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Autore: echelon1985    09/06/2010    7 recensioni
Una specie di carta moschicida per amori sbagliati, ecco cosa era.
Questo era quello che si ripeteva Quinn mentre percorreva la strada che da casa sua lo portava a scuola.
Era come se ogni volta che gli piacesse qualcuno si accedesse un'enorme insegna luminosa che diceva "epic fail"
[...]
"Padget, tu lavorerai con Allman"
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Bullet for My Valentine, The Used
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Kiss me, I’m contagious





Si erano visti tutti i giorni per una settimana, per il progetto.
Ogni giorno Padge arrivava a casa di Quinn con i libri e la custodia tra le mani.
Si occupavano della chimica per qualche ora, e poi il moro tirava fuori la sua
chitarra.
Era diventata una specie di piacevole routine, anche se Quinn si sentiva un pò
impacciato, ed anche un pò incapace.
Quel pomeriggio Padge stava cercando di insegnargli un accordo complicato, senza
grandi risultati, per la verità.
Il moro aveva preso la sua chitarra e l’aveva messa tra le mani di Quinn, poi aveva spostato la sua sedia più vicino a lui.
I suoi capelli lunghi ricadevano verso il basso ed emanavano un piacevole profumo
di shampoo.
Aveva posizionato lui stesso le dita del biondino nel modo giusto
Quinn osservava le dita di Padge sovrapposte alle sue senza ascoltare veramente
quello che l’altro stava dicendo.
I suoi polpastrelli erano freschi e leggermente ruvidi, probabilmente per via delle corde.
Gli occhi di Padge lo scrutavano incuriositi ed attenti


“Quinn? Su che pianeta sei?”
“Scusa, mi ero distratto. Non sono un granché come chitarrista”
“Devi solo rilassarti. Chiudi gli occhi e senti le corde sotto le dita. Lo senti?
 A seconda della pressione che fai il suono è diverso”
 “Come faccio a sapere quanto forte devo premere?”
“Lo sai e basta. E’ come il sesso, al momento sai sempre cosa fare e come farlo”


Quinn aveva involontariamente puntato gli occhi sul viso dell’altro, alzando la testa
verso di lui, troppo vicino forse, mentre pregava silenziosamente di non fare niente di
stupido
Le dita di Padge erano ancora sulle sue, solo che adesso gli sembravano calde, più calde.
Il moro le aveva fatte scivolare velocemente sulla mano del biondino  fino a circondare
il suo polso, e l’aveva trascinato più vicino.
I loro nasi si erano toccati prima delle loro labbra.
Quinn aveva inclinato la testa di lato ed aveva dischiuso la bocca, accogliendo la
lingua di Padge.
Il sapore di sigarette e le loro salive si erano mischiate per qualche minuto.
Il moro aveva afferrato la tastiera della chitarra ed aveva fatto scivolare lo strumento
per terra con delicatezza, senza staccare le labbra da quelle di Quinn.
Una volta messa al sicuro la chitarra aveva portato il biondino ancora più vicino a sé,
incastrando una gamba tra quelle dell’altro.
Si sentiva come inebriato, e cazzo, non era normale che un uomo profumasse in quel modo.
Non avrebbe dovuto, non poteva,  avere quell’odore così intossicante.
Ed era come se se ne fosse accorto solo allora.
Quello era un ragazzo
Si era staccato subito e si era alzato in piedi così velocemente da far rovesciare la sedia
su cui era seduto



“Padge?”
“Io… io non so cosa.. che cosa mi stai facendo, ma sta lontano da me”
“Io non ho fatto proprio niente”
“Non voglio diventare come te”



Quinn l’aveva osservato senza parlare, non avrebbe potuto nemmeno volendo.
Quella frase l’aveva ghiacciato completamente
Mentre recuperava le sue cose in fretta a Padge non era sfuggita la sua espressione ferita.
Solo ferita, ma per nulla sorpresa di quello che stava accadendo.
Si era sentito veramente una merda, ma doveva andarsene da quel posto
Doveva assolutamente allontanarsi da Quinn e da quella strana sensazione che si sentiva
all’altezza dello stomaco
Il biondino era rimasto immobile finché non aveva sentito la porta chiudersi con un
tonfo sordo.
O forse quel rumore era stato solo il suo cuore che si spaccava per l’ennesima volta


Quando era finalmente riuscito a muoversi aveva mandato un messaggio a Dan.
Non aveva voglia di sentire le prediche di Bert, o magari non voleva ammettere
che l’altro avesse ragione.
Era rimasto scottato ancora una volta, e come sempre la colpa era la sua.



Dal messaggio di Quinn non traspariva esattamente cosa fosse successo, ma
Dan non aveva tardato ad arrivare.
Ed aveva avuto conferma di quello che pensava quando aveva visto la faccia
dell'amico.
La conosceva bene quell'espressione, ma stavolta era peggiore.
Aveva sempre avuto una strana smania di protezione nei confronti di Quinn.
Sembrava sempre completamente in balìa di tutte le cose, sempre impreparato
e spaesato.
Era così pulito da buttarsi in ogni situazione senza pensare mai alle conseguenze, e spesso ne rimaneva
deluso, eppure Dan invidiava quella sua qualità.


"Che è successo?"
"Lui.. io..Padge mi ha baciato"
"E non è un bene?"
"No, mi ha detto che non vuole diventare come me, come se fossi una specie
 di malattia contagiosa"
"E' stato un bel bacio?"
"Hai sentito quello che ti ho detto?"
"Ho sentito Quinn, e la spiegazione è molto semplice. Se la sta facendo sotto
 dalla paura"
"Certo, la paura che io lo infetti"
"No dolcezza, si è solo accorto di quanto tu sia meraviglioso"
"Si, devo essere veramente fantastico dato che tutti scappano via a
 gambe levate. Che c'è che non va in me?"
"Niente Quinn, probabilmente non aveva mai pensato all'eventualità che tu
 potessi piacergli, ed ora è spaventato"
"Che dovrei fare adesso?"
"Parlargli"
"E dirgli cosa? Ti prego non mi evitare come la peste anche se sono patetico?"
"Quinn smettila. Cazzo non puoi far dipendere l'opinione che hai di te
 da altre persone"
"Mi ha detto di stare lontano da lui"
"Cambierà idea"
"Non dire niente a Bert per favore"
"Non dirò niente, ma tu parla con Padge"
 

C’erano voluti dei giorni perché Quinn trovasse finalmente il coraggio di parlargli
Aveva passato l'intera giornata a ripetersi che doveva necessariamente chiarire la situazione, così aveva
controllato la bacheca per vedere gli orari di Padge, e siccome l’altro
aveva un'ora buca aveva saltato la lezione di storia per andare a cercarlo.
L'aveva visto immediatamente, seduto sulle panchine del giardino della scuola mentre
chiacchierava con i suoi amici.
Aveva fatto due o tre respiri profondi prima di avvicinarsi

"Padge, posso parlarti un attimo?"

Il moro gli aveva dato un'occhiata sospettosa, poi senza dire niente si era alzato,
ignorando gli sguardi incuriositi ed interrogativi dei suoi amici
Erano rimasti in silenzio finché non erano riusciti a trovare un'aula vuota.

Nei giorni passati Quinn aveva riflettuto, aveva pensato a lungo su che razza di
persona voleva essere.
Ed aveva deciso che non sarebbe stato il tipo di persona che supplicava per essere accettato.
Si meritava qualcuno che lo volesse per quello che era, e se non era Padge quella persona
era meglio troncare subito ogni contatto, ed ogni eventuale illusione.

Non appena la porta dell’aula si era chiusa alle sue spalle Quinn aveva preso a scavare
nel suo zaino rosso, mentre Padge lo osservava senza dire niente, non capendo esattamente
cosa l’altro stesse facendo.
Quando finalmente aveva trovato quello che cercava l’aveva porto all’altro, guadagnandosi
uno sguardo interrogativo quando aveva messo il dischetto scuro tra le sue mani

“E’ il progetto di chimica, l’ho finito. Devi solo aggiungere il tuo nome”
“Cosa? Perché l’hai fatto? Avremmo dovuto finirlo insieme”
“Mi hai detto di stare lontano da te, immaginavo che non saresti più venuto a studiare
 a casa mia.. con me”

Padge gli aveva restituito il dischetto con un gesto un po’ brusco, gli occhi fissi
sul viso piccolo e pallido di Quinn

“Non voglio prendermi il merito di qualcosa che non ho fatto”
“Era praticamente finito, ho solo messo insieme il tutto e l’ho trascritto al computer.
 In ogni caso fanne quello che vuoi”

Quinn aveva lasciato l’oggettino di plastica sulla cattedra, avvicinandosi alla porta
senza più guardarsi indietro

“Cos’è questo? Un modo per farmi sentire in colpa?”

Si era bloccato sui suoi passi ascoltando la voce adirata del moro, e Quinn era così
stanco di sentirsi così patetico, e di dover essere sempre nella posizione di
elemosinare qualcosa

“No, è solo un modo per dirti che puoi stare tranquillo, e che non sarai costretto
 a frequentarmi mai più”

Era uscito dall'aula senza mai voltarsi verso Padge.
Era sicuro di aver fatto la cosa giusta, anche se adesso faceva male
Col tempo sarebbe stata la cosa giusta, per sè stesso


Era tornato dentro la scuola ed aveva seguito le ultime due ore di lezione
sforzandosi di non pensare a tutto quello che era successo.
A fine giornata era tornato a casa con gli amici, camminando in totale silenzio
A Dan non c'era voluto molto per capire che qualcosa non andava, ma aveva
preferito non dire niente davanti a Bert

"Hey Quinn, ti dispiace se pranzo da te? A casa mia non c'è nessuno"


Quinn gli aveva rivolto uno sguardo pieno di gratitudine, ed aveva annuito con un mezzo sorriso.
Dan riusciva a capirlo al volo, era sempre stato così, era stato molto fortunato
ad averlo incontrato.

Avevano salutato Bert ed erano entrati in casa di Quinn, trovandola vuota, come quasi
sempre.
Si erano trasferiti in cucina ed il biondino aveva messo in caldo il pranzo che la
madre gli aveva lasciato prima di andare a lavoro.
Dan si era seduto al tavolo della cucina ed aveva aspettato che l'altro si decidesse
a parlare.
Non c'era voluto molto, Quinn non era il tipo da tenersi tutto dentro.


"Ho parlato con Padge"
"L'aveva immaginato, ed è andata male?"
"Gli ho dato il progetto di chimica e gli ho detto che non è costretto a vedermi
 mai più se non vuole"
"Quando ti ho detto che dovevi parlargli non intendevo questo"
"E' meglio così, non è interessato a me"
"Ma sei idiota? Lui sta facendo così tanto lo stronzo proprio perché gli piaci"
"Evidentemente non abbastanza"
"Quindi non vuoi più frequentarlo?"
"Per farmi trattare come se fossi contagioso? No grazie"
"Sei sicuro che sia la cosa giusta?"
"Tu no?"
"Non lo so, sei tu che devi decidere"
"Ho deciso"


Quando Dan era andato via il biondino aveva preso la chitarra dall'ingresso e l'aveva portata con sè in camera.
Non aveva idea del perché ma aveva sentito che aveva bisogno di farlo.
Probabilmente era la prima volta in vita sua che prendeva quello strumento tra le mani
Nessuno la suonava da anni e non era accordata, ma Quinn voleva soltanto
tenerla tra le mani, sentire le corde sotto le dita.
Si era disteso sul letto ed aveva poggiato lo strumento sulla sua pancia.
Era levigato e freddo, eppure Quinn aveva immediatamente sentito una specie di calore
propagarsi per il suo corpo
Aveva quasi preso sonno quando il campanello di casa era suonato 




Grazie per le recensioni!

Ioamolacocacola: Ma grazie dei complimenti! Sono contenta che ti piaccia!
Si, loro due insieme sono strani, ma troppo belli secondo me!
Ti assicuro che non ho idea di cosa succederà a Bert.. finchè non scrivo non so mai
cosa succederà xD

ColdBlood: Honey.. sai che amo Bert, ma non so mai cosa gli farò fare xDD
Diciamo che Padge è un pò.. confuso? Dopo questo capitolo ancora di più mi sa xD

Friem: Emh.. diciamo che Padge non sa bene cosa vuole al momento… non lo so nemmeno io cosa vorrà xD Che ne pensi?

Xx_ImJustAKid: Padge ha già cambiato idea, mh? Ma come si fa a resistere a Quinn?
(so già che dirai che sono di parte xD).. ma chissà.. si vedrà.. si scoprirà qualcosa in
più di tutti e due xD

   
 
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