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Autore: Antalya    06/06/2010    2 recensioni
“Evelyn..hai bisogno di pace e tranquillità, staccati da questo mondo fatto di cellulari e citofoni e fai in modo che le tue orecchie possano ascoltare il suono del nulla…” l’avevo guardata un po’ scioccata al suo dire. “Viky…da quando ti sei sposata con il filosofo…mi stai diventando filosofa a tua volta?” le domandai stranita ma atterrita dal fatto che infondo…aveva ragione. Evelyn è una studiosa impegnata in alcune ricerche ma dopo una discussione con la sua amica decide che è davvero arrivato il momento di trovare la pace e la tranquillità che merita e lo fa trasferendosi in un casolare in Irlanda ma li... potrà stare tranquilla?anche se un uomo misterioso apparirà nella sua vita stravolgendola?è questo che vuole? Lo scopriremo passo dopo passo....
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La realtà dell’altro non è in ciò che ti rivela, ma in quel che non può rivelarti. Perciò, se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice.
Gibran Khalil Gibran

Dal giorno della famosa cavalcata sono passati tre giorni, non ho avuto modo di rivedere Tizio perché la realtà è che lui…è partito per questioni lavorative.

Ebbene il mattino dopo scendendo in cucina avevo trovato un biglietto vicino alla caffettiera carica.

 

Evelyn

Sono dispiaciuto per questo biglietto, ma non ho avuto modo di avvisarla prima. Mancherò da casa per qualche giorno, le lascio le chiavi dell’auto e spero che si trovi bene.

A presto

Ray

 

Ebbene la lettera parlava chiaro, avrei avuto per me qualche giorno prima che il Tizio tornasse dal suo viaggio.

Le giornate passano più lentamente, mi sembra di vivere più ore e di avere più tempo a disposizione da dividere tra lavoro, ricerche, passeggiate con Charlie e anche con Diana.

La mia ispirazione sta tornando, lo sento ogni volta che mi concentro per scrivere la mia bozza, sono più rilassata e la mia mente scorre veloce come un fiume in piena e le mie mani sono frenetiche nella ricerca tra le mie piantine, le cartine e i manuali tanto da non accorgermi della presenza di un nuovo…ospite.

“E’ una bella giornata…per passarla a lavorare!” alzo di scatto il volto con il cuore in gola e i battiti accelerati, sento un pizzicore alla nuca e i capelli irti per lo spavento appena preso.

“Oh, non volevo spaventarla…” risponde l’uomo avvicinandosi con passo felpato mentre io mi siedo pesantemente sulla sedia per evitare di cadere.

“Non l’ho sentita arrivare…lei deve essere…”

“Worren…” si presenta sorridendo accattivante.

“Ah, si Worren…beh, cerca qualcosa?”

“Diritta al sodo…. Mi piace…cercavo Ray…” si sta sporgendo verso di me sicuro del suo fascino da biondo e tenebroso…ma con me non attacca.

“Non c’è… mi dispiace che ha fatto tutta questa strada per niente…”

“Chi dice che sono venuto per niente?” mormora tra se.

“Senta… Ray non c’è..torni quando sarà a casa...”

“Mi sta mandando via?” domanda alzando un sopracciglio sconcertato dalla mia risposta.

“No…”

“Ma io si…” mi volto di scatto notando Tizio proprio davanti al gazebo con le braccia incrociate sul petto e improvvisamente mi sento meglio, meno a disagio e sicuramente più forte davanti alla bella faccia tosta del biondone.

“Sempre gentile…non c’è che dire…” si lamenta il nostro ospite alzandosi dalla sedia.

Mi mette i nervi, non lo conosco e di solito non sono solita giudicare a primo sguardo ma quest’uomo non riesco a digerirlo…per come si atteggia, per come si comporta, per come risponde Tizio alle sue parole.

“Vedrai che non morirai per la mia maleducazione… va via!” la voce bassa che usa Ray sembra quasi un brontolio, un ringhio represso tanto che Worren si alza dalla sedia e si volta senza neanche salutare e va via dalla proprietà.

“Mi dispiace…ogni volta sembra che non succeda altro qui eh…” il suo tono è cambiato, è tranquillo, dispiaciuto e rattristito.

“Non deve dispiacergli… non è successo niente” si siede di fronte a me e si prende la testa fra le mani, improvvisamente mi pare più stanco. Mi sollevo e gli verso un po’ di thè fresco in un bicchiere e glielo avvicino.

“Invece per me ogni volta succede…” risponde senza guardarmi negli occhi, afferra il bicchiere e se lo porta alle labbra.

“Che cosa vuole?” domando di getto senza pensare, infondo per me è uno sconosciuto con il quale divido casa, forse non dovrei immischiarmi. Tizio alza gli occhi di scatto verso di me, sono verdi ed intensi e sembrano stupiti ma compiaciuti.

“Evelyn conosce…”

“Conosci…” lo interrompo “…mi dia del tu…” sorrido cercando di farlo sentire a proprio agio e a quanto pare gradisce la cosa perché mi sorride di ricambio.

“Solo se farai lo stesso…” annuisco e attendo che continui a raccontare.

“Questa tenuta è della mia famiglia da generazioni, diciamo pure che è il nostro bene più prezioso… i Woods hanno un appezzamento vicino a questo, anche loro sono qui da sempre e addirittura il bis nonno di Worren era il migliore amico del mio…almeno fino a quando ha cercato di prendersi la nostra tenuta…” trattengo il fiato mentre racconta, impressionata e curiosa di sapere la fine.

“Ha usato i mezzi più subdoli…voleva comprare l’intera zona ma il mio bis nonno tenne duro e non gli diede mai la possibilità di prendersi la nostra terra…i Woods hanno comprato qualsiasi cosa potesse essere vicino alla loro terra… la loro proprietà è tre volte la mia e non hanno intenzione di fermarsi… vogliono la mia tenuta…” allunga una mano ed afferra una delle mie matite sul tavolo e comincia a giocarci involontariamente.

“Adesso da mesi oramai non fa altro che venire a farmi proposte su proposte ma io non ho nessunissima intenzione di andare via da qui…”

“Che uomo..spregevole… lo avevo capito dal modo in cui si muove e guarda le cose…” mormoro alzandomi dalla sedia innervosita come se la cosa mi toccasse sul vivo.

“Si lo è e per questo ti chiedo Evelyn… di non dargli corda…sa essere molto convincente e tu non devi dargli modo di parlare…mandalo via sempre e fregatene delle buone maniere!” mi sorride e io non posso fare a meno di ricambiare il suo sorriso.

“Tranquillo…ho capito il tipo!”

“Benissimo… allora tutto a posto qui? Che ne dici di cenare con delle bistecche arrostite e delle patate al cartoccio?”

“Direi che è una buona idea!” ribatto mentre sistemo le mie cose e le impilo come sempre in modo ordinato.

 

Il tempo di una doccia e di un cambio d’abito ed ecco che mi trovo seduta in cucina a pelare patate mentre Ray prepara gli aromi per la carne. Non so spiegarmi perché ma trovo simpatia per l’uomo misterioso che mi sono ritrovata come coinquilino… o meglio dovrei dire che si è trovato me come coinquilina.

“Che cosa fai nella vita?” mi chiede di botto.

“Sono un archeologa, al momento sto scrivendo il mio primo manuale…” rispondo concentrata e non tagliarmi le mani.

“Ah…che cosa bella la storia e l’archeologia…mi ha sempre affascinato… è un mondo dove puoi viaggiare nel tempo e sentirti parte di esso…” mormora mentre io alzo lo sguardo scioccata.

“E’ quello che dico sempre anche io…” rispondo con voce melliflua mentre lui si volta e mi guarda ridendo.

“E tu invece? Cosa fai per vivere?” domando stentatamente per non sembrare invadente, ma nella realtà sono curiosa.

“Io? Oltre a quello che mi dà da fare questo posto?” sembra volerci pensare su un momento e io rimango a fissare le sue spalle in attesa di una risposta.

“Io scrivo…sono uno scrittore di romanzi…” la notizia mi fa rimanere un po’ scioccata…avevo creduto fino a pochi minuti fa che l’uomo che mi sta davanti fosse stato un proprietario terriero immerso totalmente nel suo lavoro ignaro della civiltà a km dalla sua casa. Invece ho davanti a me uno scrittore, di romanzi per giunta.

“Bellissimo..un lavoro splendido…e se posso quali romanzi hai scritto?”

“Uso uno pseudonimo sono Red Oneill… scrivo romanzi sull’antico popolo celtico…” c’è un ronzio nella mia testa, lo sento sempre più forte e alla fine capisco il motivo del mio turbamento, ho una copia del suo ultimo romanzo tra i libri da leggere nella borsa.

“Sorpresa?sei silenziosa….”

“No…no… ho letto qualcosa si di te e mi ha sempre affascinato il mondo che descrivi…come fai?”

“Perché ho una laurea in storia e archeologia del mondo celtico e una specialistica in lingua gaelica…” risponde ridendo e capisco poco dopo che ride per la mia faccia sconvolta.

“Ah…” rispondo riscoprendo in quest’uomo molto più di quello che ho immaginato fino ad ora.

“Ecco perché vivi qui… per scrivere è suggestivo e rilassante…”

“Eh si, ma a volte la solitudine è pesante da reggere!” risponde portando a tavola un insalata condita.

“Beh, ancora per un po’ avrai me che ne combino di tutti i colori e disturberò le tue giornate…” rispondi mostrando un sorriso a trentaduemila denti.

“Bene…” mi risponde andando fuori ad arrostire le bistecche.

 

Sistemo le sedie che abbiamo utilizzato sotto il gazebo con la mano libera perché la mia mano sinistra sta tenendo lo scialle che Ray mi ha dato per coprirmi dal fresco serale. Charlie se ne sta li seduto a guardarci mentre noi sistemiamo, ma in realtà è in attesa della sua dose di coccole tanto che mentre mi avvicino si stende per terra mostrandomi il ventre bianco.

“Ah, uno li cresce e poi ecco come si vendono al primo che passa…” borbotta Ray osservando la scena con finta preoccupazione.

“Non sono la prima che passa… lui è mio amico…” rispondo a tono ridendo.

“Bene…spera che non passi nessun’altro allora…” borbotta offeso e io non posso fare a meno di ridere spingendolo verso casa.

“Andiamo a dormire brontolone...”

“Ora mi dai ordini?”

“No… consigli… domani dobbiamo lavorare!”

“Che? No no… domani andiamo al lago…”

“No, devo lavorare… mi aspettano tremila anni di storia da rendere leggibile…”

“Ah allora… non posso mica mettermi contro Sargon…”

“Ma che Sargon… cammina..!” rispondo ridendo divertita, come poche volte negli ultimi anni.

“Va bene… buonanotte…”

“Notte!” rispondo salendo le scale verso la mia stanza.

   
 
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