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Autore: S a r e t t a    07/06/2010    3 recensioni
Le mie dita accarezzavano le sue labbra. I nostri nasi si sfioravano. Il suo respiro si infrangeva contro il mio. I nostri cuori battevano insieme, allo stesso ritmo, per l’ultima volta. Non pensavo a niente. Non volevo pensare a niente. Ci parlavamo con gli occhi, ci facevamo promesse inpronunciate, promesse che volevamo mantenere in un modo o nell’altro. Non resistetti più quando lei si avvicinò al mio orecchio. Sentivo il suo respiro sul collo.
Con un filo di voce roca mi sussurrò un piccola e semplice frase che mi mandò in tilt.
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alien
6. Rum.

«Cosa fai tu per passare il tempo?» mi domandò curiosa.
Mi faceva piacere.
S’interessava alla mia vita come io m’interessavo alla sua, ma non notavo niente.
Niente mi faceva pensare che lei provasse quello che io stesso stavo vivendo.
Non arrossiva.
O forse non potevo vedere le sue guancie arrossire perché erano già rosse per colpa del freddo, non lo so.
«Solitamente vado ad Amburgo con i miei amici e il mio gemello Tom.» dissi pensandoci.
Non potevo dirgli che andavo ad Amburgo, suonavo e mi ubriacavo perché avevo un vuoto che nessuno riusciva a colmare.
Non potevo dirgli che ogni volta tornavo sfinito, che piangevo come un bambino, perché non trovavo ciò che avevo davanti.
Non potevo dirgli che lei era la risposta a tutti i miei problemi.
«Abbiamo una band e suoniamo nei locali.» continuai sperando che s’interessasse alla mia passione.
Avevo bisogno che mi facesse qualche domanda su quell’aspetto di me, era l’unico che apprezzavo, l’unico che potevo esprimere con facilità e verità.
Sorrise perplessa.
«Una band?» mi domandò serrando la bocca.
Forse era stato un passo falso, non dovevo.
No.
Idiota.
«E cosa fai tu?» mi chiese giocando con la sua collana.
«Canto e scrivo.» risposi tranquillo.
Rimase sorpresa o forse solo perplessa.
Non ci credeva?
A cosa stava pensando?
Se mia madre mi avesse dotato di superpoteri, non sarei mai arrivato a quel punto.
Mai.
Mi guardò con un sorriso.
«E’ fantastico!» affermò mordendosi il labbro «A Milano non ho mai sentito di persone che facessero roba del genere, forse perché era anche più grande.»
Risi.
Era questo che la preoccupava?
Il morale che avevo sotto i piedi si era alzato, ma di tanto, ed era bastata solo una conversazione di cinque minuti con lei. Emma non riusciva neanche a capire perché avevo una band, non riusciva a capire che volevo scappare.
Ero davvero convinto di amare quella ragazza, ma mi ero illuso.
Non era niente di simile.
Provavo solo tenerezza verso di lei, niente di più.
«Allora ti piace la musica!» affermò contenta.
Annuii felice, ma gli squillò il cellulare.
Non capii una sola parola, parlava in italiano.
Abbassai la testa e presi il cellulare dalla tasca per inviare un messaggio a Tom.
Doveva sapere.

Ho fatto finta di stare male e sono uscito, non riuscivo a rimanere.
                  Ho incontrato Sara alla fermata e abbiamo iniziato a parlare. Daniel ci ha visto,
                ma era totalmente impotente, rinchiuso a scuola. Domani mi farà ingoiare la lingua.
                             Ora lei è al telefono. Sono felice Tom. Non completamente, ma quasi.

Alzai gli occhi e la vidi pensare. Mi venne la voglia di chiedergli a cosa pensava, a chi.
Volevo entrare nella sua testa, volevo che lei entrasse nella mia.
Era un passo verso quel traguardo.
Era un passo verso  quel qualcosa che speravo si realizzasse.
Non potevo chiedergli nulla di sfrontato, parlavamo da poco.
Mi guardò negli occhi e mi sembrò di morire, c’era qualcosa che non mi convinceva, nascondeva qualcosa.
Notò che la mia mente lavorava su qualcosa che riguardasse lei e abbassò la testa per poi infilare il cellulare nella cartella.
«Dov’è il municipio?» mi domandò tranquilla.
Guardai fuori. Non l’avevamo ancora passato, ma era vicino.
«La prossima.»
Si alzò prendendo la cartella e borbottò qualcosa di incomprensibile, poi si girò verso di me e mi tese la mano.
L’afferrai non potendo rinunciare a un contatto con lei, e la stretta di mano si ripeté.
«E’ stato un piacere parlare con te. Ci vediamo a scuola, o magari alla fermata. Grazie di tutto.» disse per poi incamminarsi verso l’uscita.
Non capivo cosa stava succedendo.
Dove andava?
Mi stava abbandonando?
Per la musica?
Ogni passo che faceva lontano da me mi apriva nuovamente il vuoto.
Vuoto che si faceva sempre più pesante.
Ad ogni passo l’oblio m’inghiottiva ancora più in profondità.
Si fermò e mi guardò.
«Poi ci mettiamo d’accordo per inglese.» disse sorridendo e scendendo dal pullman.
Una fitta mi prese lo stomaco.
La gola si fece secca.
Ne avevo bisogno, disperatamente.
Chiusi gli occhi e mi sdraiai sul sedile.
Gli avevo parlato, non mi sembrava vero.
Avevo sentito la sua voce, specchiato i miei occhi nei suoi, stretto la sua mano.
Avevo provato più emozioni in quel giorno che in qualsiasi altro.
Il cellulare vibrò nuovamente, mio fratello mi aveva risposto.
Lo tirai fuori velocemente e lessi.

 Chissà perché è uscita prima. Non gli hai chiesto niente?
             State ancora parlando? Sento qualcosa di strano. Non va bene? Non procede?
                 Non affrettare i tempi. Vai lento Bill. Tu provi cose che magari lei non sente.    
                     Dobbiamo essere sicuri di ciò che prova, non voglio che tu rimanga ferito.

Deglutii e mi leccai le labbra.
n volevo correre, no.
Anch’io volevo essere sicuro, ma se lei non avesse provato le stesse cose, io sarei rimasto ferito più delle altre volte, più in profondità.
Sarei rimasto ferito a morte.
La amavo.
Lo sapevo, ne ero convinto.
Mi ero innamorato con uno sguardo, avevo perso la testa con uno sguardo.
Era il colpo di fulmine, e se non fosse stato ricambiato … Beh.
L’amore resiste contro le tempeste.
E’ un’impronta incancellabile che rimane anche sull’orlo della morte.
Mi sarei distrutto.
Ma che cosa cambiava?
Lo stavo già facendo, ma non avevo esagerato, non ancora.

E’ andata via, non so perché. Scappano tutti da me, vedi?
                Nessuno mi amerà mai. Nessuno. Voglio lei Tom. Morirei sapendo che lei non ricambia.
         Rimarrei ferito lo stesso. Non ho niente da perdere.
        A parte un’altra delusione.

O la vita.
Presi la cartella e scesi, eravamo al capolinea.
Il verde che mi si presentava davanti mi faceva schifo, non c’era un cazzo di niente.
Non c’era nessuno.
Solo nel mondo. E
ntrai in casa, lanciai la cartella a terra e tolsi la giacca.
Dovevo alleviare tutto.
Non dovevo pensare.

Andai in camera e presi la mia bottiglia di rum, tolsi il tappo in modo frenetico.
Non vedevo l’ora di accarezzare la bottiglia con le mie labbra.
Lei non mi poteva rifiutare.
La poggiai sulle labbra e iniziai a bere, lo sentii scivolare in bocca, accarezzarmi la lingua, bruciarmi la gola.
Tra un paio di minuti sarebbe passato.
Sarebbe tutto passato.
Mi sedetti a terra bevendo ancora, non avrei smesso, non finché non avessi perso i sensi, non finché tutto sarebbe rimasto buio.
Avevo bisogno di qualcuno che mi facesse da luce.
Avevo bisogno di qualcuno che mi salvasse.
Volevo risplendere.
Volevo, ma il buio era troppo cupo.
Non ci sarei riuscito.
Mai.
Non senza di …
                                                                                      Lei.


 





I Bla Bla Dell’Autrice*

Eccomi Qui :)

Rieccomi. Ancora In Missione Zero Debiti, Mercoledì Interrogazione Di Matematica Per Il 5 O Il 6
Voi Tutto Bene? Soprattutto con la Scuola.
Spero Che Anche Questo Capitolo Vi Piaccia!
Piccolissima Anticipazione Dal Prossimo Capitolo Per La Vostra Gioia! :)


" La sua voce mi rimbombava in testa come una campana. Non riuscivo a non provare quella fastidiosa sensazione. Avevo bisogno di qualcosa per calmare il dolore, ma non era necessario. Mi bruciavano gli occhi, anche se chiusi. Sentii la mano di Tom accarezzarmi il viso, e grazie a quel tocco caddi ancora in catalessi. C’era lui a proteggermi, non avevo nessuna paura. Nessuna. Non potevo averne. Lui non avrebbe mai permesso che mi accadesse qualcosa. Mai. "


Grazie Mille Per Aver Letto E Soprattutto Grazie Mille A Chi A Commentato!


Roby_DamnImperfect : Sarebbe Troppo Facile. Il Nostro Bill E’ Complessato, Quasi Ossessivo E Contraddittorio Da Far Paura. Grazie Mille Per La Recensione E Per I Complimenti. :)

Dragona : Ahahahaha. Ti Aspetti Un Bill Assatanato? Xd Chissà Cosa Combineranno! Grazie Anche A Te! :)

Emmeleia : Sono Contenta Di Aver Attirato La Tua Attenzione. Quella Frase E’ Da Ricondurre Al Contesto, E’ Riferita Alla Bottiglia Come Si Può Ben Vedere. :) Grazie Mille Per Aver Aggiunto La Storia Nei Preferiti, Per I Complimenti E Per Aver Commentato! :)

A Presto!
Un Bacione!

Saretta.

  
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