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Autore: LadySissi14    05/09/2005    5 recensioni
È strano il silenzio che mi circonda mentre riempio queste pagine bianche, oserei definirlo quasi assordante.[...]Il mio cuore si è frantumato in centinaia di schegge che, appuntite come spilli trafiggono il mio animo senza dargli tregua. [...].
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ginevra, 18 dicembre 2005

Ginevra, 18 dicembre 1953.

 

 

È strano il silenzio che mi circonda mentre riempio queste pagine bianche, oserei definirlo quasi assordante.

Ovunque il mio occhio riesca a scorgere, altro non vede che un manto bianco.

Pura e abbagliante, la neve distende la sua candida mano sulla natura pacificamente addormentata.

Nel parco sembra quasi che il tempo si sia fermato.

Un timido sole si affaccia all’orizzonte, il suo calore però a poco serve per riscaldare il mio animo, percorso dal gelido vento della rabbia e del dolore.

 

Un battito di ciglia e immagini di momenti irripetibili, si susseguono di fronte hai miei occhi tristi.

 

Percepisco un sorriso colmo di amarezza impossessarsi delle mie lebbra, la ferita che hai lasciato è ancora troppo recente e grande.

Il mio cuore si è frantumato in centinaia di schegge che, appuntite come spilli trafiggono il mio animo senza dargli tregua.

 

Il lago che si estende quasi all’infinito davanti hai miei occhi, si increspa lievemente al tocco impercettibile di una libellula.

I cerchi causati da quella lieve planata giungono sempre più grandi fino alle rive opposte.

 

Quando il tuo sguardo sfiorò il mio con la stessa delicatezza della libellula, nel mio cuore le emozioni andarono amplificandosi, fino a divenire immense come le ultime increspature dell’acqua del lago.

 

Chissà se, nelle notti in cui le tenebre sembrano voler inghiottire la vita, come me, ripensi a tutto quello che poteva essere, e che invece ci è stato crudelmente strappato e proibito.

 

Ricordo che tra squallidi e vuoti corridoi di un istituto andavamo incontrandoci, forse è proprio durante quelle casuali occasioni che iniziò a nascere la profonda passione che ci ha poi legato.

 

“Scusami” mi hai detto un giorno di non molto tempo fa con il viso serio, che a malapena nascondeva il tuo animo ferito.

“Se ho preso questa decisione che di certo ti farà del male, lo faccio per proteggere la giovane donna che sei, ti giuro che salvare me stesso non mi importa”.

 

Con queste parole, che ancora adesso il vento continua a ripetermi, ti sei voltato e senza guardare mai indietro mi hai lasciato.

 

Sono stata completamente privata della possibilità di poter mutare, ciò che hai deciso per entrambi.

 

Senza la forza per andare avanti mi trovo seduta su questa solitaria panchina.

Come per incanto quel sole che prima cercava di farmi da compagno, si nasconde dietro a nuvole di un grigio intenso.

Delicati e quasi invisibili fiocchi di neve scivolano dolcemente sul mio viso, e con la loro triste danza accompagnano le mie lacrime amare.

 

Seppur il mio respiro si condensi in nubi di aria tiepida, il mio corpo non riesce a percepire il freddo.

Da quel maledetto giorno non riesco a sentire più nulla eccetto il dolore, che mi uccide con lentezza spietata.

 

Del nostro amore avevo fatto una colonna portante della mia esistenza, quando è venuto improvvisamente a mancare anche il mio mondo è crollato con esso.

 

Gli attimi di tenerezza e passione che consumavamo dentro a qualche aula vuota, rimarranno per me ricordi indelebili.

 

So che anche tu, come me, soffri per questo distacco non voluto.

Vorrei poter urlare a questo mondo che non ci ha voluto comprendere, quanto sia meschino separare due persone che si sono amate e desiderate come noi.

 

Continua a nevicare in questo parco immenso, in lontananza intravedo una giovane coppia intenta a stringersi forte per il freddo.

Camminano scherzando felici sotto il medesimo ombrello, unico riparo dalla neve.

 

Ricordi i nostri progetti?

 

Non facevamo che immaginare cosa avremmo fatto, quando la clandestinità del nostro amore sarebbe finita.

Il nostro più grande desiderio era poter passeggiare per ore all’aria aperta, con l’unico suono del battito dei nostri cuori emozionati.

 

Hai ceduto.

 

Vorrei odiarti, ed essere davvero capace di disprezzare questo tuo modo atroce di proteggermi.

 

“Se per qualche ragione si venisse a sapere di noi due, tu verresti coinvolta in un grosso scandalo. La tua carriera accademica ne uscirebbe per sempre compromessa. Cerca di comprendermi ti prego, non posso permettere che accada. ”

 

Questa è stata la tua giustificazione di fronte al dolore che mi hai inflitto.

Forse in quegli istanti la mia mente ti ha ascoltato, ma il mio cuore dilaniato dalla separazione si rifiuta di accettare le parole che hai pronunciato.

 

Io una promettente studentessa di un rigido collegio e tu, professore al tuo primo anno.

 

Pur sapendo che le regole dell’istituto condannavano severamente tutto questo, io avrei continuato a non rispettarle senza mai pentirmene.

 

Dove sei? Senza di te nulla mi sembra avere più un qualche valore.

 

Un ricordo di noi mi attraversa nuovamente la mente.

Immagini, sensazioni, attimi.

Siamo due anime nate per completarsi, puniti per il solo fatto di amarsi.

 

Nuove lacrime scendono dai miei occhi per morire sulle mie labbra, divenute ormai quasi color cobalto.

 

È giunto il momento di abbandonare questo mio gelido rifugio.

I capelli lasciati liberi di ondeggiare al vento sono completamente bagnati dalla neve caduta, così come il resto dei miei abiti.

 

All’uscita di questo splendido parco, in un remoto angolo so che vi è un cassetta rosso amaranto in cui imbucare le varie missive, mi domando se avrò il coraggio di raggiungerlo per lasciargli la mia lettera.

 

Con immenso amore la tua Studentessa.

 

 

P.S. Ti prego, non mi lasciare naufragare in questo immenso mare di solitudine e dolore. Amami.

 

 

 



 

 

 

  
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