvero, bellino XD), mah… Comunque, anche io darei oro per vedere la faccia dei tre (poveretti) quando le tre (disgraziate) raccontano. Penso sia una cosa senza prezzo, mamma XD Poverini, in effetti, li ho trattati abbastanza male (vabbè che Shikamaru nelle mie fanfic fa sempre una figura da idiota deficiente, ma c’è anche un limite o_O)… Ti ringrazio ancora una volta tantissimo per il commento, sei sempre così carina!! Grazie mille, sul serio, spero che l’epilogo ti sia piaciuto! ^^ un bacio! :***

 PS:“Però ragazze, è in queste condizioni anche perchè tutti i bravi autori la vedono così e mollano il fandom” io credo tu abbia perfettamente ragione^^ è per questo motivo che sono tornata, principalmente. Non mi piace arrendermi e sono testarda da morire, quindi anche se non riceverò un solo commento continuerò a pubblicare, solo con molta più lentezza dato la mole incredibile di compiti e di casini di questo periodo (litigo coi miei tipo una volta al giorno e fra venti giorni ho una roba chiamata maturità .__.), ma ci sono comunque XD E no, NESSUNO si riferisce al fatto che SHATZY debba tornare. NESSUNO. U.u

 

 

 

Un grazie ancora a tutti quanti! Un commento me lo lasciate, per favore? ^^

Aggiornerò man mano che commenterete [promesso], ringraziandovi uno a uno.

 

Grazie a tutti coloro che hanno messo questa storia fra i preferiti, fra le seguite, fra le ricordate, la mia sfidante (con la quale NATURALMENTE attendo la prossima sfida u.u) Shatzy, la giudiciah Dreaming Ferret e tutti voi che avete commentato :D

 

Bye bye!

(scherzo della sorte, quest’estate in agosto torno a Las Vegas… lol. xD)

 

 

Clahp

  
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