Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: Natalja_Aljona    09/06/2010    4 recensioni
George stava per dire qualcosa, ma un urlo squarciò la quiete di Arnold Grove.
-PAPYYYY!!-
-Cosa vuoi, Raymond??- domandò George, cercando di mostrarsi paziente, ma visibilmente scocciato.
-C'è una lucertola!- gridò Ray, eccitato.
-E CHE CAVOLO ME NE FRE... Fantastico, Raymond! Si vede che sei mio figlio! Ce l'abbiamo nel sangue, noi Harrison! Semplicemente, spacchiamo!- George modificò provvidenzialmente il suo tono di voce, conseguentemente all'occhiataccia di Lucy.
Poi diede un lieve bacio sulla fronte di quest'ultima, posandola finalmente a terra.
-E adesso va a quel paese, Harrison- borbottò tra se e se Lucy, fingendo di spolverarsi i vestiti, per darsi un contegno.
George raggiunse a grandi falcate la camera del figlio, pensando tra se e se:
Se quella lucertola è entrata nella MIA chitarra, giuro che le stacco la testa!
Gennaio 1972.
Dodici anni dopo "Revolution".
La storia di Ray, Jim e John Harrison, ovvero...i figli di George Harrison e Lucy Richards.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lucy is a Rainbow'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


2. Oh daddy dear you know you're still number one



Era lunedì mattina, di nuovo.

Ray infilò velocemente il libro di geometria nella cartella, afferrò al volo una fetta di pane con il burro dalla tavola e fece per uscire, ma qualcuno lo bloccò.

-Troppo comodo, fratellino!- ridacchiò Jim, tentando di rubargli la fetta dalle mani, ma Ray la alzò in alto, così in alto che Jim, dall'alto dei suoi sette anni, non ci arrivava più.

Jimmy incrociò le braccia al petto, imbronciato.

-Non è giusto-

Solo allora il ragazzino si accorse che quella che aveva in mano era l'unica fetta di pane presente sulla tavola.

-Ehm...mamma? Sta ancora dormendo, papà?- chiese speranzoso.

Ma non ricevette alcuna risposta.

-...mamma??-

-Mammina!- gridò Johnny, saltando sulle ginocchia di Lucy, con un sorriso a trentadue denti.

Come Lucy sollevò la testa dal piatto su cui si era assopita, gli occhi di Ray si illuminarono.

-Ah, ma allora non era l'unica!-

Lucy lanciò uno sguardo di traverso a una ciocca dei suoi lunghi capelli neri, che quel mattino avevano preso una strana piega ondulata.

Come volevasi dimostrare, poco lontano dal nastro dorato che li legava nell'accenno di una treccia spettinata, brillava il bianco quasi latteo del burro.

Poco lontano da lei, avrebbe dovuto esserci una fetta di pane...ma non c'era più.

Cri cri cri

Un cri flebile ma distinto.

-E che è, il fantasma di Canterville?!-

-Il fantasma di Arnold Grove!- gridò Ray, con un sorrisetto.

Un sorrisetto terribilmente alla Harrison.

Cri cri cri

-Abbiamo dei grilli in casa?-

-Grilli! Grilli! Cra! Cra!- gridò John, battendo le mani eccitato.

-Quello è il verso della rana, 'gnorante!- lo zittì il fratello maggiore.

Ray abbassò lo sguardo.

Aveva appena avvertito un leggero movimento sulla sua scarpa destra.

-Il grillo!-

-La rana, la rana!- gridò di nuovo John, mettendosi in piedi sulle ginocchia di Lucy, che perse l'equilibrio e cadde, con il bambino addosso.

E allora se ne accorse, George non stava affatto dormendo.

Tutt'altro!

George era carponi sotto il tavolo, in compagnia di un vassoietto ricolmo di fette di pane al burro, cioccolato fondente e marmellata.

Compresa la sua.

In una mano ne teneva una, che mordicchiava di tanto in tanto, e con l'altra mano tentava di afferrare quella del figlio.

Aveva perfino uno sbaffo di burro su una guancia.

Ditemi che non sta succedendo veramente...

-Aspettate, aspettate un secondo!- gridò Lucy, attirando l'attenzione dei tre(o forse sarebbe meglio dire quattro?) piccoli Harrison su di lei.

-Semplice- sorrise -Sto sognando. Loro non sono figli miei...- lo sguardo di Lucy cadde su George, che le sorrise, leccandosi lo sbaffo di burro sulla guancia.

Lucy spalancò gli occhi e distolse lo sguardo.

-...e io non lo conosco. E' così, no?-

-Mamma!- strillò John, allungando una manina verso la guancia della ragazza.

Lucy gli rivolse un sorriso pieno di affetto.

-Ti stai sbagliando, piccolo. Io non sono tua madre-

-Oh, tu lo sei, invece-

Lucy sbarrò gli occhi, dopodichè con un balzo raggiunse la porta della cucina e si attaccò disperatamente alla maniglia.

Chiusa a chiave.

Come sempre, non aveva resistito alla tentazione di tentare la fuga da tutto quello... ma ormai era abituata, le sarebbe passato presto.

Forse era diventata madre un po' troppo giovane ed era rimasta ancora un po' ragazzina...

D'altra parte, non si può cambiare radicalmente da un momento all'altro.

George lo sapeva.

-George, è sleale!-

George sventolò il mazzo di chiavi da sotto il tavolo, sulle labbra il solito sorriso diabolico, con anche un po' di burro.

-Vieni a prenderle!-

-No!Non mi piace quando mi guardi così...fai quasi paura!- protestò Lucy, mordendosi il labbro inferiore con aria imbronciata, molto simile a quella che aveva sempre Jim.

-Embè? Sooono il mostro GH!- sussurrò George a voce bassissima, facendo strane smorfie per far divertire Jim, che, poco lontano da lui, aveva abbandonato la sua espressione imbronciata per far spazio a un timido sorriso.

John incominciò ad applaudire.

-Grande papiiiii!!-

Al che George afferrò il bambinetto per la vita e se lo mise in braccio, facendoselo saltellare sulle ginocchia.

Ad ogni saltello John emetteva un risolino divertito e si stringeva sempre più alle gambe del padre.

Nessuno aveva notato, ovviamente, che sulle gambe del padre era già stazionato il vassoietto comprensivo di pane, burro, marmellata e cioccolato fondente.

-Fila a cambiarti, John- sibilò Lucy, a voce altrettanto bassa.

George si voltò a guardarla e...

-Caspita! Che faccia scura! Che succede, Lu'?-

-Mi farete venire il diabete... E tu, Jim, l'orticaria! Chi ti ha detto di scorticarmi la mano con quel tuo dannatissimo temperamatite?!-

In quel momento, però, John richiamò l'attenzione del padre spiaccicandogli una fetta di pane col burro tra i capelli.

A quel gesto, George scompigliò i capelli nerissimi del figlio, ridendo.

-Il mio piccolino...-

-Mh...- commentò Lucy, volgendo lo sguardo altrove.

Allora il chitarrista si affrettò a passare una mano anche tra i capelli della ragazza, che accennò un sorriso, anche se poco convinto.

-La mia piccolina...-

-Ehi! Pensi di incantarmi con le stesse parole che dici a tuo figlio?!- si lamentò Lucy, guardandolo malissimo.

-Nervosetta, eh?-

-E mamma è nervosa! E mamma è nervosa! Viva la mamma!- strillò Jim, in piedi sul tavolo, atteggiandosi da telecronista della BBC.

-Viva George, ladies and gentleman, viva George! Mio padre è il miglior chitarrista di tutti i tempi-e lo pensa anche la mamma! Yeah!- ma John gli tirò un pizzicotto e Jim inciampò, finendo dritto con la faccia nel burro.

Ray concluse l'opera spalmandogli della cioccolata tra i capelli e mettendogli una mano davanti agli occhi per impedirgli di rialzarsi.

-A me gli occhi, signori! Qui è Raymond Harrison, in diretta dalla cucina di 12 Arnold Grove!

Sono desolato, ma mi vedo costretto ad annunciarvi che il nostro telecronista, nientepopòdimeno che il mitico, fantastico, straordinario, brillantissimo, cioccolatoso Jimmy Keith Harrison non potrà salutare Liverpool, stamattina, perchè...rapito dagli ufo!!-

-Ufo XYZ, dal satellite Beatles, dalla Divisione di Maxwell's Silver Hammer, quinto anello di Sangiorgio!- aggiunse John, convinto.

-Saturno, John. Saturno. Ed è l'anello di George Clerk Maxwell!- lo corresse Ray, felice di poter fare bella figura davanti ai suoi genitori.

Ma lo fu un po' meno davanti ai suoi fratelli.

-Secchione. Secchione e sfigato!- lo canzonò John, tirandolo giù dal tavolo per le stringhe delle scarpe.

-Intellettuale! E' diverso!-

-Lucertola di biblioteca! Ratto!- continuarono a sfotterlo Jim e John, lanciandogli addirittura fette di pane con il burro.

-E comunque si chiamava James...credo- concluse George, con un sorriso imbarazzato.

-Anelli di Sangiorgio? George Silver Maxwell? Cioè, come si chiama...-

-Long Silver George! Vedi?? L'hai detto anche tu!!-

A quelle parole Lucy mollò a George una tale gomitata da perforargli una costola.

-Egocentrico!- commentò, mentre il chitarrista piagnucolava:

-Mi hai fatto male!-

-Via, papà, non fare il bambino!- lo redarguì però Ray, abbassandosi gli occhiali da sole con un solo gesto della mano.

-Sono Ray-ban!-

-Ray-scemo!- lo corresse Jim, sfilandogli gli occhiali e nascondendoli dietro la schiena.

-Ridammi gli occhiali, bandito! Io, Rayban Harrison, ti catturerò e riconsegnerò alla giustizia!- gridò allora Ray, sempre più infervorato.

-Oh baby!

Yeeeeh baby!

Woooooh baby!- urlarono in coro Ray e John, imitando la performance di Elvis in “Long Tall Sally”.

Poi lo sguardo di Lucy e George si spostò quasi sincronicamente verso il vecchio orologio a pendolo del corridoio.

Le otto! Di nuovo.

Solo che non era più domenica.

Era Lunedì.

Un altro tragico lunedì.

Ed era appena scattata l'ora X.

Lucy spostò lo sguardo sul tavolo della cucina, pensando che probabilmente sarebbe stato in condizioni migliori dopo un assalto dei vandali.

Eppure, nonostante tutto, non aveva nessuna voglia di interrompere quel momento.

In quel momento era finita “più o meno” accidentalmente in braccio a George, con un gomito sotto il ginocchio di John, Ray con un braccio sulle sue spalle e Jim con una fetta di pane su un occhio, a mo' di pirata, in una bislacca imitazione di Keith, che la guardava con aria fintamente feroce.

George se ne accorse e decise, in un attimo di responsabilità che non era per niente da lui, di affrontare la situazione.

-Ehi, Rayban...mi sa che dobbiamo andare-

-Di già??- piagnucolò Ray, stringendosi drammaticamente alle spalle della madre.

-Eddai...lo sai che la maestre ti adorano!!- cercò di incoraggiarlo George.

-Adorano te, non me!! E odiano mammina!!-

A quelle parole, George si voltò incuriosito verso Lucy.

-Cos'è questa storia??-

-E'...è una storia- spiegò Lucy, evasiva. -Tutto qua!-

-Quelle streghe sono gelosissime della mia principessa!!- grugnì Ray, sulla difensiva, abbracciando Lucy.

-Grazie, campione!!- sorrise Lucy, scompigliandogli affettuosamente i capelli.

Ray sorrise soffisfatto.

Lucy finse di guardare fuori dalla finestra, ma in realtà pensava...pensava al primo giorno di scuola di Ray.

Allora i Beatles non si erano ancora sciolti, e George era già partito alla volta di Abbey Road.

Così era stata lei ad accompagnare Ray...e, nemmeno per tutto l'oro del mondo, avrebbe mai voluto ripetere quell'esperienza.


8.15

Erano in ritardo, ma con un po' di fortuna nessuno ci avrebbe fatto casa.

Con una corsa folle avevano raggiunto il motorino di George.

Lucy si era infilata il casco, mentre una goccia di sudore per la corsa appena terminata gli scivolava sulla fronte.

Ray si era stretto forte a lei, piagnucolando:

-Ci devo proprio andare, a scuola, mammina??-

-Uhm...non necessariamente-

-Davvero??-

-Eddai, Ray...lo sai che fosse per me ti porterei sempre al porto, ma oggi non possiamo proprio... Quando torniamo, però, vedrai che papino ti lascerà suonare la sua chitarra!-

-Papino?? Ma mica tu lo chiamavi...uhm...delinquente d'un GH??- recitò Ray, imitando il tono ironico e al tempo stesso affettuoso di Lucy.

-Sì, ma...GH adesso non ci può sentire! E noi possiamo dire quello vogliamo, alla faccia del delinquente! Anzi, alla faccia di papino!-

Ray aveva fatto un sorriso soddisfatto.

-Ti voglio bene, mamma-

-Anch'io. Ma ne voglio di più a “papino”-

-Cosa?!-

-Scherzo...sei tu il migliore, Rayban!!-

-Migliore perfino di papà??-

-Uhm...vediamo...-

-Mammaaaa!!!-

-Eh...sì, direi di sì!-

-Mitica!!-

-E adesso infilati il casco, che ti porto nel bosco, ti ci abbandono, e ti guardo mentre i pirati cattivi ti si avvicinano con i loro spaventosi canini...ti circondano....e...-

-Ed è allora che il miticissimo Rayban Harrison con un provvidenziale riflesso dei Power-Rayban, gli occhiali più supermitici del mondo, li stende con una mano sola! One, two, three, four...-

-...well, she was just seventeen...-

-Mamy!!-

-E va bene! Allora, com'era??-

-One, two, three...Pooower Rayban! E Raymond viiiiince!!-

-Applausi per il figlio del delinquente!!-

-A-ehm. E della strega-

Lucy gli aveva dato un lieve scappellotto sulla nuca, fingendosi offesa.

-Bah. Non ti parlo più, Super-Rayban!-

-Maa...mamy!! Me lo devo proprio infilare, questo casco?? Mi spettina tutto!!-

-Dio, George, sei peggio di tuo padre e Paul messi insieme!-

-Come mi hai chiamato??-

-Ehm...scusa. Lo sai, mi confondo...-

-Uffaaa!!-

-Allora, vogliamo andare, eroe??-

-Evabbene...- aveva borbottato Ray, imbronciandosi.

Lucy aveva premuto l'accelleratore e dieci minuti dopo erano davanti alla scuola.

Poi era scesa per prima, gli aveva scoccato un bacio sulla guancia e gli aveva indicato le scale, con un sorriso.

-Vai da solo, Super-Rayban?-

-Davvero??-

-Certo! Anche se, beh, avendo nelle tue vene il sangue degli Harrison, dovresti essere uno stordito cronico come tuo padre...ma tu non lo sei, vero??-

-Noo!!-

-Bravo bambino! E allora fila, prima che ti morda il naso!-

-Eh??-

-Boh...questo era quello che mi diceva sempre Key quando voleva minacciarmi...-

-Zio Keithy??-

-Esatto, proprio lui! Il pirataccio brutto e cattivo!-

-Sei una strana mamma, sai, Lu'?-

Lucy l'aveva guardato incuriosita.

-Già...ma, d'altronde, lo sai...Noi Harrison siamo così...-

-Noi Harrison siam così...noi siamo tutti blu...- incominciò a cantare Ray.

-Gli Harrison sanno che un tesoro c'è...nella chitarra accanto a te...- continuò, iniziando a saltellare intorno a Lucy nella buffa imitazione di un puffo.
Poi s'interruppe.

-Harrison, hai detto? Anche tu sei una Harrison??-

-Beh...-

-Ma siete sposati, tu e papà?-

-Non ancora...-

-Io e Jim saremo i testimoni! E John...il boquet!-

-Uhm...dubito che sarà d'accordo, sai? Comunque...non lo so se ci sposeremo-

A quelle parole, Ray aveva sgranato gli occhioni color cioccolata.

-Perchè??-

-Vedremo... Nel frattempo tu vai, se non vuoi che la maestra ti strangoli!!-

-Ciao, mamma! Ti voglio bene!-

-Sì, vabbè...dite tutti così!-

-Ma è vero!-

-Sarà... divertiti, mi raccomando!-

-Aspetta e spera...- aveva mormorato lui, salendo i gradini, incerto.

All'ultimo momento, però, si era voltato e le aveva gridato:

-Attenta a non cadere, maman!-

-Attenta a...RAY!! Ah, George...quando torna mi sente!!-


Una volta in classe, Ray era stato accolto dapprima da mille sguardi tra l'incuriosito e l'annoiato e uno scintillante, più scintillante di tutti gli altri.

Era quello di Lindsay Song, una bella ragazzina dai tratti irlandesi, ma dal padre coreano, Cin Song, il proprietario della vecchia libreria di fronte alla scuola.

Il suo vero nome era Chanel, nome che si era portato dietro fino al liceo, scatenando l'ironia generale.

Il che era durato fino a quando un suo compagno di classe, un certo Delany detto Den, un tipo strano, a dir la verità, patito della musica anni '50, Elvis e Chuck Berry in particolare, non gli aveva appioppato quello strano, ma simpatico soprannome.

Cin. Linds Song, figlia di Cin Song...a prima vista poteva sembrare l'inizio di qualche stramba novella giapponese.

Linds aveva i capelli castano scuro dai riflessi ramati raccolti in una coda di cavallo portata alta e coronata da tanti sottili nastrini argentati, gli occhi verdi-grigi e un bellissimo sorriso.

Era stata la prima della classe a sorridere, la prima a far sorridere il giovane e ancora inesperto Raymond “Rayban” Harrison.

Ma il peggio doveva ancora arrivare...

-Raymond Harrison!- aveva subito strillato la maestra, una certa Hannah Margaret Yells.

Un nome che era tutto un programma.

-Figlio di George Harrison, la rivoluzione della chitarra e Lucy Richards, la Rivoluzione del chitarrista!- aveva commentato sarcastica.

Ma nell'intervallo l'aveva arpionato svelta, con quelle sue unghie dipinte di rosso peperoncino e gli aveva sussurrato, arcigna, mollandogli un bigliettino nell'incavo della mano:

-Questo è il mio numero, piccino. Non scordartelo, dallo a tuo padre!-

-Ma non esiste proprio!- era sbottato lui, trattenendosi a stento dallo sputarle in faccia.

-Papà è innamorato solo della mamma e non la lascerà mai, nemmeno quando gli ufo invaderanno il pianeta, anche quando ci rapiranno e rinchiuderanno Liverpool in una boccia di vetro e staremo per morire tutti, lui sarà sempre con lei!-

-Sei...sssimpatico, piccino- sibilò la maestra Yells e, in tutta sincerità, Ray si era già largamente rotto le scatole di sentirsi chiamare “piccino”.

E così per tutti i giorni della settimana, salvo, grazie al cielo, la domenica.

Quel pomeriggio stesso, quando Ray aveva consegnato a Lucy il numero di Hannah Yells, aveva assistito come unico spettatore alla distruzione per singola molecola del suddetto bigliettino.

Non aveva mai visto sua madre così furiosa.

Il giorno dopo stesso, Lucy aveva richiesto un'udienza “urgente” con la suddetta “maestra” e le aveva parlato chiaro.

-Lei lascerà in pace mio figlio e mio marito, è chiaro??-

-Suvvia, piccina...non sei un po' giovane per dire queste cose?? Anche perchè non mi risulta che voi siate sposati, tesoro...- le aveva sussurrato con un tono esageratamente, odiosamente smielato.

-Ma abbiamo tre figli! E poi, non sono affari suoi-

-Suo figlio è un tesssoro, sa?- si era subito ricomposta la maestra, tornando a darle del lei.

Contegno, Hannah, contegno”.

-George con riceverà mai quel bigliettino- disse infine, sedendosi senza farsi troppi problemi sulla cattedra, sfoderando un sorriso fiero e soddisfatto.

-Pare che lei sia pazza di lui, piccina. E allora perchè non le ha ancora chiesto di sposarla??-

-Perchè io NON SONO pazza! Ma io...io...-

-Senta, Mrs Harrison o quello che si crede di essere. Non è ancora giornata di udienze, mi sono spiegata? Quindi, se vuole accomodarsi, quella è la porta-

-Già. Perchè non prende la rincorsa e va a “conoscerla un po' più da vicino”??- le aveva consigliato Lucy.

-Mi sta forse suggerendo di suicidarmi??- aveva strillato quella, sdegnata.

-Perchè no? Non si sa mai, mia cara Hannah, non si sa mai- e se ne era andata sbattendo la porta.

Ebbene, quella era stata soltanto la prima maestra.

George non ne aveva mai saputo niente...ma la situazione non era ancora stata completamente archiviata.

Buona sera a tutte!! ;)

Già, buona sera...per voi, spero xD

E' da mezz'ora che sto ascoltando Riders on the Storm per consolarmi, ma non c'è niente da fare...questa è ufficialmente, categoricamente, decisamente la giornata peggiore delle peggiori giornate della mia vita.

A dir poco rivoltante. (e cominciamo bene, evvai!! xD)

E dire che la mattina era cominciata pure decentemente(ritardo a scuola a parte), alla prima ora avevamo geografia e, una volta finiti I paesi baltici, mi sono messa a organizzare(con un po' di anticipo, direi xD) la mappa della tesina di terza media del mio compagno di banco, che ha intenzione di farla sul rock dagli anni '60 a oggi e così gli ho suggerito I gruppi e scritto un bel po' di cose come spunti(anche se a dir la verità mi ha rubato il soggetto xD)...pensate che è pure venuto fuori George Hendrix, uno dei migliori chitarristi del mondo xD

Bene, dalla seconda alla terza ora la situazione non è degenerata.

Cioè, penso che più degenerata di così non si può xD

A musica ci hanno fatto sentire Let it Be dalla compilation della nostra prof-ufo e lì sono cominciati I commenti, sul fatto che fosse uno schifo, una lagna e così via...ma ormai non mi lamento nemmeno più perchè ci sono abituata, purtroppo.

Anche se, sinceramente, certe volte I miei compagni di classe non so proprio da che parte stiano: una volta che dicono che I Beatles sono mitici, altre volte che fanno schifo, altre volte che li suonano alla chitarra...boh.

Terza ora: Geometria.

E, visto che alcuni partono già domani, la prof si è premurata di darci oggi I nostri cento bravi esercizi di aritmetica e geometria.

10.45. Un quarto d'ora all'intervallo.

Sto giusto cominciando a tirare il fiato quando la prof tira fuori dei libretti.

Gli altri cento esercizi per chi, avendo quattro, cinque o cinque e mezzo(io fino all'anno scorso avevo 8, poi 6...adesso 5 e mezzo xD) in pagella, ha avuto il debito formativo.

Ovviamente, io ho sperato fino all'ultimo di non essere tra questi, e questa è stata forse la peggiore tortura.

Pensando, stupidamente, che la prof stesse andando in ordine alfabetico, mentre elencava gli alunni con il debito, ho notato che mi aveva saltato e stavo quasi per tirare un sospiro di sollievo, ed è stato proprio per questo che quando ho sentito il mio nome ho allegramente mandato al diavolo qualsiasi forma di dignità e per poco non sono caduta dalla sedia.

Debito formativo in matematica, in seconda media. Cioè, in seconda media.

Insomma, anche mio padre l'ha avuto, ma al liceo!

Così si conclude schifosamente una mattinata schifosa e adesso posso tranquillamente partire sullo scooter di Giacomo Leopardi, con il libro di matematica e una scatola di aspirine(possibilmente non scadute) sottobraccio.

Ecco, adesso suppongo che la situazione vada leggermente meglio, domani a Crema è vacanza, perchè è il giorno del Santo Patrono e venerdì ricomincerò la scuola con...due ore di geometria.
E venerdì ho pure il saggio di pianoforte...però almeno quello è bello, dai ;)

Poi, grazie al cielo, sabato finisce.

Vabbè...c'est la vie(spero) ;)

Scusatemi per lo sfogo, davvero.

Lo so che non me la dovrei prendere più di tanto, perchè in terza, prometto solennemente, anzi, giuro di recuperare(e voi ne siete testimoni!!), ma...insomma.

Quel che è successo è successo xD

Passando al capitolo...spero che vi sia piaciuto!!

La trama di cui vi avevo parlato la volta scorsa...ehm...temo di averla lasciata nel raccoglitore di musica(che, naturalmente, non trovo) xD

Prometto che domani la cerco e la metto nel prossimo capitolo!! ;)

Mentre per quanto riguarda Lucy madre...beh, non ho voluto cambiarla troppo, anche perchè, in effetti, è diventata madre giovanissima, nel 1961, a soli sedici anni(vabbè, quindici e mezzo xD)...

Così è rimasta sempre la solita, spericolata Lucy Richards che piace a noi!! ;)

Mentre George...beh, George è George, punto. xD

A proposito, ne approfitto per chiedervi...chi è il vostro preferito dei giovani Harrison??

Il mio è ...non ve lo dico xD Ve lo lascio indovinare xD

Passando alle recensioni...

Zazy:Felice che ti piaccia!! Sisi, gli Stones in incognito arriveranno presto, insieme a tutti gli altri personaggi, compresi quelli nuovi!! ;) E anche il ritorno in scena di Pete, purtroppo...

Spero che il capitolo ti sia piaciuto!!

Thief:Ooh, sono contenta che ti sia piaciuta!! Sì sì, la tua recensione ha fatto proprio colpo!! ;)

E...mi è piaciuta troppo la scenetta. XD Bene, spero che questo capitolo non ti abbia deluso ;)

Marty:Uhm...sì, penso di si...anche se Lucy ha due anni meno di George e siamo nel '72, quindi George ha 29 anni, 28 per la precisione, perchè, essendo a gennaio, non li ha ancora compiuti...vabbè, dai, hai mancato di poco! XD

Se Lu' e Geo hanno fatto pace...eeh, non ti posso dire ancora niente, perchè il capitolo lo posterò-se tutto va bene- domani, ma...sì, ti dico già di sì xD

Guarda, Geo non è l'unico a perdere il conto dei giorni della settimana...*fischietta* xD

E...anche tu ascoltavi sempre Mrs Robinson?? Anch'io!! Mio zio ha anche scritto un articolo su un concerto di Paul Simon...ma purtroppo era a Taormina e non sono riuscita a conoscerlo xD (sì, vabbè, iniziamo con i miei scleri serali...anche se mi sarebbe piaciuto conoscerlo veramente!!) ;)

Bene, che dire? Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto!!


P.S: A chi indovina la canzone del titolo regalerò...regalerò...il mio “favoloooso” cinque e mezzo in matematica, comprensivo di debito e libretto delle vacanze!! (e poi dicono che non sono un genio...tsk!) xD


A presto!!

Marty, Ray, Jim e John Harrison ;)




  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: Natalja_Aljona