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Autore: keska    09/06/2010    39 recensioni
Tranquilli è a LIETO FINE!
«Perché… anche la pioggia, sai» singhiozzai «anche la pioggia tocca il mio corpo,
e scivola via, non lascia traccia… non… non lascia nessuna traccia. L’unico a lasciare una traccia sei stato tu Edward…
sono tua, sono solo tua e lo sono sempre stata…».

Fan fiction ANTI-JACOB!
E se Jacob, ricevuto l’invito di nozze non avesse avuto la stessa reazione? Se non fosse fuggito? Come si sarebbe comportato poi Edward?
Storia ambientata dopo Eclipse. Lupacchiotte, siete state avvisate, non uccidetemi poi…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Eclipse, Breaking Dawn
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CULLEN'S LOVE ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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«Vi osserverete morire l’un l’altro, senza poterci fare nulla copertina


«Vi osserverete morire l’un l’altro, senza poterci fare nulla. Ti strapperò tua figlia dal ventre, e più nessuno vi salverà».

Dal petto di Edward si levò un ringhio brutale, specchio del suo. La sua mano, velocissima, corse al ventre gonfio, protettiva.

La nostra bambina, pensai, tremando.

Eppure, quell’orrida creatura non ne parve minimamente scalfita.

Dopotutto, come poteva il suo sguardo d’odio essere ancora peggio di così?

Ero pervasa dal terrore. Per me, per tutte quelle persone che mi volevano bene. Per Edward, il mio Edward. Per la bambina, dolce creatura innocente, ancora rinchiusa nel mio grembo.

Sentivo dolore alle mani, alle dita, strette e incuneate sui fianchi del mio amore, in un inutile e disperato tentativo di tenerlo a me, di preservare la sua vita e quella della nostra piccola, stretta fra i nostri corpi stretti.

I suoi occhi si specchiarono nei miei. Bruciavano d’odio e desiderio di vendetta. No, non mi ero sbagliata. Sarebbe stata una battaglia fra odio e amore, di sicuro. L’odio che leggevo nei suoi occhi agghiacciati. L’amore per me e per sua figlia, per il quale avrebbe dato l’esistenza.

Lo sentii. Sentii quell’attimo, in cui mi parve che la sua mano fredda mi sfiorasse il viso, dandomi un improbabile sollievo. Sentii l’attimo prima che tutto avesse inizio.

Cominciò come una danza mortale.

Edward fu il primo ad attaccare, balzando in avanti, letale. Se solo avesse sfiorato uno di quei segni bianchi di cui il corpo di quell’abominevole creatura era bardata sarebbe morto, morto per sempre.

«No!» urlai, sentendomi mancare. Troppo tardi, troppo, troppo tardi. Ormai, tutto era cominciato.

Edward gli si avvicinò e rimbalzò all’indietro, fermandosi a qualche metro da me. Sembrava che niente fosse cambiato. Si era toccati? Chi era stato colpito?

Un istante dopo che i suoi piedi ebbero toccato nuovamente il terreno, tutti i vampiri, tutti e sette i vampiri davanti a me, attaccarono contemporaneamente ripetendo lo stesso movimento, avanti, indietro. Un aggraziato movimento letale.

Eppure, Jacob non pareva minimamente scalfito. Eppure, nessuno dei Cullen abbandonava la sua posizione, la sua espressione concentrata.

Terrorizzata, angustiata, fissavo attonita la scena, le mani angosciosamente sul grembo.

Avanti, indietro. In un secondo il disegno mutò. Jacob sempre al centro. Attaccavano a intervalli, ora.

Lo stavano accerchiando. Erano in parità. Jacob, col vantaggio di non poter essere toccato. I Cullen, con quello di essere sette contro uno.

Delle altre braccia mi strinsero, facendomi arretrare. Il professore. Tremavo, tremavo, e pregavo perché tutto quello potesse avere fine, perché potessi svegliarmi e credere realmente che tutto fosse solo e solamente un sogno, un brutto incubo da cui mi sarei certamente svegliata, presto.

Edward! La bambina, la mia bambina! No!

Come poteva tutto essersi realmente infranto così, distruggendo i meravigliosi sogni di vita insieme!?

Annaspai, provando a liberarmi da quella stretta che mi teneva ferma, provando a fare qualcosa, qualsiasi cosa, che potesse essere d’aiuto.

Il professore mi strinse più forte e mi fissò con severità. «No» fece deciso.

Sciocca ragazza che ero. Cosa mai avrei potuto fare? Cosa, se non allontanarmi il più possibile e fare l’unica cosa che mi era concessa, salvare la nostra bambina? Non lottai più. Feci cadere le braccia, i pugni chiusi, lungo i fianchi. I miei occhi invasi i lacrime fissarono la scena agghiacciante, impotenti, mentre il mio animo si spezzava angosciosamente sotto il peso del mio dolore.

All’ennesima scarica di adrenalina annaspai, mentre tutto, in me, persino il dolore, si congelava. Perché i miei occhi vacui l’avevano visto: qualcosa era cambiato. Nonostante non riuscissi minimamente a scorgere i movimenti della lotta incalzante, ne avevo, fin dal primo istante, percepito la perfezione, scaturita dalla parità. Ma in quel momento, qualcosa era cambiato.

Il sollievo provato per la smorfia sul viso di Jacob non fu niente, rispetto al terrore dello schianto fragoroso del corpo di Esme su un albero. Immediatamente rimbalzò e si risollevò sui talloni, ricominciando a lottare.

Ma qualcosa non andava, la danza aveva perso il suo ritmo, tutto era fuori fase.

Singhiozzai, e le mie ginocchia tremarono, piegandosi l’una contro l’altra per impedirmi di cadere. Le lacrime scorrevano fluide lungo il viso, incontrollate. Stavo perdendo tutto. Tutto in un attimo, e non potevo fare niente.

Il professore puntò quello strano oggetto che aveva fra le mani - identificabile come forma solo come una rivoltella - proprio in direzione della battaglia.

Ci furono altri schianti, altri rimbalzi. La lotta stava prendendo una piega, l’ago della bilancia si era spostato verso qualcuno, constatai sgomenta. Verso Jacob.

Il professore caricò l’arma, mentre la paura mi assaliva. E se avesse accidentalmente ferito gli altri? La mia famiglia, Edward? Non poteva rischiare di farlo. Come poteva, con la sua vista umana, evitarli?

Poi, capì.

Esattamente quando riuscii a distinguere le dita bianche di Edward posarsi esattamente sulla spalla nera di Jacob, uno degli unici punti privo di cicatrici stranamente sanguinanti. Jasper, fece lo stesso con la gamba. Emmett, il fianco. Carlisle, la testa.

Era tutto pronto. Pronto per finirlo, pronto per ucciderlo. Il professore doveva assestargli il colpo fatale. Il mio cuore sussultò, infinitesimamente rincuorato eppure agghiacciato alla scena cui brave avrei assistito. Non tutto era perso, non tutto, non ancora. Le lacrime, immobili, si ghiacciarono sulle mie guance, spinte dal leggero venticello.

Un attimo dopo, tutto era perso.

Jacob si sbarazzò di tutti in attimo, con un urlò feroce e sofferente. I loro corpi volarono lontano, immobili. In un attimo si proiettò in avanti. Lo percepii di fronte a me prima di sentire l’aria calda, lo spostamento. E in un secondo, il professore non era più davanti a me.

La sua arma, la nostra ultima speranza, in terra, distrutta. Jacob, al suo posto. Troppo vicino a me. Un solo movimento, e la sua profezia si sarebbe avverata. I suoi occhi, così bianchi sul viso così nero, si fissarono insistenti e rabbiosi sul mio corpo. La sua mole spaventosa mi sovrastava completamente, oscurandomi dalla già flebile luce che filtrava fra gli alberi.

Io, Edward, la bambina. Tutti i miei affetti più cari, me stessa, spazzati lontano.

Non ebbi la forza, né il tempo, di aprire bocca e urlare.

Il dolore, il panico, l’assurda paura. L’oblio dei sensi, la fine dell’esistenza, la morte di ogni cosa, pervasero così tanto di terrore le corde della mia anima, che mi sentii vibrare da dentro qualcosa di così grande, così incontrollabile, così potente, che non riuscii in alcun modo a trattenere.

Esplose, da dentro a fuori di me. Attraversandomi, tendendomi e trapassandomi. Tutto il mio corpo spiegato in quel potentissimo moto, permeato del potere che lo faceva fremere, incontenibile.

Sentii come se stesse trapassando la mia pelle, uscendo fuori da me, con una forza distruttiva immensa, attraversando la carne e le ossa. Ma non faceva male. Era… puro e denso potere.

Perfettamente cosciente, anche se non padrona del mio corpo, vidi tutto quello che accadde.

La mano di Jacob, lì, vicina al mio grembo, pronta a strappare dal mio corpo la vita di mia figlia. La sua faccia, intrisa e pervasa di rabbia a furia. I suoi muscoli contratti nell’atto di compiere l’empietà.

E poi, l’immensa onda d’urto. E tutta quell’aria spostata, che lasciava il vuoto rarefatto intorno a me. Il palmo nero si allontanò con una velocità così elevata e fu scaraventata via con una forza tale da non consentirmi di vedere nulla, nulla altro che quella, e una nera macchia indistinta scagliata lontano, oltre gli alberi piegati, sulla roccia, con un fragore mostruoso e violento.

Rimbombò con forza fino a me, agghiacciandomi, facendomi vibrare e battere violentemente i denti. Tutta la mia pelle, mi accorsi, era pervasa da un tremolio e un formicolio costanti.

Ansimai, lasciando che ai miei sensi arrivarono le più futili percezioni. Il tempo rallentò nella mia mente, scandito dallo svolazzare di un paio d’ali nere; un corvo che, spaventato, volava da una albero al diametralmente opposto, gracchiando.

Il potere scaturito da dentro di me, mi aveva abbandonata, espandendosi all’esterno, lasciandomi incredibilmente… vuota.

Mentre il cerchio di alberi piegati, tutto intorno, sembrava incredibilmente ruotare, sentii le mie gambe cedere, e il pavimento ruvido e freddo mi venne dolorosamente incontro.

 

Riaprii gli occhi carica di tensione e angoscia. Mi tirai automaticamente a sedere, agitata, scrutandomi ansiosamente attorno.

Gli occhi di Edward, preoccupati, incontrarono i miei. «Amore, tranquilla, tranquilla. Sei al sicuro adesso. Siete al sicuro» mi rassicurò velocemente, posando entrambe le mani sulle mie spalle.

Mentre con un movimento repentino scrutavo l’ambiente attorno a me, mi accorsi di essere a casa, nel letto della baita. I miei respiri veloci impedirono alle parole, bloccate nella mia mente, di venir fuori. Cosa era accaduto? Perché ci trovavamo lì? Cosa era successo? Lui dov’era?

Le braccia forti di mio marito mi strinsero, e non potei non sentirmi per un attimo in pace. Avevo avuto la folle paura di non poterlo mai più sentire così. Mi fece stendere fra le lenzuola, mi prese la mano fra le sue. Cercavo, non potendo parlare, di capire il più possibile dal suo sguardo. Se eravamo lì voleva dire che eravamo fuggiti, che era stato sconfitto? Voleva dire che tutto era andato per il meglio, non era così? Perché, allora, i suoi occhi erano così terribilmente angosciati?

«Edward» chiamai stridula «ti prego» lo implorai, in una richiesta che andava ben oltre la voglia di conoscere, arrivando alla disperata speranza.

Le sue labbra si contrassero in una smorfia, come se stesse per singhiozzare. Si aprirono, tremanti, e presero un respiro. Mi accarezzò i capelli con infinita dolcezza, avvicinando il viso al mio. «É fuggito» mormorò solo, e potei sentire tutta la sua disperazione.

Chiusi gli occhi, strinsi le labbra, sentendo l’eco di quelle parole nella mia mente così piena e paradossalmente vuota. Era finita. Per ora, ma era finita. Ringraziai il cielo di avere ancora la mia piccola in grembo e le mani di Edward sul mio corpo. Le mie membra si distesero tutte contemporaneamente, allentando la sordida tensione. Era finita. Eppure…

Passarono diversi attimi, nei quali mi prese fra le braccia e mi strinse a sé. Stava soffrendo, lo sentivo. Mi accarezzò il viso, le palpebre. Poi scese sul pancione. Le sue parole volarono leggere come ali di farfalla sulla mia pelle: «Siete al sicuro con me, ve lo prometto».

Riaprii gli occhi, guardando la sua espressione afflitta. Gli accarezzai i capelli, gli zigomi. Ma ancora non trovavo le labbra per parlare, ancora non riuscivo ad emettere alcun suono.

Perché, perché non potevo crederci? Perché questa, a differenza di tutte le altre volte che mi aveva rassicurata, sempre, attraverso le mille disgrazie che eravamo stati costretti a subire, era diversa. Perché leggevo, nella sua espressione, qualcosa di nuovo e strano che mi bloccava il respiro, persino peggiore della consapevolezza della sorte che ci stava attendendo.

Interpretò il mio silenzio come terrore. «Te lo giuro, Bella, lo sconfiggeremo. Ora lo sappiamo, sappiamo come fare, non ci faremo cogliere impreparati. Non sarete più in pericolo, mai più…».

Le sue parole erano venute fuori con desiderio di persuasione. Eppure, erano venute fuori anche con estrema angoscia. D’un tratto, fui colta da una paura immensa.

Mi irrigidii. «Dove sono gli altri?» chiesi affannata.

«Shh, shh, tranquilla» mi cullò, accarezzandomi i capelli. I suoi occhi erano lontani, vacui. «Adesso viene Carlisle a visitarti, ci hai fatto prendere una brutta paura. Non ti devi agitare, devi solo riposare».

Il mio respiro accelerò velocemente. Dov’era Carlisle? Se non era già qui voleva dire che qualcuno stava male? Lui stesso?

Scalciai, frenetica, provando a liberarmi dalla sua presa per guardarlo negli occhi. Le lacrime traboccarono nel mo tentativo di parlare «Dove sono gli altri?» provai a gridare «cos’è successo, Edward, dove sono gli altri?» chiesi, la voce sottile.

I suoi occhi si riempirono di scuse, ma non parlò. Il mio respiro pesante passava fra i nostri volti.

La porta si aprì, entrò Carlisle. Lo fissai terrorizzata. Chi? Chi era? Da chi era stato? «Bella» mormorò, e mi venne subito accanto. Fece un cenno a suo figlio, che mi ripose fra le coperte.

Mi adirai. «Ditemi che sta succedendo! Ditemelo, adesso! Non potete farmi questo, vi prego, vi prego!» gridai, agitandomi, stringendo il mio fiato fra i respiri frammezzati dai rapidi singhiozzi.

Edward mi tenne le mani sulle braccia, bloccandomi. «Bella, ti supplico! Non fare così! Pensa alla bambina…».

«No!» gridai, stringendo gli occhi gonfi, pesanti di pianto «devo sapere, ho il diritto di sapere!».

Carlisle raddoppiò la presa del figlio su di me. Lo guardò, un istante, e i suoi occhi tornarono sul mio viso.

«Sono stato da Philip».

Smisi di dibattermi, fissando la sua espressione impassibile, con terrore. Allentò la presa su di me e si sollevò, andando verso la porticina del bagno, lasciandomi nelle mani di mio marito. Il mio sguardo, vuoto, si posò su di lui. Perché sentivo tutto sgretolarsi, attorno a me? «Lui» pigolai «lui non…».

Serrò la mascella. Fece un rapido movimento di diniego con le labbra. «Mi dispiace, amore».

Lo fissai supplicante.

«Non ce la farà…».

«No…» sillabai, opponendomi strenuamente all’evidente verità. I singhiozzi mi scossero, senza pietà, facendomi annaspare. Avevo passato tanto di quel tempo, nei mesi addietro, cercando di abituarmi a quell’idea. E ora, così, per causa mia la sua vita doveva aver fine? Senza la possibilità di rivedere un’ultima volta sua figlia?

 

«Bella, Bella, rispondimi, ti prego!». La voce mi mio marito m’implorava, lontana. Quasi non mi ero accorta di essere nuovamente scivolata in quella starna incoscienza. «Amore, mi senti? Sono qui, sono qui accanto a te!».

La voce pacata di mio suocero ci raggiunse. «Calmati, figliolo. Lasciale il tempo per elaborare la cosa…».

La presa delle dita fredde e forti aumentò, seppur delicatamente, e mi sfiorò il dorso della mano con il pollice.

 

Edward mi guidò silenzioso lungo il corridoio. Mi guardava con apprensione, ma sapeva quanto fosse per meglio per me il silenzio, in quel momento. La sua presenza, la sua mano sul mio fianco, sarebbero valse più di qualsiasi altra parola di conforto.

Avevo un peso sul cuore, sul petto, che non mi abbandonava.

Quando entrai nella stanza in cui avevano sistemato Philip lo sentii triplicare, e le lacrime, ineluttabili, scesero sul mio volto.

«Bella» sussurrò Edward, stringendomi forte fra le braccia.

Mi concessi un momento per singhiozzare liberamente, sapendo comunque di non poter smettere tanto presto di piangere. Nascosi il viso sul suo petto, mentre l’immagine del professore, pallido ed emaciato, rimaneva vivida nella mia mente. Aveva gli occhi chiusi, e il respiro pesante gli scuoteva il petto: non doveva essersi accorto della nostra presenza.

Non appena mi ripresi posai un palmo sul suo petto, sollevando la testa per guardarlo negli occhi. «Vai, Edward…» mormorai, e repressi un singhiozzo mordendomi il labbro «devo… devo rimanere con lui…» biascicai.

I suoi occhi luccicarono, mentre stringeva le labbra, preoccupato. Non disse nulla, conducendomi fino alla sedia vicino al letto. Si piegò sulle ginocchia e mi baciò la fonte, sistemandomi i capelli scompigliati dietro le orecchie. «Torno fra mezz’ora» sussurrò.

Annuii, e lo lasciai andare con un bacio.

Sospirai, osservando la figura davanti ai miei occhi. Misi le mani in grembo, cercando di trovare la forza per affrontare quello che stava venendo. Tremante, mi allungai fino a toccare le increspature di quella mano che, pallida e fredda, giaceva sul copriletto. Sentii un brivido quando la presi fra le mie.

Lente le sue palpebre si aprirono, scoprendo i suoi occhi cerulei. «Isabella».

Il sapore bagnato e salato sulle mie labbra aumentò d’intensità. Annuii, veloce. «Sono qui».

Sospirò, e le linee irregolari delle sue labbra si piagarono in una smorfia che doveva somigliare a un sorriso. «Mi dispiace che tu debba essere qui» la sua voce era così debole che a stento distinguevo le parole «ma sono contento che… tu ci sia».

Mi affrettai a placare i singhiozzi per poter parlare chiaramente. «Non la lascerò, glielo prometto. Resterò qui, tutto il tempo che vuole».

«Tutto il tempo che mi rimane» affermò, un sorriso ironico disegnato sul volto.

«La prego, non dica così» affermai, querula. La mia mente non si era ancora rassegnata. «La prego, la prego, deve trovare la forza di vivere. Tutto quello che vuole». Ricordai quella sera, la festa della bambina, e i suoi desideri nascosti. Strinsi più forte la sua mano fra le mie, e la portai al mio viso, ne baciai il palmo, la strinsi fra le mie e la posai sulla pancia. «La prego».

Abbandonò le palpebre e prese un lungo respiro. «Grazie, Isabella. Grazie di quest’ultimo regalo. Un povero vecchio non avrebbe potuto chiedere di meglio».

«No» singhiozzai, e mi abbandonai col capo sul copriletto, sopraffatta dal pianto, sussurrando e biascicando, fra i singhiozzi, quel monosillabo. L’avevo sempre saputo che prima o poi sarebbe arrivato un giorno simile. Ma in quell’istante non riuscivo proprio, malgrado ci provassi, ad accettarlo. Perché, avevo pensato, prima di vederlo morire l’avrei visto ricongiunto con sua figlia. Perché avrebbe così avuto la sua ultima gioia, e il sonno della morte sarebbe stato meno duro, se quell’affetto così caro gli avesse tenuto la mano mentre esalava il suo ultimo respiro.

Sollevai la testa, di scatto, spaventata, quando sentii forti accessi di tosse scuoterlo nel profondo.

Feci per chiamare aiuto, ma l’attacco sembrò cessare così com’era arrivato, mentre il suo palmo si posava sulla mia bocca aperta, impedendomi le parole.

«Isabella, ascoltami» mormorò, e mi affannai ad avvicinarmi, per non perdere nessuna di quelle che, con terrore, pensavo potessero essere le sue ultime parole. «Ti prego una sola cosa. Sii felice. Metti al mondo la tua bambina, costruisci la tua famiglia, e preservala… per sempre… per…» affannò. Gli posai una mano sulla fronte, sembrava così freddo. «per l’eternità».

Venni folgorata. Improvvisamente, i miei occhi umidi si strinsero, facendo traboccare altre lacrime. Le spazzai velocemente con il dorso della mano, animata da una nuova speranza. «la prego, mi ascolti. Noi, noi possiamo trasformala. Darle l’eternità. Potrà trovare sua figlia e vivere per sempre con lei! Si, si, perché non ci ho pensato prima!» esclamai tremante, portandomi le dita sulle labbra per nascondere quello che stava fiorendo come un sorriso.

«No, Isabella» disse, e il suo tono fu così fermo, malgrado la sua debolezza, da farmi raggelare.

«Perché no? Perché? Non vuole rivedere sua figlia? Non vuole sopravvivere?».

«Isabella, Isabella» mi richiamò, e il suo sforzo su così grande che pensai non ce l’avrebbe fatta a continuare. «Quello è il tuo destino. Vivi Isabella, promettimi di farlo. Non posso vivere un’eternità, e rischiare di rimanere per sempre isolato dai miei affetti più cari. Comprendimi Isabella, te ne prego. So che hai un cuore grande e riuscirai a farlo…».

 

Il tempo fu distorto, e il passare delle ore lento e asfissiante.

Edward mi accarezzò i capelli, tenendomi stretta in braccio, seduti entrambi su quella sedia vicina al capezzale. Mi accarezzò la pancia, cullandomi.

I miei occhi erano rossi e gonfi, immobili. Nella mia mente il tempo si era fermato.

Mi baciò la mascella e la guancia, risalendo con il fiato fino all’orecchio. «Stai bene?» sussurrò piano.

Socchiusi le palpebre e sospirai, voltandomi per baciargli la bocca. Avevo un estremo bisogno di sentire il mio amore vicino a me, e gli succhiavo la forza delle labbra, sperando mi bastasse per andare avanti.

Carlisle ci interruppe gentilmente, fissando prima Edward e poi me. Mio marito annuì.

«Bella» fece mio suocero, piagandosi in avanti e posando una mano sulla mia guancia umida e fredda. Chissà quante volte, pesai frastornata, ha dovuto fare quello che sta facendo ora. Dopotutto era medico da oltre due secoli, e dare brutte notizie, avere tatto, delicatezza, e la giusta partecipazione, faceva parte del suo lavoro e della sua moralità. «Mi dispiace… manca poco».

Tremai, fra le braccia di Edward. Lui mi strinse più forte, spaventato, accarezzandomi il grembo. Poche ore prima tutto andava bene, e mio marito contemplava il mio pancione per il puro piacere di farlo, felice, libero, contento.

Un lamento si levò dal professore. Mi preoccupai, sobbalzando fra le braccia di Edward.

I suoi occhi cerulei vagarono senza meta per la stanza, prima di fissarsi nei miei. «Oh, sei qui» sussurrò «sei qui, sei qui, finalmente».

Mi sollevai, lasciandomi cadere sulla ginocchia, la mano stretta alla sua, sempre più fredda. «Si, si, sono qui» biascicai velocemente «non me ne sono mai andata… Sono qui…».

I suoi occhi luccicarono, e le labbra si tesero, prima che pronunciasse la frase che mi fece gelare il cuore. «Kate… sei tornata…».

M’irrigidii, sgomenta, e subito Edward venne da me, stringendomi la spalla.

«Kate, Kate, figlia mia… Ti ho ritrovata…».

Edward provò a sollevarmi da terra, ma mi volsi veloce verso di lui, le lacrime agli occhi, scuotendo il capo, piano. I miei occhi ritornarono su Philip, sul suo viso fiducioso, sui suoi occhi pieni d’amore.

Le labbra mi tremarono. «Si… Sono qui». Singhiozzai. «Ti voglio bene… padre» biascicai, piangendo, disperata.

Le sue membra si rilassarono sul letto. Prese la mia mano e la portò al suo petto, sul cuore. Per quanto le sue mani fossero fredde, il suo corpo era incredibilmente e innaturalmente caldo. «Ti amo, figlia mia», tossì, e odiai quegli accessi, che osteggiavano persino l’ultimo soffio di vita «la morte è meno dolorosa, con te accanto».

Tremante, prese la mia mano fra le sue. Se la portò alle labbra e la baciò, con l’ultimo sospiro della sua vita. Poi, silenzioso, spirò, mentre le dita abbandonavano la presa sulla mia mano.

 

Le mie urla, il mio piato disperato, riusuonarono per la casa, per tutta la notte. Sentivo voci, volti, ma non riuscivo a concentrarmi su niente. Non fui in me per diverso tempo, e quando riacquisii il minimo controllo, mi sentii estremamente spossata.

Quando mi svegliai, l’indomani, dei raggi chiari mi ferivano il viso, poggiato, con le guance bagnate, su quello che immediatamente riconobbi come il petto di mio marito.

Sollevai gli occhi, tristi, gonfi, sul suo viso.

Era stato con me tutto il giorno precedente. Una condizione necessaria per me, che altrimenti non sarei mai riuscita ad affrontare nulla. Mi era stato semplicemente, amorevolmente, accanto. Come solo lui avrebbe potuto fare.

Lo vedevo, il tormento che l’attanagliava. Riuscivo a riconoscerlo. Nei suoi occhi chiari, i suoi amorevoli lineamenti, vedevo la sua sofferenza. Aveva paura, una folle paura, che la mia instabile emotività potesse essere scossa ancora. Potevo farlo soffrire in quel modo?

Mi obbligai a fare un cenno di quello che doveva essere un sorriso, e la sua espressione si fece ancor più angosciata.

Pensava ora che non ricordassi nulla? O che stessi per scoppiare ancora a piangere?

Portai una mano al suo viso, e una al pancione. Sbattei le palpebre, e non mi obbligai più a muovere in qualsivoglia innaturale modo i muscoli facciali. E così, la vita di Philip aveva avuto la sua fine. La mia testa, intorpidita da quello che doveva essere stato un lunghissimo pianto, riuscì a comprenderlo.

«Dovresti dire ad Alice di procurarmi un abito nero, per piacere» dissi, atona, malgrado la voce grattasse contro la gola secca. «I funerali saranno domani? Oppure dovremmo aspettare?» biascicai senza forze, dirigendo il mio sguardo nel suo.

Tentennò, ponderando le mie parole e la mia reazione. «Carlisle si è occupato della documentazione, non sarà necessaria un’autopsia» fece, cauto. «Esme sta organizzando il resto. Pensava ad una piccola cerimonia a Sequim… cosa ne pensi?» chiese con discrezione. Stava vagliando la mia reazione, aspettandosi qualsiasi cosa da un momento all’altro.

Ma io sapevo cosa fare, me l’aveva chiesto lui. Era giusto che avessi la mia vita con Edward e con la bambina. Per Edward, per la bambina, e per me. Vedevo la strada davanti a me. Dovevo solo sbarazzarmi di quelle ortiche che mi tenevano ancora ancorata, prima di percorrerla.

Senza fretta, senza ferocia. Lasciando il tempo al dolore di fare il suo corso.

«Sono convinta che Esme sappia cosa fare. E…» deglutii, massaggiandomi le tempie «Non conosco nessuno fra i suoi parenti, ma sono convinta che alcuni suoi alunni vorrebbero presenziare…» mormorai.

«Certo, va bene» acconsentì immediatamente «provvederà a tutto, vedrai» fece accorato, stringendomi fra le braccia, ansioso e desideroso di rassicurarmi.

Gli accarezzai i capelli, gli baciai la scapola. «Va tutto bene… Edward» mormorai infine.

Si staccò da me per guardarmi negli occhi.

«So quello che è accaduto. Lo aspettavo da tanto. Ma… ma io ho te. E ho nostra figlia, qui, in grembo, che cresce e scalcia, e mi fa sentire la sua forza e la sua vita. E, malgrado tutto, Philip è morto… con sua figlia accanto. Va tutto bene. Riuscirò a guardare avanti a questo, e lo supererò,  riprendendo le redini della mia vita, come è giusto che sia. E dobbiamo farlo, perché dobbiamo affrontare ancora tutto quello che ci attende, e… non sarà il più roseo dei futuri».

L’oro dei suoi occhi scintillò fino ai miei.

«Solo, Amore» sussurrai, mentre la gola si stringeva «adesso, devi ricordarmi come si fa a respirare». Portai la sua mano sulla pelle scoperta del mio collo. «Ricordami come si fa a respirare, perché, davvero, non ci riesco…».

Mi strinse velocemente fra le braccia, forte, cullandomi. «Non lo ricordo più nemmeno io…» mormorò «ma… possiamo provare insieme» disse, e mi baciò, soffiandomi aria nei polmoni e concedendomi di fare lo stesso.

 

Rimasi ad osservare il bosco, sulla soglia di casa. Gli altri stavano sistemando tutto per la partenza, e entro poche ore sarebbe arrivata un’ambulanza. Non avere più un motivo per restare mi faceva avvertire un indicibile senso di vuoto.

Il cielo era coperto da un manto leggero di nubi. Guardavo gli alberi, e pensavo che il giorno prima c’ero stata io fra quegli alberi, rischiando di perdere la vita e quanto di più caro avevo avuto al mondo. Pensai che il giorno prima fra quegli alberi c’era stato anche il professor Philip. Dov’era finita, ora, la sua essenza?

A testa alta sfidai l’orizzonte nascosto. Incredibile come la mia immensa felicità potesse essere mutata così, nel giro di poche ore.

«Hai sbagliato» dissi, con voce ferma. «Hai lasciato che il dolore ti consumasse. Ti sei fermata a rimpiangere il passato. Hai fatto l’errore più grande che potessi commettere. Hai affogato l’affetto, e l’amore, sotto un mare di paura». I miei occhi ondeggiarono fra le foglie. «Hai sbagliato, Kate. E ormai non importa più nulla, perché più nulla potrà cambiare. Hai perso la tua occasione, per colpa della tua sciocca paura». Voltai le spalle la bosco, stringendomi nel giaccone e salendo le scale. «Addio per sempre, Kate».

Mio marito mi accolse sull’uscio, baciandomi le palpebre.

 

I miei occhi rossi e mesti ricambiavano il mio sguardo sulla specchiera.

«Edward» sussurrai, sentendo la gola stringersi. Sapevo che quello che stavo per dirgli non gli sarebbe affatto piaciuto, almeno quanto non piaceva a me, ma speravo che mi comprendesse. Avevo preso la mia amara decisione quella stessa notte, passata a piangere silenziosamente fra le lenzuola.

Mi fece voltare, piegandosi sulle ginocchia per arrivare alla mia stessa altezza col viso. Si fidava di me, e mi amava. Avrebbe accattato di tutto.

«Non possiamo permetterci» mormorai, e sentii già la gola stringersi. Presi un respiro, schiarendomi la gola, perché altrimenti non sarei mai riuscita a continuare, a dire quello che mai una madre dovrebbe dire. «Dobbiamo proteggere nostra figlia» dissi, la voce incrinata.

Le sue sopracciglia si alzarono, e la sua mano corse al mio pancione, sul vestito nero. «Bella, amore mio, noi faremo…».

Scossi il capo, lentamente, e la nausea mi pervase per quello che stavo per dire. «Dopo il parto» farfugliai «dobbiamo…» presi un respiro, ma, malgrado tutto, un singhiozzo sfuggì dalle mie labbra, «dobbiamo nasconderla Edward… dobbiamo… allontanarla da noi» piansi.

 

Non contai le lacrime, che pur scorsero, libere e abbondanti, sulle mie guance. Quale modo migliore per sbarazzarsi del dolore, se non l’oblio dei sensi? Non potevo essere più dilaniata di così. Neppure quando Edward mi aveva lasciata, avevo provato tanto dolore. Neppure in seguito al mio primo incontro ravvicinato con Jacob. Era troppo, troppo.

Rimasi così tanto tempo a fissare il continuo scorrere del paesaggio davanti a me, che credetti davvero che nella mia testa il tempo potesse essersi fermato sotto il velo dei miei occhi gonfi. I cadenzati raggi di luce filtrati dai vetri oscurati, la mano di Edward che accarezzava il velluto nero sulla mia pancia, il dondolio dei nastrini di raso nero fra i miei capelli, i sospiri di Esme, le rassicurazioni sussurrate da Carlisle.

«É lì fuori» mormorai, rompendo l’immobilità generale. La mia voce era adatta al luogo in cui ci stavamo dirigendo. Ruotai il capo, molto lentamente, in direzione di mio marito. I suoi occhi mi squadravano attenti e preoccupati.

La decisione, io, l’avevo già presa. Edward aveva detto di no, che l’avremmo sconfitto, che ci saremmo riusciti. Ma io, per quanto potesse per me essere terrificante l’idea di strapparmi dal seno mia figlia, sapevo ciò che dovevo fare, per lei. Mi sarei lacerata l’anima piuttosto che vederla morta.

«Hai paura?» chiesi, nuovamente senza alcuna inflessione nella voce.

Portò una mano sulla mia guancia, sotto la nuca, accarezzandomi i capelli. «Non devi temere nulla. Non ti farà del male, né a te né alla bambina, sta tranquilla. Abbiamo la situazione sotto controllo» si affrettò a rassicurarmi. «Non ci sarà bisogno di fare nulla, vedrai…».

«No» mormorai, e presi un respiro, cercando di schiarire la mente annebbiata. «Non è quello che ti ho chiesto». Lo fissai nuovamente ed insistentemente. «Hai paura?».

Le sue palpebre si socchiusero. «Bella…».

Mi lasciai andare sul suo petto. «La nostra vita era stupenda due giorni fa. Ma la felicità non dura mai così a lungo. Sapevo che dovevamo attenderci tutto questo… Ma… non possiamo permettere alla paura di fare questo. Dobbiamo prendere la decisione migliore…». Il mio lento lamento era venuto fuori impastato, tra le mie labbra. Tutta la mia meravigliosa vita mi stava crollando addosso, inghiottita dal buio. Tutto quello che avevo sempre creduto passato non stava che aspettando per farmi più male possibile.

Edward mi strinse forte al suo petto, baciandomi con foga le labbra tumide. «Non dobbiamo consentire alla paura di rovinare la nostra vita…» mormorò, ripentendo le stesse parole che solo il giorno prima avevo urlato al vento. «E non consentiremo al coraggio di fare lo stesso».

 

Il verde smeraldo riprendeva il motivo di un prato inglese, e pensavo davvero, stupendomi di quel mio pensiero assurdo nella mente annebbiata, che sarei potuta essere a Londra, visto come la pioggia cadeva giù dal cielo.

Quando arrivammo al grande spiazzo verde, circondato dagli alti aghifoglie, la funzione aveva già avuto inizio. C’era un piccolo gruppetto di ragazzi, professori, e conoscenti forse. Non era da considerarsi una folla, ma avrebbero fatto onore alla memoria dell’eccentrico professore.

Al suo pensiero e alla vista di quel legno scuro dov’era celato il suo corpo, non potei impedire alle lacrime di trovare il loro percorso sulle mie guance.

Edward strinse un braccio al mio busto, sorreggendo l’ombrello, tanto grande da coprirci entrambi, con l’altra mano. Non riuscivo bene a focalizzare tutti i dettagli attorno a me, ero così confusa. A malapena riuscii ad accorgermi dell’uomo che mi cedeva il posto sulla sedia di legno.

Rimasi tutto il tempo a piangere, credendo che solo quello avrei potuto fare in quel momento. E se solo pensavo al fatto che non avrei più rivisto quel paio di occhi cerulei, o che l’orrore ci aspettava, lì, da qualche parte, o il futuro che incombeva su di noi, i miei singhiozzi si facevano più fitti e forti.

Mio marito si abbassò sui talloni, guardandomi negli occhi. Riuscii ad accorgermi che la funzione era al termine, ormai, e che tutti stavano dando l’ultimo commiato, intrattenendosi con i reciproci ricordi.

«Vuoi andare?» mi chiese con gentilezza.

Mi guardai attorno, frastornata, e mi diede tutto il tempo di ritornare coi pensieri al presente. Mi asciugai gli occhi con il fazzoletto che mi trovavo fra le mani e annuii, sollevandomi. Insieme alle lacrime, speravo di lasciare su quell’erba verde anche quella paura che avevo rimproverato a Kate, ma sapevo perfettamente provare io stessa.

Davvero sarei stata capace da spingermi così oltre, tanto da sacrificare il mio amore, parte della mia anima, di me stessa, per salvare mia figlia?

Cominciai a contare le settimane che mi sarebbero rimaste fino al parto…

«Stiamo andando a casa?» chiesi tremante, camminando sul prato bagnato.

«Si, amore. Puoi fare un bagno caldo e riposarti un po’, se vuoi…» mi rassicurò Edward, sorridendomi appena.

Sospirai, e i miei occhi spenti si dispersero nel vuoto. «Si… Credo che dormirò un po’» farfugliai.

Mio marito mi sorrise ancora, baciandomi le guance e le labbra, cercando di comunicarmi tutto l’affetto possibile.

Anche gli altri stavano venendo via, verso il marciapiede. Carlisle e Esme si sarebbero fermati per concludere le formalità. Edward si voltò, sempre attento a tenere l’ombrello sopra di noi, aprendo con l’altra mano l’auto, le cui luci lampeggiarono per un istante, contemporaneamente.

Sbattei le palpebre, cacciando un respiro fra i denti. «Edward» mormorai, e immediatamente si voltò verso di me, preoccupato. «Non… mi sento bene…» farfugliai, prima di crollare su me stessa.

Lasciò andare l’ombrello, afferrandomi con entrambe le mani. «Bella!» gridò allarmato, vedendo le forze abbandonarmi completamente.

E un corvo gracchiò, nella mia testa.

 

 

 

 

Mi dispiace per il ritardo, e mi dispiace perché quasi certamente questo non è quello che molte di voi si aspettavano.

Ma questo passa il convento…

Non temete, e ricordate quello che ho scritto “lieto fine”. Non troppo pazzo, spero.

Confido in illuminate e illuminanti riflessioni. Confido in voi. ;)

 

Nei prossimi capitoli l’incomprensibile sarà capito. Lo spero. Mi sto applicando per rendere tutto comprensibile ^^

 

GRAZIE. Siete state davvero meravigliose con me.

 

Sono felice di aggiungervi su twitter, @Keska92, dove potrete conoscermi un po’ e trovare notizie su aggiornamenti e quant’altro.

 

Grazie, ancora. Grazie. Grazie. Grazie.

 

A presto. :*

 

 

(fatto da Elena- Lena89)

 

«--BLoG!!!--»

 

www.occhidate.splinder.com

 

 

 

Luna Renesmee Lilian Cullen Giorgina cara! Ciao. :) Ti ringrazio tantissimo, sono davvero contenta che ti sia piaciuto! Era un capitolo importante, l’avrai certamente capito, ero preoccupata per l’esito che avrebbe potuto avere… Vedrai, che un modo mi inventerò per sconfiggere Jacob! Dopotutto ho scritto “lieto fine”, no?! Ogni promessa è debito. Sono davvero contenta che ti piaccia la mia Rosalie. Ovviamente non si può dire sia il mio personaggio preferito (quel posto è occupato da Carlisle), ma occupa un dignitoso posto nella mia scala. Per quanto riguarda il suo comportamento in BD, vedi, ti posso rispondere solo questo. Ogni scrittore scrive e pensa ritenendo che il personaggio si comporti in un determinato modo per dei motivi. Evidentemente, se non lo specifica, vuole lasciare al lettore la possibilità di immaginare ciò che più gli aggrada. Ma, se chiedessi a me se Rosalie si comporta così per aiutare Bella o per avere il bambino per se, nella mia opinione ti posso dire entrambe. Nessuno è un moralista e ha solo luce in sé, per quanto voglia. Può magari anche rendersi conto dei proprio sbagli, ma non riuscire o volere cambiare. Ecco quello che penso. :) Grazie di tutto tesoro. :*

bambolina9988 Ciao! Grazie infinite! Sono davvero contenta di avere una nuova lettrice! Vedrai che ogni cosa si capirà. So che questi sono capitoli con un ritmo un po’ pedante, però, vedrai, ho intenzione di dedicare quelli che verranno esclusivamente alla comprensione di quello che è accaduto. :) Grazie ancora…

mazza Ahahah, si, è vero tesoro, ogni tanto ridacchio leggendo quello che mi scrivete. Ogni tanto il cuore batte, un po’ per agitazione e paura, un po’ per riconoscenza e orgoglio. Ma mi sento sempre molto, molto bene, in qualsiasi caso, leggendo le recensioni. Grazie mia carissima piccoletta gamma, di essere qui dopo ben 66 estenuanti capitoli! Ahahah… è vero, riparte la maratona di insulti al cane, ma come avresti potuto pensare che avrei potuto lasciarlo da parte, perdendo l’intero obbiettivo della mia fan fiction?! Ucciderlo una sola volta, evidentemente, non era sufficiente! Dovevo approfonditamente vendicarmi di tutte le libertà concessegli dalla Meyer. In realtà inizialmente non avevo in mente nulla di quello che ho scritto! Pensavo più che altro di mantenerlo come amico, facendolo soffrire u.u ma poi, tutto ha preso sta piega… Ehh… sempre detto che devo sistemare i primi capitoli! Prima o poi lo farò! ^^ A presto cara, e grazie, infinite! :*

endif Grazie. Spero davvero che possa esserti piaciuto, per questo e per i capitoli a venire non trovare remore a esprimere quello che pensi. Il ritorno di Jacob, e la leggenda, sono sempre stati i punti fissi nella mia testa, più o meno da quando ho concepito questa storia. É tutto ciò che è passato in mezzo, i vari indizi e intrecci, i dettagli, sono stati aggiunti in seguito. Siccome le assurdità non sono finite, e ovviamente, ancora niente è concluso, tremo ancora come una fogliolina, ma voglio davvero conoscere i tuoi pensieri a riguardo, di qualsiasi genere. :) Grazie davvero per esserci sempre. :*

cloe cullen Ciao tesoro! Non ti preoccupare, figurati. So che questo è un periodo denso di esami! Pensa a scrivere, che ci mancano le tue storie. :) A presto :*

Biaa Ciao! Scommetto che te le devo davvero queste ore di sonno! Non dev’essere affatto semplice leggere una storia di ben 66 capitoli in soli pochi giorni! Chapeau a te! Grazie infinite per tutti i complimenti. Il desiderio di intrecciare quanto più possibile una trama, e l’idea che una storia debba essere zeppa di sorprese per essere entusiasmante, beh, direi che sono i principali motivi che ho in mente mentre scrivo! Talmente tanto, forse, da tralasciare tutto il resto! Beh, mi diverto scrivendo, è già questo è tanto importante. Poi è ovviamente lusinghiero ricevere recensioni e commenti, e sapere di essere riusciti ad entusiasmare anche il lettore è quanto di meglio si possa immaginare. Mi ha fatto davvero tanto piacere ricevere la tua attenta e gentile recensione. Onorata di avere una compagna nella lotta anti-Jacob ;) Sangue?! Più o meno… Spero bene :S

giulia_cullen_96 Eh, altrimenti Renesmee dove nasce?! Ahahahah, no, dai non ti preoccupare, che ci penso io a farla nascere la bimba, che NON si chiamerà Renesmee, però… u.u Beh, “a volte ritornano”, si dice così, non è vero?! Ed è tornato anche Jacob, come è giusto che sia. In effetti, la prima volta che l’avevo tolto di mezzo, sembrava in tutto e per tutto morto! XD Grazie per la recensione! A presto…

Struppi Ahahah, si, ormai siete tutti fissati a chiamare la bimba Lilla! Anzi, direi che c’è un team Lilla, e uno anti-Lilla! Chissà come andrà a finire, alla fine confonderete anche me! Va bene, questo è un maga casino, te lo concedo. Ma, pensaci. Mega casino = mega pace dopo, mica male, no?! Ecco, a presto con la mega pace! ^^ (Grazie di tutto, gentilissima! :*)

Lau_twilight  Ciao, e grazie tesoro! Sei sempre, te l’avrò detto un miliardo di volte ormai, gentilissima con me. É colpa del fatto che ripenso quasi 24 ore su 24 a questa storia, se poi mi vengono in mente tutti questi intrecci fitti, fitti! Ho avuto molte volte paura di perdermi e di non riuscire a organizzare tutte le storie e svilupparle in parallelo. Spero che quello che accadrà in seguito continui a sembrarti ben collegato, e non troppo assurdo o folle! Ti giuro che sto morendo di paura! Ma tutto è già scritto, è troppo tardi per tirarsi indietro, purtroppo :S

manuelitas Grazie infinite! Sono contenta che “tutti i tasselli siano tornati apposto”. Allora, per quanto riguarda il professore, la questione è più semplice, e verrà affrontata in seguito nei capitoli, ma ti preannuncio già che è stato per una questione di riflessione “personale”, ecco. Per quanto riguarda i licantropi, la cosa è più controversa, ma pure verrà affrontata! Non ti resta che aspettare un po’, il tempo di farmi raccogliere le idee e inserirle nel capitolo ;) Grazie ancora.

svampy1996 Okay, grazie! Dire che non ho notato il tuo entusiasmo sarebbe fin troppo ironico! Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia! E tutti i punti esclamativi e le esclamazioni sono state molto lusinghiere, direi… Grazie ^^

silvia16595 Silvietta mia! Eh… qui, direi che le cose non stanno andando precisamente come sperato. Ma non disperare, c’è ancora un po’ di tempo per aggiustare il tiro, no?! Il professore è un personaggio dinamico. Credo che anche questo capitolo non ti abbia lasciato a bocca asciutta nei suoi riguardi! Dimmi cosa ne pensi. Grazie cara, grazie per le tue bellissime parole. :*

ale03 Grazie!!! Mi dispiace tantissimo di averti shockata! Però, suvvia, cos’è la vita senza un po’ d’emozione?! Bisognerebbe dirlo a Bella e Edward, che, poveretti, si ritrovano in queste condizioni. Il personaggio del professore mi ha dato davvero tantissimo spazio per esprimermi, e credo che anche tu avrai la possibilità di offrirmi un nuovo giudizio dopo questo capitolo! Comunque, non disperare, perchè Lieto fine rimane sempre scritto lì. Sono io che mi sto disperando, perché questi capitoli sono davvero super pazzi, e ho paura di quello che sto scrivendo, in tutta sincerità! :S Speriamo bene… Grazie per tutto!

Noemix Chi è questa figura nera?! O.o Non comprendo l’allusione!!! O.o Chissà… Mi spiegherai… Comunque, ti sembra modo di iniziare una recensione! Prima mi chiami “cuore” e poi mi dici che mi ammazzi! Mi fai prendere un coccolone! Cielo! I miei nervi fragili! =.= comunque, non è mica colpa della bimba, anzi. Lei non c’entra proprio niente… povera, non sono che le è toccato quel cane con l’imprinting, pure le offese u.u :P Bacio cara. :*

FUNNi Adulatrice! *.* *diventa tutta rossa e si nasconde il viso* Cielo! Di questo passo il mio ego non sarà rintracciabile nei confini terrestri! Quando scrivo i dettagli non mi sembrano davvero mai abbastanza. Ho l’idea nella mente di dover evocare un’immagine o una sensazione vivida nella mente del lettore. Questa è una cosa di cui non posso fare a meno! Per quanto riguarda Jacob, hai perfettamente ragione, ucciderlo per ben 2 volte, è molto più soddisfacente. Insomma… Non si erano vendicati abbastanza, vero?! Però, però, c’è sempre l’altra faccia della medaglia, e direi che non è che Bella e Edward se la stiano cavando proprio benissimo, ecco… Spero non ti manchi la fiducia in me, e nelle parole “lieto fine”. ;) Grazie ancora, a parte scherzi, sei stata stupenda. Grazie davvero.

GiovaneStella *^* Paura! :S Ti ho deluso?! Beh… diciamo che non avevo in mente proprio una vera battaglia, solo un piccolo scontro… ed evidentemente, i fatti non si sono conclusi… Spero tu abbia ancora un po’ di fiducia in questa testa pazza, e che i prossimi collegamenti, quelli si, non ti sembrino troppo azzardati. Nel frattempo, non posso far altro che ringraziarti. Grazie.

lisa76 Ciao! No, no, in effetti il capitolo era molto complesso e poco comprensibile. Ho cercato di semplificare il discorso, inserendo anche in chiosa la leggenda, ma evidentemente una cosa è tenere i pensieri nella mia testa e un’altra esprimerli. Dunque. Per quanto riguarda la storia dei pensieri, è una cosa che si vedrà in seguito, come anche tanti piccoli dettagli. Jacob è scampato alla morte del suo corpo trasformandosi in spirito, staccandosene. Era perso e disorientato nel mondo degli spiriti. Ha ritrovato la strada per tornare, un punto fisso, nella bambina. In questo caso, un punto fisso da odiare. L’odio per la piccola, per Bella, per Edward, hanno condensato il suo Spirito in un corpo. Ecco, spero di essere stata più chiara… Se così non fosse, dimmelo senza problemi. Scusa se non lo sono stata nel testo…

RenEsmee_Carlie_Cullen Grazie a te!!! Si, si, non ti preoccupare, e non ti fare shockare da questo capitolo! Il bene trionfa sempre sul male! Sono contenta che il mio collegamento folle ti sia piaciuto! Grazie infinite! ;)

Mapi Ciao! Sei stata davvero gentile, sono contenta che la mia storia ti piaccia. Non ricordo neppure il giorno in cui collegai gli indizi, è passato così tanto tempo ormai! Questa storia è stata una continua scoperta, e tanti pezzi, per mia fortuna, hanno deciso di incastrarsi da soli, non so come avrei potuto fare altrimenti! Lo so che questo capitolo è un po’ così… ma… abbi fede. “Lieto fine” ;)

mikvampire Grazie, grazie, grazie! Mi sono sempre chiesta come avreste presto la notizia, pensando ci potessero essere dei sospetti in giro, o, al contrario, che nessuno temesse nulla. Non posso che essere contenta per come avete appreso la notizia, e spero che questo capitolo non peggiori ancora la tua ansia. A presto con il prossimo!

rodney Certo, un trasloco è sempre un bel problema! Stare senza internet, poi… :S Non riuscirei proprio a pensarci! Comprendo le tue imprecazioni! Beh, in teoria lo scopo era quello di sorprendervi, sono contenta di esserci riuscita. Penso proprio che tu abbia ragione, una delle cose peggiori di tutta la faccenda è proprio il contatto che la piccola ha avuto e sta avendo con quell’essere assolutamente immondo! É veramente una cosa orribile… ma non potevo scrivere di meglio, ho cercato di attenuare gli aspetti più negativi! Che ne dici di Philip in questo capitolo?! Ehh… Purtroppo, mai nulla è come sembra… ;) Grazie di tutto.

Nessie93 No, sacrificare Carlisle sarebbe praticamente come l’amputazione di un arto per me, sta tranquilla, non lo sacrificherei mai e poi mai! Sono davvero contenta che tu non abbia alcuna intenzione di abbandonarmi! Beh, sapevo che sarebbe stata una verità sconvolgente, e speravo che vi avrebbe sconvolto in positivo. :) Grazie mille, sei stata gentilissima! A presto! :* Ps. Con Edward, tutto è possibile! :D

_zafry_ Oh, bene, allora direi che su un punto siamo più che d’accordo, perché lo odio tantissimo anch’io! :P Vedrai, presto: Vendetta. ;) Grazie! ;)

patu4ever Grazieeee! Grazie, grazie, mille! Mi rendo conto di star scrivendo capitoli impegnativi, che sia difficile starmi dietro in mezzo a tutte queste cose nuove (e il prossimo capitolo sarà ancora peggio), ma confidavo al massimo nella vostra, nella tua, capacità di analisi e lettura. É vero, è un bel paradosso che la bambina sia contemporaneamente la cosa più bella che possa essere capitata ai Cullen, ma anche fonte, anche se totalmente indiretta, di questa disgrazia. Sinceramente non ricordo neppure come mi sia venuto in mente di collegare la leggenda Quelites a tutto questo! Sarà stata una delle tante volte in cui rileggevo il libro pensando a Cullen’s Love… (anche se in genere la parte delle leggende la salto sempre, sai che noia! :P). Bene. Non posso che aspettare un altro tuo magnifico commento. Adoro la tua capacità di analisi! *.* Ps. Non mi minacciare, plissS! *.*

LudoCullen96 bene! Prego, per me puoi anche entrare nella storia e farlo fuori. Sai, devo dire la verità. Scrivendo questa storia mi sono liberata di molto di quell’odio che avevo per Jacob. Non so… Magari è che la vendetta si è ormai compiuta… magari è perché è qualche mesetto che non riprendo in mano Eclipse! Penso che ora che vedrò il film comincerò a ripensarla diversamente! Sono davvero contenta che ti sia piaciuto quello che ho scritto! *.* Avevo una paura matta, e ho spesso pensato di aver scritto assurdità! Ahahah, meglio così! Grazie! ;)

Ros_Ros Oh, si, grazie mille! :P beh, non ti preoccupare, non è solo perché hai il “cervello scollegato” che non riesci a dare risposta alle domande che mi hai posto. Diciamo che cono gli “enigmi” a cui ancora non ho dato risposta, ma che l’avranno molto presto… In ogni caso, direi che ho risolto la parte principale di tutta la “matassa”, no?! Con la comparsa di Jacob dovrebbero essere scomparsi (permettimi il gioco di parole) parecchi interrogativi davvero! Per quanto riguarda il professore, come hai potuto notare, si è affrettato a fare la sua parte, ma purtroppo, non hanno fatto i conti con la forza che pure ha questo nuovo jacob, e la minaccia del suo sangue! ^^ presto una soluzione a tutto, promesso! :)

congy Cara! (anch’io in questo capitolo ci ho messo, non volendo, una semi-citazione di Foscolo - É forse la morte men dura..? - qualcosa del genere ahahahah). Si, hai indovinato, per una volta! Facciamo partire la fanfara! Che cosa succederà a Jacobino caro?! Chissà. Chissà, perché questo capitolo non promette nulla di buono, vero?! Ehh… vedremo cosa accadrà. Aspettati di tutto dalla mia testolina, da me completamente indipendente! u.u

ichigo15 Ohh! No, direi che potrei fare proprio di tutto, tranne offendermi, se mi dici che potrei trarne un libro. Magari, se non fosse una fan fiction ci penserei sul serio! Per ora però devo ancora migliorare e imparare tanto. Forse, un giorno, chissà… Potrei anche scrivere qualcosa di mio. Grazie, un pensiero davvero carino. :)

Sognatrice85 Grazie!!! In effetti, con Jacob non era finita. Mi sono spesso chiesta cosa potesse immaginare chi leggeva quello che ho scritto. Se pensavate che Jacob sarebbe tornato, come, se era in qualche modo nei vostri pensieri, o se sarebbe stata una cosa del tutto inaspettata! Hai ragione, Bella ha sofferto e sta soffrendo moltissimo, anche ora. Sono davvero contenta che ti sia piaciuta la scena in cui si ritrovano, con Edward al limitare del bosco. É… Mi sono immaginata questi sussurri nel silenzio e nel terrore generale, ecco. :) Grazie ancora, una bellissima recensione.

blu_ice Ciao! Grazie infinite! In effetti, si, è una bella svolta! Che però stavo covando da un bel po’ di tempo… Aspetta e vedrai, cosa ho in serbo ancora! ^^

Roxisnotdied Oh! Grazie, grazie mille! *.* Lo so che da questo capitolo sembra solo che le cose stiano andando peggio, ma, fiducia! Datemi un po’ di fiducia e tutto si sistemerà, lo prometto! Grazie infinite per la tua gentilezza!

DarkViolet92 Oh bene! Sono contenta che tu sia riuscita a placare i tuoi istinti omicidi nei miei confronti! ^^ Allora, domande legittimissime quelle che hai fatto, e ti prometto che molto presto avranno tutte quante una soluzione. :) Diciamo che sono gli ultimi enigmi ancora non risolti! Aspetta a vedrai, con la speranza che quello che leggerai ti piaccia!   

rei__ Ahahah, beh, mi spiace che non sia ancora morto. Ho detto “ancora”? :P Ti giuro che non so davvero io come ho fatto a collegare un’idea del genere, con tutto quello che viene prima e con quello che verrà. Moltissimi sono stati i colpi di fortuna, i lampi di genio estemporanei, e senza questi niente avrebbe avuto senso o veridicità. Sono davvero contenta che nonostante la lunghezza ti sia risultato scorrevole! Spero sia lo stesso con questo, che è di ben 9 pagine di word! ^^ Grazie mille per tutto, sei stata molto gentile. :)

KatyCullen :D Grazie allora! Bene, sono contenta che tutti i pezzettini, gli indizi, gli enigni irrisolti, siano andati al loro posto e abbiano avuto la loro soluzione. Come vedi, per ora, la risoluzione del problema non c’è! Ma stai con gli occhi aperti e aspettati di tutto, mi raccomando! Grazie, grazie! :*

ledyang Davvero non è servita la spirale?! Sicura di no essere ancora sotto ipnosi?! Ahahahah Io non ci giurerei… E non sono sadica, suvvia, non hai ancora visto niente, rispetto a quello che ho intenzione di fare! Muahahah! Si! Ti voglio fare morire d’infartoooo! Muahahahah! A presto! É una minaccia!!! :P

Dreamerchan Carissima! Allora. Premettendo che adoro le domande - che creatura è diventata Jacob? É un umano molto poco umano. Ha tutte le fattezze di un umano, testa, corpo, braccia, gambe. Però, ha la pelle nera, nera, è imponente, massiccio, i muscoli turgidi e gonfi, e, cosa più importante, è ricoperto di cicatrici, bianche. Perché, il suo sangue è bianco. Ci tengo a precisare che è corporeo e non spirituale. Ecco cos’è ^^ In effetti, la lotta c’è stata, ma… direi che non è stata quella la soluzione… :P Grazie ;)

ANNALISACULLEN Eheh, si, non ti fare impressionare da questo capitolo, ti prego! Che già prima ti vedevo piuttosto aggressiva, non so cosa aspettarmi dopo questo, ammetto che mi sento colpevole ^^ ma si, ricordati che ho scritto che sarà una storia a lieto fine, e fidati di me, che sono l’autrice - si fa per dire ahahahah - e tutto si aggiusterà, prima a o poi! :P

Luna Viola Carissima! Eh, si, della serie “a volte ritornano” e “chi non muore si rivede”, sei ritornata non solo tu, ma pure Jacob! Scherzi a parte, mi fa davvero piacere che tu abbia deciso di lasciarmi un’altra recensione! Grazie mille. Lo so, anch’io soffrirò le pene dell’inferno ora che questa storia finirà. Sto già pensando a scrivere qualcosa di diverso, ma i miei pensieri tornano sempre qua, con nuove idee che però non potranno vedere luce. Sono davvero contentissima che tu abbia potuto apprezzare il mio “colpo di scena”, con tutte le maiuscole, come hai detto giustamente. É vero, è orripilante! Mi hanno detto che sembra sbucato da un film dell’orrore! Ahahahah Ti ringrazio infinitamente per gli apprezzamenti ai personaggi. Gli ho sempre ritenuti il mio tallone d’Achille. In particolare, grazie per quello che hai detto del mio professore. É stato il mio primo esperimento di personaggio principale! Ma quelli della storie che hanno partecipato al concorso erano davvero caratterizzati benissimo. :)

patrizia 61 Ciao! Grazie infinite! Si, si, il modo per liberarsi del “sacco di pulci”, ovviamente, c’è, nella mia testa ben custodito. Se non ci fosse non mi sarei mai permessa di scrivere nell’introduzione “lieto fine”. Tuttavia, almeno ora, non è una soluzione evidente, né scontata. Ma sarà la giusta soluzione. :) Lo spero, almeno!

ste87 Oh! *.* Mi pare inutile oppormi ai tuoi ringraziamenti, visto che continui a dispensarne! (Potrei farlo, ma sinceramente mi sento troppo lusingata). Sono davvero contentissima che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Era importante. :)

frafru Ahahah, si, ma direi che è stato inevitabile come colpo di scena, e ti giuro, non in reazione alla tua richiesta, ma molto, molto premeditato! Ahahahah ;) beh, ci vuole un po’ di movimento, non è così? Anzi, ho trascinato indizi e enigmi, come giustamente mi facesti notare, anche per troppi capitoli. Era ora, finalmente di conoscere la verità, quale che essa sia, no?! :P Okay. Non mi ammazzare nemmeno per questo “colpo di scena”. La mia storia è poco ortodossa, ho condotto il tutto in maniera tale, ma, ricordati, “lieto fine” rimane sempre. Quale che sia la sempre poco ortodossa soluzione! :) Spero di tuo gradimento. A presto!

damaristich Ciao e grazie! Sono davvero contenta di rivederti! Allora, rispondo con piacere alle tue domande. Allora, si è una specie di horcrux, senza l’oggetto, solo per il fatto che l’anima sopravvive e il corpo no. Jacob non è Taha Aki, semplicemente costui era un suo antenato, il suo capostipite, e aveva il potere di essere una spirito guerriero. Ora. Il fatto che Taha Aki si diventato lupo, non vuol dire che ha penso la possibilità di diventare anche lui, a suo piacimento, Spirito. Non l’ha fatto solo per la pericolosità della cosa. Oer quanto riguarda il professore… :P beh, lui seguiva Jacob, perché voleva ucciderlo. I dettagli li conoscerai molto presto, e tutto ti sarà più chiaro ;)

chi61 Grazie mille. Aspettavo la tua recensione con ansia. Sono davvero molto contenta che tutti i tuoi dubbi e le tue perplessità siano stati chiariti. Riguardo al problema dei licantropi, in particolare, ho pensato che Edward non sarebbe riuscito a fidarsi di loro, non dopo come si erano comportati in seguito alla morte di Jacob. E il fatto che il messaggio che veicolavano e il modo in cui avevano intenzione di risolverlo, sarebbero potuti essere causa di un acceso incontro, ha bloccato i licantropi dall’altro lato. Ricordo perfettamente di aver scritto che la storia è a lieto fine :) manterrò la promessa, lo giuro. E spero di non essere ancora più folle di quanto io non sia stata ora nella soluzione del problema. Mi raccomando, occhi aperti, confido in te. Grazie per tutto. Grazie per la recensione. Non esitare a dirmi cosa non va.

Lizzie95 Accidenti. É una recensione davvero bellissima. Ho sentito tutta la tua felicità, e carica, e… è stato stupendo. Sono davvero contenta che il capitolo possa esserti piaciuto così tanto. Sono davvero, davvero, davvero, commossa, per il fatto che la mia storia ti piaccia così tanto. Mi sono prefissata obbiettivi fuori dalla mia portata, e adesso sto tracciando i miei limiti, e ho tutta l’intenzione di superarli. Mi diverte tantissimo scrivere questa storia, e aspettare le vostre reazioni, sperando che siano proprio simili a quelle che io stessa ho provato, ideando i capitolo e fantasticando sui personaggi. Scrivere è divertente, è emozionate, è anche stancante a volte, e a volte diventa persino impegnativo, però… per ricevere recensioni come quella che mi hai lasciato tu, si, in questo caso penso ne valga proprio la pena. :) Che creatura orgogliosa sono, non è così?! Me ne farò una ragione… ;)

mony cullen Ciao! Grazie mille! Sono contenta che tu abbia deciso di lasciarmi una recensione! Il problema dell’imprinting verrà affrontato nel prossimo capitolo. ma ti posso già annunciare che non si tratta di qualcosa di perfettamente convenzionale, ecco. Non sussiste, nel mio caso, il problema che ti ponevi nell’ottica della bimba :) Spero che ogni tuo dubbio possa essere fugato molto presto!

titty88 Ohh! O.o Mi dispiace per averti shockata! *.* Sono contenta che rileggendo la mia storia ( *.* ), ti sia venuta in mente l’idea che Jacob potesse essere non definitivamente morto, diciamo… E si, è proprio una brutta cosa che Jacob abbia avuto l’imprinting con la piccola… una cosa davvero obbrobriosa che la bambina debba essere stata in contatto con la mente di quell’orribile mostro. Non vi voglio morte, lo giuro! (anche se da questo capitolo non sembrerebbe), ma se voi moriste, chi leggerebbe la mia storia?! u.u non si può…

AriRock Ahahah! Ho seminato panico! Spero che la cioccolata non ti sia andata di traverso in questo capitolo ahahahah Mi spiace che Philip non possa essere proprio la soluzione dei problemi. ^^ Grazie, grazie, per tutti i fantasticissimi complimenti. Ho sempre cercato di scrivere una storia che fosse in qualche modo parallela a quella della Meyer, e ho pensato che prendere spunto direttamente da una sua leggenda, potesse dare molta più veridicità anche alla mia storia. So che hai fame di SAPERE, fidati di me, non dovrai aspettare ancora molto. Tutti i dettagli verranno chiariti molto ma molto presto! Grazie, grazie, ancora. Stupenda *.*

00Stella00 Grazie!!! Beh, si, avevo immaginato che qualcuno avesse intuito il ritorno di Jacob ;) forse arrivare a pensare a qualcosa di così assurdo come la leggenda era davvero troppo! Anche perché, sinceramente, proprio non ricordo come possa essermi venuto in mente! Non ho fatto morire nessun Cullen (anche se l’intenzione c’era, devo ammetterlo, ma l’idea della folla inferocita proprio mi ha dissuasa), e per ora, coma la Triste Mietitrice, mi sono accontentata di prendermi l’anima di Philip… E di fare altri danni… Fiducia, comunque. Sono certa che vorrai riporla in me (sembra molto una supplica), anche in vista di quello che ho scritto nell’introduzione della storia ---> Lieto Fine.

Ely_11 *.* Non mi dire così, che divento un pomodornino peggio di Bella *.* Grazie! Sono contentissima che la mia storia ti piaccia, ancora più contenta che apprezzi tanto il mio modo di scrivere! É molto importante questo per me, perché mi da le basi e la fiducia per poter migliorare! Non si smette mai di imparare quando si scrive, per noi che siamo all’inizio a maggior ragione, vero?! Ci vuole solo tanta pratica, tanta lettura, tanto mettersi in gioco, non stancarsi mai di migliorare e… mmm… forse anche saper gettare la spugna quando e se viene il momento? Chissà… (speculazione personali - fine). Dunque. Non posso che essere felice per il fatto che a mia idea folle non sia troppo folle! Il nostro odio per Jacob è una buona base su cui fondare un’alleanza. Qua la mano. u.u

mine Grazie, grazie, grazie! Tutti i tuoi complimenti mi faranno impazzire! *.* Si, non ho mezze misure, in effetti. Credo, se vogliamo rivolgerci all’oroscopo, che dipenda dal fatto che sono un acquario. :P Sono cattiva, e sono stata molto, molto in questo capitolo. Ma se sono cattiva, è sia per soddisfare la mia indole romantica, sia per dare un bel po’ di movimento alla storia. Vorrei non averti shockato ancora con questo capitolo, con questa fine così… sospesa?! Vorrei davvero avere una foto della tua faccia durante la lettura! Chissà se è come consegnare il tema di italiano e vedere la faccia che fa la prof mentre lo corregge… ahahahah Grazie ancora ;)

SognoDiUnaNotteDiMezzaEstate Grazieee! *.* Lo scorso capitolo era fondamentale, quello su cui tutta la storia aveva sempre ruotato! Morivo e muoio tuttora di paura, perchè penso che sia un’idea davvero assurda! E non sarei mai riuscita a mettere tutto insieme senza un pizzico di fortuna. Tutto si sistemerà, mi pare superfluo dirlo, visto che io stessa ho scritto che sarebbe stata una storia a lieto fine. Come? Beh, non aspettarti nulla di troppo convenzionale. ;) E, vedrai che le cose che non ti sono ancora chiare le metterò in luce fra poco davvero, dammi un po’ di tempo!

tamy79 Wow! Anch’io, team Edward forever! (non so se si era capito, anche nel mio caso ;P). Sono davvero contenta che la mia storia ti piaccia, grazie mille! Mi sono messa in testa di organizzare e scrivere tutte le idee che mi passavano per la mente in una forma che potesse essere accattivante, piena di dinamismo, e strutturata. Chi vuole leggere una storia che porta tanti fatti slegati, senza una trama? Non io, mi sono detta. Per questo mi sto impegnando per riuscire a creare una storia e una trama. Senza pretese, con il gusto di farlo. :)

Wind Carissima :P Beh, si, speravo che qualcuno fosse tanto furbo da accorgersi che non avevo tolto l’avviso! Volevo scrivere una fan fiction anti-Jacob, e sono andata fino in fondo. Oh, comunque, sono contenta di non essermi ri-guadagnata il titolo di sadica, ma anzi che tu abbia apprezzato il “movimento”. Anche perché, ne avremo ancora per un bel po’… :P A presto, e grazie.

prudence_78 Ciao! Sono davvero onorata di ricevere i tuoi complimenti! Spero che questo capitolo non abbia contribuito al secondo mezzo infarto, non vorrei mai. :) Ovviamente, la storia sarà a lieto fine… Quindi ci vuole solo un po’ di fiducia nell’autrice (sarei io, anche se il titolo non mi compete appieno) e un po’ di fortuna ;)

 

   
 
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