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Autore: Dadasopher    06/06/2010    4 recensioni
" Dei più cinici io sono il peggiore, ma amo la mia capacità di mentire a me stesso. A volte è veramente utile un'arte come questa, ti convince delle cose più improbabili."
(gettata sul foglio con astio, passione e memoria)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Die, Shinya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« The D E A D  do  not stay buried »


| Habit is a great deadener |


Una concatenazione di baci rubati al mio bello dormiente, queste labbra alla ricerca meticolosa di un grammo di vita in questa carne eburnea, segnata dal pallore malato.
Giacciono inconsapevolmente in te quelle parole corrose dal tempo, le leggo sulle tue palpebre recise dal sonno.
-Amore mio- sussurro impercettibilmente nel momento in cui assaporo le ultime volontà latenti sotto la tua pelle vitrea. Sento le tue costole sporgere, tutte e ventiquattro che premono contro la superficie esterna di te, tutte allineate perfettamente, splendidamente presenti all'appello.
Cosa potrò ricordare di questo corpo flaccido tra un paio di mesi?
Tu eri capace di magie indescrivibili, si sa, da uomini forti nascono grandi azioni. Eri l'esempio lampante ogni qualvolta ne parlavamo accanitamente, durante quelle tipiche passeggiate nei parchi in fiore e nell'aria c'era l'inconfondibile odore di pesco maturo.
Amavo quel tuo sorriso marcato, sempre disponibile e aperto a chi rivolgevi la tua preziosa attenzione. Mai una volta eri visibilmente irritato, nemmeno quando ti confessavo di aver perso un chilo di troppo.

La mia bilancia nera, che lucidavo ogni mattina meticolosamente con il mio panno rosa anticato intriso di alcool profumato, era l'unica che poteva giudicarmi attentamente. Aveva una grande virtù che a molti sembra mancare: l'imparzialità. Ovviamente era anche una fidata alleata contro il mondo e contro la mia ossessione maniacale per il peso.
Tu invece, al contrario di lei, mi ripetevi che ero tremendamente malato, arrivavi perfino a strattonarmi senza gentilezza e amore contro quel muro bianco.
Adesso se ti cerco sulla sua superficie fredda, ravviso solo l'ombra del nostro litigio, l'evanescenza della tua forza.

Precipitoso e affannato ti cingo i fianchi con dubbia incertezza, al massimo sento la carne pulsare ancora viva, niente di più.

Odiavi dormire. Se c'era una cosa che proprio non tolleravi era l'atmosfera calda che regalano le coltri fuori dagli orari notturni. Dicevi marcatamente che così facendo avresti annullato ogni briciolo della tua singola esistenza negli altri. Non volevi ammettere però di essere pigro, no cercavi il compromesso nella stanchezza. Allora mi avvicinavo a te, nei miei quarantacinque chili ostentati, ti soffiavo nell'orecchio scherzosamente, come ogni buon amico fa e ripetevo flebilmente
-Sei un perdente Dai!-

Quello era uno dei pochi momenti in cui, chissà perché, ti accigliavi e preferivi di gran lunga la tua “bimba” rossa, come amavi definirla dopo qualche birra di troppo. Ah ,poi se eri al massimo della tua sbronza potevi parlarne pure una serata con orgoglio stampato , naturalmente, a caratteri cubitali sulla faccia.

Devo però ammettere che la strimpellavi divinamente. Non suonavi nemmeno le mie ossa così, Daisuke. Nemmeno nel momento in cui invocavo il tuo nome passionalmente, nemmeno quando ti singhiozzavo stupide frasi, perché Toshiya mi portava all'esasperazione con i suoi scherzi idioti.
Cosa facevi? Ah sì , mi stringevi semplicemente al tuo petto accogliente con una timidezza quasi paradossale e in netto contrasto con l'aria da gentleman orgoglioso che spesso recitavi improvvisando, seppur egregiamente. E io amavo osservare il tuo altezzoso comportamento da attore provetto in quella tragicommedia blasfema.

Una cosa che non dimentico sono le tue dita gentili sui miei capelli freschi di parrucchiere, solo tu potevi osare tanto! Scendere tra le loro morbide punte dorate e risalire vertiginosamente alla radice con estrema gentilezza. Dopo quel rituale, ormai ripetuto nel corso degli anni, volgevi lo sguardo ghignando verso Toshiya e ti vantavi del tuo privilegio, mentre il Leader mandava giù amaramente la sua dose quotidiana di camomilla per distendersi i nervi.
Dio quanto mi piacevano quegli attimi, quei frammenti in cui mi rendevi speciale di fronte agli occhi di tutti, elogiavi ogni singola molecola del tuo Shinya.

Non posso fare a meno di arrabbiarmi vedendoti cadere a pezzi giorno per giorno, non poter più riconoscere il tuo sorriso mozzafiato tra molti. Tu non sei l'uomo per cui ho perso follemente la testa, sei la sua cenere, la sua insipida scatola emozionale.

-Ma non è colpa tua, piccolo...non è colpa tua- me ne convinco ripetendolo a voce modulata, così da infestare l'aria disinfettata con il mio fiato arricchito dal rum.

D'altra parte io cosa ci posso fare? Sono a malapena il riflesso della tua imponente figura, figuriamoci se riesco a curarti. Io mi sono sempre lamentato dei miei difetti di fronte al tuo interesse per i miei occhi neri, li scrutavi snocciolandoli di ogni perché dalle pupille passando poi per le iridi dilatate e giungendo alla retina. Aggiungevi ,senza prestare ascolto a ciò che ti dicevo, che adoravi l'intenso mare di pece che ci vedevi dentro, addirittura dicevi di annegarci. Sussultavi poi imbarazzato per ciò che avevi detto. Sorridevi.
E mi uccidevi, mi toglievi il fiato per colpa di quel tuo fottutissimo sorriso.

Daisuke, se le abitudini sono capaci di addolcire la vita, com'è che non riesco a fare a meno di te?
Sibili nel sonno, abbandoni le tue emozioni al cuscino affogandocele dentro, ti rigiri dall'altro lato dandomi la schiena.

A volte non puoi che aggrapparti all'insensatezza della tua passione, farti trascinare dei turbini più zozzi per precipitare nell'abisso, per giunta senza che nemmeno il tuo amante ti veda.
Si dice che dall'uomo forte vengano azioni forti Daisuke...- ripeto ad alta voce quella che era diventata una litania dentro la figura trasparente di Shinya.
Dono per una delle ultime volte un bacio alla tua fronte accogliente, calda e leggermente imperlata di sudore che mai più mi renderà vita.
Giorno per giorno appassisci in un piccolo buco nel grande universo che ci circonda. Ahimè Dai tutte quelle esperienze vissute insieme saranno portate via da noi, di quello che siamo stati e di ciò che siamo lo ricorderanno solo gli oggetti, una sorta di somma precisa di varie linee disposte tridimensionalmente che a volte hanno dei colori.
Indubbiamente non so più cosa essi siano, si sono svuotati della loro consistenza ogni qual volta che mormori nel sonno di voler morire.

Rannicchiato angustamente in quel pezzo insignificante di tatami finisci di marcire e insieme puzziamo di morto.

Se tutto questo non ha mai avuto un vero senso allora Amore mio preferisco cancellare l'ultima immagine che ho di te. Mi turba, mi rovina quell'armoniosa figura sprizzante di gioia.
Se devo scegliere egoisticamente ripudio l'orrore della morte e abbraccio quel vano tentativo di slancio nel colore variegato della vita.

Tu non sei l'uomo per il quale ho perso la testa -commento a voce alta l'immagine che mi si para davanti.  Ho perso letteralmente la testa .

Avresti dovuto uccidermi con le tue stesse mani se ne avessi avuto la forza, invece ti ho sentito solo tremare, sì ti ho sentito, la mia vista era troppo occupata a scrutare l'alba nascente.
Dei più cinici io sono il peggiore, ma amo la mia capacità di mentire a me stesso. A volte è veramente utile un'arte come questa, ti convince delle cose più improbabili.

Dai io non ti ho mai amato.


__________________________________


Salve  a tutti ,
è da un bel pezzo che non scrivevo qualcosa sui diru e ho deciso di riprovarci. Ho sperimentato un pairing nuovo per me , vale a dire DaixShin , però non me ne sono pentita.
Forse quello che scrivo è troppo drammatico,  triste ,  malinconico ma per me la scrittura è un qualcosa che serve per lo sfogo. Ho dentro una marea di emozioni contrastanti che non posso cancellare facilmente. Spesso ciò che componiamo riflette quello stato interiore che ci rappresenta.  Però prima o poi proverò a scrivere qualcosa di diverso, adesso è troppo presto.
Spero che almeno possa esservi piaciuto qualcosa della fic e mi farebbe piacere leggere qualche vostro pensiero al riguardo.
Non credo che ci voglia molto a dire cosa ne pensiate una volta che avete fatto lo sforzo di aprire la pagina e di leggerlo.
Confido nella vostra sensibilità di lettori e scrittori, voglio un vostro consiglio per migliorare ciò che a vostro parere può essere "brutto" o qualsiasi altra impressione vi abbia fatto.
Ah il titolo e il sottotitolo sono due frasi riprese da Joyce e Beckett, scrittori inglesi che avrete sentito nominare .
"The DEAD do not stay buried " fa riferimento a "the dead" , una delle ultime storie dei Dubliners e spesso è stata usata dai critici per riferirsi ai personaggi.
La seconda, " habit  is a great deadener" è invece di Beckett e del suo "aspettando Godot" e la troverete nel monologo di Vladimir.
Perché le ho scelte? Semplicissimo ^^
Dunque la prima  fa riferimento a Daisuke che colto da una malattia (decidete voi quale, preferisco non entrare in merito e approfonditamente in questo campo) ha pochi mesi di vita ed è sempre in preda a dolori. Perciò è costretto a letto , intontito dagli antidolorifici.
Abbiano un fidanzato, Shin, molto odioso. è malato lui stesso ma non sa ammettere che il suo uomo sta peggio di lui. L'ho voluto fare egoista, odioso, sempre pronto a mettersi in primo piano; come si vede del resto dai ricordi che riporta e dalle affermazioni. è sicuro di sé, di ciò che fa.
Poi la seconda è riferita all'abitudine, di che? L'amare. Sembra una contraddizione, ma come direte voi, amare non è un'abitudine !?
Invece per il batterista lo è eccome, vedendo il suo uomo ridotto in quello stato ha finito con il trasformare un sentimento sublime in abitudine. Solo per guarire dalla sua malattia.
Shinya è impotente e spaventato dalla debolezza del rosso, quello che solitamente lo salvava. E adesso che anche lui se ne sta andando chi potrà mai aiutarlo?
Shin è perso e dice di essere morto, di essere marcio.
Eppure senza volerlo egli era già marcio da un pezzo...

Grazie per l'attenzione  e ringrazio per aver perso del tempo con la mia ficci.
Rukola o Rucchan ;



  
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