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Autore: Gillywater    06/06/2010    15 recensioni
La storia tra Sana e Akito è finita da tre lunghi anni. Lei ora sta con Naozumi e lui, come sempre, cerca di fare chiarezza nel caos che ha in mente. Ma cosa potrebbero mai combinare, quei due, senza l'aiuto provvidenziale degli amici?
"Fuka non era propriamente annoiata, solo che quella storia era stata costretta a sentirla per anni. Anni. Non confidenze sussurrate nei bagni della scuola, che si perdevano in uno sbuffo di fumo, mentre la sigaretta stretta tra le dita si consumava. Anni. Ore continue della sua vita che lei e Tsuyoshi, soprattutto, avevano passato a scervellarsi per capire quali contorti ragionamenti si nascondessero dietro le menti malate di Akito e Sana. E nessuno dei due, quasi servisse qualcosa sottolinearlo, riusciva a capire perché si erano lasciati e perché attendessero tanto tempo a rimettersi insieme."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SHE IS

Capitolo 2 : Incespicare

Oh, oh , I never felt this way
How do you give me so much pleasure
And cause me so much pain
Just when I think
Ive taken more than would a fool
I start fallin' back in love with you
                Fallin' - Alicia Keys

Quello che colpì subito Sana, non fu il dispettoso raggio di sole che quotidianamente riusciva ad infilarsi tra gli spiragli della tenda, bensì l’invitante odore di fragranti croissant che probabilmente Fuka aveva acquistato al bar all’angolo.
Le ragazze adoravano fare colazione in quel posto che, si vociferava, fosse il migliore della città. E grazie al cameriere carino che vi lavorava, riuscivano spesso ad ottenere qualche sconto.
Sana si tirò su a sedere, un sorriso beato e rilassato stampato in faccia: quel giorno niente lavoro, doveva soltanto andare a lezione in università nel pomeriggio. Con Akito.
Fuka molto probabilmente era già uscita di casa, per andare in ufficio. Terminata la scuola superiore, la ragazza era stata fortunatissima a trovare un lavoro come impiegata: lo stipendio era ottimo e il lavoro per nulla massacrante.
Sana cercò la propria biancheria tra il mucchio di indumenti infondo al suo letto. Poi si infilò la camicia di Naozumi ed allacciò i bottoni, giusto per coprire il necessario.
Sbadigliando si recò in cucina. Sentiva il rumore della televisione accesa e di un cucchiaino che tintinnava contro una tazza.
- Fuka?- chiamò dubbiosa Sana, prima di svoltare l’angolo.
Si trovò faccia a faccia con Akito, che come tutte le mattine era andato a fare colazione a casa loro. Il ragazzo stava guardando i cartoni animati e quando si accorse di lei, si limitò ad osservarla.
Quella camicia la indossava ieri sera Kamura” constatò. Si scoprì infastidito, ma decise di ignorare quella sensazione.
-Buongiorno Kurata – la salutò, con una freddezza che non si sarebbe saputo spiegare.
- Akito... Possibile che tu debba mangiare qui ogni santo giorno? Non hai una casa? – gli chiese Sana, ma in realtà non era per niente arrabbiata.
Lui la ignorò.
Sana si accomodò al tavolo, di fianco a lui e addentò la brioche che Fuka le aveva lasciato su un piattino, insieme alla tazza con il latte caldo.
- Che carina Fuka – disse allegramente – Mi pensa sempre –
Sana si alzò velocemente per cercare il succo d’arancia in frigorifero che, peraltro, era come sempre il ritratto della desolazione. Vuoto. Lo richiuse, un po’ sconfortata.
-A dire la verità – tossì Akito – Sono stato io a portarti la colazione –
Sana non ne capì il motivo, ma poté avvertire distintamente un nodo di tenerezza formarsi in gola. E avrebbe voluto poterlo abbracciare. Avrebbe voluto potergli fare appoggiare la testa contro il suo seno, come facevano anni prima, quando lui compiva qualche gesto carino che le faceva piacere. Certo, avrebbe voluto, ma la solita vocina nella sua testa le ricordò che nella stanza infondo al corridoio stava dormendo Kamura, il suo ragazzo.
-Ah – si limitò a dire – Ti ringrazio –
Akito la osservò di nuovo – Kamura è di la che dorme? – le chiese, accennando malizioso alla camicia che stava indossando.
Sana si sentì contorcere le viscere al pensiero che Akito avesse capito quello che lei e Naozumi avevano fatto quella notte.
Non è mica stupido Akito” si disse mentalmente, annuendo nel frattempo per rispondere a lui.
Akito tornò a voltarsi verso la televisione, ma in realtà non guardò le immagini.
Adoravo quando indossava i miei vestiti il mattino dopo aver fatto l’amore” dovette ammettere con se stesso, cercando di ignorare quel pizzico di fastidio che si faceva sempre più insistente nel suo stomaco.
Sana gli passò davanti, oscurandogli per un momento l’immagine del suo eroe che sgozzava l’orribile mostro che aveva tentato di ucciderlo.
Stava cercando di arrivare al ripiano più alto della dispensa per prendere lo zucchero; la camicia si sollevò, scoprendole la pelle nuda e fecero bella mostra di sé un paio di mutandine nere, di pizzo.
Akito si irritò ancora di più, ricordandosi che quelle mutandine gliele aveva sfilate più di una volta.
Ma che cavolo ti prende?” si disse “Fino a ieri sera ti era totalmente indifferente. Perché ora pensi a queste cose?”.
Vide Sana afferrare lo zucchero, ma poi, per lo slancio che si era data, barcollare all’indietro ed incespicare nei suoi stessi piedi.
Alzarsi in piedi ed afferrarla per i fianchi, fu istintivo.

*

Naozumi rotolò sul suo fianco, con il preciso intento di abbracciare quel corpo caldo che aveva stretto a sé tutta la notte. Trovò l’altra metà del letto vuota. Fredda. E quel sorriso beato che aleggiava sul suo volto fino ad un attimo prima, si smorzò appena.
Quella notte era stata fantastica per lui, anche se continuava ad avere la stranissima sensazione che Sana non fosse completamente coinvolta quando stavano insieme.
Andiamo Naozumi” si rimproverò “Smettila di essere paranoico. Stai ragionando come una donna, te ne rendi conto?”.
Udì il suono di due voci provenire dalla cucina ed istintivamente si tirò in piedi. Indossò anch’egli la propria biancheria, notando che quella di Sana non c’era già più, come la sua camicia, che probabilmente la ragazza aveva indossato.
Questo lo rese felice.
Constatare che una delle due voci che aveva sentito poco prima fosse di Akito, lo rese un po’ meno contento. Anzi.
Quando la sera prima era entrato in casa e aveva visto Sana e Akito a pochi centimetri l’una dalle labbra dell’altro, avrebbe voluto andare li e spaccare la faccia a quel bastardo.
Lui non sta più con Sana” si era detto “Perché diamine continua a ronzarle intorno? E soprattutto perché lei non gli dice di stare lontano?”
Tutte le sue energie erano concentrate ad ignorare questa seconda parte della domanda.
Uscì dalla stanza con più foga di quanto sarebbe stata necessaria e fece la sua comparsa in cucina, dopo essersi ripromesso di mantenere la calma mentre scivolava lungo il corridoio.

*

Oh baby
I, I, I, I'm fallin'
I, I, I, I'm fallin'
Fall
       Fallin' - Alicia Keys

Sana vide le fredde mattonelle del pavimento farsi più vicine. Sempre più vicine, mentre lei cadeva per terra. Quando fu sicura che sarebbe avvenuto l’impatto, avvertì due braccia forti sorreggerla, afferrandola per i fianchi.
Akito la sollevò da terra con una grazia che non gli apparteneva, voltandola verso di sé. Istintivamente, se la strinse più forte contro il proprio corpo e rimase a guardarla negli occhi.
Sana stette immobile, paralizzata, mentre la sua pelle, al di sotto della camicia, bruciava, tanto era il desiderio che aveva di strapparsi via quella stoffa dannata per sentire l’effetto che faceva la sua pelle calda contro quella di Akito.
Sana, controllati”.
Io amo Kamura, io voglio solo Kamura. Perché ho queste sensazioni ogni volta che Akito mi è vicino?” si chiese, cominciando a tremare dentro di sé.
Naozumi apparve sulla soglia della cucina.
Cazzo” urlò una voce nella testa di Akito. E in quella di Sana.
Kamura parve sentire quella voce, pur essendo completamente estraneo alle loro menti.
-Sana?- la chiamò, la voce tremante. Incertezza o rabbia allo stato puro?
Sana allontanò bruscamente Akito da sé e quest’ultimo finse la sua solita indifferenza, tornando a sedersi sulla sedia e a guardare i cartoni animati.
Naozumi parve ricomporsi – Che... Che cosa stavate facendo? – balbettò.
Improvvisamente, pur essendo lui il fidanzato di Sana, cominciava a sentirsi di troppo.
Akito roteò gli occhi al cielo, ma fortunatamente Naozumi non lo vide, perché girato di spalle.
-Cercavo lo zucchero – spiegò Sana sbrigativa, passandosi una mano sulla fronte sudaticcia – sono inciampata nei miei stessi piedi e Akito mi ha trattenuta dal cadere per terra come un sacco di patate – spiegò sorridente.
Si avvicinò a Kamura e gli schioccò un bacio sulle labbra – Buongiorno amore –
Akito strinse i pugni. Benché cercasse di apparire disinvolto, quella scenetta diabetica lo aveva fatto proprio incavolare a morte. Fino a qualche anno prima, Sana riservava soltanto a lui quel trattamento.
-Vuoi fermarti a fare colazione con... Con noi? – gli domandò Sana, tentennando sull’ultima parte della frase.
Kamura scosse la testa e Akito poté avvertire il forte profumo che il ragazzo utilizzava. Gli venne da vomitare.
-No, questa mattina ho alcune commissioni da sbrigare, anzi – disse, controllando l’orologio appeso alla parete – Sono già in ritardo, devo sbrigarmi –
Depose un bacio sulla fronte di Sana e fece per andarsene.
Prima di scomparire alla vista dei due ragazzi rimasti in cucina, però, aggiunse una frase che, Akito ne era certo, aveva il preciso scopo di dargli il colpo di grazia – Amore, tieni pure la mia camicia. Tanto nel tuo armadio ce ne sono un sacco di mie
Akito strinse gli occhi e mandò giù.
Calma. Doveva soltanto mantenere la calma.

*

Kamura se ne era andato. Finalmente.
Sana si stava facendo la doccia nel bagno della sua camera, mentre Akito se ne stava appollaiato sul divano, tutto intento a spulciare gli appunti della lezione di Fisica che si sarebbe tenuta quel giorno.
La testa ovviamente era altrove.
Okay, ammetti almeno con te stesso che il pensiero che Sana e Kamura, questa notte, siano stati insieme ti da fastidio. E non poco. Ammettilo e vedrai che starai meglio”.
Akito sospirò.
“Okay, lo ammetto”.
Santo Cielo, avrebbe tanto voluto tirare un pugno sul naso di Kamura quando lo aveva visto entrare in cucina, con quell’espressione beota sulla faccia. Anzi, già quando aveva visto Sana mezza nuda sgambettargli davanti, aveva desiderato ardentemente correre come una furia in camera sua e rovinare quell’enorme imbecille che si era portata a letto.
No, non posso sopportare che sia lui a spogliarla, che sia lui a toccarla, a baciarle quel corpo magnifico. Non posso accettare che sia lui l’ultima persona che Sana vede la sera prima di addormentarsi”.
Akito strinse i pugni.
Diavolo, Akito! Questi discorsi te li facevi anche due anni fa, quando si è messa con Kamura ed eri riuscito a convincerti che la situazione andava bene. Perché salta tutto fuori ora?” si domandò, cercando di ignorare quella solita vocina dispettosa che gli suggeriva “Non l’hai mai dimenticata, ti ha sempre dato fastidio, solo che lo negavi a te stesso”.
Akito si alzò in piedi e cominciò a misurare la stanza a grandi passi. La tapparella era stata tirata su a metà e il sole filtrava attraverso la finestra proiettando lunghe ombre sul pavimento bianco. Il ragazzo udì una porta sbattere.
Sana.
- Akito! Akito scusa! Ci ho messo una vita a farmi la doccia – aveva esclamato lei, spuntando da dietro la porta con indosso solo un paio di jeans ed una magliettina bianca, leggera, che lasciava intravedere il solco tra i seni.
Lui deglutì. Anche quella magliettina ricordava di avergliela tolta un sacco di volte.
-Strano, non è da te essere in ritardo – commentò lui ironicamente, incrociando le braccia e continuando a guardarla con un sorriso storto.
Lei inarcò un sopracciglio – Cosa c’è?- gli domandò.
-Niente –
Sana andò a recuperare la sua borsa e cominciò a cercare i suoi occhiali da sole. Ovviamente, come da suo proverbiale ordine, non li trovò.
-Dai porca miseria. Dove li ho messi? – sbottò, dopo averli cercati praticamente per tutta la casa.
Akito rise –Cerchi questi per caso? – le domandò, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni gli occhiali da sole di Sana. Questa mise su un cipiglio irresistibile.
-Mi hai fatto cercare per tutta la casa e poi li avevi tu? – sbottò ancora – Non me lo potevi dire? –
-E il divertimento poi dove stava? –
- Hayama, mi fai veramente incavolare! Coraggio, dammeli! – gli ordinò.
Lui rise ancora di più –No, Kurata. Vieniteli a prendere –
Cominciò a correre per la casa e Sana, ovviamente, lo rincorse, raccogliendo la sfida.
Avranno pure avuto ventidue anni, quasi ventitré per Akito, ma certe cose decisamente erano rimaste uguali. Tanto per dirne una, la loro eterna infantilità.
Akito teneva gli occhiali da sole in mano, le braccia tese sopra la propria testa, e Sana saltellava nel vano tentativo di arrivarci per poterseli riprendere.
Fu forse per il troppo slancio che si era data o perché incespicò nei suoi stessi piedi (per la seconda volta quel giorno) che sia lei che Akito rovinarono a terra come due sciocchi.
Akito sbatté il sedere con violenza sul pavimento; Sana gli finì a cavalcioni e per l’impatto la sua testa andò a cozzare contro quella del ragazzo. L’intero sistema solare cominciò a ruotare loro intorno.
-Ahi, Kurata hai la testa più dura di un sasso! – la rimbeccò, massaggiandosi la parte lesa.
-Oh Hayama, stai zitto. Questa è tutta colpa tua, sei tu che hai cominciato con questo scherzo stupido, quindi ti sta bene! –
In realtà quella dei due che si era fatta più male era lei.
Quando sollevarono lo sguardo l’uno sull’altra, si resero conto di quanto fossero vicini. Akito poteva vedere il proprio riflesso negli occhi di Sana e non gli sfuggì lo sguardo languido che aveva lei in quel momento. Lo stesso sguardo che le aveva visto ogni volta che desiderava un bacio da lui.
Istintivamente le portò le mani sui fianchi e con le dita le scostò i lembi della camicetta per poterle sfiorare la pelle calda della schiena. Sentì Sana rabbrividire.
Con l’altra mano le scostò una ciocca di capelli da davanti agli occhi e gliela depositò dietro le orecchie. Sana chiuse gli occhi, godendosi quei brividi che continuavano a percorrerle tutto il corpo.
“Baciala Akito, baciala. Non vedi che lo vuole anche lei?”
Fece scivolare la sua mano sulla nuca di Sana e con gentilezza l’attirò verso di sé. Sana continuava a tenere gli occhi chiusi. Le loro labbra erano sempre più vicine, Sana poteva sentire il calore dell’alito di Akito solleticarle la pelle delicata del collo.
A quel punto anche Akito chiuse gli occhi, preparandosi a quello che, ne era certo, sarebbe stato un bacio fin troppo travolgente a cui lui non sarebbe riuscito a resistere.
Poteva già sentire il sapore del lucidalabbra alla fragola di Sana...

*

-Tsuyoshi, Tsuyoshi dannazione apri questa porta!-
Quando cinque anni prima Tsuyoshi si era presentato alla porta di Akito, dicendogli di aprire immediatamente perché gli doveva parlare, interrompendo così il sonno beato dello stesso, avrebbe dovuto immaginare che Akito, prima o tardi avrebbe ricambiato il favore. (*)
- Akito? Che cosa vuoi? –
Un Tsuyoshi molto assonnato fece la sua comparsa sulla porta di casa, con ancora il pigiama addosso. Akito parve sorpreso, ma senza nemmeno attendere un consenso, entrò in casa dell’amico.
Era tardo pomeriggio ed Akito era appena uscito dall’università dove si era tenuta la lezione pomeridiana a cui doveva andare quel giorno. Con Sana.
-Non sei andato al lavoro questa mattina? Stavi dormendo? – gli chiese, lasciandosi cadere sul divano e addentando un cioccolatino abbandonato sul tavolo.
Tsuyoshi si imbronciò e mise le mani sui fianchi – Aya stanotte non è stata molto bene e questa mattina ho preso un giorno di permesso per poterla aiutare. Non mi andava di lasciarla da sola –
Akito annui.
-Che cosa vuoi? – ripeté.
Akito sobbalzò –Oh Tsuyoshi! – gli disse.
Ecco, in quel momento Akito non sembrava per niente Akito. Era piuttosto molto simile ad un ragazzo disperato, con il cuore a pezzi, che non sapeva più che pesci pigliare. Ossia, tutto quello che Akito non era, che non era mai stato e che non sarebbe stato mai.
-Aiutami non so che fare –
Okay, quello non era Akito. Anche Tsuyoshi parve accorgersene perché si andò subito ad accomodare di fianco al suo amico –Akito, cosa succede? – gli domandò ansioso.
Quello mormorò qualcosa. Qualcosa di non ben definito. Qualcosa di cui Tsuyoshi riuscì a capire soltanto “Occhiali” e “Kamura” e “Bacio”.
Tsuyoshi era confuso –Hai baciato Kamura con gli occhiali? – gli domandò.
Akito storse il naso – No! Che schifo! – sospirò – Stavo giocando con Sana, le avevo rubato gli occhiali da sole e lei stava cercando di riprenderli. Poi mi è caduta addosso e...-
-E?-
-E...-
-E?-
-E... Per poco non ci siamo baciati! – ammise, abbassando il capo con fare colpevole – Solo che lei si è fermata poco prima che succedesse. Mi ha solo detto “Kamura” e poi si è rialzata – Akito si prese la testa tra le mani –Tsuyoshi dimmi cosa devo fare, perché sennò impazzisco – gli domandò, disperato e sull’orlo delle lacrime.
Tsuyoshi non l’aveva mai visto così.
- Akito... – cominciò a dire, con fare serio – Akito, ma è fantastico! –
-Eh?-
-Io ed Aya eravamo sicuri che prima o poi sarebbe successo. Adesso è solo questione di tempo, ma finalmente è scoccata di nuovo la scintilla! – esclamò, con espressione sognante.
-Tsuyoshi, ma sei rincitrullito? – gli domandò.
In quel momento Aya fece capolino dalla stanza da letto. L’espressione sbattuta e il maglione larghissimo che indossava, non riuscivano a coprire il luccichio entusiastico nei suoi occhi.
-Ciao Akito. Non ho potuto fare a meno di sentire quello che hai detto a Tsuyoshi. È la verità?-
Tipica affermazione di tutti coloro che amano farsi i fatti degli altri. Non ho potuto fare a meno di sentire. Allora non ascoltare, invece di tormentarmi.
Akito sbuffò – Fantastico, adesso insieme a Tsuyoshi ho trovato un’altra consulente del cuore –
L’espressione sconvolta di pochi secondi prima, completamente scomparsa.
-Senti Hayama – disse Aya risoluta come Akito non l’aveva mai vista – Se Sana è rimasta immobile così a lungo prima di scansarsi, vuol dire che era parecchio indecisa se lasciarsi baciare da te oppure no. Il mio è un parere da donna e di migliore amica di Sana. Se ha tutti questi dubbi, vuol dire che quello che prova per Kamura non è così forte, non credi?-
Certo, il ragionamento di Aya non faceva una grinza, perfettamente razionale, dava voce ai suoi stessi pensieri. Ma da quando, Sana era una persona razionale?

*

-No scusa, vuoi ripetere? –

Fuka era sconvolta.
Oddio, non che non si aspettasse che prima o dopo sarebbe accaduto, solo che venirlo a sapere così, dopo una giornata di lavoro massacrante e una quantità sproposita di scartoffie da ricontrollare prima di passarle al suo capo, la faceva innervosire più del dovuto.
Sana aveva quasi baciato Akito.
No, Akito aveva quasi baciato Sana.
Ma che differenza c’è alla fine?” si era chiesta perplessa.
Sana non aveva tardato molto a darle la lieta novella. Fuka era entrata in casa, tutta trafelata e con la borsa a tracolla che a momenti la strangolava e lei glielo aveva detto.
La stava aspettando, curandola, annusando la sua presenza aldilà della porta come il più fedele cane da compagnia. Quando Fuka se l’era ritrovata davanti, Sana saltellava da un piede all’altro, mordendosi le labbra, i capelli raccolti confusamente in una coda disordinata.
E questo è il modello di ragazza che centinaia di teenager seguono ogni giorno” si era detta Fuka, sorprendentemente divertita.
Sana le aveva raccontato tutto, non risparmiandole nemmeno i più intimi dettagli. Akito che le rubava gli occhiali. Lei che inciampava. Loro che si guardavano negli occhi. Le loro labbra che erano lì lì per sfiorarsi. Lei che lo aveva allontanato.
Per concludere ovviamente con loro che andavano a pranzare insieme, e poi all’università a lezione, come se niente fosse successo. Normale, no?
Fuka non era propriamente annoiata, solo che quella storia era stata costretta a sentirla per anni. Anni. Non confidenze sussurrate nei bagni della scuola, che si perdevano in uno sbuffo di fumo, mentre la sigaretta stretta tra le dita si consumava. Anni. Ore continue della sua vita che lei e Tsuyoshi, soprattutto, avevano passato a scervellarsi per capire quali contorti ragionamenti si nascondessero dietro le menti malate di Akito e Sana. E nessuno dei due, quasi servisse qualcosa sottolinearlo, riusciva a capire perché si fossero lasciati e perché attendessero tanto tempo a rimettersi insieme.
-Sana, perché l’hai allontanato? – le domandò innocentemente.
Quella parve quasi offesa - Ma perché io sto con Naozumi – spiegò, più scandalizzata che mai.
-E allora? – chiese ancora Fuka, non capendo quale fosse effettivamente il problema.
-Non lo voglio tradire –
Ecco, erano esattamente queste cose che la mandavano su tutte le furie. Ma che razza di risposta era quella? Tu non è che non baci un ragazzo perché stai con un’altra persona e non la vuoi tradire. Non è quella la giusta motivazione che ci sta dietro, almeno.
Trovare adesso il giusto modo per spiegarlo a Sana era una delle azioni più difficili che avrebbe mai dovuto compiere nella sua vita.
-Sana, ti rendi conto di quello che dici? –
La ragazza sgranò gli occhi e la guardò interrogativa –In che senso? –
Fuka sospirò – Sana, tu mi stai dicendo che non hai baciato Akito perché stai con Naozumi e non lo vuoi tradire –
Fuka la guardò, cercando di lasciarle intendere esplicitamente qualcosa con il suo modo di fare. Sana ovviamente non colse il messaggio – Eh? E allora?-
Fuka sospirò ancora e si accese una sigaretta.
Sapeva perfettamente che Sana detestava quando fumava. In casa per di più. Ma in quel momento necessitava della sua dose quotidiana di nicotina che, paradossalmente, era in grado di farla stare tranquilla.
Aspirò una lunga boccata di fumo e poi strinse gli occhi a due fessure, per guardare Sana che ancora stava zitta, in attesa. Sul suo volto solo un lieve accenno di fastidio per l’odore nauseabondo del fumo.
-Sana. Avresti dovuto dirmi che non hai baciato Akito perché ami Naozumi –
Poté sentire il campanello nella testa di Sana squillare, pur non avendo poteri telepatici. Sembrava sconvolta. Fuka spense la sigaretta, consumata nemmeno a metà, nel posacenere sul mobile all’ingresso. Ancora non era riuscita ad entrare in casa.
-Perché lo ami, Sana. Non perché non lo vuoi tradire –
La superò, lasciandola imbambolata all’ingresso.

I keep on fallin'
In and out of love
With you
Sometimes I love ya
Sometimes u make me blue
Sometimes I feel good
At times I feel used
Lovin you darlin'
Makes me so confused
             Fallin ' - Alicia Keys

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Buonasera ^_^ Eccoci qui con il secondo capitolo di questa storia. Eh, la Kim aveva proprio ragione a dire che Sana e Akito senza i loro amici sarebbero perduti. No, ditemi voi se è normale che sia stata Fuka a far notare la piccola contraddizione presente nel suo modo di fare… Nel prossimo capitolo ci sarà una svolta – o è quello dopo? :D Non vi dico niente.

In primo luogo volevo ringraziarvi di cuore perché non ho mai avuto così tante recensioni solo per il primo capitolo. Spero che la storia continui ad appassionarvi. A questo proposito e in secondo luogo, volevo fare una precisazione, che forse avrei dovuto fare sin dal primo capitolo : questa storia sarà incentrata sulla quotidianità. Una volta superato l’ostacolo “Naozumi”, la storia sarà incentrata sul rapporto Sana e Akito. Per tutto il tempo. Questo significa che possiamo dire addio all’amore travagliato dei due, presente in My Sorrow. Ho sempre voluto scrivere una storia “tranquilla”, senza colpi di scena, che raccontasse la pura quotidianità della coppia e quindi – diciamolo – in sé un po’ banale. Per quanto Sana e Akito consentano di scrivere una storia “banale”, intendiamoci. E poi, volevo anche raccontare una storia che non cominciasse con la fine – tipico, si mettono insieme alla fine e quello che tutti abbiamo letto è più che altro il “come ci sono arrivati”. Spero di non avervi deluse con questa anticipazione, più che altro la parte di voi che si aspettava fuochi d’artificio da questa fiction – io mi ci sto affezionando molto, poi vedremo come si evolverà.

Passo a ringraziare le ragazze che come sempre sono fantastiche: la storia sarà incentrata sul rapporto Sana e Akito. esta storia sarà incentrata sulla quotidianità. recisazione, visto che mi

_DaNgErOuS_ChIlD_ : la prima, la prima a recensire! ^_^ Ma ciao! Brava che hai tenuto a mente l’idea del frullatore, torna sempre utile prima o poi e se non ci pensi tu lo faccio io – non ti dico lo schifo di dover scrivere le scene tra Sana e Kamura. Meno male che non durerà ancora a lungo. Un bacione tesoro!
Yesterday: no, l’indice puntato no, per carità! ç__ç Grazie per cento – ma si dice poi? Boh. - per ogni bella parola che mi hai scritto. Come suddetto, la quotidianità ci sarà, e tantissima in questa fiction (è proprio vero che si ricerca nelle storie quello che ci manca nella vita vera – ma che dico?). Al solito mi hai ispirata per una cosa che però non ti dico – così impari. Che tu ci creda o meno, al rifletto di Sana e Akito sulla TV ho pensato a te – giuro e spergiuro. Ormai siamo telepatiche – esci dalla mia testa! E… nonostante tu continui a strepitare, la storia rimane dedicata a te! <3
Deb: ciao cara! No, non mi è arrivata nessuna mail com’è possibile? Ç__ç Ma cos’è questa rivolta dei PC contro di me? Mi diverto un sacco a leggere le tue considerazioni sulla storia, per non parlare dei dialoghi che fai da sola con Sana e Akito. Tutto bene? :D Kamura credo vogliano ucciderlo in molte e a questo proposito ti dico che dovrai sopportarlo ancora per poco. Pochissimo promesso, padrona! ^__^ Un bacione ad una mia fan accanita!
Ili91: ma grazie, e colgo anche l’occasione per ringraziarti della tua recensione all’ultimo capitolo di My Sorrow, davvero troppo gentile. *_* Sana sta con Naozumi da due anni e ancora non si è stancata – che coraggio (una parte di me urla “che schifo” ma vabbè). Amici per loro è una parolaccia, infatti l’ho messa in corsivo se non sbaglio :D Se ti sono piaciuti i dialoghi interiori di Sana, vedrai nei prossimi capitoli. Ancora grazie infinite, spero che anche questa storia ti piaccia (:
ryanforever: la veggente (posso chiamarti così). Adesso mi spieghi come facevi a sapere che in questo capitolo c’erano Aya, Fuka e Tsuyoshi che avrebbero aiutato Sana e Akito. Sei per caso una spia? :D No, scherzo, sei solo molto attenta. Con i tempi effettivamente non mi so gestire molto bene, tre anni lontani sono praticamente una vita considerati i soggetti, però insomma, vedremo cosa combineranno se mai torneranno insieme, no? Lo so, sono cattiva a dire queste cose, ma… Un bacione e grazie mille sul serio ^_^
mantovanina: allora, premesso che definire Naozumi un broccolo mi ha causato mezzora abbondante di risate incontenibili, passo a risponderti. Ma la gravidanza di Aya ha proprio colpito tutte quante vedo – lei e Tsu si amano dalla notte dei tempi? Altre risate XD Le buone nuove arriveranno con il primo volo, giuro e spergiuro anche a te. Un bacione bella ^__^
trixina: innanzitutto non ti devi scusare, hai detto quello che pensi ed è giusto così, le recensioni sennò a cosa servono? Per ciò che riguarda il fatto che la storia è banale, mi sono dilungata un po’ nell’angolo autrice ed evito di ripetermi, preciso solo che volevo sfruttare un po’ Naozumi in questa storia, visto che in My Sorrow ha avuto un ruolo molto marginale – lo odio e non cambieranno le cose :D Per ciò che riguarda le scene di sesso, mi spiace che tu le abbia ritenute esagerate. Ritengo personalmente che in amore la passione sia fondamentale, altrimenti è amicizia e basta e poi ti posso assicurare che solitamente non schiaffo mai scene di forza in un capitolo, mi esce tutto (dai dialoghi, alle descrizioni, fino alle suddette scene) naturalmente. Nonostante questo terrò i tuoi consigli a mente, promesso ;) L’immagine della Sana cattiva che tappa la bocca a quella buona però, te lo devo dire, è fantastica e forse mi hai dato un’idea per un prossimo capitolo. Un bacione ^__^
dancemylife: **sorrisone** Tsuyoshi non si limita a stare accanto ad Aya, semplicemente la tortura quella povera donna. Ma ti immagini uno che ti sta addosso perché si preoccupa che tu possa affaticarti per qualsiasi cosa? È incinta, mica malata! ^__^ La relazione tra Sana e Akito è stata troncata sempre per il solito motivo : orgoglio ed incapacità di chiarirsi, proprio come due mocciosi. In ogni caso, gli interrogativi si chiariranno con lo svilupparsi della storia. Un bacione immenso ^_^
Midao: **Ale si inchina, perché davanti all’autrice di “Svegliandoti” non può fare altrimenti** Tsuyoshi ed Aya effettivamente vivono su un universo parallelo – mai un problema a quei due, è mai possibile? Il punto di vista di Fuka si chiarirà tra un paio di capitoli e ho in mente che ti alzerai in piedi a fare la ola. Naozumi provvederò a toglierlo dai piedi quanto prima. E. Se però mi dici che quello che ho scritto è meraviglioso, io mi sciolgo ç__ç Grazie infinite, un bacione *_*
Roby5b: ma ciao pazza! ^_^ la storia dovrebbe essere formata da una quindicina di capitoli – forse uno o due in meno – ma sono già a buon punto a scriverla, solo ultimamente vado alla velocità di un bradipo. Per il bacio tra Sana e Akito… beh, dovrai aspettare un altro (bel) po’. Un bacione e spero continuerai a seguirmi ^__^
_Rob_ : stai tranquilla e non piangere, infondo se non si mollassero e riprendessero in continuazione, non sarebbero più Sana e Akito. È questo il bello di loro ._. chiamalo bello, eh? Naozumi perché lo odiamo un po’ tutte, e come capro espiatorio ci sta alla grande – così posso odiarlo ancora di più. No, mi spiace ma con lui sono irremovibile U.U Un bacione ^__^
sasyherm: esattamente, questo tentativo di storia è anche il continuo di My Sorrow, ma a distanza di cinque anni, quindi è un po’ una storia staccata dalla precedente. Felicissima che l’inizio ti sia piaciuto, spero anche il resto. ^__^ Un bacio.
Porpetta: ehi, tu sei la donna della domenica o al limite del lunedì, cosa mi combini? Ci ho messo un po’ a pubblicare perché il capitolo non mi convinceva, perché ho questi maledetti esami (aiutami a bruciare la scuola) e perché con gli ultimi capitoli non riesco proprio ad andare avanti – sarà lo stress, spero solo che con le vacanze riesca a trovare il tempo. Effettivamente Kamura poteva andarsi a scusare il giorno dopo, ma… Ha voluto farle la sorpresa, che dolce ._. proprio no. Un bacione, sei cara come sempre ^_^

Beh, insomma, proprio una bella lista di ringraziamenti. Ragazze siete fantastiche, mi date un sacco di energia e mi mettete di buon umore – ne ho davvero bisogno ultimamente, sennò mi sparo un colpo ._. Voglio le vacanze!

Ringrazio ovviamente anche chi, pazientemente si è letto questo delirio e ha inserito la storia tra Scelte, Preferite e Ricordate.

Alla prossima settimana – si spera. Aggiornerò di lunedì perché non ci sono – me parte *-*

Un bacione
Ale69

  
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