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Autore: Le Streghe    09/06/2010    9 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Destino Intevitabile - Connessioni
Capitolo 34
Scoperte dolorose.

Quella sera a tavola, forte della complicità di Eriol, Yuuko aveva proposto un week end di studio intensivo da svolgere presso il tempio di Doumeki.
Ovviamente la notizia, del tutto improvvisa, aveva trovato la totale disapprovazione del giovane cuoco.
Dover dormire sotto lo stesso tetto, in quel tempio così carico di ricordi a lui cari, aveva un che di profondamente sbagliato. Era stato questo il suo primo pensiero, seguito dall’immediato bisogno di interrompere la cena per allontanarsi, uscendo in giardino.
«Oh, vedrete, si abituerà presto all’idea.» Minimizzò la strega agli sguardi improvvisamente preoccupati dei presenti.
«Ovviamente se per Doumeki va bene...» Intervenne Eriol, rivolgendosi a Giku ed Himawari. «Anche voi sarete i benvenuti.»
«E... non... sarà un problema?» Domandò la ragazza, temendo come sempre di interferire in qualche modo per via della propria condizione.
«Non se avrai Giku-kun al tuo fianco...» Dichiarò Yuuko, fissando entrambi con un sorriso.
A quelle parole Himawari sembrò tranquillizzarsi.
«Bene! Direi che è deciso!» Convenne la strega, fissando il proprietario del tempio.
«Siete i benvenuti, naturalmente.» Replicò questi, alzandosi per poi avvicinarsi alla porta dalla quale aveva visto uscire Watanuki.
Non era da lui lasciare in asso degli ospiti, specie se tra questi vi era Himawari.

Fu sulla scia di quel pensiero che, dopo essersi scusato con i presenti, lo raggiunse, trovandolo seduto sotto il portico.
«Oi...» Esordì, sedendogli di fianco, osservandone l’espressione malinconica. «Stai pensando a quella persona?»
Stranamente il più piccolo si limitò ad annuire, evitando siparietti comici o lamentele sul suo non chiamarlo mai per nome.
«E questo... non ha nulla a che fare con Himawari e Giku, vero?» Continuò l’arciere.
«Vero...» Confermò Watanuki, senza ancora guardarlo.
«Sicuro?» Insisté il più grande.
In fondo quella sera erano apparsi piuttosto affiatati e non era un mistero l’affetto che il compagno nutriva da sempre per la ragazza.
«Te lo direi... se si trattasse di Himawari-chan...»
A quelle parole Doumeki evitò di insistere.
«Ti conviene rientrare.» Dichiarò, alzandosi per fare lo stesso. «Sono tutti preoccupati per te...»
«Arrivo subito.» Ribatté il cuoco, rendendosi conto che, probabilmente, in quel momento anche Doumeki lo era.
Per qualche strana ragione quel pensiero gli scaldò il cuore, dandogli l’improvvisa voglia di rincuorarlo, pur senza parlare. Ed in fondo, quale occasione era migliore per provare quanto imparato quel pomeriggio?
‘Non preoccuparti per me... E grazie.’ Pensò, cercando di trasmettergli il messaggio.
La tensione era tanta, però, che, quando lo sentì aprire la porta shoji, concluse di non esserci riuscito.
Un attimo dopo, si trovò a sorridere al messaggio che gli giunse in risposta, dritto in testa, quasi fosse un suo pensiero.
‘Mi preoccuperò sempre per te...’

xXx


Si ritrovò improvvisamente in terrazza, Doumeki intento a fissarlo.
«Che vuoi?» Sbottò, nervosamente.
Per tutta risposta l’arciere mosse alcuni passi, fermandosi a pochi centrimetri dal suo volto.
«Devo parlarti.» Dichiarò nel suo solito tono incolore.
«Ah si?» Replicò il più giovane, incrociando le braccia con espressione scocciata. «E non potevi attendere la fine delle lezioni? Ho fame ed Himawari-chan ci aspetta!»
«Possono attendere... Sia la fame che Kunogi.» Continuò l’altro senza minimamente scomporsi.
«Hei! Sono io quello che prepara tutti i tuoi pranzi! Non trattarmi così!» Esclamò allora il giovane cuoco.
A quello l’arciere mosse un ulteriore passo, poggiando entrambe le mani contro la rete, ai lati della sua testa, bloccandolo, così, con il proprio corpo. «Ed io sono quello che ti salva sempre.»
Quella risposta sembrò colpire il più giovane che, stranito, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, osservandolo con espressione perplessa. «E... cosa c’entra, adesso?» Domandò, visibilmente confuso. «I miei bento... non ti bastano più..?»
«Esatto.» Replicò l’arciere, curvandosi su di lui per sfiorargli le labbra in morbido bacio.
Colto alla sprovvista, Watanuki si agitò, cercando di svincolarsi. La sua resistenza, però, cessò poco dopo, sotto quel bacio che si rese conto di desiderare da troppo tempo. Si trovò quindi a rispondergli, le braccia che, rapidamente ed apparentemente senza alcun controllo, andarono a sfiorare la schiena dell’altro, che intanto continuava a baciarlo, premendoglisi contro.
Ormai rilassato, Watanuki continuò a rispondere, portando una mano sotto la camicia del più grande, accarezzandogli la schiena, assaporando quel calore con evidente bramosia.
Aveva un corpo perfetto Doumeki, un corpo che si era trovato a desiderare e sognare diverse volte.
Avrebbe approfondito maggiormente quel contatto se, proprio in quel momento, un uomo non fosse giunto alle spalle dell’arciere, colpendolo.
«Attento!» Riuscì a dire, spingendosi in avanti, cercando con ogni sforzo di afferrare l’altro, di trattenerlo al suo fianco.
Intorno, però, era già tutto mutato.
Il panorama era scuro, l’aria impalpabile, davanti a sé vi era un’enorme lastra di ghiaccio, dietro la rete, unico elemento della terrazza ancora presente, quasi a volersi beffare del bel momento andato in fumo.
«Sono bloccato...» Mormorò, in preda ad una crescente disperazione.
‘Mettiti in salvo...’  Una frase che si trovò in testa.
«Cosa... non posso...»  Mormorò, fissandolo, osservando l’uomo che gli tornava accanto, pronto a colpirlo ancora.
‘Scappa...’ Continuò l’altro.
‘N..no...’ Pensò intensamente, iniziando a colpire la lastra, invano.
Tornò ad osservare l’arciere poi, assistendo impotente alla sua fine. Osservando con occhi vuoti l’uomo che, senza la minima traccia di emozione, estraeva una lama dal braccio, colpendolo a morte.
«Shizuka!» Urlò tra le lacrime.
In quel momento la lastra di ghiaccio si dissolse, dandogli modo di accorrere verso il corpo ormai senza vita di Doumeki.
«Non morire...» Sussurrò tra le lacrime, sollevandolo appena per stringerlo a sé. «Shizuka... non lasciarmi...»
Poi, ancora quella voce, a lui familiare. «Devi rompere la barriera... e presto...»

Quando riaprì gli occhi, incontrò quelli dell’arciere.
Lo osservò incredulo, come se si trattasse di un sogno, senza davvero vederlo.
«Lui è... è morto...» Mormorò ancora in stato di shock, rendendosi conto solo in quel preciso istante che non era più in un sogno, bensì nella realtà, mentre quello di prima...
«Hai fatto un incubo...» Dichiarò l’arciere, trasformando in parole il suo pensiero. «E comunque... chi è morto?» Domandò, portando una mano ad asciugargli il volto rigato di lacrime.
Ho pianto..? Pensò il più giovane. Già, nell’incubo...
Si sfiorò il volto, facendosi sempre più cupo man mano che i dettagli tornavano a riaffiorargli in testa.
«Hai sognato quella persona?» Continuò il più grande.
Watanuki si limitò ad annuire, rivolgendo lo sguardo altrove, sentendosi perso. «Capita spesso...» Mormorò soltanto, pensando che si, capitava spesso, specie quando lui e Doumeki si trovavano più vicini del solito.
«La persona che ami?» Ribatté l’arciere, deciso a venire a capo di quella faccenda.
Il più piccolo restò immobile, chiuso in una lotta con se stesso, intento a controllare il bisogno di abbracciare l’altro ragazzo, ancora vivo, al suo fianco, ed incredibilmente bello e rassicurante, come sempre.
Anche negli incubi dove lo vedeva morire. Sempre...
«Allora?» Lo sentì insistere.
Annuì infine, stanco, ancora scosso dall'incubo e da quanto poteva significare.
L’uomo che li aveva attaccati indossava gli abiti che aveva già visto nel mondo del ciliegio, e forse era la stessa persona che aveva colpito Doumeki pochi giorni prima.
Tremò al pensiero di vedere quel sogno diventare realtà.
«Succede sempre così...» Mormorò piano, sforzandosi di essere forte. «Un attimo prima siamo insieme e poi... accade qualcosa ed io... non posso far nulla. Nulla...» Continuò, tornando a guardarlo solo quando lo vide scostarsi appena da lui.
«Capisco...» Replicò l’arciere in tono cupo, ferito da quella scoperta.
Pur consapevole di non aver alcun diritto su Watanuki, si sentiva a suo modo tradito.
In tutto quel tempo aveva finito col rassegnarsi ai sentimenti che l’amico provava da sempre per Himawari, forse un giorno avrebbe potuto accettare che quegli stessi sentimenti andassero ad un’altra ragazza, ma il resto...
«Prima... hai chiesto se lui... era vivo.» Spiegò, vedendolo trasalire. «Per questo non potevi dirmelo?» Continuò in tono sempre più spento. «Temevi che... ti avrei giudicato?»
«Cosa..? Che... che c’entra..?» Domandò il più piccolo con aria confusa.
L’arciere sembrò riflettere a lungo sulla risposta. «Avrei voluto che me ne parlassi. Tutto qui...»
«Parlarti di cosa? Sai bene che non posso. Potrebbe morire e... non voglio.» Dichiarò in tono tanto triste. «Quindi non insistere...»
«Come vuoi.» Replicò l’altro, alzandosi. «Buona notte allora...»
«Notte...» Mormorò il più piccolo, aspettando di vederlo uscire per tornare a stendersi, lo sguardo fisso sul soffitto mentre la mente tornava a quanto vissuto in quel sogno. A Doumeki, all’uomo che, senza alcuna pietà, lo aveva ucciso ed infine a quella voce e al messaggio che continuava a ripetergli.
A pochi passi da lui, intanto, anche Doumeki stava osservando il soffitto, sforzandosi di non soffrire per la perdita di qualcuno che in fondo non gli era mai appartenuto.
Non completamente.
Non come avrebbe voluto...


Rieccoci qui...
Come avrete notato il cerchio inizia a stringersi attorno ai nostri due eroi. Ci saranno ancora diverse peripezie prima di giungere al termine ma quanto avvenuto farà da sfondo a tanti eventi futuri alcuni particolarmente picanti. XD

Ma veniamo a voi, fedeli lettrici e sostenitrici della DouWata (lo siete vero? XD)
In primis vi informaimo che da questo capitolo il raiting passa da giallo ad arancione. E state attente perchè presto... giungeremo al rosso. U_U
Poi... Per chi non avesse notato la cosa.... Ad oggi "A stretto contatto" e "Connessioni" si trovano in pari. Se pensate che inizialmente, connessioni doveva in primis non esserci ed essere particolarmente più breve.... beh, diciamo che la cosa dovrebbe servire a mostrare come la storia si sia scritta da se. XD
Detto questo....

Naco chan: Eh si, ci hai proprio preso. Quello di farli parlare proprio quando non vogliono era l'esatto intento di Yuuko. Uno tra i tanti, almeno. :P
Sakè sia allora. XD
Ci uniamo anche noi al brindisi…
E chissà che presto non ci sia un bel capitolo a base di sakè. XD

ginnyx: Felici che non sia stato un capitolo drammatico come il titolo induceva a pensare, ma le cose, in effetti, da questo momento in poi si complicano non poco per i nostri due eroi!
In ogni caso, parlando d'altro, eh si... Giku-kun e Himawari-chan sono molto affiatati. Chissà, potrebbe essere Inevitabile...
Watanuki le sopporta tutte perché, diciamocelo, è l'idiota della storia e su questo Doumeki ha molta ragione XD Ma ribadiamo che ha i suoi motivi... che vedremo, tra non sappiamo più nemmeno noi quanti capitoli.
Ed il "ti odio" da solo magari può non sembrare credibile, ma il povero Shizuka non è nella testa di Watanuki (non lo era fino al capitolo precedente, via), quindi mentre gli osservatori esterni sanno pensieri e preoccupazioni e innamoramenti del cuoco isterico, lui ha visto soltanto tutto il suo sbracciarsi, agitarsi e rifiutarlo continuamente. Poverino... *Vanno a coccolarlo e vengono prese a frecciate e scappano.*
Ah... quanto al braccialetto di Yuuko, temo che sia un rischio andar solo a chiederglielo XD
Anche se ammettiamo che dopo le entusiaste richieste ricevute, avevamo pensato di farlo realizzare sul serio!
Ma cessiamo lo sproloquio, sperando che questo capitolo ti piaccia come i precedenti.
A presto!

sailorYuko: Non preoccuparti, la storia è ancora tanto lunga da garantirti diverso tempo per recuperare. XD
Quanto al leggersi nella mente… Si, ammettiamo che ci saranno non pochi problemucci. Alcuni dei quali rischiano di sfociare nello yaoi :P
Che 'grave' problema, eh? ;)

WYWH: Diaboliche? Tzè. Siamo Le Streghe, non confondere le cose che è diverso! XD
"I casini" ovviamente non possono rimanere solo su un livello, anche perché già erano su diversi di loro: Sia quello fisico, sia quello dei sentimenti, poi dopo A stretto contatto si è aggiuto il piano energetico e quello intellettuale, ora.
E, nello sfondo, c'è anche altro che... per il momento non è stato ancora visto, e che non possiamo di certo rivelare :P.
In ogni caso, Connessioni è adesso nella parte 'in discesa' della sua parabola, si stanno scoprendo gli altarini, e possiamo solo dire questo: Il weekend-studio al tempio di Doumeki rivelerà diverse cose!
Continua a seguirci!

Witch Of The DImensions: Abbiamo impiegato qualche giorno dalla tua ultima recensione ma neanche tanti. ^_^
A casa tua hanno un motto che un pg di nostra conoscenza condivide a pieno.
Maaaa tornando a Di… Siamo liete di sapere che la storia continui a piacerti. Divertire ed interessare chi la legge ci riempie di gioia visto che noi per prime ci siamo divertite, commosse ed ancora divertite nello scriverla.
Si, probabilmente ad un certo punto il divertimento era troppo ma si sa… Watanuki ne combina tante da rendere esilarante ogni momento in sua compagnia. XD
Detto questo… speriamo che anche l'attuale capitolo ti sia piaciuto. ^_^

   
 
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