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Autore: iosnio90    05/06/2010    7 recensioni
E' sempre una Damon/Bonnie. Ed è il seguito della mia prima storia - il linguaggio della resa - quindi per capire alcune cose di questa seconda parte vi consiglio di leggere prima quella....BACIONI...IOSNIO90.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio della resa'
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Capitolo secondo

Se poco più di un anno prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe diventato completamente dipendente da una ragazza e per di più umana, Damon avrebbe di sicuro fatto a fettine quel qualcuno, e invece adesso si faceva abbindolare da una ventenne con gli occhi da cerbiatto.
- E’ incredibile come io mi faccia raggirare dalla mia piccola streghetta - pensava mentre l’auto sfrecciava tra le strade di Fell’s Church, e, di tanto in tanto, guardava Bonnie seduta sul sedile del passeggero assorta nei suoi pensieri.
Le era bastata una finta minaccia per spingerlo a farlo andare incontro, di sua volontà, alla peggiore di tutte le torture: una serata intera con “l’allegra fattoria degli animali”.
Per Damon nulla era peggio di suo fratello, i suoi amici e quella stupida cittadina che era riuscita a fare un’unica cosa decente: dare i natali al suo uccellino rosso.
Ma Damon ormai si era rassegnato da tempo al suo crudele destino: era riuscito a tenere Bonnie lontano da quel cumulo di spazzatura per sei mesi interi, ma sapeva bene che prima o poi avrebbe dovuto tornarci perché lei era troppo legata a quel posto e lui non poteva imporle di stare lontano dalla sua città o dai suoi amichetti sennò lei avrebbe sofferto e tutto a causa sua e questo era a dir poco inaccettabile.
Però doveva ammettere che quei sei mesi in giro per l’Europa da solo con lei erano stati il periodo migliore che avesse mai passato da sempre.
Una delle caratteristiche che più gli piacevano di Bonnie era il suo essere totalmente buffa in certe situazioni.
Ovunque lui la portasse lei se ne andava in giro con gli occhi spalancati girando furiosamente la testa a destra e a sinistra come per non perdersi nulla: beh…quella era una delle visioni più divertenti che Damon avesse mai visto.
In quei momenti Bonnie sembrava proprio una bambina, anche se lui sapeva più che bene che lei non lo era affatto. Quando erano da soli Bonnie diventava un’altra: una donna a tutti gli effetti tanto sicura di sé e sensuale da fargli perdere il controllo. Soltanto lui conosceva quel lato di Bonnie e aveva giurato a sé stesso che nessun altro l’avrebbe mai conosciuto.
Lei era sua. Fine della discussione.
Ed era esattamente con queste parole impresse nella mente che Damon cercava sempre di trattenersi dall’uccidere chiunque facesse dei pensieri non proprio casti su di lei.
Quel viaggio gli aveva fatto scoprire parecchie cose e tra queste c’era la gelosia per qualsiasi essere umano, animale o vegetale di sesso maschile che osasse posare il suo sguardo, anche casualmente, su Bonnie.
Non si era mai accorto davvero di quanti sguardi attirasse su di sé la streghetta solo passeggiando per strada. E da quello che aveva capito neppure lei se ne rendeva poi tanto conto.
Era anche vero che fino a quel momento l’aveva sempre vista in quel buco opprimente di Fell’s Church, dove gli unici esseri maschi degni di una qualche nota erano il suo caro fratellino e quel Mutt…e questo era un tutto dire!
Ma lì, in quelle città affollate era tutta un’altra storia.
Certo anche Bonnie si era dimostrata parecchio gelosa e questo lo lusingava, ma soprattutto si divertiva un casino a vederla stringere i pugni e lanciare sguardi minacciosi verso le povere mal capitate.
Se c’era una cosa che gli piaceva davvero in quelle situazioni era guardarle nella mente: ogni volta c’era un unico grido… “Sta alla larga, lui è mio!”.
Quella farse detta con così tanta sicurezza, anche se solo mentalmente, lo mandava letteralmente in estasi: non aveva mai pensato che gli sarebbe mai piaciuto così tanto appartenere a qualcuno!
I giorni con lei erano sempre così: un’altalena di sensazioni continue di cui non si stancava mai.
Si era persino scoperto capace di gesti e parole che credeva prerogativa di quegli sfigati smielati in stile santo Stefano.
Ma bisogna naturalmente tenere conto del fatto che lui era comunque Damon, quindi, sì, faceva cose tipo comprare fiori, regali, organizzare sorprese romantiche e via dicendo, ma ovviamente era tutto fatto con molto più stile di quanto quel cretino di suo fratello avrebbe mai potuto fare….dopotutto non era mica colpa sua, cosa poteva farci se era praticamente perfetto?!
Infine, però, il giorno della partenza era arrivato, Bonnie aveva cominciato a diventare irrequieta, così, anche se controvoglia, aveva organizzato tutto per il ritorno.
E sarebbe stato un viaggio fantastico, se l’umore di entrambi non fosse stato guastato da quel ridicolo stregone che aveva cercato di abbordare Bonnie: il ricordo della faccia da scemo di quello lì era ancora vivido, forse in un giorno particolarmente noioso l’avrebbe cercato e gliela avrebbe fatta pagare.
“Damon? Damon, ci sei?” - la voce di Bonnie interruppe i suoi pensieri.
“Sì, che c’è?”.
“Siamo quasi arrivati, non ti sembra l’ora di rallentare?” - gli fece notare lei.
Era così perso nei suoi ricordi che non si era neppure reso conto che erano quasi alla fine della corsa.
 - Beh, vecchio mio, la streghetta ti ha proprio in pugno! Stai pensando ad un omicidio solo perché un tizio le ha rivolto la parola! - si disse sorridendo e scuotendo la testa.
“A cosa pensavi?” - gli chiese Bonnie.
“A nulla!” - rispose Damon che ancora sogghignava.
“Oh, avanti dimmelo” - si lamentò lei mettendo il broncio.
- Cavoli, Damon, un po’ di dignità! Non puoi cedere ogni volta che fa quella faccetta triste - pensò e poi….
“E poi sarei io quello che corrompe l’altro, eh?” - le disse.
“Che significa?” - chiese lei.
“Significa che ogni volta che vuoi qualcosa da me sfoggi, senza alcun pudore direi, la tua faccina triste da cucciolo bastonato perché sai bene che io non resisto!” - spiegò lui mentre parcheggiava sul viale alle spalle del pensionato.
“Ah, beh, se la pensi così, allora non dirmi a cosa stavi pensando, va bene comunque!” - ribattè Bonnie e fece per scendere, ma Damon la bloccò.
“Ok, ok, se proprio lo vuoi sapere pensavo al periodo in Europa!” - confessò lui.
“Davvero? Pensa un po’….ci stavo pensando anch’io!” - disse entusiasta Bonnie.
“Beh, siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda!” - fece Damon.
“Già! Così pare!” - rispose Bonnie sorridendogli e piegando leggermente la testa di lato.
“Mmmmh, allora vediamo se capisci cosa voglio adesso!” - la sfidò Damon guardandola negli occhi e avvicinando il viso a quello di lei.
Non passarono neppure due secondi che Bonnie gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
 - Eh già! La mia streghetta mi capisce all’istante - pensava compiaciuto Damon mentre stringeva a sé Bonnie per quanto l’abitacolo permettesse di fare.
Restarono persi l’uno nell’altra per minuti, ore, forse giorni…il tempo, come ogni volta, non importava….importavano solo loro due.
Ma, naturalmente, essendo a Fell’s Church, un rompiscatole doveva pure arrivare a rovinare tutto…ed eccolo lì, il santo fratellino che dalla finestra della sua stanza lanciava non-si-capiva-bene-cosa contro il parabrezza dell’auto per attirare l’attenzione.
“Damon, Bonnie avanti venite su!” - gridò Stefan.
Damon si allontanò da Bonnie sbuffando.
“Ma possibile che è sempre in mezzo?” - disse.
“Avanti, è solo in ansia perché vuole rivederci, andiamo!” - lo esortò Bonnie prima di scendere dall’auto.
Arrivati all’entrata del pensionato, Damon fermò Bonnie.
“Ehi, lo sai che sono qui solo perché mi ci hai costretto, vero?” - le chiese.
Bonnie semplicemente gli sorrise, lo afferrò per un braccio e lo trascinò su per le scale.

Erano passati sei mesi dall’ultima volta che li aveva visti, ma le cose non erano cambiate per niente.
Elena e Stefan sembravano sempre due colombi in amore e continuavano, come sempre, a dimenticarsi di tutto e di tutti soltanto guardandosi.
Matt era il solito, vecchio Matt. Diffidava ancora di Damon, ma se non l’avesse fatto probabilmente sarebbe finito il mondo, quindi….
Meredith, beh lei era sempre la sua cara sorella acquisita. Tra loro due c’era un legame particolare e nonostante volessero davvero bene ad Elena, il legame che univa Meredith a Bonnie era molto più forte di una semplice amicizia, era quasi un legame di sangue.
Bonnie aveva passato l’intera serata ad intervallare abbracci di gruppo con Elena e Meredith ad aneddoti sul suo viaggio con Damon, che se ne stava, come sempre, in disparte a fissarla e a glissare con frasi poco carine ogni tentativo di approccio di Stefan….ma cosa si poteva fare, lui era fatto così.
Quando ormai fuori era quasi del tutto buio, Stefan e Matt uscirono per andare a prendere la cena alle ragazze che erano particolarmente affamate e, mentre Damon fu spedito da Bonnie a recuperare dei regali che aveva preso per le sue amiche e che aveva lasciato a casa, Elena e Meredith cominciarono a tartassare la povera Bonnie di domande sull’unico argomento che a loro interessasse davvero: Damon.
“Bonnie, adesso possiamo parlare tranquille! Dì la verità…Damon ti ha fatto soffrire?” - le chiese premurosa Meredith.
“No”.
“Ti ha protetta?” - chiese, questa volta, Elena.
“Sì”.
“Si è comportato, anche solo una volta, da bastardo?” - Meredith.
“No”.
“Ha fatto il cascamorto con qualcun’altra?” - Elena.
“No, ragazze ve lo assicuro…Damon è perfetto!” - disse Bonnie sorridendo.
“Oddio, mi sa che l’ha influenzata!” - disse Elena a Meredith.
“Sì, lo credo anch’io” - rispose Meredith.
“Ragazze, ehi ascoltatemi, davvero, credetemi, Damon non mi ha influenzata! E dico sul serio quando dico che è un fidanzato perfetto. Pensate che per non sbagliare nulla ha addirittura fatto una lista di tutte le caratteristiche del principe azzurro secondo la maggior parte delle ragazze, e fa di tutto per attenervisi! Poi dovreste vedere come mette a tacere chiunque mi dia fastidio. Oppure come si preoccupa per me, pensate che è stato lui a capire che avevo nostalgia di voi e ad organizzare il viaggio di ritorno!” - disse orgogliosa Bonnie.
“Bonnie, ti rendi conto che questo è quasi impossibile da credere, vero?” - fece Elena.
“Sì, lo so, ma è la pura verità!” - ribattè Bonnie.
“Ed io ti credo! Solo….non ti fa infuriare il fatto che uccida per nutrirsi? Come fai a sopportarlo?” - le chiese seria Meredith.
“Lo sopporto perché non uccide più nessuno!” - rispose Bonnie.
“Cioè?” - chiese Elena.
“Beh ha cominciato a bere sangue in bottiglia, come dice lui….cioè fa come facevaLucas: beve sangue rubato alla banca del sangue! E un furto è molto più sopportabile di un assassinio!” - piegò Bonnie.
Elena e Meredith erano letteralmente stupite dal cambiamento di Damon e la conversazione continuò con Bonnie che faceva un monologo sulle fantastiche qualità di Damon, mentre Elena e Meredith la guardavano sorridendo e scuotendo leggermente la testa con affetto.
Poco dopo lo stesso Damon ricomparve seguito a ruota da Stefan e Matt.
Bonnie fu davvero felice di mettere qualcosa nello stomaco…non faceva un pasto decente da almeno due giorni.
Finita la cena, fu l’ora dei regali.
“Elena, Meredith, vi ho portato una cosa!” - esordì Bonnie e poi… “Stefan, Matt, scusate ma non ho proprio pensato a….” - concluse imbarazzata.
“Non preoccuparti Bonnie!” - le disse Stefan mentre Matt le sorrideva.
“Ok, allora aprite!” - disse Bonnie tornando a rivolgersi alle sue amiche e porgendo loro due scatole grandi con due fiocchi enormi.
“O mio…” - disse Elena una volta aperta la sua scatola.
“B-Bonnie…” - balbettò Meredith, ed era difficile far balbettare Meredith.
“Che ne dite? Ne ho prese tre uguali, ma di colori diversi….azzurra per Elena, viola per Meredith e….”.
“Nera per Bonnie!” - la interruppe Damon che le si era avvicinato e l’aveva abbracciata sorprendendola alle spalle.
“Già…vi piacciono?” - chiese Bonnie.
“Cosa sono?” - chiesero Matt e Stefan.
Allora Elena estrasse dalla sua scatola una camicia da notte di seta azzurra con i bordi in pizzo e le rifiniture argentate che, messa addosso, sarebbe arrivata al massimo sul ginocchio.
“Beh è…..” - cominciò Stefan con gli occhi spalancati.
“Un perfetto regalo di coppia!” - lo interrupe Damon.
“Ma che significa “regalo di coppia”? Sono un regalo per Elena, Meredith e me!” - ribattè Bonnie.
“Scusa, ma io non credo che siano solo per voi! Se non ricordo male chi ha beneficiato di più del tuo regalo a te stessa sono stato io, o sbaglio?” - le sussurrò Damon all’orecchio con un tono malizioso che certo non sfuggì a nessuno degli altri.
Bonnie ci pensò su e poi: “Ok, Damon ha ragione! Potete usarlo come regalo per voi stesse, ma come regalo di coppia funziona meglio!” - disse.
Tutti fissarono tutti per qualche istante e poi scoppiarono a ridere come pazzi,tutti tranne Damon,ovviamente che a quanto pare preferiva strene lì a baciale il collo.
A Bonnie era mancata davvero quella atmosfera...anche se non vedeva l’ora di tornare a casa per stare con Damon e il loro “regalo di coppia”.



NOTE:
Ciao a tutti e scusate per l'assenza prolungata! Impegni vari!
Comunque in questo capitolo, come nel primo, è tutto molto tranquillo, ho preferito attenermi ancora un pò alle "scene tranquille di vita quotidiana",come dice giustamente Ila_D, e poi questo capitolo mi serviva per far ritornare nella storia tutti gli altri e, naturalmente, per far dire a Damon cosa pensava di tutta questa storia con Bonnie.
Nei prossimi capitoli tornerò a parlere dei "cattivi" e a lasciare la parola a Ted, ma la vera azione comincerà verso il quinto, sesto capitolo e durerà fino alla fine, quindi godetevi queste altre poche scene tranquille perchè vi assicuro che non ce ne saranno più così tante e che, per motivi relativi alla trama che ho in mente, Damon e Bonnie resteranno divisi per un bel pezzo, quindi...*_*
Grazie a tutti per le recensioni, ma mi raccomando, continuate! Recensite, recensite, recensite....BACIONI...IOSNIO90!
   
 
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