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Autore: lagadema    09/06/2010    6 recensioni
Riferita all'episodio "Jaken avvelenato". Rin è sulla rupe dove cresce la pianta che le permetterà di salvare il piccolo demone... ha paura ma è decisa ad andare avanti.
Questi sono i suoi pensieri.
"Io, io che ho conoscuto la Morte... come posso permettere che accada di nuovo?"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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il coraggio della fenice Io, io che ho conosciuto la Morte, che sono stata cullata dalle sue feroci braccia, le carni straziate, che ho assaporato il mio sangue nella bocca e l'oblio del nulla, che sono morta e ho visto morire... come posso permettere che accada di nuovo?
Nessuno dovrebbe morire.
La morte non si dimentica, ed è strana questa frase, perchè agli umani non è stato concesso di tornare indietro... varcata la soglia del Regno dei Morti, la porta resta sigillata alle proprie spalle.
Io sono tornata indietro, il Signor Sesshomaru mi ha salvata, in una notte di sangue e terrore, dopo una corsa inutile e mortale, e adesso sono qui, abbracciata ad una rupe, sospesa nel vuoto, io e la mia paura, singolare compagna di questa disperata avventura, a sfidare ancora la gelida Signora del buio, per beffarla ancora, almeno in parte.
Ricordo, indelebile, il sangue, tanto, troppo, puzzo di morte e fango, mio padre, mia madre, mio fratello, vite spezzate, e io che corro, corro ancora, corro via, e gli occhi scuri di mia madre, e ancora il sangue, sangue dalla sua bocca a sporcare e rovinare tutto, ogni ricordo...
Ed io, seppur per poco ostaggio del niente, ricordo, nonostante non vi sia nulla da ricordare, ogni sospiro spezzato ed ogni battito mancato, e ho deciso di non correre mai più via e di non fuggire, di lottare, con il mio fragile corpo da umana, di oppormi, ai Demoni che abitano queste montagne ed alla Morte stessa che aleggia attorno, ed è per questo, per non vedere più morire nessuno, che sono qui, che ho affrontato questo viaggio, in lotta contro il tempo, per salvare una vita e impedire che una minaccia di morte si compia, prima del tramonto...
Povero Jaken, sono la sua unica speranza, gli insetti l'hanno morso e il veleno lo ucciderà se non tornerò in tempo... Sesshomaru è andato via e quindi devo cavarmela da sola, ho tanta paura, anche se c'è Ah- Un a coprirmi le spalle... e continuo, continuo ad arrampicarmi e non guardo in basso, verso il baratro, e mi avvicino a quella pianta... nessuno dovrebbe morire... io non lo permetterò, non permetterò che accada di nuovo... non voglio vedere più nessuno morire.

La bimba tende al massimo il suo corpo, si allunga per raggiungere la pianta, si alza sulle punte dei piedini nel poco spazio disponibile e ghermisce i sottili ramoscelli in un ultimo sforzo... ma la roccia frana, quella piccola sporgenza è troppo instabile  e friabile e si frantuma sotto i suoi piedi.
La piccola cade, urlando un nome e la sua paura, mentre la Morte tende di nuovo le sue braccia dal buio del baratro, sullo sfondo di un tramonto e sul suono dell'urlo di un drago a due teste, che nonostante la sua natura demoniaca da semplice animale da monta ha compreso l'inevitabile sentenza di morte.
Ma una luce azzurrina accoglie la bimba, e la salva dal buio, dalla morte e dal baratro, come la rete salva l'equilibrista dal suolo, lasciando intatto il suo volo.
La creatura si posa su uno spuntone di roccia, elegante, silenziosa, nivea ed algida nella sua abbagliante fierezza demoniaca.
Regge la  bimba stretta al petto con il suo unico braccio, lei è piccola, minuscola rispetto a lui e non fa fatica a sostenerla con quell'unico arto.
La guarda, con occhi d'ambra e miele, osserva il suo volto contratto, spaventato, nonostante l'abbandono dell'incoscienza.
Ella stringe in mano una pianta, il braccio abbandonato lungo il corpo.
Il demone prende la pianta, richiama a sé il drago e vola via, abbandonando quel luogo.
La Morte ritira le sue braccia, silente e sconfitta.
Anche questa volta, è stata beffata.




   
 
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