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Autore: EDVIGE86    08/06/2010    8 recensioni
Qualche Cosa turba l'animo di Ted da quando i ragazzi della Otomo Hanno sfidato apertamente la New Teem. Johnny riuscirà ha tirarlo su di morale e un curiosissimo Bruce si farà raccantare da Ted un particolare episodio della sua infanzia in cui, lo stesso Johnny,era riuscito a fargli sbollire i nervi.
Genere: Generale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hajime Taki/Ted Carter, Teppei Kisugi/Johnny Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!! Questa mia piccola fic è un omaggio all'anime che più adoravo da bambina!E che ancora oggi è nel mio cuore.

In particolar modo è dedicata a due personaggi che mi sono sempre piaciuti, per la loro semplicità e per la loro bellissima amicizia.

Vorrei anche porla come omaggio a Kara, un'autrice di questo sito che ammiro tantissimo e che è stata sempre gentilissima con me.

Grazie Kara....e grazie a tutti voi!




Era stanco, con il fiato corto e sudato, ma doveva continuare.......così ancora non era sufficiente.

Fino a quando le gambe lo avrebbero retto, non se ne sarebbe andato, e avrebbe continuato a tirare calci al pallone.

Ennesimo tiro, che si insaccò nell'angolo destro della porta.

Sospirò, riprendendo fiato, passandosi una mano sulla fronte per asciugare il sudore.

Quando il respiro si fu normalizzato, acchiappò subito un altro pallone, sistemandolo poi sul dischetto in area di rigore.

Holly ha ragione”. Pensò, facendo alcuni passi indietro per allontanarsi dalla sfera.

Non possiamo permettere a quei quattro di averla vinta!Dobbiamo impegnarci di più!”

Prese la rincorsa e calciò violentemente a rete.

“Ted?”

Era talmente concentrato su ciò che stava facendo, che non si era accorto di essere osservato da circa venti minuti.

Ted si voltò verso il compagno di squadra, che lo stava guardando con sguardo preoccupato.

“Ted adesso basta. Sono più di due ore che sei qui”.

Ted afferrò l'asciugamano che aveva lasciato poggiato sulla panchina a bordo campo, passandoselo sul viso e dietro al collo.

“No. Non sono ancora soddisfatto.”

Johnny sospirò stanco, poggiando le mani sui fianchi.

“Non puoi pretendere di fare tutto in un giorno. Non ti sto dicendo di mollare, ma solo di riprendere domani con la luce del sole e con la mente più lucida”

“Io sono lucidissimo!” Rispose alzando la voce.

“Si, si certo......” Rispose il numero nove alzando gli occhi al cielo. “ Lucidissimo e arrabbiatissimo.” Puntualizzò.

“ E mi biasimi? Non so come tu faccia a stare così calmo Johnny, ma io non ci riesco! Non faccio altro che pensare a quello che hanno detto e con quale arroganza l'hanno detto”.

Doveva immaginarselo, eccome se doveva conoscendo Ted; il suo amico era furioso da quando, due giorni prima i ragazzi della Otomo avevano sfidato apertamente la New Teem.

Holly era quello che sul momento l'aveva presa peggio, e il giorno seguente aveva iniziato a sottoporre gli amici a un duro allenamento per fargli ritrovare la vera voglia di vincere.

All'inizio le intenzioni del capitano erano apparse alla squadra difficili da comprendere, ma poi il messaggio era arrivato forte e chiaro e tutti avevano deciso di impegnarsi al massimo.

Evidentemente però, qualche cosa in tutta quella storia aveva turbato l'animo di Ted, che si era buttato a capofitto negli allenamenti.

Vista così, non ci sarebbe stato nulla di male, anzi, poteva essere un buon esempio per tutti, come aveva detto Bruce proprio quel giorno; ma Johnny conosceva troppo bene l'amico per farsi ingannare.

L'impegno e la voglia di vincere c'era, eccome se c'era; quello che non andava era lo spirito con il quale stava affrontando tutto questo.

La luce che gli aveva letto negli occhi, e che ancora continuava a vedergli, era di rabbia e frustrazione.

Qualche cosa lo stava divorando da dentro, e Johnny doveva assolutamente capire cosa fosse, gli faceva troppo male vederlo così.

“Immaginavo centrassero Jack e gli altri. Ne vuoi parlare?”.

“ E a cosa servirebbe?”.

“ Ad esempio a non prendertela con quel povero pallone che stai calpestando da circa dieci minuti”.

Ted, con un gesto di evidente nervosismo, mollò un calcio alla palla, che stava effettivamente tormentando da qualche minuto, colpendo la rete di ferro che circondava il campo.

Johnny l'osservò per qualche secondo, invitandolo silenziosamente a confidarsi con lui: qualunque cosa gli avesse detto non sarebbe mai uscita da lì ....e questo Ted lo sapeva bene.

Si conoscevano fin da piccoli e non c'erano mai stati segreti fra loro; riuscivano a leggersi dentro perfettamente, per questo anche in campo avevano un affiatamento perfetto.

“Holly non ha mai saltato un incontro......ci ha sempre guidati verso la vittoria”.

Disse finalmente il numero sette, sedendosi sulla panchina con aria stanca.

“E' il capitano Ted. E' normale che la squadra ruoti attorno a lui.”. Rispose il centravanti, non riuscendo ancora a capire bene dove volesse arrivare il compagno.

“Forse però è arrivato il momento di cambiare”.

“Di cambiare?Non ti seguo”.

Ted con gesto meccanico si rimise in piedi, prendendo a camminare avanti e indietro: doveva trovare le parole giuste per spiegarsi e fare capire a Johnny ciò che intendeva.

“Vorrei poter dimostrare che possiamo vincere anche senza Holly. Anche noi conteremmo pure qualche cosa qui. Credo sia ora di dimostrarlo.”.

Johnny sospirò, iniziando a capire cosa tormentava tanto Ted.

“Ted, il tuo ragionamento non è sbagliato, ma lo stai affrontando nel modo sbagliato....e con troppa rabbia.”

“Io non sono arrabbiato Johnny. Sono furibondo!” Disse, alzando notevolmente il tono di voce.

“Non mi sono mai sentito tanto inutile in vita mia.”. Continuò, mentre la sua voce, così come il suo volto, si velavano di una nota di tristezza. “Li avrei presi a calci!”. Concluse, afferrando l'asciugamano poggiato sul suo collo e spedendolo a terra con una strattone.

“Ted, erano delle provocazioni per innervosirci. Sai bene che siamo la squadra più forte. L'abbiamo dimostrato sul campo.” Cercò subito di rassicurarlo l'altro, sempre più preoccupato per quello strano atteggiamento.

“Ok.....ma senza Holly?”.

“Holly fa parte della New Teem. Potrebbe essere anche il peggiore degli incapaci ma resterebbe sempre uno di noi. E' che tu l'hai presa sul personale. Non capisci che volevano creare zizzannia fra di noi? E tu gli stai dando corda.”.

“Penso solo che anche noi dovremmo dimostrare di valere qualche cosa.”.

Johnny si passò una mano in faccia sconfortato: non immaginava che Ted stesse passando una crisi tanto profonda.

“Ted, Holly non ha colpa di essere il più bravo. E' il capitano, non che il leader della squadra. Quello che dobbiamo fare noi è dare il massimo delle nostre possibilità e aiutarlo come meglio possiamo.”

“Guarda che io non ce l'ho con Holly.”.

“Lo so ......”. Sorrise comprensivo Johnny, davanti allo sguardo triste dell'amico.

“Holly è straordinario! L'ammiro dal primo giorno, sia come calciatore che come persona e sono onorato di giocare con lui! E' un ragazzo eccezionale.....lo so, lo so Johnny.”. Disse Ted avvicinandosi all'amico.

“Quello che voglio dire è che vorrei poter dimostrare a me stesso e tutti gli altri di sapermela cavare anche con le mie forze! Sarei disposto a tutto. Anche a sfidare da solo Jeck e gli altri!”

“ Vedi? E' come dicevo io. Capisco perfettamente ciò che provi: alla Saint Francis io ero il capo cannoniere, poi arrivati alla New Teem il ruolo è passato tutto nella mani di Holly. Credi che non sia stato difficile per me? Ho poi riflettuto e ho capito che l'unica cosa che dovevo fare era rimboccarmi le maniche e tentare di migliorare.”.

Johnny gli posò una mano sulla spalla, notando con che sguardo perso lo stava fissando Ted.

“Holly è un fuoriclasse, ma anche noi abbiamo fatto la nostra parte per rendere grande la New Teem, con i nostri sforzi e con il nostro gioco di squadra. Tentiamo di non sfasciare tutto per delle ripicche personali. Tu hai ragione nel voler dimostrare chi sei,ma devi farlo nel modo giusto e con lo spirito giusto. Fregatene di quello che dicono e gioca per te stesso”.

Ted sorrise grato: ancora una volta Johnny aveva capito perfettamente il punto della situazione, non l'aveva giudicato per quella sfuriata ma l'aveva ascoltato e capito.

“Hai ragione. L'ho presa nel modo sbagliato. E' che mi hanno fatto perdere la calma. Mi ero sentito inutile.”

“Su dai, ora non pensarci più”. Disse Johnny dandogli un buffetto sulla nuca, andando poi a recuperare il pallone che Ted aveva calciato poco prima.

“Allora? Se già stanco o ti va di allenarti con me?”.

“Cosa? Davvero?”

“Certo. Dobbiamo essere in perfetta forma o no?”. Chiese il numero Nove facendogli l'occhiolino.

Ted annui.

“Allora direi di partire con una serie di passaggi veloci!”. Disse, correndo al fianco di Johnny che aveva già sistemato la sfera al centro del campo.

“Ok. E per dimostrarti tutti il mio sostegno, per questa volta, ti concedo di terminare l'azione calciano in porta”.

“Oh grazie fratello.......sono quasi commosso”. Disse Ted, portandosi una mano sul cuore e scimmiottando il tono della voce.

“Si lo so. Ma non farci l'abitudine”. Rispose ridendo Johnny, calciando poi il pallone verso l'amico che partì subito di corsa.


Il giorno seguente Ted si sentiva decisamente più rilassato; certo, non avrebbe potuto giurare che se avesse visto i suoi colleghi della Otomo, li avrebbe salutati con un bel sorriso e fatto finta di nulla.....anzi, probabilmente l'istinto di provare il “tiro del falco”, o come diavolo si chiamava quel coso, sul didietro di Everett, sarebbe stato molto più vivo in lui.

Tutto sommato però la cura “sbollimento nervi” delle sera precedente era servita allo scopo.

Entrò nello spogliatoio con un bel sorriso.

“Buon giorno a tutti!”. Salutò.

“Ehi, buon giorno Ted!”. Contraccambiò Bruce.

“Ciao Ted. Tutto bene sta mattina? Ieri mi sei parso molto nervoso.”. Disse Holly avvicinandosi al compagno.

Ted annuì. “Si hai ragione, mi dispiace ragazzi. Oggi va molto meglio”.

“Bene, siamo contenti. Fra pochi giorni inizierà il campionato e dobbiamo essere al massimo”. Disse Paul, finendo di sbottonarsi la parte superiore della divisa scolastica.

Ted poggiò il suo borsone a terra e iniziò a sua volta e cambiarsi per l'allenamento. “Johnny mi ha sottoposto alla sua personale terapia per sbollirmi i nervi e......ha funzionato.”.

“Terapia per sbollire i nervi?”. Chiese Bruce curioso.

“Si. L'abbiamo brevettata diversi anni fa, quando giocavamo nella Saint Francis. Quando sono particolarmente nervoso mi trascina su un campo di calcio dove ci alleniamo fino a non avere più fiato. Così, dice lui, tiro calci al pallone e non a chi mi ha fatto sbroccare e non ho nemmeno più fiato per imprecare o brontolare”. Spiegò sorridendo.

“Forte!”. Disse Bruce.

“Se invece è lui ad avere la luna storta, sono io che lo trascino di peso sulla spiaggia dove ci facciamo una bella corsa in riva al mare.”.

“Scommetto quello che vuoi che però questa incombenza a te è toccata molto meno”. Rise Paul.

“Mi associo”. Disse divertito Bob.

“Che volete dire voi?”. Chiese il numero sette fingendosi offeso, e ben consapevole invece di avere un carattere molto più incline ai colpi di testa rispetto a Johnny.

“Che l'hai sempre fatto diventare matto fin dai tempi delle elementari. E non puoi dire di no Ted”.

Puntualizzò il numero otto.

“Perchè? Che facevi Ted?”. Chiese Bruce, con la sua solita curiosità.

“Ma niente.......E' che fra noi due io sono sempre stato quello più impulsivo e indisciplinato,così Johnny cercava di darmi un freno”.

“C'è una cosa che non ho mai capito Ted. Voi due vi siete conosciuti alla Saint Francis?”. Continuò Bruce.

“No. Le nostre madri sono amiche dai tempi del liceo, e così anche dopo la scuola la loro amicizia è continuata. Siamo cresciuti assieme. Poi quando Johnny aveva cinque anni i suoi hanno divorziato e suo padre è andato a vivere all'estero con la sua nuova compagna, che era incinta. Diciamo che da allora il rapporto fra le nostre famiglie si è fatto ancora più stretto.”.

“Ah, adesso ho capito.”

Ted annuì. “ Sono consapevole che a volte ho abusato della sua pazienza. Ricordo che una volta litigai ferocemente con mio padre e scappai di casa senza dare spiegazioni a nessuno.

Ero così arrabbiato che agii senza ragionare, e non mi resi nemmeno conto che stava per arrivare un brutto temporale. Johnny fu l'unico che riusci a trovarmi e a riportarmi a casa”.

“Dai Ted raccontaci bene!!!”. Chiese Bruce mettendosi seduto.

“Te lo devo raccontare? Sei più curioso di una scimmia Bruce.”

“Si, si lo so......ma ti prego dai, mi interessa!!!!”. Insistette l'altro.

“Ok...”. Acconsentì Ted, sedendosi a sua volta sulla panche dello spogliatoio.

“Dunque, è successo tre anni fa, poco dopo il campionato nazionale. Mio padre aveva avuto una brutta giornata di lavoro ed era molto nervoso. Mi resi subito conto che qualcosa non andava............”


Ted si chiuse la porta di casa alle spalle, poggiando la borsa a terra e togliendosi le scarpe.

Mamma......Papà sono a casa!”.

Sono in cucina”.

Sentendo la voce della madre, si diresse nell'altra stanza chiedendosi dove fosse suo padre, dato che non gli aveva risposto.

Passando davanti al salotto però, lo vide seduto in poltrona a fumarsi un sigaro.

Ahi, pensò, brutto segno quando suo padre si accendeva uno di quei cosi puzzolenti.

Ben tornato tesoro!”. Lo salutò sua madre, che stava preparando il thè.

Hai tardato”. Continuò mentre Ted si sedeva al tavolo.

Si, abbiamo fatto una piccola partita di allenamento”. Sorrise soddisfatto, mentre sua madre gli porgeva una bella tazza fumante.

Ancora con queste partite? Ma non avete appena giocato il campionato?”. Questa volta fu suo padre a parlare, entrando in cucina per bere il thè.

Era solo allenamento.......è più divertente così. E poi fra poco Benji partirà per la Germania e non avremo più occasioni come questa.”.

In Germania?.Che cosa assurda per un ragazzino della sua età”. Brontolò Simon Carter.

Cosa assurda? Ma papà che dici?E' straordinario! Potrà diventare professionista!! Anche a me piacerebbe tanto andare in Europa!”.

Invece di fantasticare su tutte queste sciocchezze Ted, dovresti preoccuparti un po' di più del tuo futuro e della scuola. Non ti vedo mai con un libro in mano, sempre e solo attaccato a quel pallone.”.

Ted strabuzzò gli occhi a quelle parole. Ma come? Suo padre era sempre stato felice della sua passione per il calcio. Quando poteva veniva alle partire, e quando invece non gli era possibile le seguiva alla tv o comunque chiedeva notizie per telefono.

I miei voti vanno benone!”.

Non come quelli di Johnny però.....o sbaglio?”.

Sua madre lo stressa con la scuola. E' un po' fissata. E comunque anche io me la cavo bene”.

Sara è solo molto coscienziosa. E tu sei molto intelligente. Potresti fare molto meglio di così, se solo non pensassi sempre e solo al calcio. Ormai sei grande Ted, è ora che pensi al tuo futuro!”.

Il calcio è il mio futuro papà!!!”. Urlò il ragazzo, alzandosi dalla sedia e facendo tremare la tazza che poco prima teneva in mano.

Ted, non alzare la voce con tuo padre”. Disse sua madre con tono calmo ma fermo.

Sarebbe proprio ora che ti decidessi a crescere e a smettere di sognare. Devi impegnarti per trovarti, un giorno, un vero lavoro che ti dia l'avvenire. E Smetterla con queste stupidaggini!”

Il cuore di Ted iniziò a tremare e così anche il suo corpo. Era atterrito, arrabbiato e completamente sconvolto da ciò che stava sentendo.

Chi era quello? Che fine aveva fatto suo padre?

Basta papà! Io non lascerò mai il calcio! E' la mia vita!!”

Non dire cose assurde! Il calcio la tua vita....poveri noi. Sei ancora piccolo e non le puoi capire certe cose. Ma fino a quando starai sotto il mio tetto farai quello che dico io.”.

Nemmeno per sogno”. Disse Ted a denti stretti.

Come?”.

Ho detto nemmeno per sogno!!! TU non puoi decidere della mia vita!!! Sei un egoista a parlarmi così!”.

Ted non fece tempo a rendersi conto che suo padre gli si era avvicinato e lo aveva colpito con uno schiaffo.

Sentì solo la guancia che gli bruciava e un totale senso si smarrimento e rancore divorargli il petto.

Senza dire una parola girò sui tacchi e corse fuori dalla cucina.

Suo padre che, un attimo dopo si era reso conto del gesto che aveva fatto e se ne era subito pentito, corse a cercarlo.

Fece solo tempo però a vedere la porta di casa che veniva aperta a poi richiusa con un rumoraccio, senza riuscire a fermare la fuga del figlio.


“Ero talmente arrabbiato che uscì senza ragionare. Qualunque cosa fosse successa non sarei mai tornato a casa.”.

“Accidenti che brutta storia”. Disse Bruce, molto concentrato sul racconto.

“Anche io ci sarei rimasto malissimo se mio padre mi avesse detto certe cose”. Disse Holly.

“Già, soprattutto perchè mi aveva sempre incoraggiato e sostenuto. Comunque scappai via e non mi resi conto che alcuni tuoni avevano già iniziato a farsi sentire. Decisi poi di nascondermi a scuola, negli spogliatoi delle squadra.”. Spiegò Ted continuando il suo racconto.


Una pioggia battente aveva iniziato a bagnare la città da quasi un'ora ormai.

Johnny guardò le gocce sulla finestra per qualche secondo, per poi tornare a immergersi nella sua lettura, comodamente sistemato sul divano.

All'improvviso i fari di una macchina, che si era appena fermata davanti al cancello di casa sua, attirò nuovamente la sua attenzione.

Guardò bene e si rese conto che era l'auto di Ted.

Mamma, ci sono i Carter!”. Urlò, scendendo dal divano di corsa.

I Carter?”. Chiese sua madre sbucando dalla cucina.

Un attimo dopo il campanello di casa suonò e la signora Mason andò ad aprire,seguita da Johnny.

Davanti a loro stavano Simon e Mary Carter, bagnati e con uno sguardo sconvolto.

Sara, Ted è qui da voi?”. Chiese subito Mary, e a quelle parole il cuore di Johnny fece una capriola.

Cosa diavolo aveva combinato sta volta Ted? Era uscito di casa con un tempo simile? Eppure si erano lasciati meno di due ora prima?

No......non è qui. Ma cos'è successo?”. Chiese Sara, ora molto tesa.

Oddio Simon ma allora dove può essere?”. La signora Carter iniziò a singhiozzare sulla spalla del marito.

Sta tranquilla cara. Vedrai che lo troveremo”.

Ma non vedi come piove!! Oh il mio tesoro!!”.

Ma che cosa è successo?”. Chiese ancora Sara.

Abbiamo litigato. Io ero molto nervoso e ho detto delle cose che non pensavo. Mi sono sfogato come uno sciocco. Ted ha reagito male ed è scappato.”.

Sara lanciò uno sguardo comprensivo a Simon e carezzò poi la spalla dell'amica, che continuava a piangere, per rassicurarla.

Aspettate, prendo l'auto e vi aiuto a cercarlo. Non può essere andato lontano”. Disse Sara. “Johnny tu resta.......Johnny?”.

Nel parlare la donna non si era resa conto che Johnny, sentendo il racconto del padre di Ted, era corso in strada per andare a cercarlo.

Johnny?!”

Sara si sporse oltre il cancello e riuscì solo a intravedere la maglietta bianca del figlio scomparire in fondo alla strada.

Johnny torna subito qui!!”.

Santo cielo! E' corso a cercare Ted!”. Disse Mary al limite dei suoi nervi.

Presto Sara, sali in macchina. Dobbiamo trovarli!!”.

Era trascorsa ormai mezz'ora da quando Johnny era corso via da casa, e la pioggia non accennava a smettere.

Ted?!!”. Continuava a chiamarlo.

Accidenti a lui! Ma questa volta quando lo prendo lo strangolo!!”. Urlò, prima che un lampo squarciasse il cielo illuminando tutta la via.

Johnny si portò istintivamente un braccio sopra alla testa.

Ted ma dove sei finito?”. Sospirando, cercò di calmarsi e di fare appello alla profonda conoscenza che aveva dell'amico , per riuscire a capire dove poteva essersi nascosto.

Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima!”.

Ripensando al motivo della lite tutto gli fu chiaro: c'era un solo posto dove poteva essere.

Giunto finalmente al campo di calcio della Saint Francis, si diresse verso lo spogliatoio aprendo piano la porta.

Ted?”. Provò a chimarlo.

Sono qui.......”.

Tirando un sospiro di sollievo, Johnny entrò, trovandoselo finalmente davanti.

Ciao”. Gli disse questo.

Come sarebbe a dire ciao?! E' un'ora che ti cerco deficiente!”.

Ted sorrise lievemente, non sentendo alcun vero tono di rimprovero nella voce del numero nove della New Teem.

Scusa.....mi dispiace.”.

Johnny si sedette per terra accanto a lui, passandosi una mano fra i riccioli completamente bagnati.

Sei fradicio.”.

Ma dai.....?Ti sei accorto che sta diluviando?”. Rispose, schizzandolo con la mano.

Per la seconda volta Ted sorrise, togliendosi le gocce dal viso.

Mi hai fatto prendere un colpo sta volta. I tuoi sono venuti a cercarti a casa mia sai?”.

Si, me lo immaginavo, per questo sono venuto qui. Non ti avranno seguito vero?”.

No, no. Sono corso via appena ho saputo. Non gli ho dato il tempo di fare nulla.”. Lo rassicurò Johnny, leggendogli una nota di apprensione sul volto.

Tua madre sarà in pena”.

Bè, anche i tuoi. Perchè sei scappato così?”.

Ted si portò le ginocchia al petto, stringendovi le braccia attorno e raccontando per filo e per segno l'accaduto.

Capisco.”. Disse infine il riccio.

Ha cercato di corrermi dietro per scusarsi, ma io ero troppo ferito per starlo a sentire. Come ha potuto dire certe cose?Il calcio è la mia vita e non lo lascerò mai!”. Affermò con sicurezza, picchiando il pugno chiuso sul pavimento.

Ma certo che non lo farai. E sono sicuro che tuo padre non parlava veramente”.

E allora doveva stare zitto!”. Urlò l'altro, voltandosi per guardare il compagno di squadra negli occhi. “Io lo odio!”.

Smettila Ted. Non parlare così......”. Non c'era rimprovero nella voce di Johnny, anche se il suo tono fu fermo e sicuro. “Tuo padre ti vuole un bene dell'anima e farebbe di tutto per te. Non so cosa l'abbia spinto a dirti quelle cose, ma dovresti dargli la possibilità di spiegarsi e chiederti scusa”.

Chiedere scusa non cancella nulla.”. Disse Ted, che aveva ripreso a fissare dritto davanti a se, ma il tremore appena percettibile nella sua voce tradiva la sua aria di finta sicurezza.

Forse no. Ma prova a pensare a lui. Dev'esserci una spiegazione al suo comportamento Ted andiamo!E' quello che ti ha accompagnato al primo provino per la Sanit Francins, quello che ti ha regalato il primo pallone e che ti ha portato a vedere la prima partita.”.

Quello che ci ha portato a vedere la prima partita”. Sottolineò Ted con un sorriso appena marcato.

Forse gli è successo qualche cosa al lavoro. Ok, non doveva prendersela con te.....ma a volte anche i genitori sbagliano”.

E' che non me lo aspettavo da lui. Sono deluso Johnny”. Rispose il numero sette sospirando poi pesantemente e poggiando la fronte sulle ginocchia.

Se conosco un po' tuo padre, sono certo che ora lui è anche più deluso di te del suo comportamento. Lui ti adora. Non tutti hanno questa fortuna”.

Il viso di Ted sprofondò ancora di più fra le sue mani, mentre alcuni ciuffi di capelli gli ricadevano sulla fronte e sulle guance.

Lo so.....”. Sussurrò. “Accidenti a me! Non ti dovevo coinvolgere in questa storia!”. Borbottò, scompigliandosi i capelli con un gesto di frustrazione.

Non dire scemenze”. Sorrise l'amico li accanto. “Non mi da fastidio parlare di Simon.....anzi”. Continuò poggiandogli una mano sulla spalla. “Sono felice che tu abbia un padre come lui.”.

Anche io.......”. Sorrise sollevato.

Coraggio, ora torniamo a casa mia, così potremmo chiamare i tuoi per rassicurarli.”.Disse Johnny alzandosi in piedi.

Ted annuì facendo altrettanto.

Johnny?”. Lo richiamò prima che potesse uscire dallo spogliatoio. “Si?”.

Grazie.....non so come tu faccia a sopportarmi certe volte”.

Solo certe volte?”. Scherzò l'altro, facendogli l'occhiolino e ricevendo in risposta una finta smorfia di disappunto. “Che vuoi farci Ted? Sarò masochista.”. “A volte un po' si....”.

Fecero una lunga corsa sotto la pioggia fino a casa Mason, e di li contattarono sul cellulare i rispettivi genitori che, nel giro di poco, li raggiunsero.

La madre di Ted si precipitò ad abbracciarlo, stringendolo forte, forte al sul petto, contratto per i singulti. “Ted!...Oddio amore.....non farmi più una cosa come questa! MI hai fatto stare in pena”.

Scusa mamma.....mi dispiace”. Disse Ted, tentando di staccarsi quel minimo indispensabile per poter respirare.

Ted?”. Anche Simon Carter si avvicinò alla sua famiglia, e così Mary lasciò libero il figlio di poter confrontarsi con suo padre.

Ted gli rivolse una sguardo strano: tra lo smarrito e l'imbarazzato.....non sapeva proprio cosa dirgli in quel momento.

Ted non volevo.” Fortunatamente su Simon il primo a parlare. “Mi dispiace tanto se ti ho ferito. Ho detto delle stupidaggini......non le pensavo veramente. Spero tu mi darai la possibilità di spiegarti tutto dall'inizio.”. Ted non aveva mai visto suo padre così: quell'uomo così alto e forte, ora gli pareva così indifeso, che gli fece tenerezza.

Papà.....anche io ho sbagliato. Non dovevo scappare così.....e non dovevo risponderti in quel modo. Mi dispiace tanto.”.

Suo padre si chinò verso di lui abbracciandolo forte.

Johnny?”.

Sara si avvicinò con passo deciso e sguardo severo al figlio colpendolo poi con uno schiaffo.

Il rumore secco di quel gesto, fece voltare subito Ted, che vide l'amico abbassare il capo davanti alla madre e portarsi una mano sulla guancia colpita.

Come ti è saltato in mente di scappare così?”. Urlò Sara portandosi le mani sui fianchi. “ Non hai pensato alle conseguenze?”.

No aspetta!”. Ted schizzò via dalla presa del padre e si mise subito davanti a Johnny fronteggiandone la mandre.

Per favore lascialo stare! La colpa è solo mia! Se vuoi picchiare qualcuno, picchia me non lui!”.

Ted no!”. Johnny scansò a sua volta l'amico mettendosi di fronte alla madre. “Mamma hai ragione, mi dispiace non volevo farti preoccupare. Ma non potevo stare fermo a casa. Ho agito d'istinto.”.

E io sono tornato solo perchè Johnny mi ha fatto riflettere.”. S'intromise Ted.

A discapito di ciò che si aspettavano i due ragazza, Sara si portò una mano sugli occhi iniziando a singhiozzare. “Mamma?”.

Ti prego non scappare più così. Mi hai fatto morire di paura Johnny.”.

Si scusa.....hai ragione.”.

Bè....direi che si è fatto tardi”. Disse Simon Carter controllando l'orologio al suo polso. “Io ho fame. Che ne dite di andare tutti a cene”.

Sai che ti dico Simon?”. Disse Sara, finendo di asciugarsi la faccia con la mano. “Per sta sera basta pioggia. Cucino io per tutti!”.

E io ti aiuterò!”. Disse Mary. “Tu caro puoi stare coi ragazzi intanto”.

Certo! Johnny perchè non vai a prendere la cassetta che vi ho fatto per la vostra prima partita al Saint Francis? Ho proprio voglia di vederla!”.

Ma papà la conosci a memoria”. Rise Ted.

Si....ma non mi stancherò mai di vederla figliolo.”.


Fine storia”. Disse Ted.

“Accidenti che avventura!”. Sorrise Bruce.

“Tuo padre dev'essere un uomo in gamba Ted. Mi ricorda molto il mio”. Disse Holly, alzandosi dalla panca.

“Ehi ragazzi vi date una mossa? Sono due ore che noi siamo fuori ad aspettarvi!”. Disse Johnny, che era appena entrato nello spogliatoio seguito da Paul e da tutti gli altri.

Hai ragione. Forza amici andiamo!”. Esortò tutti Holly, dirigendosi fuori verso il campo di calcio.

Johnny si fermò un istante sull'uscio della porta, notando che Ted era rimasto indietro, intento a palleggiare con uno sguardo decisamente serio.

“Pensavo.....”. Iniziò il numero Sette. “Che mi piacerebbe proprio vedermela di persona con Jeck e gli altri.”

Il volto di Johnny si scurì immediatamente in chiaro segno di disappunto e fulminò il compagno con lo sguardo che, per tutta risposta, scoppiò a ridere divertito.

“Stavo scherzando! Ci sei cascato!”. Canticchiò, colpendo la palla di tacco e mandandola verso Johnny che la fermò col piede destro.

“Ah-ah.....divertente”.

“ E dai Johnny rilassati!”. Disse Ted schizzando fuori dallo spogliatoio.

“Con te....mi è molto difficile.”.







  
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