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Autore: Lau_McKagan    09/06/2010    7 recensioni
Li conoscevano tutti, anche se a scuola ci venivano ben poco, un po’ per il loro stile, un po’ per i loro modi strafottenti, un po’ perchè erano i Guns’n Roses. Insomma dei tipi del genere non sarebbero mai passati inosservati. A Laurel non interessavano più di tanto le stelle nascenti della musica moderna, per lei erano solo un branco di ragazzi disadattati che si atteggiavano da rock star, altezzosi e arroganti... cambierà idea?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Walk through the fire'
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Uno Slash contento e gongolante camminava incurante degli sguardi curiosi dei passanti, cantando a gran voce Thriller, di un giovanissimo Michael Jackson, e imitandone le movenze in modo piuttosto goffo. Chi rideva, chi lo guardava di traverso, ma lui se ne fregava altamente. Pensava solo al bello scherzo che stava per tirare al povero e ignaro Steven...

“It's close to midnight and something evil's lurking in the dark

Under the moonlight you see a sight that almost stops your heart

You try to scream but terror takes the sound before you make it

You start to freeze as horror looks you right between the eyes

You're paralyzed

OUH!”

Si bloccò imitando la famosa mossa in cui si tocca il pacco...

Cause this is thrilleeeeer, thriller night

And no one's gonna save you from the beast about to strike

You know it's thrilleeeeeeeer, thriller night

You're fighting for life inside a killer, thriller toniiiiiiiight...

Oh eccomi arrivato... FINALMENTEEEE!!!”

Urlò entrando nel negozio che riportava l’insegna ‘PHOTO FINISH’. Il ragazzo dietro al bancone lo riconobbe subito. Alzò gli occhi al cielo e nascose nel cassetto le foto fresche di stampa che stava guardando.

“Ciao Slash...”

“Hey Cip!”

“Ancora? Ti ho detto di non chiamarmi Cip! Il mio nome è Chase!”

“Ok, Cip...”

Chase era stato compagno di classe di Slash qualche anno prima. Lo prendeva sempre di mira, e aveva tirato un sospiro di sollievo quando il riccio era stato bocciato finendo in un’altra classe.

“Che vuoi?”

“Secondo te? Cazzo vengo a fare qua se non per queste!” posò sul bancone la reflex.

“Oh... foto, certo... sono come le ultime che mi ha portato? Perchè in tal caso non mangerò per evitare di vomitare...”

Qualche mese prima dopo uno dei loro concerti,  ragazzi ubriachi come al solito si erano fotografati i rispettivi sederi, per poi tappezzarci l’intera camera da letto di Duff. Si era incazzato da matti!

“Oh no tranquillo, niente culi a sto giro... allora, ascoltami bene, non mi interessano tutte le foto che ci sono nel rullino, solo le ultime”

“E di che si tratta?” domandò curioso tirando fuori i rullino dalla macchina.

Quando si trattava di Slash non si poteva ma sapere...

“Bhè... ho uno scherzetto per il caro Adler, saranno una decina di foto ok? Forse qualcuna di più. Tutte in prospettiva diversa... fammele un po’ grandine però. Si devono vedere bene. Ah, e ridammi poi tutto il rullino, o Duff mi uccide se gli perdo le sue cazzo di foto... cazzo ha da continuare a far foto poi... vabbè, le voglio pronte tra un paio di ore al massimo”

“Cosa?! Sei sbroccato amico, col cazzo che te le faccio in due ore!”

“Cip... non mi fare incazzare!”

“Senti ho anche dell’altro lavoro da fare!”

“E allora? Guarda che dico al tuo capo che ti fai le seghe sulle foto porno che ti fanno sviluppare quei pervertiti dei tuoi clienti!”

“Io non...”

“E’ inutile che neghi, ho fatto anch’io questo lavoro... a proposito...” Slash si avvicinò di più a lui “fa vedere che stavi guardando...”

Cip sbuffò, poi tirò fuori le foto che aveva messo nel cassetto “ecco guarda...”

“Vediamo... uh... ohhhh interessante...” improvvisamente si sentì accaldato “ok, te le lascio, è meglio che schiodo da qui... ciao segaiolo, ah! Ci vediamo tra un paio d’ore!”

“Sì sì... ciao Slash...” 

 

Sempre esultante e ridacchiando tra se proseguì per la sua strada indeciso su dove andare. Era presto per trovarsi al garage, e forse avrebbe dovuto passare da Ola. Poi si ricordo che il padre di Laurel gli aveva detto di passare da lui in officina non appena avesse avuto un attimo di tempo. E quale occasione migliore? Era anche lì vicino, meglio di così. Però aveva fame, così prima si fermò in un fast food, dal quale uscì con un maxi cheesburger dei suoi e una Pepsi.

“Hey Bill!” sorrise mentre ancora era intento a masticare un grosso boccone.

“Saul! Pensavo ti fossi dimenticato! Buon appetito...”

“Oh... scusa hai fame?! Te ne vado a prendere uno se vuoi”

“No lascia, ho già mangiato... allora, com’è andata ieri sera? Stamattina Laurel non ci ha detto molto. Mi sembrava un po’... non so, pensierosa. E’ successo qualcosa?”

“No che io sappia, ci siamo divertiti e il concerto è stato spettacolare! Abbiamo festeggiato a casa di Duff e poi Laury è tornata con Sue e Kris credo... sarà stata solo stanca”

“Si può essere. Allora, vieni un po’ con me, ti devo far vedere una cosa”

“Non è che Stephanie si incazza ancora? Non vorrei avere grane”

“Non preoccuparti, Stephy è in ufficio... io e te andiamo sul retro, seguimi”

Il ragazzo seguì Bill in quello che era il retro della sua autoffcina. Era un cortile di medie dimensioni, ma abbastanza grande da contenere rottami di vecchie auto e vari pezzi di ricambio.

Bill si avvicinò ad una sagoma non bene precisata coperta da un telo sgualcito, lo afferrò per un lembo e scoprì. Slash rimase un attimo biasito continuando a masticare l’ultimo boccone del suo panino.

“Che roba è?”

“Questa? Un rottame…”

“Lo vedo”

“Ma non è un rottame qualsiasi figliolo, questa è un vero gioiellino. E’ una…”

“Dodge Charger del ‘69”

“Lo sapevo che te ne saresti accorto!”

“Sono bravo con questo genere di cose”

“Lo so, per questo te la regalo”

“Co… scusa?!”

“Hai capito Saul, è tua!”

“Scherzi? Bill, senza offesa… ma è un catorcio! Sarà stato anche un gioiellino ma ora non vale una cicca. Non ha nemmeno le ruote! E scommetto che nemmeno si accende”

“Infatti”

“E allora?”

“E allora è tua… senti, il proprietario me l’ha piantata qua per rottamarla, non ne vuole più sapere… ma a me piange il cuore capisci? E’ proprio un peccato… così ho pensato a te”

“Grazie del pensiero Bill, ma…”

“Fammi finire. Io ti regalo la macchina e tu la rimetti a nuovo, che ne dici?”

Il riccio fissò l’uomo per un attimo incredulo “scusa… e con che soldi pensi che possa farlo?”

“Non mi sono spiegato… tu vieni qui qualche ora ogni settimana, o quando ti pare… puoi usare gli attrezzi e i pezzi di ricambio, e mi dai una mano in officina. Io non ti pago e tu ti sistemi la macchina… che ne pensi?”

“Oh… aspetta, vediamo se ho capito… io vengo qui, faccio qualche lavoretto, tu non mi paghi… ma in cambio posso tenermi il catorcio e metterlo a nuovo?”

“Esattamente!”

“Cazzo!”

“Non è esattamente l’esclamazione che mi aspettavo…”

“Oh grazie Bill! Certo che accetto! Ho proprio bisogno di una macchina! I ragazzi rosicheranno da morire!”

“Se non altro non ti vedrò più scorrazzare con quella vecchia BMX, è un po’ troppo piccola ormai, non credi?”

“Già… cazzo! E’ la stessa auto dei Dukes di Hazzard, lo sai? Il Generale Lee!”

“Lo so, credo che un tempo sia stata anche dello stesso colore”

“Oh la rivoglio identica! Arancione, bandiera sudista sul tetto, numeri 01 sulle portiere ovviamente rigorosamente sigillate! Entrerò dal finestrino come Bo! E cerchi il lega American Vector! E non dimenticare il propulsore HEMI e… il clacson che suona l’inno sudista e il roll-bar a sei attacchi interno come una vera auto da corsa!”

Slash era esaltatissimo.

“Frena ragazzo, ti ho detto che puoi rimetterla a nuovo ma ti dovrai accontentare di pezzi di seconda mano o comunque non così di lusso”

“Oh… ok, mi posso accontentare”

“Bene, queste sono le chiavi” Slash le prese al volo, sorridendo soddisfatto “puoi iniziare quando ti pare”

“Presto Bill! Verrò tutti i giorni… cazzo, bhè, mi dovrò trovare dello spazio tra le ripetizioni e le prove, ma ci verrò! Ci voglio andare a Los Angeles con questa!”

“Addirittura a Los Angeles?”

“Sì Bill! Appena prendiamo il diploma Maxwell Brixx…”

“Aspetta, quel Brixx? L’imprenditore musicale?”

“Proprio lui! Bhè gli siamo piaciuti! E ci porterà a Los Angeles! Ci pensi?! La città paradiso! Sarà tutto perfetto, me lo sento!”

Bill sorrideva divertito nel sentire quel ragazzo parlare a raffica di tutto questo. Gli si illuminava il viso, e i grandi occhi scuri brillavano di una strana luce. Non era un esaltato, aveva ambizione.

“Sono felice per voi” poi all’improvviso si adombrò “senti Saul… per caso sai se questa cosa ha a che fare con la domanda che Laury ha fatto all’Università della California?”

“Cosa?”

“Sì hai capito, stamattina consegnerà la domanda. Vuole andare in quella università, che guarda caso sta proprio a Los Angeles, dove tu e i tuoi amici probabilmente finirete dopo il liceo… non che mi interessi, mia figlia è libera di scegliere come meglio crede il suo futuro, e in ogni caso è una buona università, ma insomma, è stata accetta in tutti i migliori istituiti, Yale, Harvard… ho come l’impressione che Los Angeles non sia stata una scelta dettata dalla miglior qualità del piano di studi…”

“Capisco… non lo sapevo. Ma forse è perché anche Sue e Kris andranno lì, almeno credo…”

“Si forse… e credo che lo facciano per lo stesso motivo per cui lo fa mia figlia”

“Cioè?”

“Voi, che altro motivo avrebbero?”

“Noi? Oh… credo di avere capito…”

“Quel rosso che teneva la mano a Laury, e gli altri due che girano con Kris e Sue… scommetto che è per loro che fanno tutto questo… ragazzi…” scosse la testa “anche io sono stato giovane, posso capire… spero solo che non se ne penta”

“Bill ascoltami, Laurel è una a posto ok? Credo di non aver mai conosciuto una ragazza più a posto di lei. Per cui non preoccuparti troppo, per qualsiasi motivo abbia scelto Los Angeles sta sicuro che se la caverà alla grande… e per il rosso non preoccuparti, ho già promesso a Susan che lo terrò d’occhio!”

“Oh bene, questo mi fa stare meglio Saul… non ho niente contro il tuo amico sia chiaro, anche se a Susan non piace proprio, ma insomma, Laurel è sempre mia figlia”

“Certo, certo… siamo gelosi eh?!”

“Ma che dici? Bhè… oh si, un po’. Che devo farci, sarà anche una donna ormai, maper me rimane sempre una bambina...”

“Oh anche per me…”

“Scusa?”

“Hm? OH! Niente niente…”

“Sei strano sai? Ah! Ma mia moglie ha ragione! Sei un bravo figliolo!”

“Hey, così mi fai arrossire Bill!”

Risero insieme come due vecchi amici.

“Ora devo scappare, ho una missione da portare a termine!”

“Ma non stai mai fermo un attimo tu?”

“No! Ecco perché mi chiamano Slash!”

“Già, non c’è soprannome più azzeccato!”

“Ci vediamo Bill! Domani ok?”

“Sono qui! A domani ragazzo”

 

Sempre di corsa e fischiettando tornò al negozio di foto, spalancando la porta con la sua solita finezza.

“Hey segaiolo! Sono pronte le mie foto?!”

“Slash! Per favore, non vedi che ci sono dei clienti?!” lo rimproverò Cip non poco imbarazzato.

“Ops… pardon…”

Quando anche l’ultimo cliente se ne fu andato, squadrando da capo a piedi la strana figura che era entrata, Cip prese un pacco di carta.

“E’ tutto qua dentro, foto e rullino… la macchina te l’ho già ridata, perciò…”

Lo porse a Slash, ma prima che lui lo afferrasse però lo tirò velocemente indietro.

“Sono 30 dollari amico!”

“Come scusa? 30 dollari per quattro foto del cazzo?!”

“Le hai volute più grandi, fanno 2 dollari a foto, per 15 foto sono 30 dollari…”

Slash si mise a fare un piccolo calcolo mentale… non era certo un genio ma i conti gli tornavano. Sbuffò “e dove li prendo 30 dollari?!”

“Problema tuo, niente soldi, niente foto… ah, carini i tuoi amici, non sapevo che te la facessi con dei finocchi!” rise.

“Io non me la faccio con nessuno! E poi Steven non è finocchio, è solo uno scherzo, capito segaiolo?!”

“Si si... allora? I miei soldi”

“Ufff… ok, ok…”

Si frugò lentamente nelle tasche, e non appena Cip si rilassò guardandosi in giro, Slash con uno dei suoi scatti da cleptomane consacrato, gli strappò il pacco dalle mani correndo via come una furia.

“CAZZO SLASH!!!” urlò il ragazzo correndo fuori dal negozio. Ma il riccio era davvero fin troppo veloce, ed era già sparito dalla sua vista “fanculo… mi frega ogni volta…”

 

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E con questo cap, oltre ai soliti ringraziamenti dovuti alle ormai fedelissime che leggono sempre (*_*), un grazie va a ioamolacocacola, che si è letta tutta sta sbordellata di capitoli perdendo probabilmente parte dei suoi decimi! Sono contenta che ti sia piaciuta e che questo Slash abbia fatto colpo ^_^

Poi… terzo grazie per tutte voi che avete letto anche la mia ultima folle one shot!

 

 

   
 
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