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Autore: white_kahlan    10/06/2010    1 recensioni
Dlin dlon. Il campanello della porta. Il ragazzo alzò un sopracciglio e si guardò con l’animale, chiedendosi se fosse veramente il caso di alzarsi da quella posizione estremamente comoda. Poi osservò il suo abbigliamento. Boxer e canottiera, altro motivo per non spostare nemmeno un muscolo. Tanto di sicuro era il postino.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Kiba Inuzuka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fase 4

Ino osservò la sala decorata inclinando la testa da un lato.

Grande pista per ballare, c’è.

Palchetto per permettere agli uomini ubriachi di dimostrare al mondo la loro stupidità, presente.

Anfratti romantici, ci sono.

Grandi tavoli ricchi di pietanze, ovviamente pronti.

Tutto in perfetto stile Yamanaka, come sempre.

Sorrise trionfante fiera di sé. Poi vide Hinata uscire per raggiungere Kiba in gelateria.

La porta si riaprì e Sakura fece il suo ingresso nel locale. L’Haruno guardò il lavoro terminato, colpita.

 Ino era proprio brava a organizzare le cose. G

ià “cose” era il giusto, vago, termine per definire la capacità di Ino 

nel capire le emozioni più impensabili, di immaginare l’impossibile e applicarsi affinché diventi reale. 

La rosa scosse il capo.

“Maial-Ino sei proprio incredibile …” le disse sorridendo con le mani lungo fianchi e l’aria rassegnata.

“lo so Sakura chan, lo so!” rispose quella facendole una linguaccia e l’occhiolino.

Sakura la guardò e non potè fare a meno di sorridere.

“ti voglio bene”  dissero all’unisono le due nemiche-amiche, 

scoppiando a ridere dopo essere state reciprocamente avvolte dal calore di quelle parole.

“Ehi e io chi sono!?” 

sdrammatizzò una Tenten commossa rimasta fuori dal duo, 

facendo sorridere tutte e tre con la sua espressione da finta scocciata.

 

 

“un cono alla vaniglia e uno al cioccolato,grazie” ordinò il giovane alla cameriera al di là del bancone.

Presi i gelati il ragazzo diede il suo cono a Hinata, che sorrise dolcemente.

Lei era l’unica a non sembrare sorpresa dalla gentilezza di Kiba. In fondo sapeva quali erano le potenzialità del ragazzo, quando decideva di fare sul serio.

“grazie Kiba-kun”  disse gentilmente.

“p-prego” articolò lui, distratto da alcuni pensieri.

Quando Hinata sorrideva era davvero carina. 

Certo non possedeva la femminilità di Ino però nel tempo che passava con lei si rendeva sempre conto di quanto la bellezza fosse lo specchio dell’interiorità.

Ino era sicura di se e la sua bellezza rispecchiava quella sua caratteristica.

Hinata era dolce, e molto anche, e i suoi lineamenti rispecchiavano quella sua delicatezza.

D’improvviso Kiba si accorse che Hinata era arrossita e non essendoci Naruto nei paraggi si chiese cosa potesse aver visto per procurarle quell’effetto. 

Poi abbassò lo sguardo seguendo quello della giovane e si accorse che passandole il cono, a causa della sua distrazione, aveva indugiato nell’allontanare la mano. 

Ora le sue dita si intrecciavano tra il cono e quelle della compagna di team.

“oh cavolo Hinata-chan scusami! Non volevo, cioè non è che non volevo perché non volessi è che, 

insomma non dico che non voglia toccare le tue mani, cioè no ma cosa sto dicendo… insomma scusa” 

concluse il ragazzo senza aver capito bene cosa avesse detto e cosa meno.

Con Sakura o Ino avrebbe reagito diversamente, sicuro, ma con una creatura dolce come Hinata.

Con lei non avrebbe mai potuto fare battutine o lanciare volgari doppi sensi, lei non era come loro, e a lui piaceva che non lo fosse.

Il giovane si era portato rapidamente la mano al viso nel farfugliare le parole e il suo imbarazzo provocò una reazione anomala nella giovane, che non svenne, ma sorrise.

“se Ino-chan ti vedesse così ti prenderebbe in giro per molto molto tempo” affermò ridacchiando spiazzando il ragazzo.

“si beh… per fortuna lei non c’è…” disse camminando avanti svelto pensando , sollevato, al fatto che l’amica effettivamente non fosse nei paraggi 

“allora buono il gelato?” chiese poi cercando di riprendere un minimo di dignità, cosa che quelle infradito che indossava proprio non volevano dargli.

Alla giovane scappò un risolino, raggiungendolo velocemente, poi disse “ è molto buono, ma Kiba-kun, come fai a sapere che questo è il mio gusto preferito?”

“beh la vaniglia è un gusto particolare. Dolce, gustoso ma anche leggero. Ma soprattutto dolce. La vaniglia è come te Hinata” affermò lui osservando il suo gelato al cioccolato che ora si pentì di non aver preso alla vaniglia.

“ehi Hinata, mi hai sentito?” chiese all’improvviso voltandosi.

“ma Hin.. Ah ecco.” Il ragazzo abbassò lo sguardo e rise.

La giovane era a terra svenuta. Troppe pressioni. 

La prese in braccio e la portò via, mentre il suo gelato si scioglieva vicino a quello che era caduto di mano alla ragazza, e il cioccolato si perdeva nella dolcezza del suo gusto opposto.

                                                                                                                                                                          

 

“e smettila con quell’aria imbronciata!” 

lo riprese Choji, cogliendolo di sorpresa e facendogli salire un brivido lunga tutta la colonna vertebrale.

“di nuovo?! prendi degli estrogeni a mia insaputa Cho? Guarda che non è bello!” 

urlò di risposta l’amico da sotto la doccia 

“ e poi non puoi vedere se sono imbronciato”

“hai ragione, ma scommetto che lo sei, tanto per cambiare, e comunque lo sto facendo per te, ti sto solo tenendo in allenamento!!” 

argomentò saggiamente il rosso, sgranocchiando qualcosa che il moro avrebbe giurato essere patatine al formaggio.

“allenarmi per cosa?” domandò l’altro, sempre più seccato.

“a fare l’infastidito!”

“ma prima che arrivaste tue i tuoi estrogeni io non ero infastidito!”

“infatti!” 

disse tranquillo l’amico uscendo dall’antibagno.

Shikamaru aprì la bocca per controbattere ma la richiuse subito per poi distenderla in un sorriso.

Choji SAPEVA sempre tutto.

Come diavolo faceva Choji a sapere sempre tutto?!

 Dannato.

Sicuramente nelle patatine c’erano degli estrogeni. 

Si, avrebbe controllato.

Chiuse gli occhi e non poté far altro che realizzare quanto lei gli fosse mancata.

“mendokuse!”

Dannato Choji.

Note:

ciao a tuttiiii!!

Innanzitutto mi vergogno per il mostruoso ritardo, non ho scuse!!

Perciò se non commenterete perché vi siete scordate, giustamente, di me non mi offenderò!!

Mi scuso per la parte sdolcinata iniziale ma una mia cara amica è appena tornata da un lungo viaggio e sono stata influenzata dalla dolcezza del momento…

Per il resto niente da aggiungere!!

Baci baci!!

marty

  
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